Scambia le AAMM con la danza...
AIKIDO E SUMIKIRI
io, di getto, proposi il bellissimo motto samuraico:
«Katte kabuto no owo shyme yo! – Dopo la vittoria, stringi i lacci del tuo elmetto!»,
chiara incitazione a mantenere sempre alta la guardia (anche dopo la sconfitta!) poiché la vita, in un modo o nell’altro, riserva continue sorprese e/o impegni che richiedono un’immediata ed adeguata risposta, ciò che è impossibile senza restare “al centro della ruota”, ovvero senza
mantenere una mente imperturbabile (fudo shin), la qualcosa è anche parecchio di più del nostro “stringere i denti”.
Più precisamente:
il mantenere la guardia (kamae) ha da essere pronto sì, ma anche rilassato, privo di tensione, giacché è proprio questo rilassamento che permette l’impiego – adeguato alla situazione – dell’Energia spirituale/vitale, da adesso in poi Ki in giapponese, che è di per sé inesauribile, e
di cui l’uomo – come la Natura – può fruire quanto più abbandona ogni velleità/tensione personalistica e lascia che il Ki scorra liberamente, secondo il suo ritmo naturale.
Ma c’è un termine molto interessante che può spiegare “la lena, lucidità e temperanza” del signor Marco: SUMIKIRI, che alla lettera significa “tagliare l’angolo”, ma che significa anche “perfetta chiarezza e purezza”.
Diciamo succintamente che l’Arte o, meglio,
la Via (Do o Michi) marziale tende alla realizzazione dello stato calmo e pronto della mente/corpo (shinjin), e ciò attraverso il “riempimento/svuotamento del Ki, un processo legato alla respirazione [ad oggi questa tecnica è mantenuta solo negli stili di karate più antichi] e richiedente l’abbandono dell’io empirico, cioè il piccolo io (koga) che è di ostacolo al libero fluire del Ki (Kinagare). Le tecniche (ji) sono i mezzi che aiutano a “liberare” il Principio (Ri), altro nome del Ki; esse esigono l’esser presenti-pronti-rilassati, sicché viene a determinarsi
“la calma nel movimento”. Non che dalle tecniche nasca il Ki (è vero l’esatto contrario), ma esse aiutano la predisposizione di mente/corpo atta a fruirne adeguatamente anche nelle circostanze più impegnative che la vita presenta in ogni ambito (familiare, lavorativo etc.) nonché, si noti, nei conflitti interiori. Insomma, rimanere lucidi-rilassati-energizzati nelle situazioni pressanti è SUMIKIRI.
Un ottimo esempio di SUMIKIRI è quello del bicchiere d’acqua con del terriccio. Quando l’acqua è in movimento diventa fangosa. Quando lasciamo che l’acqua si ferma, il fango si deposita sul fondo del bicchiere e l’acqua diventa chiara. E allora, anche se il nostro corpo si muove dinamicamente, e anche se molte persone ci attaccano allo stesso tempo, ovvero se le situazioni pressanti si infittiscono, come risultato dei nostri anni di allenamento la nostra mente resta quieta, cosicché possiamo permanere nello stato del SUMIKIRI.
Un importante insegnamento comune a tutte le Discipline marziali è la capacità di essere “nell’occhio del ciclone”, che all’inizio definimmo come lo stare “al centro della ruota”, ove prevale la quiete e possiamo rimanere rilassati e pronti. La tempesta è fuori, ma dentro, al centro, c’è chiarezza e quiete.
Sviluppare tale facoltà richiede anni [secondo il grande judoka Cesare Barioli, le AAMM moderne restano superficiali in tal senso], ma ogni fase dello sviluppo pervade tutti gli aspetti della nostra vita.
Nel libro “L’Arte dell’Aikido” (2004) il primo capitolo è dedicato al SUMIKIRI:
“
Concentrati sull’immobilità piuttosto che sul padroneggiare le tecniche. Per un cuore istantaneamente unito al cielo limpido e sereno, tutta l’esistenza appare in chiarezza cristallina. Quando il fondatore Morihei Ueshiba realizzò questo stato d’animo, si sentiva bagnato di luce e percepì la vera missione dell’Aikido. Il centro di una trottola sembra essere completamente immobile: tale tipo di quiete, piuttosto che il movimento rapido della parte esteriore, è ciò su cui dovremmo concentrarci. È qui che si può percepire il segreto della perfetta chiarezza (sumikiri). Quella quiete è anche al centro delle tecniche di Aikido”. delle misteriose forze centripete e centrifughe, Morihei ha detto: “grande non ha fuori, piccolo non ha dentro. Questa è una massima su cui dobbiamo riflettere profondamente».
A SUMIKIRI corrisponde perfettamente il motto basilare della Disciplina della Spada (I-AI):
tsune ni ite kyu ni awasu – essere sempre presenti (I/ite) ed adattarsi (AI/awasu) ad ogni situazione.
Del resto, nel suo rapidissimo volteggiare intorno al suo perno, la trottola fornisce anche una chiara immagine di
fudo shin: la mente immobile nel suo centro eppur velocissima all’esterno!Tosatti sensei, insomma, è … una Trottola! È uno che sta nell’Occhio del ciclone, ovvero al Centro della ruota, ove “Occhio” e “Centro” stanno per DIO, ovvero, ecco straripare il mio “vizio” orientalista!, Shen secondo l’alchimia taoista e, secondo l’Induismo, il Chakravartin: “Colui che fa girare la ruota”. Come dire che il Ki è e non è di Tosatti sensei.
A proposito della Ruota e di Colui che sta al Centro si veda
Jaa mata – A presto
https://www.marcotosatti.com/2021/08/01/il-sumikiri-enrico-nippo-risponde-a-veronica-cireneo-che-imbarazzo/