Autore Topic: Reich privè:ti presento Svartjugend  (Letto 1579 volte)

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Offline Salar de Uyuni

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Reich privè:ti presento Svartjugend
« il: Marzo 04, 2014, 22:32:30 pm »
In due parole, definisci Svart Jugend?

Anche se non c’è nulla di studiato a tavolino, Svart Jugend va a sintetizzare quelle che sono le paure dei nostri tempi. Anzi, più che le paure reali, gli spauracchi mediatici. Satanismo, messe nere, estetica nazionalsocialista, tifo violento, intolleranza. Il Male.

Come hai appena detto viviamo in una società retriva che vede il male dappertutto, su infiniti livelli e in ogni forma. E il dramma è che non c’è soluzione di continuità. Dunque altro non si può fare che stappare Peroni e motteggiare impavidi nella Curva del Male?

Io sono un Ultras della Morte e della Morte soltanto, ma appartengo a quella corrente di pensiero che vede gli stadi come laboratori e gli ultras come cavie per tutto ciò che concerne la repressione. Telecamere ovunque, diffide deliranti, sequestro e censura di tutto, condanne spropositate. Cioè, Orwell gli fa una pippa all’Olimpico. E la gente plaude, perché gli ultras sono i classici mostri da sbattere in prima pagina e tutti stanno lì a dire: «Bravi, se lo meritano, aumentate i controlli, alzate le pene, io non ho nulla da temere perché sono un ometto onesto».
Brutta testa di cazzo che tutto questo te lo ritroverai fuori dallo stadio, per strada, dentro casa tua. Brutta testa di cazzo che ti senti al sicuro perché sei «onesto».
Tanto poi tua moglie sparisce, scoprono che andavi a puttane e ti ritrovi tre mesi in prima serata a Quarto Grado con la Palombelli che dice che sei un assassino ed ogni frammento della tua intimità dato in pasto ad un pubblico di stronzi (come te) che se ne sta a tavola a mangiare la pizza e invocare ergastoli. O ti sbattono in galera 15 anni e ti rilasciano con una pacca sulla spalla quando scoprono che sei innocente.
È ‘sta gente di merda, ossia il 90% degli italiani, che ti spinge a definirti il Male.

Qual è la cosa che più ti inquieta della realtà in cui nostro malgrado siamo costretti a vivere?

Quello che noto da un bel po’ è un allineamento perfetto tra media, tribunali ed opinione pubblica. I giornali urlano e fomentano, il giudice ti rompe il culo e le scimmie applaudono. Una volta non era così netto e puntuale, oggi invece siamo in una nazione di lobotomizzati forcaioli troppo stupidi per capire di essere soltanto carne da macello.

E’ ‘na vita che sento di’ “quando un bel po’ de vecchi si leveranno dal cazzo, ‘sto paese comincerà a riprendersi…” Poi uno se guarda intorno e vede ‘na manica de cojoni sotto i trenta. Te che dici, c’è speranza?

I vecchi sono vecchi e non capiscono un cazzo, ma per i giovani il vero disastro sono i social network. Tutti millantano che con internet puoi informarti come si deve anziché pendere dalle labbra a canotto delle zozzone di Studio Aperto, ma la realtà è che posso scaricare la foto di un cane da Immagini Google, postarla su Facebook scrivendo che un nano gli ha sparato con un AK-47, ed avere, nel giro di mezzora, qualcosa come 10.000 persone indignate che piangono e imprecano e concertano vendette cruente.
Ma come cazzo state.

Si può dire che Svart Jugend fa della satira, oppure la satira è solo una conseguenza della forma con cui Svart Jugend comunica?

In Svart Jugend c’è satira, ma spesso nemmeno è percepita come tale da chi legge, perché si tratta di satira “rivoluzionaria”. Nel senso: la satira è sempre reazionaria. Poi può essere divertente, arguta, far ridere (non in Italia ovviamente), ma il messaggio che porta è sempre normalizzatore. Del genere “quel politico ha rubato/rubare non sta bene”. Per me è più tipo “quel politico ha rubato/non m’ha pagato manco ‘na mignotta”. Perché basta il Vaticano, per le prediche. E fare i reazionari non è mai scorretto. Tutti si riempiono la bocca di “politicamente scorretto”, ma è una cosa più unica che rara trovarlo davvero. Per me la scorrettezza vera sono i Disciplinatha che a Bologna, negli anni ’80, infilano Francesca Mambro tra i ringraziamenti di un disco. Chi cazzo fa più certe cose, oggi?

Hai appena citato i Discplinatha (che so’ da paura i Disciplinatha). Prendo spunto per domandarti che tipo di rapporto hai con la musica, cioè in SJ ritorna spesso il black metal. Ascolti solo black metal?

Il black metal ha un ruolo fondamentale in Svart Jugend. Innanzitutto non lo considero nemmeno metal. Un po’ come se estremizzi l’hc hai il grindcore, secondo me se estremizzi il punk hai il black. Sia musicalmente che concettualmente. Poi si tratta di un black metal riaggiornato alla borgata romana, il mio – qui non siamo a Bergen e ci sono solo bar, SNAI, svastiche e se nevica ci scappa il morto. Qui dalla finestra non vedi la foresta, vedi il palazzo di fronte. E l’inno della Curva del Male lo canta Gabriella Ferri, mettiamoci anche questo. Poi di mio ascolto di tutto, dallo sludge al country, dal power electronics a Billie Holiday. Mi piace la vecchia musica, mi piace ascoltare le Ronettes ubriaco in cucina e roba così.

In vino veritas semo tutti froci.

Andiamo sull’intimo, tipo che ne so c’hai hobby particolari, come ammazzi il tempo, che te piace fa in generale et similia insomma…

Faccio le solite vecchie cose – contare i negri, piangere in cucina, sfasciare le cose e bruciarle, e così via. Più che altro mi piace star seduto a bere da solo, o comunque non avere troppa gente intorno, perché le persone mi mettono a disagio e fanno cose che non capisco.

Mi ero ripromesso niente domande impegnative, solo cose buttate là, scadenti e banali. Poi però poco fa mentre stavamo qui a bere e parlare in sottofondo c’erano i New Order con Age Of Consent e me so’ rivenuti in mente l’anni ottanta. Che io dell’anni ottanta me ricordo solo che giocavo a pallone al prato sotto casa co’ la fobia delle siringhe…Insomma c’è il vecchio adagio comune che negli ottanta tutti si riempivano le tasche, e io invece me ricordo solo tossici che caracollavano a venti chilometri orari sul ciaetto di quel periodo lì. Cioè pe’ me annava tutto a rotoli pure negli anni ottanta…Tu che cazzo ne pensi de ‘sta crisi economica? Qual è la tua teoria a riguardo?


La mia complessa teoria economica si basa sostanzialmente su una scena de I Goonies. I nostri si ritrovano davanti a quello che sembra un vero e proprio tesoro, ed iniziano a riempirsi le tasche di monete, finché realizzano di trovarsi sotto il pozzo dei desideri della città. Allora la tizia eroinomane dice: «fermi, non potete prenderli. Quelli sono i sogni di un altro, sono i desideri di un altro».


Vorrei continuare con un altro paio di domande, poi però mi accorgo che s’è fatta ‘na certa e che è venuto il crepuscolo. Tra l’altro stiamo mezzo ubriachi. Domando a Svart Jugend come si chiede il conto in inglese. Lui mi guarda mezzo stranito e mi dice “credo the bill, ma non ne sono sicuro.” Io guardo la cameriera e strillo “the bill!” La cameriera ci porta subito il conto. Saldiamo e ci alziamo goffi. So’ che sta a piedi dunque gli chiedo se vuole uno strappo a casa. Accetta volentieri. Entriamo in macchina e appena accendo il quadro partono gli Ultravox a cannone che avevo lasciato nel mangiaciddì. “Ma che è ‘sta frociata!” sbotta Svart Jugend. “Ultravox, I remember death in the afternoon!” gli faccio. “leva, leva…” mugugna lui. Partiamo. Il buio è sceso del tutto e l’alcool si fa sentire…”Domenica c’è il derby…” butto là, tanto per…”Alè, alè, alè! Je ne famo tre!” mezzo strilla Svart. “Forza Roma alè!” dico io con tono più basso, con un certo affanno e lo sguardo fisso sulla strada che non vedo tanto bene. Ci sorpassa un coatto con un Porsche Cayenne bianco. “Ma era lui!” strilla Svart Jugend. “Lui chi?” faccio io. “Come chi!? Walther Darrè! Quello col Cayenne! Je ne famo tre! Roma alè! Tripletta di Darrè! Roma Roma alè! E’ sempre il ’33 se c’è Walther Darrè!” strilla fomentato. “”Alè, alè, alè! Walther Darrè!” faccio io mettendomi in scia tutto ringalluzzito dalla cosa. E da qui in poi è tutto un coro di “Alè, alè, alè! Je ne famo tre! E’ sempre il’33 se c’è Walther Darrè!”  Fermi ad un semaforo, mentre motteggiamo a squarciagola, mi accorgo dello sguardo severo di una donna anziana che smucina tra i secchioni fisso su di noi. Mi rimanda alla mente la scena finale di C’era Una Volta In America la cosa: lei è tipo Robert De Niro vecchio e malinconico che guarda l’automobile schiamazzante gioventù che sparisce nella notte. Si, forse questi so’ l’ultimi schiamazzi de gioventù…Ma sticazzi, dritti verso l’oblio delle tenebre notturne motteggiando Darrè! E passa la paura.

Alè, alè, alè!
Walther Darrè!
Je ne famo tre!
As Roma alè!
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

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Re:Reich privè:ti presento Svartjugend
« Risposta #1 il: Marzo 04, 2014, 22:50:09 pm »
Mi dici che bevo e divento cattivo: è sabato sera e ho lo sfratto esecutivo.
Pubblicato il 17/09/2013 da TVB
piramide



Perché se danno a me della «scimmia» penso che mi stiano dando dello stupido e se danno della «scimmia» ad un negro pensa che gli stiano dando del negro?

Questo l’interrogativo che mi attanaglia mentre sfoglio annoiato il malloppo di pagine dalla dicitura sinistra («Atti Giudiziari») che può esser sintetizzato, con quella proprietà di linguaggio tanto invisa ai giuristi molisani, in sfratto esecutivo per morosità. Ma se c’è una cosa che ho imparato dalle tragedie che costellano l’arco doloroso di quella che i monoteisti amano definire “vita terrena”, è che è inutile piangere versandosi il latte in testa, e così inizio a prepararmi ad una battaglia legale estremamente complessa e giocata sul filo del rasoio (rivolgermi all’avvocato più quotato dai disperati del mio palazzo oppure lanciare sampietrini dalla finestra declamando una quarta di copertina di John Grisham), ed al suo esito in stile prettamente Europeo (la sconfitta).
Allora muggisco come Benjamin Compson.

Esco per le strade fantasma, nella desolazione completa, dove gli unici suoni sono le bottiglie che si sfiorano ed il frinire delle cicale, e l’unica presenza quella, impalpabile, di Kikka & Ketty, che stanno colonizzando l’architettura del quartiere con la loro strabiliante amicizia – ed ogni muro, ogni saracinesca, ogni furgone abbandonato è lì rimarcare che Kikka & Ketty sono le mejo, che sono le + fike, che sono amike 4 ever, che hanno alzato coppe da Bressanone a Modica, Kikka & Ketty solo lame, Kikka e Ketty ed il loro orologio fermo sempre e solo sulle 13:12, mentre in me si fa largo la consapevolezza che la mia vita somiglia troppo ad un filmato analogico di un cane che salta su un tappeto elastico mandato in onda da Paperissima con relativo doppiaggio romanesco fuori sincrono e forse ora sarebbe il momento giusto per fare un bilancio della mia esistenza, ma poi evito accuratamente la cosa, perché tanto finirebbe come a scuola, quando le valutazioni tendevano sempre, inesorabilmente, alla gag principe de I Ragazzi della Terza C («Sacchi? Grande Serbia»), e preferisco dunque concentrarmi su ulteriori interrogativi esistenziali, tipo: perché se lanci delle banane a me ringrazio e faccio pranzo e se lanci delle banane a un negro quello ti denuncia?
Allora piango come Benjamin Compson.

Il grande colpo di scena è che l’avvocato più quotato dai disperati del mio palazzo, oltre ad essere un nano acondroplastico travestito da De Niro in Angel Heart (spoiler: De Niro è Lucifero), è un coglione. Uno che ti risponde serafico: «paga».
«Io non ho ricevuto nessuna comunicazione in merito», dico.
«Qui ci sono dieci pagine di fotocopie di raccomandate.»
«Sì ma io non le ho ritirate.»
«Scusi, non hanno provato a recapitarle?»
«Non lo so, qui non si apre a nessuno.»
«Perché?»
«Recupero crediti.»
«Certo, stando così le cose…»
«Ha mica un libro di John Grisham?»
«Ehm, no. L’ascensore è in fondo?»
«Scusa come cazzo sei salito allora?»

Ma io dico, ma se la gente cominciasse a pagare affitti e finanziarie, ma dove cazzo finirebbe ‘sto paese? Ma ti pare che uno deve pagare pure per avere una cucina in cui piangere? Ma che cazzo di pretese ha ‘sta gente?
Con il mondo mi vendico dunque nei modi più meschini, tipo facendo altri spoiler (I soliti sospetti – Keyser Söze è Kevin Spacey, Sons of Anarchy, Stagione 6 - Tara si suicida, Indovina chi viene a cena? – un negro), perché sai chi altro vuole essere pagato, ora?
(spoiler:)
Lucifero.
Mi aspetta un bel weekend di merda, credo.
Allora stringo il cuscino come Benjamin Compson.

Le lunghe riflessioni a questo punto sono inevitabili e brutali interrogativi sul futuro mi assalgono, e alla fine realizzo che la mia unica ambizione è quella di diventare un ospite in studio a La Malaeducaxxxion, che non mi frega un cazzo di niente se non di partecipare alle loro discussioni creepy, prendere parte alla mitomania imperante, discorrere di fregna in linguaggi astrusi, rispondere alle loro domande imbarazzanti.

(«Cosa pensi mentre stai per raggiungere l’orgasmo?»
«Odio Liverpool.»
«Qual è la tua fantasia erotica? Intendo qualcosa di particolare…»
«Uhm, ok, lei sta suonando il piano. Lei è Nigella. Io arrivo indossando una camicia da notte da bambina. Lei smette di suonare. Io la indico. Lei mi sorride. Le dico “tu morirai” e le piscio addosso.»
«Altro? Che non includa Nigella, intendo.»
«Uhm… ok, io e lei stiamo facendo dolcemente l’amore. Lei è Nigella. Le tocco una… il seno e assumo un’espressione turbata.»
«E poi?»
«Beh, poi mi chiede che c’è che non va.»
«Eh.»
«Beh, poi le dico che ho trovato un linfonodo.»
«Perché?»
«Perché un attimo prima è lì che magari sta per venire, e l’attimo dopo, bam!, pensa che ha il cancro al seno.»
«Perché dovresti fare una cosa del genere?»
«Perché in questo programma dovete trasformare le scopate in lezioni di vita, e questa è la mia lezione: il massimo a cui un uomo può ambire nella sua esistenza è prendere parte alla costruzione di una piramide, ossia un ciclopico, ermetico monumento alla morte e all’immortalità del proprio sovrano.»
«Ooook…. penso sia meglio passare a Sookie, che ci hai detto, Sookie, che tu riesci a provare piacere soltanto con cazzi morti o di licantropi, spiegaci un po’…»)

Ed eccoci di nuovo nelle strade, le strade di Kikka & Ketty, le strade dove siamo cresciuti, con la Peroni in mano e Jesus’ Tod nel cuore, e passi davanti ad una vecchia che tossisce, sputa, ed hanno aperto un’altra SNAI e lì fuori un vecchio al telefono che urla qualcosa sul rivolgersi ad un avvocato pure lui, gesticolando, con quattro gratta e vinci in mano, e poi un altro vecchio incollato ad un Postamat che ha scambiato per un videopoker, e tra una SNAI e l’altra i bar, e ogni bar con la sua cricca di ubriaconi che si smezzano Peroni sotto le svastiche di Kikka & Ketty e non esistono ufficiali giudiziari e guardie che possono mandarci via da qui perché siamo le + fike e odiamo Liverpool e ci piacciono solo le cucine e gli incendi e le piramidi che custodiscono in eterno i segreti della Morte.

Allora mi ubriaco e guardo il fuoco come Benjamin Compson, e Benjamin Compson è il senso ultimo di quella che i monoteisti amano definire “vita terrena”, ovvero che perderemo chi e cosa amiamo ma non perderemo nulla perché di chi e cosa amiamo ricorderemo solo la perdita, e la luce del fuoco avrà «sempre la stessa forma raggiante del sonno».

La birra è finita ma c’è ancora un po’ di latte, e anche se è inutile sappiamo cosa fare.
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''