Per restare in tema.
http://www.ilmessaggero.it/PAY/EDICOLA/mistero_fiumicino_spariti_algerini/notizie/932586.shtmlMistero a Fiumicino, spariti 35 algerini
ROMA Spariti. Scomparsi ai “radar”
di Digos e intelligence. Uomini invisibili
che una volta atterrati all’aeroporto
internazionale di Fiumicino
fanno perdere ogni traccia
di se nella Capitale:mai una richiesta
di documenti, passaporti, mai
intercettati all’Ufficio stranieri della
Questura. Si tratta di decine di
cittadini algerini, di cui nessuno
conosce la reale identità, approdati
al Leonardo da Vinci facendo
scalo dalle tratte in provenienza
da Algeri o da Istanbul, Turchia.
Solo nel mese di settembre, in piena
allerta terrorismo dopo le minacce
dell’Isis a Roma cuore della
cristianità, ne sono scomparsi
trentacinque. C’erano all’imbarco,
inghiottiti nel nulla ai gate d’arrivo.
LA DENUNCIA
La denuncia è piombata ierimattina
nel corso di un’accesa assemblea
dei poliziotti della Polaria,
convocata dai sindacalisti della
Consap a Fiumicino e che ha visto
una partecipazione massiccia degli
agenti che hanno così svelato i
nodi non ancora risolti della security
al segretario generale Giorgio
Innocenzi e al vicepresidente, ex
aeroportuale, Giuseppe Di Niro.
Chiedendo l’intervento del Capo
della Polizia, Alessandro Pansa.
Ed ecco, a un certo punto, esplodere
il caso della “sparizione degli algerini”.
In pratica, appena l’aereo
atterra, il portellone si apre, gli
stranieri mettono piede al suolo
ed ecco che scappano, di corsa.
Non salgono sulle navette che portano
i passeggeri in aerostazione.
Anzi, alcuni di loro sarebbero stati
notati indossare frettolosamente
le tute del tipo utilizzate dal personale
aeroportuale di terra per confondersi
con gli operatori che scaricano
i bagagli e varcare così le
uscite in tutta tranquillità. Altri
avrebbero raggiunto i confini aeroportuali,
scavalcando le recinzioni.
IL SISTEMA
Un sistema, dunque, ben organizzato
e collaudato, alternativo ai
barconi della fortuna. Con evidenti
complicità al momento della
partenza, quando gli stranieri vengono
imbarcati con documenti incompleti
o taroccati. Di quali profili
sia composta le nebulosa dei
fuggitivi è difficile sapere. «È più
facile immaginare che le strane
sparizioni di Fiumicino siano legate
al traffico umano dell’immigrazione
clandestina o alla malavita
organizzata, magari legata ai movimenti
di droga - afferma Andrea
Margelletti, presidente del CeSi,
Centro studi internazionali - ma
visto che i tempi che corrono ci dicono
di essere molto prudenti,
nulla è da escludere».
Nei giorni scorsi un quotidiano
francese avrebbe additato i poliziotti
romani per avere usato le
maniere forti contro uno degli algerini
che ha tentato la fuga, riacciuffato
in extremis. Con tanto di
proteste del console algerino.
Pronte le repliche seccate degli
agenti, «già alle prese con un superlavoro
in un momento di alta
tensione internazionale, in cui il
fronte algerino appare più che
mai caldo», come hanno fatto notare
i sindacalisti durante l’incontro.
Del resto è del 24 settembre la
decapitazione a 110 chilometri a
est di Algeri del turista francese
Hervè Goudel, finito nelle mani
dei tagliagola del gruppo Jund
Al-Khilafa, i “soldati del Califfato”
transfughi del Gspc (il Gruppo salafita
per la predicazione e il combattimento)
per sostenere i jihadisti
dell’Isis. E i servizi segreti algerini
hanno già schedato a partire
da quest’estate circa 130 persone
dirette, dopo essere state formate
in Siria e in Iraq, in Europa per
portare il verbo della Jihad. Il 3
settembre 2009 all’Esquilino,
quartiere del melting-pot capitolino,
la Digos sorprese e arrestò un
algerino di 44 anni, terrorista appartenente
al Gia, Gruppo islamico
armato. E le rotte dell’immigrazione
clandestina, ora hanno escogitato
anche questo nuovo sistema
per mettere piede in Occidente.
Intanto, però, c’è una buona
nuova: nei prossimi giorni a Fiumicino
arriveranno i primi rinforzi,
quaranta agenti in più che potranno
dare man forte nella lotta
all’antiterrorismo.
E-GATE
Sott’accusa in assemblea è finito
anche il sistema E-gate di lettura
automatica dei passaporti operante
ai varchi extra-Schengen: ne legge
fino a quattro contemporaneamente,
peccato però che non sia in
grado di codificare nomi e cognomi
con apostrofi e accenti, col rischio
concreto che un “segnalato”
possa sfuggire al controllo.