Urbi et Orbi
Il risultato della proliferazione mondiale del modello occidentale è stata la sottomissione dell'intero globo ad un solo sistema, l'estensione su scala mondiale di un unico dogma; solo accidentalmente politico, o religioso, dato che tutti appoggiano lo stesso pregiudizio pseudo-illuministico della crescita e dello sviluppo, tutti confidano nello stesso paradigma economico, tutti vivono per produrre ciò che non avranno né il tempo né i soldi per comprare; il mondo è, davvero, uno solo: da un estremo all’altro la felicità è quantità, è acquistare e catalogare le cose possedute, i bisogni indotti, comprati, soddisfatti, placati fino a nuovo ordine. Forse non è nemmeno un fatto economico, o non più, poiché tutto è intrecciato e i confini si confondono: il denaro, dio, le nazioni e la cultura corrono insieme e si scambiano le maschere. È un treno lanciato e senza freni, ha detto Massimo Fini, un treno che nessuno può davvero governare, che nessuno può fermare.
Il nostro dio non ci conforta, la nostra religione da quattro soldi non si oppone, non può opporsi, non c’è motivo per cui si opponga perché è parte del tutto, è marcia come il resto e fa affidamento sulle stesse idiozie che guidano l’occidente; la nostra fede da quattro soldi s’è fatta sedurre dal progresso, dal denaro, vive di conti e bilanci - soccomberebbe se facesse altrimenti - e sparla di lavoro e distribuzione delle ricchezze, quando il lavoro e la ricchezza non sono che i mezzi con i quali è ratificata, controllata e legalizzata la nostra sottomissione. La fede di Stato è scesa a patti con l'occidente, benedicendone il progresso e appoggiandone l'imperialismo, imperialismo che peraltro essa stessa condivide, che è parte della propria storia, che fa parte del suo codice genetico, che è caratteristica di tutte le religioni dalle aspirazioni universali. Cattolico vuol dire universale, e l’universale, che non esiste, non può che essere imposto, inflitto, ficcato a forza di pugni nella testa degli uomini. Il nostro dio mette le mani dappertutto, vuole tutto, saccheggia tutto. L’occidente gli è grato, deve molto a Lui e alla religione, all’esperienza bi-millenaria di questa setta di sonnambuli, di questa oligarchia di illusi che blatera per conto del Cielo.
Il mondo intero è stato infettato dal modello unico di sviluppo matematico ed illimitato, dappertutto la moneta ha partorito debito. Il comunismo si è trasformato nel suo opposto: ha conservato, del suo passato, corruzione e violenza, aggiungendo al suo repertorio di nefandezze le nefandezze del mercato, del capitale, del furto perpetuo e dell’incantesimo monetario. Le masse indottrinate, educate al mito occidentale, si fanno guidare dalla propria o dall’altrui idiozia. Si occupano ancora di storia, di fare o cambiare la storia, il pensiero di abbandonare il tavolo e di ritirarsi nella solitudine non le sfiora nemmeno.
Qualche governo periferico, guidato da altri dèi, si oppone all’avanzata dell’occidente rinchiudendosi in una brutalità più arcaica, rifiutando gli orrori esterni per ripiegare sui propri, o sulle favole della religione tradizionale. Il loro è protezionismo culturale e morale, non c’è altra strada per tenere a distanza l’occidente che arriva. E non è detto che funzioni. Intanto, chiusi nel loro guscio antimoderno, vivono dei propri miti, delle proprie menzogne. Non sono nemici e nemmeno modelli da seguire, sono solo uomini come gli altri, miseri come gli altri, incoscienti e annebbiati come gli altri. Ma già mostrano i segni del contagio occidentale: la loro propaganda è la stessa, le loro armi sono le stesse.
Il sogno della prosperità esponenziale e senza fine si è scontrata con un mondo finito. La miseria, rara fra i semplici poveri, ha fatto la sua comparsa su scala mondiale. Lo straccione è un prodotto moderno. Non possedendo altro che il denaro e non dipendendo che da esso, milioni di pezzenti al guinzaglio lavorano per quasi nulla, e spendono quel quasi nulla per comprare quasi niente. E devono comprare, sono obbligati a farlo per sopravvivere, poiché non hanno nulla se non il denaro. Milioni di pezzenti non hanno nulla perché non possono più procurarsi nulla; mangiano ciò che comprano, non ciò che producono, e avendo rinunciato a tutto fuorché alla moneta rimarranno sui marciapiedi a divorare cartaccia. Noi e loro perderemo tutto, morendo con la nostalgia della terra e col disgusto per il denaro.
Un unico sistema di sviluppo nutre la quasi totalità degli uomini, un unico sistema monetario decide il valore delle cose in base a pezzi di carta generati dal nulla, la ricchezza è debito infinito in un mondo limitato. Quando tutti saranno in miseria, anche ai rapinatori non resterà che carta. Se non vogliono soccombere insieme agli altri devono prepararsi a prendere il potere con la forza, con tutta la forza necessaria per dominare 7 miliardi di schiavi. Una massa ingovernabile di miliardi di miserabili non può essere calmata, né ammansita: puoi solo schiacciarla o farti schiacciare. Ma i rapinatori non aspirano al martirio
Dal blog catastrofeverticale