Autore Topic: Barnard : il ritorno  (Letto 14277 volte)

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Offline kautostar

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Re:Barnard : il ritorno
« Risposta #30 il: Marzo 03, 2014, 19:04:55 pm »
Ma si' certo Paolo Barnard, il simpatico e comunque alle volte perché lo negate, anche ampiamente con sprazzi passati geniali, economista di Santoro.
No, Paolo Barnard che io sappia non c'entra niente con Santoro, mi sa che te lo confondi con qualcun altro.
Barnard sarebbe sto tizio:

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Re:Barnard : il ritorno
« Risposta #31 il: Marzo 03, 2014, 19:09:56 pm »
Io solo non capisco perchè l'antifemminismo da "approdo" proveniente da chissà quali delusioni personali e/o sentimentali, affettive, col genere maschile vale meno che quello di chi proviene allora da un sano e proficuo "collaborazionismo" col genere femminile per tutta la vita, tramite matrimonio o fortunate relazioni, ecc...
Neil McCauley/Robert DE Niro [ultime parole]:- "Visto che non ci torno in prigione?"
Vincent Hanna/Al Pacino :-"Già."
Noodles:"I vincenti si riconoscono alla partenza. Riconosci i vincenti e i brocchi.Chi avrebbe puntato su di me?"
Fat Moe:"Io avrei puntato tutto su di te."
Noodles:E avresti perso.

Offline kautostar

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Re:Barnard : il ritorno
« Risposta #32 il: Marzo 03, 2014, 19:27:56 pm »
Io solo non capisco perchè l'antifemminismo da "approdo" proveniente da chissà quali delusioni personali e/o sentimentali, affettive, col genere maschile vale meno che quello di chi proviene allora da un sano e proficuo "collaborazionismo" col genere femminile per tutta la vita, tramite matrimonio o fortunate relazioni, ecc...
Perché lamentarsi delle donne, solo dopo esser stati lasciati o aver subito un 2 di picche, mi pare un comportamento da "bambini piagnoni". Anche le donnette più stronze, lagnose e insignificanti, quando vengono mollate o tradite, sputano veleno e scaricano vagonate di merda sugli uomini!

L'antifemminismo, per come la vedo io, dovrebbe essere una presa di coscienza sulle differenze/somiglianze tra i sessi, e sui privilegi che l'attuale società concede al genere femminile, con il fine di cercare di perseguire una vera uguaglianza di diritti/doveri.
 
Si può approdare all'antifemminismo dopo delle esperienze negative con le donne, ma dovrebbe essere un punto di partenza!
Limitarsi a "piangnucolare" perché le donne sono "cattive" e "stronze", e non  tutte dolci, sensibili, tenere e passionali come le abbiamo sognate, non è antifemminismo, è solo patetico

Offline Suicide Is Painless

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Re:Barnard : il ritorno
« Risposta #33 il: Marzo 03, 2014, 19:52:54 pm »
Se neghiamo la verità comportamentale e psicologica che la donna e' sottilmente più crudele e spietata di qualsiasi uomo, facciamo ma ridere, e per quanto mi riguarda allora puo' anche saltare il banco. Che questa constatazione provenga o meno dal "punto di partenza" di una delusione sentimentale e /o relazionale con una donna. Che poi quale delusione può aver mai raccolto con una donna uno come Barnard, con i soldi da lui comunque guadagnati, e la visibilità mediatica bene o male raggiunta, nella sua situazione una donna persa la sostituisci volendolo la sera stessa. Lo so chi e' Barnard, mi sembrava ospite come economista da Santoro, se era da Vianello, Sottile, Telese..Mi sono sbagliato.
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Re:Barnard : il ritorno
« Risposta #34 il: Marzo 03, 2014, 20:04:39 pm »
I regimi totalitari del XX' secolo hanno ben dimostrato e così "ottimizzato" la maggiore fanatizzazione e plagiabilita' delle donne nell'ambito della massa, la zelante adesione ad ogni volenteroso massacro, e l'esecuzione massimamente crudele dell'ordine e dell'azione più disumana, ma come ben sappiamo, e' ben difficile in questa Era di puzzolente conformismo mediatico al femminismo e al politicamente corretto, far passare, veicolare in un circuito mainstream dell'informazione persino queste assodate verità storica.
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Online fabriziopiludu

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Re:Barnard : il ritorno
« Risposta #35 il: Marzo 03, 2014, 20:22:18 pm »



 Verissimo!
 Emblematico è il caso delle donne Estoni:
 seguivano SEMPRE l'Esercito Vincitore: ...coi Rossi, poi coi Bianchi di Judenich, poi di nuovo coi Rossi, poi coi Nazisti,...
 Man mano, cambiavano Divisa, ma le NEFANDEZZE non cambiavano!
 25 anni di Gulag se li sarebbero PIENAMENTE MERITATI!


 

Offline kautostar

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Re:Barnard : il ritorno
« Risposta #36 il: Marzo 03, 2014, 20:37:20 pm »
Che poi quale delusione può aver mai raccolto con una donna uno come Barnard, con i soldi da lui comunque guadagnati, e la visibilità mediatica bene o male raggiunta, nella sua situazione una donna persa la sostituisci volendolo la sera stessa.
Magari lui vorrebbe un affetto sincero, un amore vero, e non si accontenta di una qualunque sgualdrina succhiasoldi!
« Ultima modifica: Marzo 03, 2014, 20:47:40 pm da kautostar »

Offline Angelo

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Re:Barnard : il ritorno
« Risposta #37 il: Marzo 04, 2014, 03:24:28 am »
Kautostar, comunque su Barnard ti sbagli proprio di grosso.

http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=787
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Online fabriziopiludu

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Re:Barnard : il ritorno
« Risposta #38 il: Marzo 04, 2014, 11:59:12 am »



 Poi, Paolo Barnard non ha fatto che alcuni ESEMPI!
 Non ha parlato di cosa facciano le donne della FARC,
 le donne Musulmane Integraliste Indonesiane,
 le donne delle Death Squads in Brasile,
 la Polizia Femminile di New York City,
 le Vice-Sceriffo del Wyoming,
 le Texas Rangers,
 ...


 

Offline TheDarkSider

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Re:Barnard : il ritorno
« Risposta #39 il: Marzo 04, 2014, 12:17:37 pm »
Kautostar, comunque su Barnard ti sbagli proprio di grosso.

http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=787
Cioè se ho capito bene Paragone ha scaricato Barnard per via di questo pezzo giudicato misogino?

Ecco, ennesima dimostrazione che parlar male delle donne vuol dire buttar via la propria carriera.
Le donne, a questo punto, sono davvero la nuova divinità dell'Occidente: così come se critichi Maometto in un paese mussulmano vieni fatto fuori, lo stesso succede se critichi il genere "eletto" in Occidente.
"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
Una donna marocchina

Offline Stendardo

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Re:Barnard : il ritorno
« Risposta #40 il: Marzo 04, 2014, 12:37:53 pm »
Da questa e da altre vicende trovo l’ennesima conferma di ciò che vado da sempre sostenendo ovvero che il contributo straordinario che gli uomini , nel corso delle storia , hanno dato alla civiltà trova il suo fondamento nel fatto che l’azione degli uomini non si limita solamente ad essere confinata negli ambiti angusti del proprio io ma tende al miglioramento di tutta la società , uomini e donne comprese .
Il modo di agire degli uomini e delle donne è diverso come anche è diverso il modo in cui si estrinseca il comportamento maschile e quello femminile  .
Nelle menti elementari delle donne il proprio modo di rapportarsi al mondo non riesce mai ad andare oltre il soddisfacimento dei propri interessi egoistici , così accade che l’egoismo nelle donne è così forte che le impedisce di pensare ad altro in ogni momento della loro vita , ad avere una mentalità da statista o più semplicemente una mentalità sociale che abbia una netta visione del mondo che possa trascendere in qualche modo da se stesse .
Duole dover fare questo paragone ma spesso quando osservo in comportamenti delle donne nella vita reale ed in particolar modo delle femministe non posso non pensare al comportamento di quelle bestie il cui unico scopo della loro vita pare essere quello di vivere allo stato brado in una continua ed incessante azione volta alla caccia ed allo smembramento della preda di turno , il modus operandi femminil-femminista rifiuta aprioristicamente e  con una furia istintiva non solo ogni nobile ideale ma anche ogni mentalità “idealistica” che poi è l’unico motore che possa apportare dei cambiamenti fattivi culturali e sociali nel mondo .
Così è sempre accaduto che nel corso di millenni di storia mentre gli uomini migliori morivano in battaglia per difendere la loro terra , le loro donne ed i loro figli , molte donne non trovavano null’altro di meglio da fare che accoppiarsi sudiciamente con i peggiori vigliacchi ed imboscati , che avrebbero dovuti invece essere implacabilmente perseguiti , dando colpevolemente in tal modo inizio di guerra in guerra ad una progressiva genia verso il basso di tutti gli esseri umani .
La storia dimostra che il modo femminil-femminista di intendere la vita le impedisce , senza il decisivo intervento maschile , di poter creare una qualsiasi forma di società organizzata sia pure a livello primitivo, e questo comportamento si estrinseca inevitabilmente anche a livello affettivo ed interpersonale nei rapporti uomo – donna .
Al contrario , fin dai primordi la concezione vitale maschile ha rotto gli ambiti angusti ed egoistici del proprio io  nel momento in cui tale istinto inconscio si concretizzava nella preoccupazione dell’uomo di trascendere da se stesso , di mettersi in discussione e di rischiare la propria vita per procacciare il nutrimento per sé , per la propria donna e per la propria prole . Da questa cellula primordiale della società che noi oggi chiamiamo famiglia che è il frutto della volontà di sacrificio maschile è stato poi possibile lo sviluppo delle prime comunità socialmente sviluppate ed organizzate ed infine dei grandi Stati .
La mentalità ristretta femminile , viceversa , ed in particolar modo quella femminista non può e non vuole rompere gli argini nell’ambito del quale è confinato il proprio io in ciò che le femministe stesse chiamano con il nome di “autodeterminazione” che altro non è che la folle volontà di assoggettamento egoistico , edonistico , materialistico e parassitario di tutto il resto del mondo ai propri voleri . 
Tutta la dottrina femminista , infatti ,  poggia su questa menzogna .
Indubbiamente gli uomini sembrano avere un superiore altruismo rispetto alle donne mettendo a disposizione il proprio ingegno ed il frutto del proprio lavoro e delle proprie opere al servizio di tutta la comunità , nell’ambito del quale anche uomini dotati di scarse doti intellettive e che svolgevano i lavori più umili e duri hanno mostrato di possedere questo istinto volto al benessere familiare e sociale di tutti uomini e donne .
Negli uomini possiamo riscontrare un modo di estrinsecarsi del proprio io pressoché assente nelle donne e soprattutto nella dottrina femminista , fino a raggiungere le vette eccezionali di uomini che animati da nobili ideali  hanno saputo sua sponte piegare il proprio io ed i propri interessi al servizio del bene comune fino al sacrificio della propria vita .
« Ultima modifica: Marzo 04, 2014, 19:26:11 pm da ilmarmocchio »
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Online fabriziopiludu

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Re:Barnard : il ritorno
« Risposta #41 il: Marzo 04, 2014, 13:07:12 pm »



 
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Re:Barnard : il ritorno
« Risposta #42 il: Marzo 04, 2014, 13:44:12 pm »
Io con Barnard non sarei tanto drastico.
Perchè capita a tutti di ravvedersi e non è detto che sia il frutto di delusioni amorose. Uno può nascere femminista e morire maschilista o viceversa, come maschlista, antifemminista o femminista in tutta la sua esistenza.

Ora, se l'antifemminismo di Barnard è sincero e non interessato (per intenderci alla Vittorio Sgarbi), personalmente lo applaudo e mi congratulo con lui, sapendo che lo hanno cacciato dappertutto pur di difendere la sua dignità di uomo. Sempre che sia tutto vero.

In tutta sincerità quanti di noi sarebbero arrivati a tanto? Chi rinuncerebbe a un lavoro prestigioso e ben pagato in nome della dignità? 

Offline controcorrente

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Re:Barnard : il ritorno
« Risposta #43 il: Marzo 04, 2014, 13:51:33 pm »
C'è poi un articolo di Paolo Barnard molto interessante, riportato dal sito Fematrix.
L'articolo in questione è stato riportato in data 28 agosto 2009; io non so a quando risale l'antifemminismo di Barnard, tuttavia sono almeno 5 anni che è dei nostri, dunque il suo "ravvedersi" non è poi cosi' recente.

http://fematrix.altervista.org/archives/202

Donne inchiodate al muro della pavidità
agosto 28, 2009

di Paolo Barnard – Non potevate reagire peggio. Il mio articolo ‘Sono andato a puttane’ ha scatenato un putiferio. Doveva suscitare un dialogo, non la guerra, ma almeno ora lo sappiamo: siamo in guerra care donne, e come ha mirabilmente notato un lettore “lo siamo da decenni, e lei Barnard ha calato un microfono in trincea”. Che miserevole risultato.

Eppure nelle mie righe c’era tutto ciò che qualsiasi anima incolpevole avrebbe chiamato ‘una mano tesa’ per voi. Esordivo esponendomi in prima persona a una rischiosissima gogna (sono un professionista impegnato), affidandovi una fetta del mio intimo sessuale, e l’avevo fatto appositamente per scendere subito sul piano dolente di noi maschi puttanieri e pornomani, cioè ammalati di una pratica deviata. Era una mossa all’opposto esatto di chi parte sulla difensiva. Eppure, su molte centinaia di commenti e un fiume di mail ricevute, solo una donna, una sola, ha apprezzato quel mio calarmi nell’arena coi panni sudici in bella vista. Non vi dico quante di voi hanno commentato da bassa caserma, cose come “fatti delle seghe Barnard”, “se non trovi da scopare te lo meriti” ecc. Bell’esordio.

Il significato del Sesso Ludico non richiedeva il Q.I. di Newton per essere compreso. L’avete mischiato in cento salse con tutti gli altri tipi di sensualità e corteggiamenti, che col Sesso Ludico non c’entrano alcunché, mancando del tutto il target. Non ne avete compreso il potenziale dirompente di liberazione che vi offre, quello di spiazzare gli uomini, di ficcargli in testa che il potere erotico si gioca alla pari. Il potere per esempio di stoppargli l’uccello mentre vi sbattono da onanisti ignoranti e di dirgli “così non sento niente, possiamo fare un gioco diverso? Te lo insegno”. Queste parole educative sono solo possibili nel contesto di un Sesso Ludico, e assai più difficili o impossibili da pronunciare col fidanzato o con lo sperato tale, per ovvi motivi. E c’è dunque questo intelligente potere che l’aumentatissimo numero di contatti sessuali del Sesso Ludico vi offrirebbe, con cui educarci a farvi godere, o anche solo a darvi piacere come vorreste voi, finalmente! Ma voi niente, manco vicine ci siete arrivate. Dovevate capire al volo, donne, che a fronte di un esercito di femmine capaci di prendersi il sesso come un aperitivo, con leggerezza e benevolenza, finirebbe per crollare qualsiasi becero retaggio maschile, perché la Storia insegna che il progresso non è resistibile – maschi, maschilisti, sciovinisti e teste di cazzo nonostante. Il Sesso Ludico è una mina nel cuore di tutti gli alibi dell’uomo per ancora contenere la vostra avanzata, ma voi addio che lo capite. E sapete perché? Perché comporterebbe per voi la fatica del coraggio, che qui non avete, e non lo volete esercitare. Lamentarsi per generazioni è più comodo.

E rimanendo nei paraggi, avete dimostrato una callosa indifferenza di fronte all’appello che ho riportato nell’articolo a nome di tantissimi uomini. Trattava dell’estenuante fatica e del dolore intenso che soffriamo lungo un’intera vita di abbordi, corteggiamenti, contatti, dove l’implacabilitàstatistica delle vostre reazioni a “occhi scocciati, o girate di spalle, i ‘non mi stressare’, ‘non è il caso’, la rigidità, la freddezza o addirittura il disprezzo” è ingiustificabile qui, oggi, in Italia. Quella vostra indifferenza, dicevo, è un faro puntato sulla vostra perfidia, care belle e avanzatissime donne (ne riparlo più sotto). Perché non ci vorrebbe tanto a calarsi per un minuto nei panni dell’altro e arrivare alla conclusione cui arrivò una meravigliosa e bellissima donna ‘marziana’, che una volta mi disse: “Se io dovessi fare lo sforzo emotivo che fate voi tutte le volte che ci abbordate, sarei paralizzata dal terrore. E se a ‘cacciare’ in questa cultura dovessero essere le femmine invece degli uomini, credo che sarei stata sola tutta la vita”.

All’angolo come siete di fronte alla prospettiva del dover esplorare il nuovo, avete tentato la ritrita arma della persecuzione storica di cui siete state vittime e che peraltro nessuno nega. Ma da 50 anni è l’uomo che è cambiato verso di voi. Chi ha la mia età (51) ricorda benissimo il passaggio dal maschio italico ‘scopatore grugnente’ a quello in punta di piedi nel negozio di porcellane, dove nel letto con lei anche la minima tensione erotica alla vecchia maniera che gli fosse sfuggita era ‘fascista’! e oddio! che vergogna per noi. Intere generazioni di maschi sono passate da lì, e poi a lavar piatti, spingere carrozzine, cambiare pannolini, ecc., una mutazione giusta, non discuto, ma è successo. E’ l’uomo che, da padrone del salotto dove le donne erano viste ma non udite, ha accettato cambiamenti epocali, certamente perfettibili, ma i salti mortali li abbiamo fatti, se si pensa da dove siamo partiti solo ieri. Oggi voi che cambiamento avete fatto? Ne avete fatto uno di pari valore verso di noi? Ma figurati, e guai a chi osa proporvene uno, come avete dimostrato in questa occasione.

La perfidia. Avevo inzuppato l’articolo di critiche urticanti alla beceraggine maschile, fra l’altro implicita anche nella mia descrizione del sesso commercial-mediatico, risparmiandovi una disamina della vostra. Il libro nero degli errori/orrori del mondo maschio è stato scritto, pubblicato, letto e discusso più della Bibbia. Quegli errori/orrori permangono in molte sfere della vita, contro le donne senza dubbio, ma anche questo è arci noto. Manca all’appello dell’obiettività dialettica fra sessi il libro nero dei vostri errori/orrori. Donne, siete zeppe di vergogne, che al contrario di noi celate dietro a uno degli ultimi taboo della Storia moderna. Posso tralasciare gli aneddoti storici, tramandatici tuttavia da storie come quella di Hansel e Gretel, dove la ricerca d’archivio ha dimostrato che fu Gretel, pasticcera incapace, a denunciare per stregoneria la vecchia e brava pasticcera rivale (la strega della favola), gioendo della sua condanna al rogo. La storia dell’Inquisizione è fitta di donne accanite delatrici di altre donne ‘streghe’, al solo scopo di vendetta o per sbarazzarsene, distillati di pura perfidia femminile esenti da alibi di qualsivoglia natura (si legga La Strega, di Jules Michelet); oppure l’evidenza che dimostra che i peggiori aguzzini inquisitori dei Khmer Rossi cambogiani furono le donne, appositamente selezionate per la loro crudeltà (si legga Children of Cambodia’s Killing Fields, di Dith Pran); o ilfatto che nella prostituzione moderna non sono di rado le donne (nel caso della tratta delle nere lo sono sempre) le sfruttatrici che poi infliggono le punizioni sadiche. Ma vengo a voi donne comuni. Quasi quarant’anni fa, la madre delle femministe inglesi, colei che per prima concepì la necessità di rifugi per le donne soggette a violenza domestica, iniziò a notare che qualcosa non andava nella retorica del rapporto vittime(donne)-carnefici(maschi). Erin Pizzey, così si chiama, me lo disse durante un’intervista, con queste esatte parole: “Molte donne che ci giungevano portavano chiari segni di abuso maschile sui loro corpi… Ma che cos’erano quelle impronte di tacco a spillo impresse sui corpicini o sul cranio dei loro miseri bimbi?”. Già… Pizzey scrisse un libro epocale, ‘Prone to Violence’ (portata per la violenza), dove passo passo svelava al mondo l’aberrante realtà del sadismo femminile sui figli e anche sugli uomini. Fu minacciata di morte, la polizia arrestò all’ultimo minuto un gruppo di femministe svedesi che si erano appostate per accoltellarla. Dovette fuggire e vivere anni in incognito. Ma ogni giorno, anche qui da noi, chiunque non abbia il lardo sugli occhi può testimoniare come nei nostri supermercati, campeggi, giardini pubblici o per strada così tante madri si rendano protagoniste di scene di violenza e di umiliazione sui propri piccoli da dare il voltastomaco. La letteratura clinica psicoanalitica straripa di esistenza distrutte nell’emotività da madri brutali, anaffettive, da maestre o insegnanti sadiche, da donne manager perfide come nessun uomo può essere, e le donne vittime di altre donne sul lavoro non si contano più. Scendete dall’Olimpo delle vostre bugie su voi stesse. Non siete meglio di noi, solamente non avete avuto mai sufficiente potere per essere come o peggio di noi.

Infine nessuna ha colto, poi, l’allarme sociale del mio pezzo, non avete neppure lontanamente affrontato il punto, cioè la domanda delle domande: Allora, che si fa con i 120 miliardi di dollari di catastrofe planetaria del sesso commerciale? Quali sono le vostre proposte? Nulla. Strillate ogni sorta di congettura rivendicatrice, con arrampicamenti sugli specchi, disamine dal pulpito (cara Forcheri), ma anche qui, mute. Il mio scritto era gravido di consapevolezza per voi, come testimonia l’elenco da me più volte fatto degli obbrobri sociali che il sesso commercial-mediatico vi infligge. Sarò stato inesatto, forse ho dettato i rimedi sbagliati, ma era un richiamo nero su bianco a lottare insieme contro lo scempio del vostro corpo, e francamente avreste più voi da guadagnarci che noi. Eppure, di nuovo, non avete colto. Vi manca il coraggio, ecco cosa manca, e vi manca un coraggio neppure tanto nobile. E’il coraggio di chi, consapevole della soffocante urgenza di un cambiamento, ha la forza di tentare una strada nuova che nel mondo civile moderno è del tutto fattibile. E’ il coraggio di sgonfiare il mostruoso edema sessuale rilanciandosi come protagoniste di un’altra, dirompente interpretazione del sesso, col vantaggio aggiunto , come dicevo poc’anzi, di avere fra le mani anche uno strumento educativo tutto a vostro vantaggio. Insomma, “FARLE quelle avances“. Ma figuriamoci, voi no, tutto ma non avere quel coraggio. Buone a strillare e a giudicare, ad auto-eleggervi nell’imperfettibile mondo del ‘Noi Donne’, dove vi rassicurate a vicenda. E allora rimanete sepolte da culi, gnocche, tette, porno, puttane, troiaggine in ogni anfratto del vivere, carne da schizzare, sesso miserabile, uomini grezzi, volgarità come liquame per le strade di un moderno diluvio universale. L’Eros impazzito non guarisce gridandogli addosso, donne, ma facendo la fatica di guarirlo, assieme a noi. Donne incapaci quando c’è da fare la fatica del nuovo. Donne inchiodate con le spalle al muro della pavidità, nel risibile mondo della vostra superiorità morale.

di Paolo Barnard, 28.8.2009
[Autore di Paolo Barnard]

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Re:Barnard : il ritorno
« Risposta #44 il: Marzo 04, 2014, 14:10:05 pm »
Kautostar, comunque su Barnard ti sbagli proprio di grosso.

http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=787
Veramente il fatto che sia stato cacciato per l'ennesima volta conferma la mia opinione...forse lui crede davvero in quel che dice e scrive, ma la TV (in questo caso LA7 e Paragone) lo sfrutta cinicamente come fenomeno da baraccone, per confondere la testa al popolino, per riempire palinsesti spazzatura, per aizzare telerisse ecc... e poi quando per via del suo caratteraccio, del suo ego/narcisismo smisurato(è convinto di essere un messia, di essere portatore di un messaggio salvifico per la nazione  :w00t: ), e del suo comportamento da fanatico diventa troppo ingombrante e fastidioso, viene scaricato senza tanti complimenti.

Insomma sono ancora più convinto che si tratti di un uomo autolesionista, votato al fallimento e incapace di imparare dagli errori passati( non è la prima volta che viene cacciato per i suoi comportamenti da "folli", ormai dovrebbe sapere come funziona la TV) ....e  anche i suoi problemi con le donne, potrebbero derivare proprio da questo suo rifiuto(o incapacità) di imparare dall'esperienza(probabilmente si innamora di donne sbagliate..o forse è lui ad avere un comportamento talmente esasperante e fastidioso da far fuggire tutte le donne di cui si innamora- non è detto che sia sempre e solo colpa della donna!)