Ieri il ministro Angelino Alfano ha presentato il dossier sull’attività delle forze dell’ordine nel 2012.
In Italia l’anno scorso ci sono stati 505 omicidi, di cui il 30% erano donne. Quindi sarebbero state ammazzate 151 donne e 354 uomini.
Ovviamente un paese che non riesce a fermare la strage delle donne non è un paese civile, parola di Alfano. Trecentocinquantaquattro uomini ammazzati non sono una strage, centocinquantuno donne sì: è scontato. Da qualche parte nella testolina del ministro c’è sicuramente una spiegazione a questo strano paradosso, ne siamo sicuri, però onestamente non sapremmo dove cercare.
Dal primo agosto del 2012 al 31 luglio del 2013 sono state presentate 9.116 denunce per stalking. Strano scegliere questo arco di tempo (1/08/12 -> 31/07/13). Forse per fare un anno tondo a partire da ieri? Non lo sappiamo, la stampa ha le sue leggi, spesso astruse. In ogni caso prendiamo atto che il numero di donne morte ammazzate nell’arco di tempo di un anno è l’1,6% delle denunce di stalking più o meno nello stesso arco di tempo. Chevvoldì? Che grosso modo pensare di delimitare il campo di ricerca ove attuare la prevenzione degli omicidi femminili, alle denunce di stalking è quasi come vincere alla lotteria. Sarebbe come se un tale facesse un esame per sapere se ha un tumore e, nel caso che quell’esame sia positivo, le probabilità di essere malato siano l’uno virgola sei per cento! Dubito che qualcuno considererebbe affidabile un esame del genere.
Oltretutto i denuncianti non sono solo donne, ma donne nel 77% dei casi, quindi l’anno scorso 2096 uomini sono stati perseguitati per telefono o verbalmente da donne ossessive. Ma, ditemi un po’ voi, si dice che le donne spesso non denunciano gli atti persecutori. Perchè invece gli uomini li denunciano più facilmente? Come andrebbero interpretate quelle 7019 denunce femminili rispetto alle 2096 maschili? A naso io direi che molte delle denunce di stalking da parte femminile sono soltanto code di relazioni che fanno fatica ad esaurirsi, al contrario le denunce da parte maschile sono quasi nella totalità dei casi situazioni francamente patologiche.
La realtà è che la maggior parte delle denunce di stalking di parte femminile sono bufale, vendette cattive e crudeli, che non hanno alcun significato ai fini della violenza di genere. Non voglio dire che nell’universo degli stalker non ci possano essere anche gli omicidi, ma che la pura e semplice etichetta di stalker attribuita per denuncia altrui, a prescindere da qualunque altro criterio oggettivo, in sè non significa nulla ai fini della prevenzione della violenza. Si tratta solo e soltanto di un’altra arma in mano alla crudeltà e al risentimento femminile.
Ma lo sguardo accigliato del nostro ministro si posa sulle forze dell’ordine che non hanno saputo intercettare il rischio: perciò ogni stalker va imprigionato e reso inoffensivo. Ovviamente in eterno, in quanto anche ammesso che tutti gli omicidi siano stati denunciati per stalking (ammesso e non concesso, ma è l’ipotesi migliore) ciò significherebbe imprigionare 98 uomini per prevenire 2 omicidi. I quali due omicidi non avverranno mai, se le cose funzionano davvero, per cui nessuno riuscirà mai a distinguere tra i 98 stalker innocenti e i due colpevoli davvero.
Poi le forze dell’ordine l’altr’anno si sono occupate anche di mafia e immigrazione e chissà di quante altre cose. Ma l’Italia per essere un paese civile non deve imparare ad accogliere con maggiore umanità le decine di migliaia di migranti, non deve offrire ai giovani del sud alternative etiche, culturali ed economiche alla mafia, ma chi l’ha mai pensato?! L’unica cosa davvero importante per essere un paese civile è: fermare la strage delle donne.
E allora va bene, mister Alfano, se la questione è questa, diamoci da fare e poniamoci degli obiettivi. Dunque: per essere un paese civile in Italia non si devono ammazzare più donne. Più o meno dobbiamo ragionare così, vero ministro?
Dunque se in Italia il prossimo anno si ammazzassero solo 350 uomini e nessuna donna saremmo soddisfatti?
Bene, allora vediamo come fare.
Ci sono donne morte per caso, perchè coinvolte in regolamenti di conti, o per rapina, o per altre situazioni nelle quali chiunque sarebbe stato ammazzato, anche un uomo. Bene: allora facciamo una legge per la quale è proibito mettere una donna qualunque in condizione di pericolo. C’è una guerra di mafia? Le donne non si toccano. C’è una gioielleria? Proibito rapinarla se la titolare è una donna. Dovete ammazzare uno strozzino? Guai a pensarci se nelle vicinanze c’è una donna o se lo strozzino stesso è una donna. Tra l’altro non è una cosa proprio fuori dal mondo, anzi è una cosa che già si fa molto spesso, tanto che i morti sul lavoro sono nella gran maggioranza uomini e nell’esercito le donne hanno ottenuto certo il diritto allo stipendio, ma non a rischiare la pelle tanto quanto gli uomini.
Ci sono poi donne ammazzate per fini compassionevoli: l’anziana madre o moglie allettata, la figlia disabile, e via elencando. Sarà, mister Alfano, ma io tengo la sensazione che forse lo Stato dovrebbe fare qualcosa d’altro piuttosto che finanziare i centri anti-violenza e approvare i DDL sul femminicidio. Non so se è una impressione solo mia. Non credo. Però suppongo che l’assistenza sanitaria ad anziani e disabili sia un discorso un po’ troppo serio e impegnativo per uno che considera la strage delle donne l’unico ostacolo alla civiltà del nostro paese!
Poi ci sono anche quelle che al ministro stanno più a cuore, suppongo: le vittime delle pretese di possesso maschile.
Dunque, argomentiamo: il male va cercato nella radice prima che nel frutto, perciocchè se l’omicidio di una donna da parte di un ex-marito/amante/fidanzato/spasimante qualsiasi è IL MALE, allora gli è che la gelosia e la volontà di possesso è MALE. Può essere, perchè no? è una ipotesi. Ma se così stanno le cose, se la radice è male in sè. non dobbiamo aspettare i risultati. Ogni manifestazione di possesso, di gelosia, in sè dovrebbe essere adeguatamente repressa. A prescindere dal sesso, va da sè. Perchè se la gelosia è IL MALE, ma allora che il male affiori e produca degli omicidi è secondario. È la radice che va estirpata. Bene, signor Angelino, cominciamo con il negare qualunque valore a qualsivoglia legame. Cominciamo a dire che qualsiasi legame si sia instaurato tra due esseri umani, il giorno che quel legame si rompe, tra i due non c’è più alcun dovere di alcun tipo. Cominciamo a negare gli assegni di mantenimento, che non sono altro che “possessi” traslati, “compromissori”: non riesci a mantenere tutto il possesso su “tuo” marito e allora ti accontenti del possesso sui suoi averi. Il suo amico B mi risulta che paghi una cifra spropositata per questo principio di possesso che la legge stranamente riconosce.
Siamo chiari: se vogliamo spezzare la catena delle morti per spirito di possesso, va negato alla radice ogni riconoscimento, ogni incoraggiamento a considerare un’altra persona “mia”. Cominciamo, su dai, è già tardi!
Ma, mi consenta: non mi venga a dire che aumentando le pene si dissuade dal reato. La maggior parte degli omicidi passionale si conclude con il suicidio dell’omicida. Forse lei, signor ministro, ha in mente una qualche pena più severa?
Tutti questi ragionamenti non abbisognano di chissà quali dati, bastano i due numeri citati dal ministro Alfano.
Ebbene, che sarà, mi consenta di dire che, in quanto uomo, io sono assolutamente preoccupato del rischio di vita che corre una qualunque donna. Perchè nell’insieme “donne” ci sono mia moglie, mia madre, mia figlia, le mie sorelle, cugine, amiche, amanti, spasimanti, fidanzate e via via elencando. Perciò sono assolutamente dell’idea che tale strage vada fermata con ogni mezzo.
Però:
- cerco di non rendermi ridicolo chiamandola strage
- cerco di non rendermi ridicolo ipotizzando soluzioni ridicole
- cerco di non rendermi ridicolo minacciando le forze dell’ordine che non hanno saputo intercettare il rischio
- cerco di non rendermi ridicolo mettendo la vita delle donne morte ammazzate prima di quelle morte per fumo, per malasanità, per naufragio
- cerco di non rendermi ridicolo mettendo la vita delle donne prima di quella degli uomini
Ciò detto, buona prosecuzione sig.ministro. E non si renda ridicolo, via!
L’otto Marzo i media riferivano che le donne uccise dal partner dall’inizio dell’anno,erano 32.
Il ventesette dello stesso mese Repubblica denunciava 46 morti,e la notizia serviva da promo a 4 puntate in TV.Ovviamente qualcuno ha barato!
Cosa dovrebbero fare allora a tutte le madri che uccidono i propri figli perchè a detta sempre del solito media,depresse,ma vedi un pò che se sono figli di uno pieno di quattrini allora le donne non sono mai depresse! Che facciamo con donne che simulano stupri,troppi casi completamente censurati dai media.E le donne che uccidono altre donne?Il media inventa statistiche sulla base di pura vendita di notizie,quello che non ritiene importante lo censura oppure non ne parla,evita.Eloquente il caso di una infermiera che tempo fa aveva rapito un neonato dal reparto di un ospedale,alla quale non è stato torto un capello,anzi c’era chi,tra i giornalisti idioti, la difendeva!!!
@ Elisabetta… tu hai il cervello circonciso come Alfano e tutta la politica che in questo periodo stà discutendo di qualcosa che non esiste. I reati sono puniti dalla legge, non può esistere la differenza di SESSO di fronte ad un omicidio in un tribunale.Il reato c’è già,non importa inventare nomi banali.
Vorrei ricordare anche i morti sul lavoro al 99,99% maschi,praticamente un migliaio,in posti di lavoro che il sesso gentile NON VUOLE ACCETTARE E RIFIUTA (con la’iuto della farsa delle quote rosa) e quindi possiamo dire che i maschi salvano la vita a molte donne.
Una riflessione simile vorrei compiere anch’io quando sento parlare di femminicidi. Mi spiego: quelle donne uccise sono state uccise da un uomo o da una donna e qual’era il motivo? O forse sono solo morte(come ad esempio in un incidente stradale) e si tratta di statistiche manipolate a favore delle femministe.
Penso che una riflessione da aggiungere sarebbe piuttosto:
a quale genere appartengono quelli che hanno compiuto gli atti violenti?
Che percentuale di assassine e assassini ci sono in Italia?
Grazie e buona continuazione.
Certo, ed essendo le donne ammazzate per mano di un uomo in numero superiore rispetto a quello degli uomini ammazzati per mano di una donna, è corretto invocare la promulgazione di una norma che preveda una pena maggiore per l’omicidio di una donna da parte di un uomo rispetto a quella a cui dovrebbe essere condannata una donna ove uccidesse un uomo. Non fa una piega, del resto le morte ammazzate sono di più, sono le statistiche che determinano la gravità di un reato.
Ma Vi rendete conto dell’idiozia dei concetti elaborati dall’ideologia femminista per giustificare all’opinione pubblica la promulgazioni di leggi che hanno dei fini ben diversi da quelli dichiarati?
Grazie, e buona continuazione a te, nella speranza che un giorno tu possa liberarti da quell’ideologia che ti tiene in catene.
Non è che se oggi si ammazza un italiano, domani un albanese e dopodomani un nero uno di questi assassini deve scontare una pena di gravità maggiore? Un assassino e basta.
Chi ama mistificare i fatti ed interpretarli a proprio piacimento per nascondere i veri interessi politici, continuerà a farlo.
Jan