http://www.gazzetta.it/Olimpiadi/2016/14-08-2016/riner-secondo-oro-il-gigante-137-chili-che-non-perde-mai-160750641283.shtml Riner, secondo oro per il gigante di 137 chili che non perde mai
Dalle banlieu di Parigi alla gloria: “Teddy Bear” ha trionfato nei 100 kg raggiungendo Douillet fra i grandissimi del tatami
14 agosto 2016 - Rio de Janeiro (BRA)
C’era un’ombra. Ingombrante, monumentale, grande come i trionfi olimpici ad Atlanta e Sydney nei supermassimi, i titani del tatami. C’era la leggenda di Douillet, il più forte di sempre, dietro le spalle possenti di Riner, e “Teddy Bear” lo sapeva: “Quale sarà il mio posto nel judo, lo saprò quando avrò smesso: ma fino a quando non avrò vinto due ori ai Giochi come David, lui rimane sopra di me”.
tripletta — Non gli bastavano gli otto successi mondiali, unico della storia: solo la gloria di Olimpia segna il confine tra il campione e il dio. E Riner, a 27 anni, si è liberato di quell’ombra, bissando il successo di Londra nei +100 kg battendo in finale il giapponese Harasawa: ”È qualcosa di enorme, sono felice e orgoglioso”. Ora, per quel posto nel mito, bisognerà trovare spazio al ragazzone della banlieu parigina nato a Guadalupa perché i genitori, nativi dell’isola, erano lì in vacanza. E poi, mica è finita: alla sua età, ha davanti orizzonti inesplorati di fortuna e successi e un’ultima missione, i tre ori consecutivi di Nomura (nei 60 kg), unico a riuscirci tra il 1996 e il 2004: “Tokyo 2020? Non ho voglia di pensarci adesso, sono concentrato solo sulle vacanze”.
imbattibile — Ma è proprio Douillet a profetizzarne il futuro: “È proiettato sui prossimi Giochi. Sa che un oro conta per il giorno in cui lo vinci, e domani nessuno più se ne ricorderà”. Sarà per questo che, per evitare l’oblio, Teddy non perde dai Mondiali 2010, quando il giapponese Daiki Kamikawa lo sconfisse nella categoria Open con un verdetto contestatissimo: inoltre, non subisce ippon dal 2007 (aveva 18 anni) e solo 8 avversari, tra cui il nostro Bianchessi, possono vantarsi di averlo battuto in competizioni internazionali. Riner, idolo in Francia, star della pubblicità e della moda, ha cambiato l’approccio al judo nella categoria regina, dove di solito si esibivano atleti forti, ma lenti e impacciati, se non addirittura obesi. Lui invece è l’incarnazione di Apollo, una statua di due metri e quattro per 137 chili, il peso fatto registrare prima della finale di Rio, dinamico e veloce nello stesso tempo, mobile e reattivo. Si lasciò andare solo dopo Londra, arrivando a 165 kg, perché la golosità è un vizio cui tende ad indulgere, ma l’escursione gli costò un difficile recupero, con un infortunio a una spalla che ha richiesto un’operazione.
Esempio — Ma il segreto, per Stéphane Frémont, il responsabile francese della nazionale maschile, è nella testa: “Si pone un obiettivo e non trascura nulla per raggiungerlo: è come un’automobile di Formula Uno con le gomme sempre a posto e la benzina più efficace”. Con un’aura magica che va oltre il tatami. Non a caso la sua è stata una delle voci più potenti contro la presenza dello sport russo ai Giochi e il suo esempio ha fatto coraggio a Rafaela Silva, fresca olimpionica dei 57 kg, oggetto di insulti razzisti quando vinse il Mondiale nel 2011: “Il più grande atleta del nostro sport, Teddy Riner, è nero: io non posso avere paura”. E lui, che lasciò il calcio ”perché a me piace vincere o perdere da solo”, le ha risposto con la sua filosofia: “Non esiste avversario che non puoi battere”. Parola di gigante.
Dal nostro inviato Riccardo Crivelli
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Da ex judoka quale sono posso dire che uno così non s'era mai visto nel mondo del judo.
E' veramente un
animale.Ci sono altri judoka al suo livello, ed alcuni anche migliori dal punto di vista tecnico, ma lui fa la differenza proprio grazie alla sua stazza, alla sua potenza e alla sua velocità,* che per un un uomo del genere è fuori dal comune.*
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ps: nellarticolo c'è scritto che:
C’era la leggenda di Douillet, il più forte di sempre"
Non è proprio così: Douillet è stato uno dei più forti della storia, ma non il più forte di sempre.
Lo stesso Riner gli è sicuramente superiore.
Ad esempio, questo è un altro grande campione del passato, vincitore due titoli olimpici e morto prematuramente a soli 54 anni.
https://it.wikipedia.org/wiki/Hitoshi_SaitoDivenne il primo atleta a conquistare per due volte il titolo olimpico nella disciplina, trionfando a Los Angeles nel 1984 e a Seul nel 1988 avendo vinto la categoria dei pesi massimi (+95 kg).
Nel suo palmarès figurano anche un titolo iridato a Mosca nel 1983, un argento vinto sempre ai Mondiali a Seoul nel 1985 e due allori di campione asiatico nel 1984 e nel 1986.
Chiusa la carriera agonistica, è divenuto tecnico della nazionale giapponese, guidandola alle Olimpiadi di Atene 2004 e di Pechino 2008.
È deceduto nel 2015 all'età di 54 anni a causa di un tumore al fegato.
Un altro ancora: Yasuhiro_Yamashita.
https://it.wikipedia.org/wiki/Yasuhiro_YamashitaYasuhiro Yamashita (Kumamoto, 1º giugno 1957) è un judoka giapponese.
È VII dan.
Pluricampione mondiale e oro olimpico alle Olimpiadi di Los Angeles 1984, è uno dei più grandi judoka sportivi di tutti i tempi e di tutte le categoria. Dall'ottobre 1977 a quando si è ritirato nell'aprile 1985 è rimasto imbattuto (tanto che il suo record è stato inserito nei Guinness dei primati), vincendo ben 203 combattimenti per Ippon. O-soto-gari e Uchi-mata sono due fra i suoi Tokui-Waza (tecniche speciali).
Oggi è un professore dell'Università di Tokai in Giappone. Dal 2003 è direttore dell'istruzione e dell'allenamento della Federazione Internazionale di Judo (IJF). È autore di pubblicazioni didattiche e divulgative sul Judo, come il volume (con annesso DVD), di cui è coautore l'ex presidente Russo Vladimir Putin, anch'egli cintura nera di judo. Ha inoltre curato l'introduzione al DVD pubblicato dalla IJF intitolato "Judo for self-defense".
Successi
Campione del mondo (+95kg): 1979, 1981, 1983
Campione del mondo (OPEN): 1981
Campione olimpionico 1984