BOLOGNA - Da emergenza sociale a questione culturale: la violenza contro le donne diventa un corso di studio in università. A Filosofia. Per la prima volta, capire l’intollerabile parentela tra amore e violenza e ciò che porta dall’incapacità di amare alla capacità di uccidere sarà come studiare la critica alla ragion pura di Kant. Il femminicidio entra nei piani di studio al pari della filosofia teoretica. Con lezioni a frequenza obbligatoria, crediti, esame finale e un’idoneità già riconosciuta nei corsi di lingua e di informatica umanistica.
Un’operazione accademica rivoluzionaria, in cui credono le docenti che hanno promosso il corso all’Alma Mater, il primo in un’università italiana, e che porterà in cattedra più che accademici in senso stretto la scrittrice Dacia Maraini, Remo Bodei, Adriano Prosperi, Lea Melandri, una delle voci più autorevoli del femminismo italiano. E poi giuristi, psicoanalisti e film come "La Ciociara" e "Marianna Ucrìa" visti in un’aula aperta anche a studenti di altre discipline e al pubblico.
c'è tutto il marcio del culturame italiano, quello che condanna la nostra nazione ad essere una nazione sempre più in declino.
C'è persino il filosofo comunista : cioè uno che, studiando il pensiero per una vita, non ha ancora capito che MAI gli uomini potranno essere tutti uguali,
perchè sono tutti diversiVigilanza del pensiero : talmente cog..one da dirlo apertamente.
Da ridere poi l'inutilità grtittesca di
informatica umanisticaA zappare tutti, senza zappa, perchè farebbero dei danni
p.s. c'è anche filosofia teoretica. già. mi piacerebbe conoscere la filosofia pratica