Sul diritto di voto alle donne

Prima di affrontare l’argomento devo fare una premessa:l’argomento è stato per anni uno dei cavalli di battaglia del femminismo,se non IL CAVALLO DI BATTAGLIA DEL FEMMINISMO:LA QUESTIONE DEL DIRITTO DI VOTO ALLE DONNE.

Quale prova più inoppugnabile della presenza della supposta ”società patriarcale” del fatto che i maschi cattivi abbiano negato fino all’ultimo questo DIRITTO a lorsignore quando noi sappiamo che questo è un diritto universale
Per fortuna che ci sono state le suffragette beatificate nell’empireo del femminismo come eroine che hanno ”strappato” con ”dure lotte” il diritto più elementare,quello che anche i sussidiari delle medie ci insegnano come fondamentale il ”diritto di voto”.
Questa la narrazione che noi bravi scolaretti maschi abbiamo recitato in ginocchio a piedi nudi,cospargendoci il capo di cenere durante la scuola dell’obbligo, è tristemente la versione che molti uomini adulti continuano a recitare.
Nietzsche sebbene non sia il mio filosofo preferito soleva dire che ”non esistono fatti solo opinioni” io modestamente a differenza del femminismo che pretende di parlare anche a nome di chi tace (gli uomini,ma anche le donne non femministe) io parlo a nome mio e non di tutti gli uomini(i quali al 90% sono degli emeriti coglioni che meritano di essere spiumati dalla troia di turno.)
Purtroppo tutte le questioni storiche vengono affrontate dalla prospettiva storica attuale, per cui non possono essere comprese e interpretate in modo obbiettivo.
Vi siete mai chiesti perchè le suffragette sono arrivate a rivendicare i loro ”diritti” solo nell’era delle macchine (che sono le uniche vere ”emancipatrici” delle donne e sono creazioni al 99% maschili fra l’altro) e non che ne so,nell’era delle piramidi,nell’impero romano,o che ne so fra i vichinghi dell’anno 1000?
Ovviamente no,perchè a scuola non ti insegnano a pensare,ma a non pensare.
Cioè ti fanno studiare a compartimenti stagni,per cui tu studi le materie separate recitando le litanie che corrispondono ai tic e le manie dei professori, ti insegnano la dialettica servo-padrone di Hegel in filosofia e contemporaneamente ti fanno il pippone femminista in educazione civica.
Forse sarò semplicistico perchè i miei studi post-laurea non sono umanistici (grazie al cielo) ma la dialettica servo-padrone funziona cosil signore è colui che mette a repentaglio la propria vita per difendere la comunità,il servo è colui che essendo più attaccato alla vita preferisce chinare la testa e subire pur di tenersi cara la pelle,perchè la morte è un babau che effettivamente fa molta paura.
Io non sono un seguace di Hegel e nemmeno un suo esperto però è evidente che alcune sue riflessioni collimano con le mie.
Per comprendere il problema bisogna capire PERCHE’ E’ NATA LA SOCIETA’ UMANA E PERCHE’ I PRIMI GRUPPUSCOLI DI UMANI DI UMANI HANNO SCELTO ANZICHE’ DI VIVERE UNA VITA AUTONOMA E ANARCHICA,DI VIVERE INVECE IN UNA SOCIETA’ GERARCHICA E COLLETTIVA.
IL PERCHE’ E’ PRESTO DETTO:PER PRESERVARE IL BENE PIU’ PREZIOSO,LA VITA,IN TERMINI DI QUANTITA’ DI ANNI VISSUTI,IN TERMINI DI QUALITA’ OVVERO DI SICUREZZA E BENESSERE.
ORA VA DA SE’ CHE SE IL SOMMO BENE E’ LA VITA,CHI SI FA CARICO DEI RISCHI DELLA COMUNITA’ A BENEFICIO DI TUTTI ABBIA DIRITTO (questa volta non lo metto fra virgolette) A DELLE COMPENSAZIONI IN TERMINI DI RISPETTO E IN TERMINI DI POTERE DECISIONALE RISPETTO ALLA COMUNITA’.
Ora care lettrici donne,se siete già sul piede di guerra perchè quanto vi ho detto non era esattamente ciò che finora vi hanno raccontato,vi invito a fare uno sforzo a calarvi VERAMENTE storicamente parlando in varie situazioni storiche,calarvi realmente senza il filtro degli occhiali della modernità nelle circostanze storiche che vi mostrerò.
Prima situazione:
impero romano,nell’impero romano la cittadinanza aveva un valore di tutto rispetto (rispetto a quello di oggi) e dunque,tranne che nelle fasi della decadenza tardo-imperiale non veniva acquisita GRATIS.
Quello che i moderni stentano a capire è CHE A OGNI DIRITTO,CORRISPONDE UN PRECISO DOVERE,DIVERSAMENTE IL DETENTORE DEL DIRITTO NON SARA’ PIU’ TITOLARE DI UN DIRITTO,MA DI UN PRIVILEGIO.
Nell’antica Roma se tu volevi acquisire la cittadinanza e non eri figlio di cittadini romani la cittadinanza te la conquistavi a prezzo di una militanza pluridecennale nell’esercito romano,se sopravvivevi potevi dire a pieno titolo ”civis romanus sum” se non sopravvivevi e morivi in una landa desolata aldilà del reno sacrificato ad un dio germanico,bhe scomparivi e basta.
Questa è storia.
A quei tempi nessuna donna chiedeva il diritto di voto e facevano le ”suffragette” ora cominciate a capire il perchè?
Perchè forse era meglio stare a casa.
Secondo caso ci spostiamo di mille anni e di 2000 kilometri.
Ti chiedo gentilmente di immedesimarti in una donna del medioevo,più precisamente una donna vichinga islandese nell’anno 1020.
Se vi fosse sfuggito il primo parlamento d’europa l’Althing con sede nella remoto borgo di Thingervill si trova in Islanda,e sebbene questa nazione sia come tutte quelle dell’Europa del nord terribilmente prone al femminismo,bisogna far notare che le donne allora nell’Althing non avevano diritto di voto,perchè?
Calati nella condizione storica NON GIUDICARE A STOMACO PIENO COME UNA DONNA DEL 2016,calati in una donna islandese dell’anno 1020.
Fame,fame,fame.
Freddo,freddo,freddo.
Stagione infausta,inizia la piccola glaciazione europea,i vichinghi che si erano spinti a colonizzare le terre più a nord si trovano ad aver a che fare con magri raccolti.
Si riunisce l’Althing per decidere del destino della comunità,lo si affida a quei valorosi che si lanceranno a saccheggiare manieri scozzesi rischiando innanzitutto le onde del mare del nord,onde alte anche più di 20 metri e poi l’olio bollente e le frecce dei monasteri irlandesi e scozzesi che si accingono ad invadere.
Metodo di navigazione:
un drakkar ridicolo,praticamente una tomba galleggiante,molti,non torneranno più indietro,ma chi tornerà con un ricco bottino dovrà avere gli stessi ”diritti” di chi è rimasto?
O gli spetta un trattamento diverso rispetto agli altri?
Se la comunità si è formata per preservare la vita umana come sommo bene,chi mette in pericolo il somo bene merita lo stesso trattamento degli altri?
Ma voi come serpi direte:gli uomini difendevano dal pericolo dell’invasione di altri uomini (o forse non lo penserete nemmeno perchè siete talmente abituate a blaterare senza mai essere contraddette olte alla vostra rabbia,per essere contraddette,non vi vengono in mente degli argomenti,perchè non siete abituate a un reale dibattito vis a vis) ,ma io vi invito a un terzo caso e poi a un quarto.
Terzo caso:Umbria del 1200 Gubbio,microscopico borgo in mezzo a una foresta preponderante e invasiva.
Qui i maschi cattivi guerrafondai non centrano.
Vi ricordate della storia agiografica di San Francesco che placa il lupo di Gubbio che terrorizzava la comunità di Gubbio?
Bhe io non vi chiedo di credere all’agiografia di San Francesco ma a focalizzarsi sul contesto in cui è calata l’agiografia del santo,ci dice molto sulla situazione di allora:
PAURA,FORESTA,PICCOLO BORGO ASSEDIATO DA UNA NATURA SELVAGGIA,QUI GLI UOMINI I MASCHI NON CENTRANO,E’ PROPRIO L’AMBIENTE AD ESSERE OSTILE.
Le donne hanno rinfacciato agli uomini di averle recluse in casa,mentre solo gli uomini potevano uscire per andare a lavorare.
Ma voi a Gubbio nel 1200 sareste stati contenti di dover uscire di casa e allontanarvi con il rischio di essere sbranati?
Forse era meglio stare a casa.
Bene,questa è la storia fino alla rivoluzione industriale.
Con la rivoluzione industriale cambia tutto:
La natura non è più ostile perchè viene sconfitta e relegata in aree protette,la sussistenza minima è garantita tanto che c’è un’esplosione demografica,gli agglomerati urbani crescono a dismisura,le navi diventano a vapore e la navigazione piu’ sicura,le donne incominciano a uscire di casa.
Le macchine si sostituiscono agli uomini e rendono progressivamente la vita più sicura.
Tutto questo GRAZIE A INVENZIONI MASCHILI,ma si sa sono pochi i cuori sublimi che si elevano alle altezze della gratitudine,come insegna la parabola evangelica dei lebbrosi guariti dal Cristo.
Nonostante questo le regole del gioco non cambiano.
Un ultimo tuffo nel tempo: nave titanic,la storia la conoscono tutti.
Però non si soffermano sui dati:nel Titanic si salvano il 74% delle donne e solo il 18% degli uomini.
Nonostante ciò le suffragette continuano imperterrite la loro battaglia per i loro ”diritti” facendo finta che non esistano corrispondenti doveri.
Nel 1918 nonostante ciò viene CONCESSO, e sottolineo CONCESSO,il diritto di voto alle donne inglesi.
Arriviamo fino ai nostri giorni:urli e strepiti per le quote rosa in parlamento,ma chiederanno quote rosa per andare in miniera,o quote rosa nei cantieri edili?
E non nascondetevi dietro a un dito con la storia della minore forza fisica perchè le miniere sono sempre state piene di bambini,al 99,9% maschi.
E con questo ho concluso,le conclusioni se siete capaci di intendere e di volere traetele voi.

Il lupo e l’agnello 2.0.

Il lupo e l’agnello 2.0
di Enrico Fiorini
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Una volta il lupo mangiava l’agnello è questa era indubbiamente un’ingiustizia.

Poi venne qualcuno, un uomo molto civile e offrì al lupo di poter mangiare tutta la carne di agnello che voleva…

Il lupo era come sempre molto affamato e guardò il recinto dell’uomo…

“Tutti questi sono per te” disse l’uomo, “ma ad una condizione, tu non potrai sbranarteli, sarò io a macellarli e a darteli belli e cotti, perché sono tuoi ma anche miei, per sigillare questo patto dovrai indossare un collare e un guinzaglio, di modo che tu non possa arrivare a mangiarli“

Il lupo era molto affamato e in vita sua non aveva mai visto tutti quei begli agnelli in un solo recinto e quando si ha fame non arriva glucosio al cervello, così perse la testa e accettò le condizioni dell’uomo.

Inutile dire che una volta incatenato, l’uomo gli dava sì da mangiare, ma sempre gli agnelli più sbilenchi e malaticci, le carogne, quelli morti di peste o di vaiolo, agnelli che una volta lui pure affamato, avrebbe lasciato lì a marcire.

Quelli migliori ovviamente se li pappava lui, e il lupo ben presto diventò ancora più affamato di prima.

Gli agnelli quando videro che il lupo era alla catena decisero subito di canzonarlo, poi immediatamente anche loro si misero a fare promesse da marinaio al lupo.

“Se mi regali questo o quello ti farò assaggiare una coscia“

E il lupo tentava pur essendo alla catena di portare l’oggetto desiderato, a volte essendo la sua catena corta non ci riusciva, a volte riusciva a dare ciò che l’agnello desiderava, ma l’agnello preso l’oggetto si allontanava prima che il lupo riuscisse ad addentarlo.

La maggior parte degli agnelli si faceva beffe di lui e diceva: “non sei più un lupo, ma un semplice  cane“

Altri si montavano la testa credendo che siccome il lupo era canzonato loro avrebbero potuto trattare il lupo come un cane e così gli si avvicinavano troppo dicendogli arroganti: “dai mangiami che sei solo un cocker” e finivano male sbranati dal lupo.

Quando il padrone vide che alcuni belli agnelloni finivano mangiati dal lupo, gli accorciò la catena, ma gli agnelli arroganti scambiavano la catena corta del lupo per un suo indebolimento e finivano regolarmente sbranati mentre si atteggiavano ad essere ”più lupo del lupo”.

Visto che i provvedimenti non sortivano nessun effetto il padrone che voleva tutti gli agnelli per sé inventò un nuovo reato, l’agnellicidio.

Per questo reato il cane doveva essere bastonato con violenza e punito, era pasqua e non c’erano agnelli da destinare a lui.

A un certo punto il lupo così conciato, ridotto a un cane, e totalmente privo di cibo, pensò:

“Ahimè sono stato pazzo! Con ingegno l’uomo mi ha fatto vedere il suo recinto pieno di agnelli a me che me ne capitava sotto il naso uno ogni morte di papa, facendo leva sulla mia fame. Ma quando mi capitava, era un bell’agnello, grasso e succulento, invece adesso il padrone mi nutre con le carogne e gli agnelli morti di vaiolo“

“Ho ancora più fame di prima e ho perso la mia libertà e la mia dignità“

Tornò dentro la sua cuccia, lasciò il cibo rancido del padrone a marcire, chiuse gli occhi e con ultimo atto di dignità, morì.

A quel punto un branco di lupi giovani e affamati fecero irruzione nel recinto, gli agnelli arroganti e sicuri di sé pensarono di poterli affrontare solo perché avevano fatto esperienza del lupo solo al guinzaglio, ma i lupi senza alcun problema se li mangiavano a quattro palmenti.

A quel punto un agnello, vedendo che la sua sorta di fronte al lupo era tornata a essere quella di prima gridò al lupo: “non mi sbranare è un’ingiustizia che il lupo mangi l’agnello e l’agnello muoia!“

A quel punto un lupo più vecchio che guidava gli altri più giovani fermò tutti si mise al centro e con fare di chi è saggio e rispettato da tutti si mise a parlare.

Mentre lui faceva questo i lupi in cuor loro pensarono: “bene adesso il nostro capo ci dice che la festa è finita e dobbiamo tornare nella tana, maledetto l’agnello e le sue lagne“

Mentre gli agnelli abituati a essere sempre difesi dal padrone pensarono: “bene, abbiamo mostrato le nostre ragioni e adesso il lupo vecchio e saggio fermerà i lupi e li manderà tutti a casa“

Ma il lupo vecchio e saggio sentenziò: “Tu agnello parli di ingiustizia perché non vuoi morire, ma non vedi forse che il mio simile è morto di fame alla catena?“

“E’ ingiusto che gli agnelli muoiano perché mangiati dai lupi, ma è anche ingiusto che i lupi muoiano di fame con gli agnelli che gli sculettano davanti, per cui ora faremo a turno, ieri è morto un lupo, oggi morirà un agnello“

E detto questo se lo mangiò, e tutti gli altri lupi, che conoscevano solo la fame, impararono la lezione.

Finirono tutti sbranati, tranne le carogne morte di vaiolo.

”Ci sono 3 modi per dire le bugie,le bugie ,le bugie sfacciate,e le statistiche(femministe)”

COME SMONTARE IL GENDER GAP IN 5 MINUTI

”Ci sono 3 modi per dire le bugie:le bugie,le bugie sfacciate,e le statistiche”
Benjamin Disraeli

”Il femminismo rientra nella categoria delle bugie dette con la statistica,ovvero le più subdole”

Enrico Fiorini
gender_gap3D Fragezeichen, Figur, Comic

La matematica è la regina delle scienze, perchè di fronte alla sua perfezione non ci si può porre che in uno stato di ”quasi-religiosa” contemplazione, giacchè è l’unico prodotto della mente umana che fornisce risultati NON DISCUTIBILI, NON MANIPOLABILI, NON RELATIVI.

 2+2 fa 4 per tutti, e non potrebbe, grazie al cielo, essere diverso. 2+2 non può che fare 4 per tutti, neri, bianchi, comunisti, fascisti ecc… e non si può costringere la matematica a dire che 2+2 fa 5, perchè lei, la nobile aristocratica regina delle scienze ti umilierà ogni volta che proverai a tirarla per il colletto, tentando di farle dire quello che non può o non vuole dire.

Non è così per la sua sorella meno nobile: la statistica. La quale si nutre della stessa sostanza della matematica, il numero, ma lo fa nel tentativo di cogliere non già la misura esatta della realtà in assoluto, ma l’approssimazione, le tendenze, il relativo e non l’assoluto.

Alla matematica il regno superbo e semidivino dell’assoluto, alla statistica il compito ingrato di rapportarsi con il relativo e di fare affermazioni di tipo probabilistico con, come unica certezza, la misura esatta dell’errore contenuto in quelle stesse proposizioni.

Così poco nobile, così proletaria, così se vogliamo ”beta”, la statistica china il capo e si vende al miglior offerente, con la statistica infatti si può dire tutto e il contrario di tutto a seconda di come si raccolgono i dati e li si comparano, CON UN’UNICA DIFFERENZA IMPORTANTE: CHE IL LETTORE NON PREPARATO CHE LEGGE UNA STATISTICA, AVENDO A CHE FARE CON UN NUMERO, PENSERA’ DI AVERE A CHE FARE CON IL MONDO DELLE CERTEZZE INCONTESTABILI E NON DELLE OPINIONI.

Eccoci di fronte al supremo inganno dell’epoca moderna, tant’è che anche Keynes quando si stufò dei cialtroni che tiravano la statistica per il colletto ebbe a dire la famosa frase: ”SI ATTACCANO AI NUMERI COME GLI UBRIACHI AI LAMPIONI”.

Prendiamo dunque uno dei piatti forte della statistica-lampione a cui le nostre ”illuminate” femministe ubriache amano aggrapparsi: ”la differenza di stipendio fra uomini e donne, quantificata talvolta del 30%, talvolta del 20%, talvolta del 40% non si capisce mai bene come…”

Ora nel 2009 era comparso uno studio serio che per la prima volta aveva quantificato in 2% il differenziale salariale, ovvero ciò che in statistica verrebbe definito ”statisticamente non significativo”

Stipendi, è parità tra uomini e donne

Perchè dunque questo studio contraddice centinaia di altri che quantificavano la differenza in percentuali ben più congrue?

Il punto è che quella professoressa ha fatto quello che avrebbero dovuto fare tutti coloro che redaggono statistiche, OVVERO ELIMINARE I FATTORI CONFONDENTI.

IN GENERE IN UNO STUDIO BEN FATTO PER EVITARE I FATTORI DI CONFONDIMENTO BISOGNA DIVIDERE LE DUE POPOLAZIONI E CONFRONTARLE DIVIDENDOLE IN CLASSI

Ora per farmi capire farò un esempio semplice, banale, terra-terra facendo una comparazione fra due automobili che conosciamo tutti.

Se io elaboro i dati grezzi statistici sul numero di incidenti sulla Mini e il numero di incidenti sulla Panda, ne deduco che i dati grezzi mi dicono che le Pande fanno incidenti il 20% in meno rispetto alle Mini.

Uno statististico che volesse sfruttare questa differenza potrebbe urlare ai 4 venti: “La Panda è più sicura! Pensate che le persone che guidano la Panda fanno il 20% di incidenti in meno!”

Ma questo pur essendo vero in sè, è un modo di distorcere la realtà:

Se infatti dividiamo le popolazioni che guidano per fasce d’età,  cioè divise per classi di età, ovvero
18-30
30-50
50-70

Scopriremo che in realtà la Mini presenta un numero di incidenti RELATIVAMENTE MINORE rispetto alla Panda, ma essendo guidata, a differenza della Panda, da un target di popolazione prevalentemente giovane tra i 18-30, che è più spericolata e meno prudente, tende a riportare un numero grezzo di incidenti superiori.

Il punto dunque NON E’ LA MINI O LA PANDA IN SE’, MA CHI LE GUIDA, E COME LE GUIDA.

Per le differenze di stipendio, per chi non ha i prosciutti sugli occhi, COME E’ OVVIO ASPETTARSI, VALE LO STESSO DISCORSO DELLE MACCHINE.

PERCHE’ NON E’ IMPORTANTE SOLO CHIEDERSI SE A PRENDERE QUELLO STIPENDIO SIA UN UOMO O UNA DONNA. E’ MOLTO PIU’ IMPORTANTE CHIEDERSI QUANTO LAVORA, COME LAVORA, CHE QUALIFICHE HA E CHE MANSIONI OCCUPA. DIVISO PER CLASSI, COME HA FATTO LA PROFESSORESSA, IL  GENDER GAP MAGICAMENTE … SCOMPARE!

ma  guarda un pò che strano…

Noi uomini beta non siamo mai caduti nell’inganno della statistica farlocca femminista perchè la nostra tradizione storica ci porta NATURALMENTE A DIVIDERE L’UMANITA’ IN CLASSI CHE UN TAL UOMO BARBUTO, AL SECOLO PARE SI CHIAMASSE KARL MARX, EBBE A CHIAMARE CLASSI SOCIALI.

Proponiamo dunque uno studio più interessante di quelli femministi, il cui oggetto di indagine non è il finto gender gap, ma la differenza di stipendio fra i figli di persone appartenenti a classi sociali diverse, maschi e femmine indifferentemente …

Ne emergerebbe forse un quadro più realistico dell’immobilismo sociale italiano, che qualcuno TENTA ABILMENTE DI COPRIRE LANCIANDO PERIODICAMENTE IL FUMO NEGLI OCCCHI DEL ”GENDER GAP”  ALLE CLASSI SOCIALI INFERIORI, LE QUALI ABBOCCANO E CHIEDONO ”IL PRESIDENTE ”DONNA”…

Peccato che poi si chiami Clinton e sia ricca da 30 generazioni.

L’inganno è riuscito, complimenti, la lotta di classe, buttata via in un angolo del cassetto; chi ci crede più, nei tempi della quota ”rosa”, anzi ”dana-rosa”?

P.S.

Questo post è dedicato a Papa Bergoglio, figura pregevolissima che tuttavia dovrebbe prendere l’abitudine di affidarsi alla luce di Cristo, anzichè aggrapparsi ai lampioni delle statistiche svitate femministe; un auspicio, che la luce dello Spirito Santo lo illumini di modo che egli non abbia più ad aggrappapparsi alla flebile luce dei lampioni femministi ma veda finalmente la realtà con chiarezza.

Speciale 8 marzo:ne uccide più il femminismo del femminicidio

NE UCCIDE PIU’ IL FEMMINISMO DEL FEMMINICIDIO

E’ la giornata mondiale della donna e cominciano a fioccare ovunque i bollettini sulle ”drammatiche” condizioni in cui versano le donne anche nel nostro emancipato occidente.

Fra le tante lagnerie riprese e puntualmente copiate dagli anni scorsi senza troppo sforzo dai ”giornalisti” qualcosa di veramente nuovo e reale (e allarmante per davvero) ha attirato la mia attenzione,quando ho letto questa ricerca di bloomberg

http://www.bloomberg.com/news/articles/2015-03-05/health-what-s-killing-white-women-

In questo articolo  si esprimeva preoccupazione per un nuovo trend sconosciuto che sta allarmando realmente gli epidemiologi statunitensi,e non si tratta della solita cagnara del femminicidio, che esiste più che altro nelle tv e nei giornali,ma che più di tanto non può allarmare gli epidemiologici e la gente che si occupa seriamente di statistiche sulla mortalità per la semplice ragione che aldilà del clamore mediatico dei fatti di cronaca non esiste nessun reale trend di incremento delle donne morte per omicidio,anzi come spiega l’articolo di bloomberg la mortalità per omicidio delle donne bianche (la categoria oggetto dello studio) è semmai in calo.

Il trend in oggetto dell’analisi dell’articolo è un’insospettabile e inaspettato incremento della mortalità delle donne bianche dai 15 ai 54 anni,l’articolista cerca di enucleare una causa ma non ci riesce,e allora noi vogliamo aiutarlo,e vogliamo in questa giornata della donna,preoccuparci anche noi della salute della donna,suggerendo all’articolista il fattore occulto che sfugge a ogni classificazione e sta uccidendo le donne,in misura superiore a qualsiasi altra cosa precedente,glielo vogliamo suggerire perchè noi uomini,lo conosciamo molto bene,dato che la nostra mortalità è molto più alta di quella femminile e noi viviamo 6 anni in meno dell’altro sesso.

A torto cercata nei geni le ragioni di questa differenza risiede altrove,a darcene spiegazione è Marc Luy sociologo dell’università di Rostock,autodefinitosi ”ricercatore della mortalità”,che ha pensato bene di andare ad indagare le differenze di mortalità e di longevità nei conventi e nei monasteri,dove le condizioni di vita e gli stress a cui sono sottoposti uomini e donne sono più o meno gli stessi rendendosi conto con sua somma sorpresa,che qui la mortalità e la vita media di uomini e donne erano identici.

La mortalità delle donne è sempre stata secolarmente più bassa rispetto a quella maschile e anche l’introduzione degli antibiotici e della sterilità in sala operatoria non hanno fatto che allargare questo divario,ma ora qualcosa sta cambiando,le mortalità di donne e uomini stanno convergendo,nel peggio ovviamente,perchè sono le donne che stanno raggiungendo la mortalità maschile e non viceversa.

Perchè si chiederà il lettore,qual è questo fattore occulto che le uccide?

E noi gli rigiriamo la domanda,perchè te lo chiedi solo adesso che stanno incominciando a morire le donne?

Hai avuto secoli di tempo per chiederti perchè la mortalità degli uomini fosse così alta rispetto a quella delle donne,e non te lo sei mai chiesto,hai sempre creduto che fosse la natura (il sesso ”veramente forte”dicevano le femministe),e non ti sei mai posto il problema,era normale che fosse così.

Hai sempre creduto che l’uomo fosse il genere privilegiato,e che quindi quando il femminismo avesse diviso ”i privilegi” ,le donne queste sarebbero state senz’altro meglio…

ma forse non è andata interamente così,i tanto agognati ”lavoro e carriera” e tutti gli altri skill maschili di cui le donne erano impazienti di impossessarsi ,forse non stanno avendo gli effetti tanto desiderati,in primo luogo sulla loro salute…

e considerate pure che le femministe si sono guardate bene dal rivendicare tutti quei lavori maschili ad alta mortalità ”esplicita” come il muratore o il minatore,e nonostante questo si ritrovano a fronteggiare una mortalità ”implicita” che non avevano calcolato, anche facendo lavori senza un tasso di mortalità esplicita come l’avvocata o la dottoressa…

Ma che ci volete fare,il fattore occulto, è proprio la fontana del ”privilegio” maschile” a cui avete voluto abbeverarvi,ed è questa fontana di eterna giovinezza,che vi garantirà senz’altro una vita migliore,e un’aspettativa di vita più lunga,o no?

D’altronde se si diventa come un privilegiato,non si può che migliorare.

Care donne,un buon 8 marzo,di riflessione,VERA,e non delle solite scempiaggini ripetute a disco rotto,non potrà che giovare alla vostra salute,non necessariamente chi ti blandisce e ti lusinga a farti del bene.

P.S.

il fatto che questa mortalità colpisca soprattutto le donne bianche e non quelle di altre nazionalità è uno degli indizi fondamentali che mi hanno spinto a scrivere l’articolo,sono soprattutto le donne bianche quelle più influenzate dal femminismo rispetto alle nere orientali o ispaniche,e in particolar modo QUELLE PIU’ E MEGLIO INTEGRATE NEL MONDO DEL LAVORO.

Arbeit macht frei diceva qualcuno,ma chi entrava in quel cancello sapeva di essere vittima di una parodia,curioso che qualcuno dopo 60 anni di distanza entri nel lager ”’volontariamente” credendo di ”liberarsi” lavorando.

Ma si sa la storia, prima ancora che tragedia è parodia.

 

La ”cultura dello stupro”…e quella ”dello yacht.”

Dal sito degli Uomini Beta:

http://www.uominibeta.org/articoli/la-cultura-dello-stupro-e-quella-dello-yacht/

Dall’articolo ”La cultura dello stupro,guida per i signori uomini

Citazione:

”Come avviene che tu sia parte dello stupro? Beh, mi dispiace dirlo, ma lo sei per solo il fatto di essere un uomo.

Continua a leggere “La ”cultura dello stupro”…e quella ”dello yacht.””

Questione Maschile: gli uomini il problema,o i problemi degli uomini?

”Nella nostra società è necessario fare un cambio di paradigma,bisogna passare da ”gli uomini il problema”,a ”i problemi degli uomini”.

citazione da Warren Farrell.

Stupidi noi che pensavamo che la questione maschile fossero i problemi degli uomini…

Ma per fortuna Civati e quelli del fatto quotidiano ci illuminano:

questione maschile,SIAMO NOI UOMINI ,IL PROBLEMA,DA RISOLVERE.

Continua a leggere “Questione Maschile: gli uomini il problema,o i problemi degli uomini?”

Internet,la gerarchia e il ”rispetto”

Sapete qual è la forza di Internet?

Che non rispetta nessuno,perchè è priva di gerarchia e rispetto.

Che cosa sono la gerarchia e il rispetto?

Quell’insieme di condizionamenti sociali per cui,la gente pur trovandosi di fronte a una evidente stronzata,che riconosce come tale,sta zitta per timore del giudizio degli altri.

Vi ricordate di quando negli anni 80 l’avvocato Agnelli,sfasciava una ferrari dopo l’altra e veniva ripescato dai soccorsi pieno di coca? Continua a leggere “Internet,la gerarchia e il ”rispetto””

Come la gente reagisce dinanzi alla violenza maschile e dinanzi a quella femminile

Dal sito buzzfeed

http://www.buzzfeed.com/candacelowry/watch-how-people-react-when-they-see-a-woman-abuse-a-man-in

 

Una coppia (si tratta di attori),incomincia una discussione accalorata,e a un certo punto la cosa sfugge di mano e lui incomincia ad aggredirla fisicamente.

 

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Continua a leggere “Come la gente reagisce dinanzi alla violenza maschile e dinanzi a quella femminile”

Se i ruoli femminili della pubblicità fossero fatti da uomini,ovvero perchè l’uomo oggetto non tira

Qual è la vulgata attuale sull’uso sessualizzante del corpo femminile nella tv e nelle pubblicità?
Che in base ad una ”cultura maschilista”,ci sarebbe una sorta di cospirazione atta a far mettere le donne chiappe al vento per compiacere il bisogno di dominio dei maschi…
Ma è realmente così?
o semplicemente l’utilizzo del corpo femminile è dovuto ad un maggior ”potere” di questo sugli uomini,rispetto a cui il corpo maschile sulle donne non riesce a esercitare un’attrazione simmetrica?

Continua a leggere “Se i ruoli femminili della pubblicità fossero fatti da uomini,ovvero perchè l’uomo oggetto non tira”

1984, Orwell rivisitato ai tempi del femminismo

 

Come si può esercitare potere su un essere umano, chiedeva O’ Brian, il fanatico torturatore di Winston in 1984 di Orwell?
”Facendogli sperimentare del dolore”, rispondeva Winston con un filo di voce, l’occhio puntato sul quadrante, dal quale partivano le scariche elettriche che lo avevano reso una larva umana, non più identica a sé stesso”.
Un libro a tinte forti, quello di Orwell, pseudonimo di Eric Arthur Blair, geniale, perché capace di gettare un’ombra inquietante sui meravigliosi mondi possibili del socialismo reale. Continua a leggere “1984, Orwell rivisitato ai tempi del femminismo”