La censura di Marina Terragni in versione rosa

Si sa che il problema più grave e importante del nostro paese sono le quote rosa.

La censura della Terragni

Ci sarebbe da ridere se non fosse che purtroppo c’è gente disposta seriosamente a sostenere tale balzana ipotesi, ma poi vai a vedere e scopri che le quote rosa sono il principale problema del nostro paese solo per quel che riguarda i posti di prestigio.

Si parte ovviamente dal parlamento, si passa dai consigli di amministrazione, dalle professioni più o meno intellettuali, e lì ci si ferma. Chissà perché non c’è alcuna richiesta di quote rosa per lavori usuranti, per l’età pensionabile, per i turni notturni. Misteri del politicamente corretto, và.

Ma fin qui non c’è nulla di nuovo. Per scrivere un post il 7 Marzo abbisogna bene che il 7 Marzo 2014 sia successo qualcosa di nuovo.

Ebbene, lo confesso: nessuna grande novità.

La signora Terragni ha solo dimostrato coerenza con la sua nota preclusione al dialogo e al confronto. Questa mattina compare un intervento sul

Quote rosa usuranti

suo blog (che non linco per il solo fatto che l’articolo era talmente noioso, ripetitivo, banale, che non voglio indurre alcuno nell’errore di perdere tempo a leggerlo) a proposito della frenetica attività parlamentare by-partisan (?) per introdurre, difendere, diffondere, sostenere le riserve indiane femminili.

Trovo segnalato l’intervento sul nostro forum, faccio una capatina e trovo alcuni interventi. Va bene, un po’ aggressivi. Ma se il tono di un intervento non si accompagna con il contenuto dello stesso, induce ad errori di interpretazione, per cui che male c’è se argomenti spinosi sono trattati con toni spigolosi?

Ad ogni modo decido di dire la mia:

Le solite buffonate: la vera, unica discriminazione è economica, non di genere. Quando ai poveri verrà garantito l’identico diritto di accesso al potere e ai benefit di questa società che viene garantito ai ricchi, potremo anche consentire che poveri e ricchi possano accedervi al 50% uomini e al 50% donne. Al momento è una ridicola, ridicolissima barzelletta che si gioca tra i ricchi e le loro donne. “Loro” è un pronome possessivo, ca va sans dire.

firmato: Cosimo Tomaselli

Non mi sembra che in quelle quattro-cinque righe ci sia chissà quale offesa o insulto o comunque motivo di censura.

Forse, qualche spunto di riflessione. Dico forse perché la riflessione non è nuova e stupisce che le intellettuali che pontificano sulla discriminazione femminile siano così cieche all’altra.

Come qualche spunto di riflessione c’era anche nell’intervento di Jimmy (vedi secondo riquadro).
Ma la Terragni cancella tutto. Gli altri e il mio intervento, tutto. Senza commento ferire.
Troppo difficile leggere e rispondere.
Più facile allungare il mignolo sul tast “canc”!

Perciò ci si consenta una conclusione: IL FEMMINISMO È IL CANE DA GUARDIA DEL CAPITALISMO!

Non è originale? Ecchissenefrega. Però è vera!