Nota mia: contrariamente a quanto si crede,l'Italia,almeno nel nord e nel centro ha un origine prevalentemente celtica e germanica (il cosiddetto aplogruppo R1b),e solo secondariamente mediterraneo di tipo greco-romano,solo nell'Italia del sud l'aplotipo greco-romano è dominante,anche se anche qui è ben rappresentato l'aplotipo celtico-germanico.
L'articolo infatti spiega come il processo di romanizzazione è stato un processo CULTURALE,più che sanguigno,i coloni romani sono sempre stati una minoranza,anche se comunque c'è una loro traccia genetica.
PS (quest'articolo oltre a essere un interessante excursus sulle nostre radici,è anche inteso come possibile spiegazione alla domanda di Vicus su come fosse possibile che alcune tradizioni anche del centro-sud combacino con quelle irlandesi o anglosassoni)
Certo anch'io però trovo difficile spiegare il fatto che queste tradizioni sussistano anche in Sardegna,regione ''geneticamente autoctona'',il cui dna,non può essere ricondotta a nessuna delle popolazioni sopracitate (nè romani,nè celti,nè germani,nè arabi nè niente)
Mappa genetica della diffusione dell'aplotipo germanico
Mappa genetica della diffusione dell'aplotipo celtico
Ipotesi sulla diffusione dell'aplogruppo R1b (Y-DNA) in Italia
Diffusione degli aplogruppi Y-DNA in Italia settentrionale
Se guardiamo i dati sulla diffusione percentuale degli aplogruppi relativi al cromosoma Y in Italia, non possiamo fare a meno di notare una netta prevalenza dell'aplogruppo R1b (lignaggio celto-germanico) in rosso nel grafico, soprattutto nelle regioni del centro-nord della penisola. I grafici che allego sono elaborati con dati forniti dal sito eupedia.com.
Contemporaneamente possiamo notare come l'aplogruppo J2 (lignaggio greco-romano, anatolico) in giallo nel grafico, abbia una diffusione minore di quello che si potrebbe pensare, considerata l'eredità culturale, come se la colonizzazione romana della penisola non avesse mai sostituto le popolazioni preesistenti, e questo in parte è anche comprensibile, in quanto l'impero romano attuava una politica di espansione di tipo inclusivo e non sostitutivo. In pratica i romani tendevano a "romanizzare" le popolazioni conquistate che così cominciavano a far parte dell'Impero.
Diffusione degli aplogruppi Y-DNA in Italia centrale
(Lazio incluso)
Sarebbe quindi interessante capire chi ha portato questa grande quantità di DNA attraverso le Alpi che come possiamo vedere non sono quello spartiacque genetico col resto dell'Europa che si pensava. L'R1b infatti è l'aplogruppo più diffuso nell'Europa continentale centro-settentrionale, la sua concentrazione diminuisce procedendo da ovest verso est con i massimi in Irlanda (90%), Connacht (98%) e percentuali superiori al 70% in Inghilterra occidentale, Scozia, Galles, Bretagna, Spagna (Paesi Baschi e Catalogna) e Portogallo.
Mi sembra improbabile che questa composizione genetica si sia trasformata in seguito alle invasioni barbariche. Nel caso dei Longobardi, secondo gli storici hanno partecipato alla migrazione in Italia non più di 100.000-150.000 persone, ovvero il 5% della popolazione della penisola italiana di allora che non superava i 4 milioni di abitanti, un numero davvero esiguo per poter aver lasciato un'impronta genetica così marcata. Sicuramente DNA di tipo nordico I1, I2b, R1b U106 (Frisian marker), R1b-L21, sono da attribuirsi a queste invasioni, ma non il grosso dell'R1b.
Diffusione degli aplogruppi Y-DNA in Italia meridionale
(isole escluse)
Al contrario l'aplogruppo J2 che si riferisce a popolazioni di stirpe greco-romana, è maggioritario solo nell'Italia meridionale e in Sicilia, mentre si attenua la percentuale dell'R1b che comunque rimane assai rilevante.
Da questi dati si evince come il substrato genetico celto-germanico sia ampiamente diffuso in tutto il paese e predominante nell'Italia centro-settentrionale con punte superiori al 60% nella Pianura padana. La storia genetica dell'Italia è quindi profondamente collegata con quella europea. Gli ultimi sviluppi delle ricerche genetiche e linguistiche sulla storia d'Europa ci portano a capovolgere alcune certezze storiche. Sembra infatti che i primi europei siano originari dei Paesi Baschi tra i 35 ed i 20.000 anni a.c. per poi diffondersi lungo tutto la costa atlantica della Francia, la Bretagna e le Isole Britanniche ed avere una vasta espansione continentale per tutto il primo millennio a.c., che corrisponde alla massima espansione dei Celti. Un'espansione che quindi procede da ovest verso est e subisce un forte decremento in corrispondenza del meridiano 14 est.
Della cultura celtica oggi non restano tracce evidenti, né nella lingua, praticamente scomparsa tranne che nel gaelico delle isole britanniche, né nella toponomastica. Questo è dovuto al fatto che i Celti in realtà non sono mai stati una nazione come noi la intendiamo oggi, piuttosto una galassia di tribù, di insediamenti rurali in un profondo rapporto con la terra e la natura. I Celti non usavano la scrittura né costruivano con la pietra.
Diffusione degli aplogruppi Y-DNA in Sicilia
Oggi forse per la prima volta, in seguito allo sviluppo della genetica, possiamo intuire l'importanza dei Celti nella creazione dell'Europa, attraverso la diffusione della loro impronta genetica. Il nucleo originario di questa diffusione si trova sulle sponde del Lago di Neuchatel in Svizzera dove si trova uno dei principali siti archeologici della cultura celtica, risalente all'età del ferro: La Tène.
Diffusione degli aplogruppi Y-DNA in Sardegna
Si noti l'hot-spot I2a
Quindi è molto probabile che a partire dal 1.200 a.c. e per tutto il primo millennio a.c. popolazioni di stirpe celtica abbiano attraversato le Alpi per stanziarsi in massa nella Pianura padana. Essi erano infatti un popolo di straordinari agricoltori. Nella storia noi sappiamo dei Celti attraverso i romani che non usavano il termine greco Keltòi ma il termine latino Galli.
Oggi con un'indagine approfondita del DNA si può sapere se attraverso la linea paterna maschile Y-DNA, si è di stirpe italo-celtica. Soprattutto se si appartiene all'aplogruppo R1b1a2 - M269 si può testare la positività per il marker SNP U152, di cui allego una mappa della diffusione.
Mappa diffusione marker SNP U152 (R-S28),
presenta hot-spot in Svizzera, Pianura padana e Corsica
Fonte: Eupedia.com
Secondo questa ipotesi, basata su dati certi relativi al campione di coloro che si sono sottoposti al test del DNA per il cromosoma Y, la cosiddetta Gallia Cisalpina ha dato un contributo molto importante alla storia genetica del paese. Inoltre questa particolare subclade dell'R1b1a2 M-269 sembra essere specificatamente italiana con forte concentrazione nell'Italia centro-settentrionale e nella Corsica che geograficamente appartiene alla penisola italiana, attestando una specificità genetica italiana di origine celtica.
La provincia della Gallia Cisalpina nel contesto dell'Impero Romano
Espansione dei Celti in Italia tra il 500 ed il 250 a.c.
Conclusioni: la struttura degli aplogruppi in Italia è profondamente disomogenea, variando molto da regione a regione. Per l'aplogruppo R1b-M269 che è il più diffuso nel paese, si passa dal 32% della Calabria al 62% dell' Italia settentrionale, suggerendo una forte variazione lungo l'asse nord-sud della penisola e un preponderante lignaggio celtico concentrato nelle regioni centro-settentrionali. Su questo substrato (R1b-U152) con le invasioni barbariche si andarono a sovrapporre lignaggi Y-DNA di origine germanica (R1b-U109), celto-britannica (R1b-L21), slavo-germanica (R1a) e nordica (I1, I2b). Ancora non risulta chiaro l'apporto genetico di liguri, etruschi, umbri e latini che comunque dovrebbero aver lasciato un'impronta genetica nell'aplogruppo J2 di origine greco-anatolica, il che confermerebbe la leggenda secondo la quale l'antica Roma fu fondata dai discendenti dei Troiani (Eneide). Possiamo solo supporre che una differenza genetica nel sistema immunitario delle popolazioni di origine latina e greco-anatolica legata al gene CCR5 le abbia più esposte alle grandi pandemie come la peste di Giustiniano (vedi post).
Questa disomogeneità genetica della penisola italiana è evidente in alcune mappe di distribuzione degli autosomi recentemente aggiornate sul sito Eupedia.com.
Distribuzione degli autosomi - mix europeo nord-occidentale
Credits: Eupedia.com
Distribuzione degli autosomi - mix nord-africano / Mar Rosso
Credits: Eupedia.com
Atlante genetico aplogruppi principali in Italia
Aplogruppo popoli portatori origine
R1b - U152 Lignaggio italo-celtico, Galli cisalpini Cultura di La Tene, Svizzera
R1b - U106 Lignaggio celto-germanico, Longobardi, Anglo-sassoni, Svevi Frisia, Jutland
R1b - L21 Lignaggio celto-britannico, bretone, Normanni Cultura dei Bell Beakers
R1b - L23 (ht35) Lignaggio proto-indo-europeo, greco-anatolico, Ittiti, Troiani, Daci e antichi Romani Lidia, Troia, Turchia, Romania
J2 Lignaggio mediterraneo-orientale, Cartaginesi, Etruschi, Micenei, Greci, Fenici, Israeliti, antichi Romani Mediterraneo
I1 - I2b Lignaggio nordico pre-germanico, Longobardi, Goti, Vandali, Normanni, Vichinghi, Cimbri Jutland, Danimarca, Scania
Per quanto riguarda le frequenze relative a Goti e Longobardi sembrerebbe che la composizione Y-DNA delle due popolazioni sia la seguente:
40% I1, 30% R1b (in prevalenza U106), 25% R1a, 5% I2b
Queste frequenze ricalcano quelle dell'attuale popolazione della Scania (Svezia meridionale) il che confermerebbe l'origine scandinava dei Longobardi contenuta nella Historia di Paolo Diacono.
Atlante genetico maggiore diffusione subcladi R1b-M269 in Europa occidentale
Aplogruppo Aree di maggiore diffusione
R1b - U152 Italia centro-settentrionale, Francia, Valle del Reno
R1b - U106 Frisia, Olanda, Germania, Inghilterra, Scandinavia
R1b - L21 Irlanda, Scozia, Galles, Cornovaglia, Bretagna, Normandia
R1b - L21 Irlanda, Scozia, Galles, Cornovaglia, Bretagna, Normandia
R1b - M222 Irlanda nord-occidentale, Ulster, Lowlands Scozzesi
Un recente studio (Boattini et al., 2013) conferma quanto riportato nel presente post, ma aggiunge la distribuzione regionale relativa all'SNP R-U152 che vede i picchi massimi nella provincia di Brescia (51,3%), nella provincia di Cuneo (40%) e nella provincia di Pistoia (38,5%). Per maggiori informazioni sugli SNP, cosa sono e come funzionano si legga il seguente post: "L'importanza degli SNP (snip) nella determinazione dell'aplogruppo". Se invece siete interessati a conoscere il proprio aplogruppo potete leggere il post "La genealogia genetica: come conoscere le proprie origini ancestrali con un semplice test".