riguardo al nuovo corso di FAS sul femminicidio, qui c'è la loro filosofia:
http://bollettino-di-guerra.noblogs.org/post/2013/01/08/criterio-per-la-numerazione-per-il-conteggio-delle-vittime/dunque: per capire cosa hanno in testa, seguiamole per un poco
qui.
Nel frattempo cominciamo a farci delle domande, x capire sa va sans dire.
Anzitutto non mi è chiaro cosa significa che conteggeranno gli omicidi di genere in base alle vittime "intesi in senso queer e includendo gay, lesbiche, trans, e i/le bambini/e."
Mi sfugge: ad esempio un maschio trans fenomenologicamente femmina, verrà conteggiato tra le vittime maschili o femminili? Vabbè, vedremo.
Lo scopo di questa osservazione, a sentir loro, è di comprendere come viene agita la cultura patriarcale, la quale sarebbe la causa dell'odio di genere.
Ovviamente sarei curioso di discutere di una definizione seria di cosa è questa cultura patriarcale, ma se ci puntiamo qui è finita, non ci muoviamo più. Prendiamo atto che loro sostengono che noi ereditiamo dal passato "qualcosa" che ci spinge a fare il male, ad uccidere.
Questo "qualcosa" è ovviamente un qualche costrutto culturale, qualcosa che impariamo dall'ambiente in cui cresciamo e che ci pone in un certo modo di fronte alle altre persone e loro lo chiamano patriarcato.
A prescindere, la domanda è: ma se uno viene spinto ad uccidere il supposto amante della fidanzata (
#1/2013) dalla cultura nella quale è cresciuto, è responsabile di quell'omicidio? che senso ha sbatterlo in galera se la colpa è della cultura "patriarcale" di cui è imbevuto? si dovrebbe semmai mettere in galera il ministro della pubblica istruzione o i suoi professori o i vari maestri che ha incontrato in qualsivoglia sentiero.
Se invece lo dobbiamo sbattere in galera (nell'eventualità che non si fosse suicidato) allora significa che la responsabilità è sua, lui sapeva che faceva male, quindi quella supposta "qualcosa" cultura patriarcale gli ha dato gli strumenti per comprendere che ammazzare la fidanzata fedigrafa è un reato che verrà punito. Ma allora quella "cultura patriarcale" non è poi così MALA!
Ma poi: perchè dovremmo metterlo in galera? per prevenire che ammazzi un'altra fidanzata? basterebbe proibirgli di rifidanzarsi, eventualmente con un cartello in fronte con su ben stampato il suo di lui retropensiero.
O invece per punirlo del misfatto? In tal caso la punizione che noi vorremmo imporgli appare ben misera rispetto a quella che lui ha applicato: noi gli avremmo dato 10 20 anni di carcere, un po' sovraffollato, va bene, ma al caldo, all'asciutto, con due-tre pranzi al giorno, eccetera. Lui ha scelto la pena di morte: capirete che non c'è paragone.
In definitiva mi domando, prima ancora di osservare la realtà che osserveremo, che senso ha la mia osservazione! Il presupposto da cui parte la mitica mara mi interroga. In che senso l'omicidio di genere è il frutto di una qualsivoglia cultura?
Resto per il momento con la domanda e seguo il bollettino?