C’è stata una stagione italiana in cui “femminismo” era sinonimo di libertà, uguaglianza, fraternità.
Certo, più una sorellanza che una fratellanza, ma cambia poco, l’Ideale era comunque lo stesso.
Oggi, mezzo secolo dopo, di quell’ideale non rimane più nulla.
Personalmente, ritengo che il femminismo sia stato semplice angelismo [1] secolarizzato, un ingenuismo maschile se vogliamo, l’aura speranza che accompagna l’apertura dell’ultima bottiglia di vino custodita per anni e che termina quando stappata … ci si accorge che odora di aceto.
Perché ora che il Vaso – che rinchiudeva tutte le “virtù femminili”, quelle “rimaste storicamente inespresse a causa della limitazione operata dal maschile” – è stato aperto … tutte le “virtù femminili” stanno tornando in libertà.
Pur tuttavia, alcuni inguaribili ingenuotti affetti dalla sindrome di Peter Pan, sempre pronti a credere nelle favole come a fantasiose dietrologie per legittimare l’emersione di un dispotismo sempre più palese ed evidente, confidano ancora oggi, sulla moralità, sull’eticità, sulla legittimità della buona causa femminista.
Su questi minus habens, nel rispetto della punizione già loro inflitta da madre natura, non infierirò ulteriormente.
Mi interessano di più altri, gli antichi sostenitori che, causa esaurimento delle risorse utopiche dell’ideale femminista, si stanno man mano sottraendo anche al vecchio credo.
Sono coloro che per primi si erano sottratti a Dio, che furono in seguito delusi dalle azioni degli uomini e, gioco forza, non gli rimase che credere nella Donna.
Ora, disillusi anche da questa, cosa gli rimane infine, in chi credere ancora se non … nel Nulla?
Cosa, un passo indietro?
La ritirata dello Spirito?
Un cedimento dunque …
Attenti a voi che retro-cedete…
Gli avvoltoi sono sempre lì, sempre pronti a sfruttare ogni vostro cedimento, ogni vostra debolezza, e non lo fanno per cattiveria, è il loro lavoro, la loro missione, la chiamano…vocazione.
Io li capisco, in fondo non è nemmeno colpa loro … ma vostra.
E’ il vostro bisogno manicheo,
di credere nel Bene e nel Male,
la vostra eterna condanna.
Animus
1 – Col dolce stil novo si idealizza un un nuovo concetto di donna, concepita come donna-angelo, che viene ora vista come tramite tra Dio e l’uomo, ovvero … tra il bene e il male:
“Parlare di lei (la Donna) è pura ascesa e nobilitazione dello spirito, puro elogio e contemplazione descrittiva-visiva che consente al poeta di mantenere sempre intaccata e puramente potente la propria ispirazione in quanto diretta ad un oggetto volontariamente cristallizzato e, ovviamente, giammai raggiungibile”
( Da “Dolce stil novo”, wikipedia)
Bello, un’interpretazione del femminismo molto originale
Fabio