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La Grande Schifezza

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ilmarmocchio:
ahi, ahi, Rita. mi sa che ho centrato nel segno ;)

Utente cancellato:
io ne feci tempo fa una veloce recensione che riporto in corsivo:

(http://maschileindividuale.wordpress.com/2013/10/09/recensione-la-grande-bellezza/)

premessa:  già il regista, il produttore e l’attore dovrebbe essere soddisfatto che se ne parli.

 

detto questo:   mi è piaciuta la fotografia,  le scene iniziali e quella con la giraffa (qualcosa anche le visite notturne nei palazzi) sono molto di impatto.

pulite, geometriche le prime.

bella qualche scena qua e là.  ma niente di significativo.

il film sembra un già visto.

sia come impostazione che ricorda fellini sia nelle battute.

nel primo caso avviso che già “la dolce vita” e “otto e mezzo”   non mi piacevano tanto (ma chi se ne  fotte della roma apatica e ricca o finto-ricca che si parla addosso? ) 

nel secondo trovo tutto moralista.

la regista borghese e tante altre battute dove ad una scena viene messa in evidenza la banalità, l’ipocrisia del quotidiano  sono didascaliche.

l’attore, tranne quando parla con l’accento e nella scena antipaticissima del trailer, è bravo.

la ferilli l’ho trovata parecchio invecchiata con il viso anche se fisicamente si mantiene bene.

la musica poi mi sembra  voler riprendere, senza riuscirci,  l’ Ojakhum della Valentina Karakhanian  ne “l’ora di religione”

insomma se volete guardatelo pure se non avete altro da fare.


e ci aggiungo che trovo molto corretto il commento di chi nota che abbia vinto un film stereotipato sull'Italia decadente e dai bei paesaggi.


mentre non condivido chi dice che non ci guadagna l'Italia.
ai film lavorano anche tante maestranze: non solo comparse ma anche elettricisti, sarti,...
è un'industria non da poco se riesce ad esportare.
un premio che dà notorietà come l'oscar fa bene.

Suicide Is Painless:
 "L'Uomo in più" il primo film di Sorrentino fu uno degli esordi migliori in assoluto del cinema italiano degli anni 00, molto bello, tant'è che lo vidi al cinema nell'agosto 2001 come poi tutti gli altri a seguire e soprattutto il più bello di tutti che ovviamente è "Le Conseguenze dell'amore", fino a "Il Divo. Ma il problema de "la Grande Bellezza" appunto è, che: Penso sia il film più brutto che Sorrentino abbia realizzato fino ad ora ed è un peccato perchè non ne aveva ancora davvero sbagliato neppure uno. Ma agli americani spinto anche dalla Miramax e quindi dai soldi per assicurarne un adeguata visibilità e battage pubblicitario oltreoceano, è piaciuto. Soltanto che spesso gli americani hanno un'idea della nostra realtà italiana che è cristallizzata al 1948, come se qui si viva ancora così, e l'hanno ampiamente mostrato anche in alcuni loro film degli ultimi anni. Adesso. come sempre accade in Italia è vietato parlarne male, dato che con la vittoria attribuitagli all'estero sarà cristallizzato in una totemizzazione acritica di massa, pena l'accusa di essere i soliti mestatori critici e detrattori di quel che ci da lustro e onore all'estero. E va anche bene eh, un tempo ti avrebbero accusato pure di disfattismo e offesa all'Onore e ai Valori della Patria, e forse le conseguenze sarebbero state peggiori. Però si cerca di far dimenticare che il film fin dalla sua prima uscita aveva diviso come non mai con critiche- giustificate- anche molto feroci, e soltanto in Italia se persino un film vince qualcosa d'importante non si può pure dire che è una puttanata, se lo è. Prova ne è stata la reazione alla Jep Gambardella di Servillo, che alla giornalista tv che lo intervistava al telefono, quando gli ha ricordato più o meno velatamente che a non tutti "La Grande bellezza" era così piaciuto, l'ha mandata a fanculo. Una scivolata di stile molto nello stesso stile di tutto quello che il film vorrebbe mostrare criticamente e che Volontè, al quale Servillo ambirebbe certamente solo a somigliare, non ha mai fatto, se lo sarebbe potuto permettere e non era egli stesso molto malleabile, ma non l'ha mai fatto.
Infine, basterebbe comunque mettere l'uni accanto agli altri i vincitori italiani dell'Oscar come Miglior Film Straniero nella Storia. E non per essere i soliti "passatisti" dell'"una volta si stava meglio, le cose erano migliori". No, proprio oggettivamente, per farsi quasi due risate e pensare che all'estero sottilmente ci abbiano persino preso in giro: Vittorio De Sica: "Ladri Biciclette"(1947), "Sciuscia"(1948), "Ieri, Oggi, Domani(Filumena Marturano)(1965), "Il Giardino dei Finzi Contini"(1970). Federico Fellini: "La Strada"(1954), "Le Notti di Cabiria"(1957), "8 e 1/2"(1963), "Amarcord"(1973).Elio Petri: "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto". Per tacere di film sgtraordinari candidati che erano entrati nella cinquina come rappresentanti l'Italia, solo per dire alcune Opere Magne come "Morte a Venezia"(1971) di Visconti, o "Rocco e i suoi fratelli"(1960), ma allora più recentemente anche Amelio con "Porte aperte"(1990)da Sciascia. Metti dei Capolavori o comunque film eccezionali del genere insieme al ruffianissimo al bilancino melodrammone lacrimoso con l'inguardabile Totò Cascio e un attore strepiitoso come Noiret totalmente sprecato, "Nuovo Cinema Paradiso"(1990) del ragioniere Tornatore che tanto avrebbe sempre voluto essere Leone ma proprio non può, "Mediterraneo"(1992)di Salvatores forse il più ridicolo Oscar del nostro cinema, e l'invedibile, imbevibile dopo solktanto cinque minuti "La Vita è bella" dell'ormai quirinalizio Benigni, girato con una fotografia smarmellata che sembra una puntata del Commissario Rocca qualunque- Mettiamoli insieme e ci sarebbe soltanto da ridere, frammisto a calde lacrime comunque di ridicolo, per la disparità di valori espressivi e di autori, fra il cinema italiano più o meno contemporaneo ucciso dalla commedia e sempre più mediocri commedianti guitti, e quello del passato.

Suicide Is Painless:
Bellissimo ed esaustivo e chiarificante come anche difficilmente migliorabile, l'intervento postato di Cori Modigliani, e quello postato da Rita, che sostanzialmente in molti passaggi dicono e sostengono quel che vado sostenendo io, o io che sostengo lo stesso di coloro.

Vicus:
Grande articolo di Cori Modigliani, questa frase descrive egregiamente la situazione del cinema italiano (e non solo):

--- Citazione ---In maniera ingegnosa e diabolicamente perversa propone delle maschere in un paese dove la verità artistica passa, invece, nella necessità dello smascheramento, cioè nel suo opposto.
--- Termina citazione ---
Questo film è un classico esempio di non-cinema: completamente privo di struttura ed elaborazione. Consiste in una serie di piani lunghi di Roma di cui sarebbe capace qualsiasi turista, rovinati dalle smorfie da guitto di Servillo, che si spiegano solo come tentativo di adulare un certo pubblico straniero, confermandolo nell'idea caricaturale che ha di noi italiani.
Dal nostro cinema più recente emerge un nuovo stereotipo, quello "dell'italiano da cortile", convenzionalmente innocuo e pezzente secondo i desideri degli stranieri, rassicurati dalla proverbiale valigia di cartone, simbolo di atavica inetta miseria.
Il cinema italiano contemporaneo è una sottile apologia dell'attuale classe politica, di cui cerca di tessere l'elogio mediante lo scherno del popolo bue, rappresentato come una opulenta e subdola classe media che non esiste più.

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