Ci siamo vicini, effettivamente. L'Ucraina ha un'importanza enorme, economicamente e strategicamente: ha dimostrato di non
riuscire a reggere come nazione. Del resto non è mai esistito nella Storia uno stato ucraino. E' esistito storicamente solo il
principato di Kiev, ma solo mille anni fa. Poi sono arrivati i mongoli che lo hanno cancellato e hanno distrutto Kiev. Si è poi
affermata la grande Lituania con le conquiste del grande Gedimino che ha occupato l'Ucraina e poi con la fusione lituano-polacca
sull'Ucraina si è affermata la Polonia e infine la Russia. Finirà con i distretti più importanti annessi alla Russia e a Kiev rimarrà solo
una porzione minoritaria del territorio. Verrà adottata una soluzione "jugoslava" con la spartizione dell'Ucraina in tanti staterelli
più o meno sovrani o autonomi da Mosca. L'Occidente non ha la forza di intervenire in un teatro così distante e così troppo vicino
a Mosca e gli USA avrebbero difficoltà logistiche per un qualsiasi intervento militare, tantopiù che un quaquaracquà come Obama
non ha nessuna predisposizione a rischiare una rabbiosa reazione russa. E' quindi di tutta evidenza che questa mano la vincerà
Putin il quale ha anche l'appoggio entusiastico dell'opinione pubblica del suo paese e di tutti gli antiamericani del pianeta.
Buona analisi. La cosa sicura è che la Russia non rinuncerà certamente (e giustamente aggiungo io) alla Crimea.
Come c'era da aspettarsi, l'unica che aizza apertamente lo scontro militare è quella terrorista UE della Timoshenko, che alla CNN oggi ha dichiarato (dall'alto della sua superiorità morale ed intellettuale femminile
), che l'occidente deve ricorrere ad ogni misura per garantire l'indipendenza dell'Ucraina, compreso l'opzione militare (lo scoppio della 3° guerra mondiale in poche parole
).
Non è da escludere che se i paesi europei continueranno ad appoggiare la linea americana, ci sarà la formazioni di due blocchi indipendenti, sotto controllo militare NATO da una parte e russo dall'altra.
Per non parlare dello spettro delle sanzioni unilaterali americane, che ci farebbero sprofondare in un marcato disastro economico-energetico.