“Così vanno le cose quaggiù: che non appena ci si libera di una paura subito ci si volge ad impaurire gli altri e non appena si smette di venir ingiuriati, si incomincia ad ingiuriare. Come se non si potesse far altro che offendere o essere offesi.” N. Machiavelli.
Ho iniziato la mia battaglia nel nome dell’umanesimo, ubbidendo alla legge che ordina di non fare agli altri il male che gli altri fanno a me. Mi ritrovo, se non in solitudine, quasi in minoranza, a combattere contro coloro che hanno in animo la volontà di infliggere agli altri (= le altre) quelle torture che essi stessi non vogliono subire. Quelli per i quali la loro anima, il loro corpo, la loro dignità sono sacre mentre quelle degli altri (=le altre) sono profanabili. E questa è la definizione stessa di nazismo (o qualcuno ne ha di più pertinenti?).
Nel nome dell’umanesimo ho dedicato migliaia di ore a combattere l’odio femminista contro gli uomini, nato dall’invidia per il bene che le donne hanno ricevuto. Ne abbiamo qualificato le paladine come feminazi. Termine esatto, giacché esse giudicano sacrosanto infliggere ai maschi quel male che respingono da sé. Ora mi ritrovo a leggere che l’odio maschile contro le femmine sarebbe legittimo – dice Giuseppe83 – perché dall’altra parte ci sono …le Giuseppine63-73-93. Le feminazi. La loro esistenza renderebbe legittima quella dei maschinazi. E non si vede che l’esistenza di questi rende legittima l’esistenza di quelle. “Ma bisogna vedere chi ha cominciato per primo!” e infatti ciascuno incolpa l’altro di aver iniziato prima: millenni o secoli o decenni fa. “Occhio per occhio rende tutto il mondo cieco” diceva Gandhi, che era un nonviolento, ma non un vigliacco, anzi un grande combattente.
Il problema dunque è sempre lo stesso da centomila anni: l’invasione della Patria altrui “motivata” dal fatto che gli altri vogliono invadere la nostra. E i nazionalisti del paese A incolpano della guerra quelli del paese B, i quali a loro volta fanno lo stesso. Il problema dunque è il nazionalismo e chi lo incarna: i nazionalisti. Di tutte le bandiere.
Siamo “costretti” a diventare carnefici perché di là c’è qualcuno che vuole torturarci, il quale è parimenti “costretto” a torturarci per lo stesso motivo: perché sa che di qua c’è qualche carnefice …disoccupato cui prudono le mani. Il ciclo della pestilenza. Il problema dunque non è il feminazismo, è il nazismo. Femi- o maschi- che sia. Il nostro problema sono i Giuseppi e le Giuseppine. Appunto.
“Ma qui sono solo parole…!”
Nei Centri Sociali si fa “filosofia”, si fa “cultura”; è solo un “pour parler”. Poi qualcuno ne esce e va a saccheggiare la città.
In Casa Pound si fa “filosofia”, si fa “cultura”; è solo un “pour parler”. Poi qualcuno ne esce e va ad ammazzare i “negri”. Meglio rifletterci sopra.
Le affermazioni che sto condannando non sono nuove in questo spazio e rappresentano solo la punta di un iceberg rispetto ad altre, meno truculente ed esplicite, ma dello stesso tenore, postate da parecchi in questi anni e contro le quali pochi e raramente hanno parlato. Che uno spazio maschile sia anche uno sfogatoio è comprensibile e tollerabile: che sia un vendicatoio è inammissibile. Chi ha dei conti aperti con le donne, stia lontano dal Momas. Ne stia lontanissimo.
Operata quindi la liquidazione morale e politica, radicale e definitiva del vendettismo misogino, vengo ora all’aspetto funzionale.
Autolesionismo. Il carattere autolesionista di quelle affermazioni, nell’ambito della sacrosanta battaglia sulla QM, è così evidente, così smaccatamente chiaro che nessuno può, non che negarlo, neanche sognarsi di farlo, a meno di confessarsi paleseemente incapace di intendere l’a-b-c delle relazioni sociali. Il danno che esse producono è gigantesco e se non lo si nota è solo perché sin qui il Momas è una piccola cosa e questo forum una semi-ignorata bacheca. Siamo in lotta per demolire i falsi stupri e qui qualcuno osa questionare su quelli veri. Cosa ci sta a fare qui questo qualcuno?
Indignazione unidirezionale. La mia sarebbe una indignazione nuova, insospettata, incomprensibile, in quanto rivolta contro i maschilisti revanchisti misogini mentre non mi sarei mai espresso con altrettanto ardore contro il femminismo, il femdominismo, la misandria e le misandriche. Questa è davvero bella! E 15 anni di battaglia aperta, condotta a volto scoperto contro il femminismo cosa sono? Cosa significano? Da dove prenderanno le mosse? C’è da trasecolare…
Pochi cenni su altre tesi apparse varie volte nel forum.
Legittima difesa e tortura. Ciascuno di noi e tutti gli ordinamenti ammettono la legittima difesa, che può includere anche la morte di chi ci vuole morto. Ma nessun ordinamento autorizza la “tortura difensiva” perché non è uno strumento di difesa. E’ la peggiore di tutte le offese perché è crudeltà gratuita. L’uso poi del coito come punizione, come oltraggio, è un’idea (ed è pure realtà effettiva) aberrante e sconvolgente, giacché trasforma l’incontro più sublime in una tortura, idea che non può provenire che da anime galleggianti nella mota maleodorante di problemi personali intimi gravissimi e irrisolti. Lordare il paradiso è ipotesi che può nascere solo dalla patologia. Implicazioni e presupposti chiarissimi di cui una donna - qui scrivente – s’è accorta. Noi no?
Le punizioni draconiane contro le calunniatrici. Questo auspicio è davvero singolare, perché indica che si parla senza averne considerato le inevitabili conseguenze, si parla a casaccio. E infatti sempre si parla a vanvera (e perciò anche a proprio danno) quando, invece di usare la neocorteccia, si dà voce alle viscere “Non so cosa farei alle calunniatrici…!” Giustappunto: se non si sa è meglio tacere e non fare niente. La neocorteccia dice questo, che la prospettiva della punizione induce il calunniatore a continuare nella calunnia, il mentitore a continuare nella menzogna e che tanto meno egli sarà indotto a ritrattarla e tanto più spinto a persistervi quanto più grave sarà la pena in caso di ritrattazione. Tanto più difficilmente un tiranno sgombrerà il campo quanto più grave prevede il destino che lo aspetta. Offriamogli un salvacondotto, forse se ne andrà. Prepariamogli invece la forca: venderà cara la pelle. Tanto più facilmente un automobilista investitore fuggirà senza prestare aiuto, quanto più grave sarà la sanzione che lo colpirà. Prevedete l’ergastolo per tutti gli investitori, così quando sarete investiti, tutti fuggiranno e voi morirete dissanguati.
"E la giustizia ...allora? Che ne è della punizione del reo?" Acutissima osservazione, che non farete quando languirete moribondi sull’asfalto. E che non fa nessun legislatore, per quanto sia scarso di materia grigia. A meno che non sia un demagogo al servizio del popolo bue e forcaiolo. Allora come tutti i demagoghi bastonerà il popolo nel nome della “giustizia” dell’ “equità” … nel nome del “popolo”.
Quando un reato (o un’azione cmq dannosa) è già in corso e il reo può sperare di cavarsela continuandolo …lo continuerà. Se quella che s’è inventata lo stupro verrà punita nel ritrattare, si guarderà bene dal farlo. Quando il rimedio peggiora il male, si evita il rimedio. Così parla la neocorteccia. Quando parla la neocorteccia che vede la luce, devono tacere le viscere che conoscono solo il buio e chiedono vendetta. Ergastoli, forche, torture …“giustizia!”: per gli altri, ovviamente.
Vado a concludere.
Se la lotta degli uomini è rivolta alla revanche, al compimento di una contro vendetta, è ben chiaro (o c’erano dubbi?) che io sto dall’altra parte: contro le vendette e contro le controvendette. Contro il maschilismo, i suoi paladini, i suoi ideologi, i suoi gendarmi. Il mio nome non può venire associato a quello degli aspiranti carnefici, a coloro che non vogliono essere torturati e nello stesso tempo, precisamente nello stesso istante, auspicano la tortura degli altri (=delle altre).
Se non c’è scelta è meglio subire il male che farlo. E meglio per me venir castrato che diventare stupratore, rimanere monco che usare le mani per torturare. Se devo scegliere tra vedere gli uomini vittime o carnefici, preferisco di gran lunga la prima condizione. Per me e per tutti.
Ho iniziato questa battaglia nel nome dell’Umanesimo. Con altri - pochi o tanti - la continuerò sotto la stessa bandiera e per lo stesso scopo. Qui e/o altrove.
Ringrazio gestori e admin passati e presenti per tutto ciò che hanno fatto e continuano a fare, ad onta delle difficoltà e delle fatiche. Bravi.
RDV
Sul piano teorico, morale e, direi, cristiano il discorso è ineccepibile: la persona dedita al bene
a tutti i costi preferisce il martirio alla difesa preventiva, Ma nè io nè la maggior parte degli
uomini e dei maschi che scrive qui preferisce, per usare i tuoi esempi, la castrazione allo
stupro. In ogni caso io non stuprerei la donna che vorrebbe castrarmi: o la ammazzo o la
riempio di botte. Ma lo stupro, proprio no. E non per motivi etici ma perchè con lo stupro poi
magari godrebbe mentre invece io voglio essere sicuro che soffra tanto così da farle passare
la voglia di castrare maschi. se una vuole mutilarmi, idem. Non arrivo a mutilarla io, ma miro a
farle tanto male da farle passare per sempre la voglia di mutilare maschi. Il tuo appello di dare
e porgere l'altra guancia ha poco effetto su un sesso che ha sempre praticato (cristianesimo o
no) la politica opposta e sta cominciando a rompersi le scatole di vedere che in Occidente, ove la donna è più tutelata (e favorita) che mai abbiamo donne più ingrate, bellicose, acide e
stronze che mai, mentre laddove la donna è "oppressa" troviamo invece spesso donne dolci e
femminili tanto che molti maschi occidentali vanno ormai a trovare il coniuge in altri continenti
e culture. Il risveglio maschile deve avvenire, costi quel che costi. Nè io nè te siamo in grado
di prevedere che eccessi provocherà e produrrà. Ma è comunque un fatto inevitabile che degli
eccessi ci siano, ci sono stati e ci saranno. Il femminismo non conosce il valore della cavalleria
che anzi disprezza considerandola un residuato arcaico e patriarcale. Idem per l'onestà e la
lealtà, anch'essi giudicati sottoprodotti della "cultura maschile". Per le femministe ci sono e ci
possono essere solo due categorie di maschi: i nemici e i servi. I primi da distruggere e gli altri
da sfruttare e comunque anch'essi sono da eliminare quando diventani superflui. Una di queste
femministe storiche ha dichiarato che l'unica cosa che i maschi potrebbero fare per meritarsi la
gratitudine delle femministe è l'unica azione che lei apprezzerebbe dai maschi sarebbe quella di
suicidarsi in massa. E con un avversario del genere, che ha dichiarato guerra al nostro genere
tu manifesti propositi francescani e buonisti, sapendo meglio di me che non solo sono inutili ma
che non vengono nemmeno capiti ed apprezzati? Dai retta a me, Barnart, non perdiamo tempo
ad usare il fioretto con chi con noi intende usare il carro armato. Dobbiamo far loro levare la
voglia di usare il carro armato. E questo significa una cosa sola: dire loro FORTE E CHIARO che
il silenzio maschile (nostra eterna fregatura) è ormai giunto al termine e che il periodo delle
concessioni e dei tentennamenti è oramai finito. Da noi non avranno e non riceveranno più
una beata mazza. Quando si saranno rese conto che l'industria del rivendicazionismo e del
vittimismo urlato ha smesso di pagare, che i maschi non sono più disposti a fare i "maschietti"
ubbidienti e cedevoli e che dall'altra parte non c'è più il vuoto ma una FERMA reazione, allora
e solo allora noi maschi occidentali ci saremo liberati dal flagello della misandria. Il contrasto
al femminismo e ai suoi intenti fendoministi è oramai iniziato e questo in gran parte grazie a te
e quindi non cominciare adesso a farti dominare da scrupoli inopportuni e da pentimenti sui
possibili "effetti collaterali" del tutto inevitabili. E, credimi, assolutamente sopportabili.
Non rinnegare, quindi, la validità e l'utilità di un processo che TU hai contribuito ad iniziare.
Con immutata stima,
Massimo