Autore Topic: Cinema, uomini, solitudini, e rabbia: "Keoma"(Italia 1976)di Enzo G. Castellari.  (Letto 3445 volte)

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Cinema, uomini, solitudini, e rabbia:
"Keoma", Western, Enzo G. Castellari, 1976, [Italia]

La Morte/Gabriella Giacobbe "Non ce la puoi fare da solo, Keoma!"
Keoma/Franco Nero" :- "Dovrò riuscirci da solo! Perchè sono, solo!Lo sono sempre stato!"

Keoma :- "Pà. Ciò è poi diventato tutto per me."

William Shannon/William Berger :- "Cosa?"

Keoma :- "La guerra. Non l'ho mai potuta capire."

William Shannon :- "La guerra. Io non ne sono sicuro ma credo di capirti. Immagino sia dopo che abbiamo ottenuto attraverso il massacro di tutti quegli indiani, abbiamo pensato che dovevamo fare qualcosa... di generoso. Così abbiamo dato la libertà all'uomo nero. Ora ci sentiamo bene, possiamo tornare a ... finire gli indiani."

[ultime battute]
Keoma :- "Egli non può morire. E sai perché? Perché sarà un uomo libero. E l'uomo che è nato libero non morirà mai."

La strega/La Morte/Gabriella Giacobbe :- "Perché sei tornato?"

Keoma :- "Il mondo continua a girare e a riportarti indietro. Così si finisce sempre nello stesso posto."

[Requisendo le medicine per i cittadini]
Soldato confederato/Wolfango Soldati :- "Questa terra appartiene al signor Caldwell, insieme a tutto ciò che è su di essa. Ora, si doveva pagare per l'acqua ... e ora dovete pagare per le medicine."

[Ride]

Keoma :- "Ehi! Pagherò io questa volta."

Soldato confederato :- "Quanto saresti disposto a pagare?"

Keoma :- "Quattro cent"

Soldato confederato :- "Quattro cent? Quattro cent, è davvero enormemente poco."

Keoma :- "E' il prezzo di quattro pallottole."

[Keoma conta i membri della banda di Caldwell sulle dita, quando ne abbassa uno, compare l'uomo, celebre inquadratura, fino all'ultimo]

Keoma :- "Uno, due, tre e quattro."

[Keoma spara agli altri tre membri della banda, poi si avvicina al soldato confederato e gli porge un proiettile]

Keoma :- "Prendilo. Ha il tuo nome scritto sopra."

La Morte:- "Keoma! Perché sei tornato? Perché sei tornato? Perché sei tornato?"
    Keoma:- "Perché al mondo contano solo poche cose: la propria terra e la gente che ami."
    La Morte:- "Allora ascoltami: questa non è mai stata la tua gente, non ti ha mai amato, anche se tu, Keoma, hai combattuto per loro e hai vinto per loro. Non andare!"
    Keoma:- "Tu che arrivi sempre quando finisce la vita, perché sei venuta da me?"

    La Morte:- "Non aver paura. Non per fermarti."
    [Flashback su un massacro ad un accampamento indiano, con la voce di un bambino che grida ripetutamente «mamma!»]
    La Morte:- "Avrei già potuto farlo una volta – eri bambino. E invece sei sopravvissuto a un inutile massacro, perché l'ho voluto io, ti ho salvato da me stessa, mi sono allontanata da te – l'hai dimenticato. Allora hai proprio deciso?"
    Keoma:- "Anche gli affetti e i ricordi sembrano debiti da pagare, quando sei stato via tanto tempo."
    La Morte:- "Non sei stanco di uccidere?"
    Keoma:- "Il mondo è marcio!"
    La Morte:- "Keoma! Keoma! Keoma!"

    George/Woody Strode :- "Una volta avevo qualcosa in cui sperare: la mia libertà."
    Keoma:- "Ma la guerra è finita: ora ce l'hai, la tua libertà."
    George:- "È una libertà che non serve. Per questo bevo."

    Keoma:- "Pa', perché abbiamo combattuto?"
    William Shannon :- "Cosa?"
    Keoma:- "La guerra... a che serve la guerra?"
    William Shannon :- "A che serve? Non lo so neanch'io. Io penso che dopo aver massacrato gli indiani dovevamo dimostrare di essere generosi. E abbiamo dato ai negri la libertà. Ora che ci sentiamo giusti possiamo ricominciare a uccidere. [Sospiro] Sei mai stato innamorato?"
    Keoma:- "Non come te."
    William Shannon :- "Tua madre... è da quando non c'è più che sto cercando qualcosa... E tu che stai cercando, ragazzo mio?"
    Keoma:- "Me stesso, credo. Voglio capire chi sono, dare un significato a tutto quello che faccio. Se vivo ci sarà pure una ragione, ma... ho paura che non mi basterà più, quando la scoprirò. E intanto me ne vado in giro a cercare, e anche quando la terra dorme io continuo a chiedermi perché vivo."
    William Shannon :- "È successo anche a me quando tua madre fu uccisa, e quando sei andato via. Io vorrei fare qualcosa, Keoma, ma... è strano, per tutta la vita ho sfidato la morte, mi stava davanti e non avevo paura. Ora sono vecchio, sono quasi alla fine, ho voglia di vivere e ho paura."

    George/Woody Strode :- "Non ce la farai da solo!"
    Keoma: -"Devo farcela, da solo. Perché sono solo."

    Dottore/Leonardo Scavino:- "E io che faccio, combatto da solo? E poi c'è mia moglie, devo pensare a lei, è l'unica cosa che mi è rimasta. No, no, mi dispiace, non voglio proprio saperne!"
    Keoma:- "Rinunciare è come morire, anche se lentamente. Ma se la pensi davvero così, è meglio che muori subito!"

    La Morte [tenendo in braccio il bambino appena nato] :- "Non lasciarlo, Keoma! Non lasciarlo! Morirà! Ha bisogno di te!"
    Keoma [andando via a cavallo]:-" Ti sbagli, non ha bisogno di me! È un uomo libero, e chi è libero non ha bisogno di niente!"


"Keoma" e' uno dei più grandi e superiori western italiani mai realizzati, grintoso, triste e violento, è oltretutto caricato in ogni immagine di temi esistenziali. Keoma è un pistolero indiano mezzosangue che si veste come un hippy anni '60 di Ashbury Park, incarnazione stessa in uno dei ruoli più rappresentativi ed iconici per un'intera carriera, di Franco "Django" Nero (appena prima del già qui recensito "Autostop rosso sangue" di Pasquale FEsta Campanile). La semplice storia del film è raccontata in flashback, con uno stile di montaggio astratto e bellissimo, ellittico nella stessa sequenza tra i piani dell'infanzia e quelli del presente; le scene d'azione sono un vero e proprio  balletto al rallentatore in cui ogni carneficina e sparatoria è coreografata da Castellari al massimo della sua maestria proveniente direttamente da una tecnica padroneggiata sopraffinamente e che ne faceva a tutti gli effetti una sorta di Peckinpah italiano, ("Keoma" è stato difatti anche uno dei film preferiti di John Woo ...), in più facendo disporre dal film anche di un elemento soprannaturale, nel personaggio di una vecchia strega che è destinata  a impersonificare la morte. In realtà ci sarebbe sempre moltissimo da scrivere, e tantissimo e' stato ovviamente già scritto, su "Keoma", anche soltanto per l'analisi delle sue allegorie e i rimandi alle tragedie classiche come a quelle scespiriane, la sua ormai quasi mitica gestazione e lavorazione, la creazione della scenaggiatura con il contributo determinante di John Loffredo/Gianluigi Loffredo, uno dei figli di Shannon/William Berger nel film,oltre a dovere quasi obbligatoriamente spendersi per rendere il giusto rilievo all'enorme colonna sonora composta da Guido e Maurizio De Angelis, e le contenute canzoni-ballate in puro stile Bob Dylan/Joan Baez, e il Leonard Cohen del modello di riferimento "I Comapri"(McCabe and Miss's Miller)(1971) di Robert Altman.
    Keoma è come detto un meticcio orfano,  che venne adottato da Shannon (William Berger) -in una delle migliori interpretazioni della sua lunghissima carriera nel western in particolare ma anche in tutto il cinema italiano di genere-, un benevolo pistolero e ranchero che ha allevato il ragazzo come uno dei suoi figli. Durante la crescita, i tre figli biologici di Shannon, dissoluti, bulli e tormentati, pieni di gelosia e senso d'inferiorità verso il buono e moralmente dritto Keoma, (che difatti Shannon vede e apprezza ormai come il suo unico vero figlio), non faranno altro che commettere cattiverie e prepotenze contro il ragazzo indiano. L'unico vero amico di Keoma era George (Woody Strode, come sempre eccezionale, un nero braccio destro di Shannon al ranch). Quando Keoma raggiunse la maggiore età, non poteva che andarsene per  "trovare se stesso", finendo per servire nell'esercito dell'Unione durante la Guerra Civile, e vincendo alcune medaglie per atti di eroismo. I figli di Shannon sono invece rimasti in città, crescendo fino a diventare inevitabilmente dei malvagi, delinquenti incalliti.
    Ora, qualche tempo dopo la guerra, Keoma torna al suo polveroso luogo di provenienza, la città natale spazzata adesso dal vento della desolazione e della sopraffazione. ("Keoma" è un film scenograficamente dominato dalla polvere quale a simboleggiare il tempo trascorso,similermente all'impostazione corbucciana del "Django" originario, di una città abbandonata di pistoleri in mezzo a un mare di fango.) Le cose sono andate decisamente peggiorando in sua assenza. Shannon è stato pensionato dai figli degeneri, e adesso vive in isolamento nel ranch. I suoi tre figli hanno legato il loro destino con quello del "Signor Caldwell"(Donald O'Brien,che gli siano lievi i passi nei Campi Elisi, sfortunatissimo in vita tanto da morire paralizzato e praticamente clochard) capo spietato di un piccolo esercito di predoni ex-confederati che ha preso il controllo della città e lo esegue con il potere del pugno di ferro. (Un altro elemento grafico condiviso con "Django"). Molti degli abitanti sono stati colpiti dalla peste, ma Caldwell non permette a nessuno di uscire e ottenere i farmaci necessari. Intanto George, il mentore e insegnante del tiro con l'arco nella fanciullezza di Keoma è diventato l'ubriaco della città, un capro espiatorio per il divertimento dei sicari razzisti di Caldwell. Keoma incorre immediatamente nella loro ira quando libera dalle loro grinfie una donna incinta (la divina Olga Karlatos), erroneamente creduta come infettata dalla peste, e che doveva essere messa in quarantena con le altre persone malate in un vecchio pozzo di una cava mineraria fuori dal centro abitato. Con aria di sfida Keoma prende posizione in città, affrontando non soltanto e con le sue uniche forze la banda di Caldwell, ma pure i tre rinnegati fratelli suoi alleati. Incoraggiato dal coraggio stoico di Keoma, George getta la bottiglia e prende il suo fidato arco per stare di nuovo con lui al suo fianco. Anche Shannon allaccia di nuovo le cinghie alle fondine delle sue pistole un'ultima volta, per aiutare l'amato figlio adottivo con conseguenze per egli fatali. (Ogni volta che compare la donna strega qualcosa di spiacevole è di solito in vista.) Molto caos e violenza e un numero molto alto di "Body count" ne consegue. Tutto questo diretto con quello stile epico e malinconico efficacissimo nei suoi affondi emotivi e spettacolari, che vedeva in Castellari uno dei più dotati registi italiani del western come degli altri filoni da lui affrontati nel cinema popolare italiano dagli anni sessanta fino agli ottanta ("1990: I Guerrieri del Bronx" [1982]). Le scene d'azione sono particolarmente eccellenti come ovviamente quasi sempre per Castellari, ma qui in particolare egli si supera ampiamente. Suona grande, eh? Bèh, è perchè davvero lo è.
E poi c'è il "Theme or Ballad of Keoma" cantato da Sibyl Mostert assieme allo stesso Guido De Angelis, che è assolutamente splendido. Ora, di solito uno degli aspetti più interessanti di un western nostrano è da sempre stato appunto la colonna sonora. E quella di "Keoma" non fa eccezione pur nella sua unicità, con questa ballata triste che in vari arrangiamenti sottolinea i momenti più struggenti del film. Nel commento audio del disco Castellari dichiara che voleva essa come parte integrante della pellicola, come per "Knockin' at Heavens's Door" di Bob Dylan in "Pat Garrett e Billy the Kid" di Sam Peckinpah. Più volte viene infatti eseguita integralmente ... ad accompagnare intere lunghe sequenze montate e svoltesi in simbiosi con la musica.  A partire dai titoli di testa, la voce alla Joan Baez di Sibyl Mostert, e poi una voce maschile alla Leonard Cohen ma più folkie, ci trascina dunque nella "Ballad of Keoma".
Il video del disco Keoma sembra un po 'sbiadito e sembra un po' scuro in punti, ma è generalmente buona. La traccia audio Dolby Mono è utile. (Alcuni debole rumore di fondo è stata rilevata nelle scene più tranquille, però.) Le schermate dei menu animati sono belle, dato uno schema di colori color seppia degno di una tale occidentale polvere incrostata. Purtroppo un frammento di quella canzone godawful gioca sul menu principale ... Arggh!
    Bonus caratteristiche: Il trailer teatrale è incluso, insieme a un colloquio di 10 minuti, girato di recente, con la stella Franco Nero. Come racconta alcuni aneddoti interessanti sul film è ovvio Nero ha davvero grande affetto per essa e il regista Castellari. (Nero sembra ancora grande, a proposito, lui potrebbe giocare un eroe d'azione oggi.) Caratteristica migliore del disco è il commento audio con Castellari e americano studioso Euro-occidentale Waylon Wahl. Poco lusinghe è necessario per Castellari a tenere indietro su numerosi aspetti della produzione del film.
    Una quantità sorprendente di quello che poi è effettivamente diventato "Keoma"  risulta essere stata improvvisata giorno per giorno, e tanto ne è stato scritto in proposito, con Nero e gli altri membri del cast che scrivevano le proprie scene e i dialoghi. Molto orgoglioso del film, Castellari per lunghi anni si mostrava candido  circa l'influenza sui vari film e registi americani i quali avevano e mostravano il sul medesimo approccio. Conoscendo Castellari egli mi ha sempre detto che comunque, se avesse potuto vedendolo con gli occhi di oggi avrebbe completamente ri-montato il film tagliando un pò proprio delle bellissime lunghe parti musicate e senza dialoghi, ma so che fa parte probabilmente del suo atteggiamento comunque disincantato e un pò "seduto".

Scorpio

(Da Wiki:)

Regia

Il regista ha dichiarato in una intervista:

« Il soggetto è di Luigi Montefiori, un'intuizione geniale, un'idea straordinaria nella quale mi sono immerso e ne sono stato coinvolto alla prima lettura, ma la realizzazione del film è stata un'altra grande avventura piena di imprevisti, difficoltà, problematiche che ho risolto, con la collaborazione del produttore Manolo Bolognini e quella di Franco. Abbiamo lottato contro tutto ma siamo riusciti a portare a termine l'opera. Posso solo dire che "Keoma" rappresenta il mio "io", la mia personalità come autore, il mio modo di girare, di montare, di sonorizzare e di musicare! Ho realizzato questo film riconoscendomici in tutto! »

(Enzo G. Castellari)

Critica

Considerato dal regista come il proprio miglior film, è forse l'ultimo grande western all'italiana e rappresenta comunque il compendio e il canto del cigno del genere. Il crepuscolo del western trova esplicita allusione nella stessa vicenda del protagonista, nel suo essere "un giustiziere non richiesto, un messia (e in quanto tale crocefisso nel finale)." . Appaiono evidenti, nell'esibizione della violenza, ma anche nel montaggio serrato, le influenze di Peckinpah.

Pur ripercorrendo tutte le convenzioni del genere, il regista le filtra attraverso una visione originale. Nella descrizione di una società malata, "marcia" ("Questo mondo è marcio" afferma il protagonista) si può scorgere l'influenza delle sue precedenti esperienze alla regia di polizieschi. Singolari appaiono anche alcune scelte narrative, quali la personificazione, in una vecchia, della figura della morte, con la quale il protagonista si trova ripetutamente a colloquiare e la partecipazione fisica di Keoma ad eventi della propria gioventù, evocati nella memoria.

Colonna sonora

Nel film il brano "Keoma", composto da Guido e Maurizio De Angelis su testo di Susan Duncan-Smith e Cesare De Natale, è interpretato dalla cantante Sybil Mostert insieme allo stesso Guido De Angelis.

Collegamenti ad altri film

    La locandina di "Keoma" – proprio come quella di "C'era una volta il West"– mostra due uomini che, feriti, stanno cadendo in ginocchio tra la polvere del deserto.

    Nel film "Le Lacrime di Kali- Tears of Kali"un personaggio si chiama Keoma, e quando entrano nella sua stanza si vede un poster del film.

Le versioni video inglesi tagliano 4 secondi di una caduta di cavallo a causa della politica del BBFC, concernente il trattamento degli animali. Le versioni video correnti sono classificate come vietate ai minori di anni 12, ma quando il film venne distribuito la prima volta fu valutato addirittura con una  X (pari a un V.M. 18) e non tagliato.

La trama del film è stata in gran parte improvvisata allo stesso tempo delle riprese, mentre il film veniva fatto. La prima versione della sceneggiatura era stata scritta dal nostro Luigi Montefiori/George Eastman che doveva anche interpretare uno dei figli di Shannon, ma poi troppo altro rispetto a Nero, fu sostituito da Orso Maria Guerrini, ma a Castellari la storia non convinceva fino in fondo. A causa di problemi con il programma, assieme riscrivevano lo script per il giorno successivo ogni sera dopo le riprese del giorno stesso.

Castellari ha sempre dichiarato che di tutti i film che ha diretto, "Keoma" è il suo preferito.

I capelli lunghi di Nero erano in realtà una parrucca.

La parola / il nome Keoma significa libertà.

William Berger era rispettivamente di 13, 15, 18 e 25 anni più vecchio rispetto agli attori che interpretavano i suoi figli.

Il film è stato omaggiato alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia del 2007, all'interno della retrospettiva sugli spaghetti-western.

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La donna, sempre presente e sempre presagio.

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Woody Strode interpreta George, uno dei pochi amici di Keoma. Attore "di sostanza", grande presenza fisica. Apparso anche in stracult personali quali "Vigilante" e "La mala ordina"

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Qua c'è un piano sequenza con la camera che ruota e zooma intorno ai 2, sempre ai lati estremi dell'inquadratura: prendere lezione ed imparare!

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I paesaggi, molti, sono straordinari!

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Quella vecchina, la in fondo...

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Questa corsa di Franco Nero fa il paio, pari pari, con la famosa scena dell'inseguimento in "Il cittadino si ribella". "Cercavo sempre in ogni film di riprenderlo frontalmente mentre corre, perchè Franco sa correre maledettamente bene davanti alla macchina da presa"
Enzo G. Castellari

https://lh4.googleusercontent.com/-xpik7SiW17o/T_C5eonA0kI/AAAAAAAAAAA/xqdDgXdYC0E/s1600/vlcsnap-2011-03-04-00h16m43s18.jpg

Qua non posso dire molto, solo che poteva essere una delle immagini da mettere in locandina, estremamente rappresentativa, lo si comprende alla fine del film. Olga Karlatos, ovviamente splendida, ha lavorato molto nel Cinema italiano, come ad esempio celebremente con Fulci in "Zombie 2".

Non ci si può esimere per l'intera o.s.t. almeno dalla splendida "Ballad of Keoma" che come è detto si sente spesso come un filo conduttore lungo tutto il film.

« Ultima modifica: Marzo 13, 2014, 15:24:03 pm da Scorpio »
Neil McCauley/Robert DE Niro [ultime parole]:- "Visto che non ci torno in prigione?"
Vincent Hanna/Al Pacino :-"Già."
Noodles:"I vincenti si riconoscono alla partenza. Riconosci i vincenti e i brocchi.Chi avrebbe puntato su di me?"
Fat Moe:"Io avrei puntato tutto su di te."
Noodles:E avresti perso.

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"Un "Settimo Sigillo" in salsa western ?"
Grande film, li facessero ancora....Mi disse una volta un tal "Harmonica" con l'H...
Comunque l'ultimo grande spaghetti western. il canto del cigno di un genere che stava tirando le somme. bellissimo, certo che poi i dialoghi di Loffredo/Montefiori fanno sfiorare il capolavorissimo... Fra poco ne posto anche alcuni.
Castellari è semplicemente sempre stato un grande con la mdp e sempre glielo riconosco e riconoscerò, almeno fino a "Jonathan degli Orsi" nel 1994. Mi sono sempre chiesto anche dopo il fallimento proprio a seguito del ritorno in "grande stile" assieme a Nero con il film appena citato, e il suo fallimento commerciale forse inevitabile, se film del genere che tanto piacquero a me e alla mia generazione piacciano ancora adesso ai ragazzi.
Ovviamente la risposta che mi posso dare è di no.
Credo che possa essere un'osservazione molto interessante a cui mi piacerebbe personalmente se qualcuno di voi volesse/potesse rispondere, no probabilmente al 99,9% di loro non piacerebbero come già ho detto, perchè mai come i ventenni di oggi è esistita una gioventù simile,inutile sprecata. Come i loro gusti e abitudini, del resto.
Io poi vabbè sono "parte in causa" visto che "Keoma" ce l'ho in "tutte le salse" tra vhs e dvd, molto bella la prima "Collector's Edition" italiana della CG Home Video in collaborazione con la CineKult di Nocturno, con extra documenti e interviste completamente nuovi
Ritornando un attimo proprio ai dialoghi -mi pare, a me come a quasi tutti- che quelli di"Keoma" siano una delle caratteristiche maggiormente splendide di questo film, a cui dette un contributo -pare-fondamentale giorno per giorno, perchè venivano continuamente riscritti, adattati, aggiornati con fulminanti illuminazioni anche durante le riprese, dicevo a cui dette un contributo fondamentale il già ampiamente citato e restituito ai suoi ampi meriti, straordinario personaggio fuori dal cinema e reduce dal vietnam, l'italoamericano e mezzo indiano nativo John/Gianluigi[Louis] Loffredo ovvero Joshua Sinclair secondo il suo vero nome staunitense, che nel film interpreta Sam il baffone, uno dei fratellastri Shannon di Keoma, immancabile attore e prezioso collaboratore di Castellari in quasi tutti i suoi film di quell'irripetibile periodo.
Rivedere film come questo insegnano, tra l'altro, cosa potrebbe ancora darci il western, se se ne facessero ancora di opere di questo genere.
Film come questo come detto oggi però non piacerebbero. Non è semplice, non è diretto, non è immediato. Insomma, non è fruibile al pubblico che al giorno d'oggi sceglie di andare al cinema. A parte rare eccezioni, che comunque non spostano un gran che. C'è stato un tempo in cui entrando in una sala cinematografica poteva significare mettere in discussione il tuo modo di vedere le cose. Oggi il pubblico cerca solo spettacolo, senza impegni e, sopratutto, senza doversi sforzare per capire un concetto.
Davvero un gran Film "Keoma" non mi stancherò mai di ripeterlo e rivederlo, probabilmente il canto del cigno del genere assieme a "California"(1977) di Michele Lupo con Giuliano Gemma e Raimund Harmstorf, e "Mannaja"(1977) di Sergio Martino, l'unico western con Maurizio Merli...

..Ma i "ggiovani" d'oggi purtroppo sono ormai fin troppo abituati al gusto "estetico" ed espressivo dei cosìddetti "shooters" alla Michael Bay o alla serie di "Twilight" o "Harry Potter"(vera m.pressata in 35 mm.) tanto per intenderci,massimi deframmentatori dell'unità di spazio narrativo attraverso un montaggio massimamente -si diceva una volta, ma non spregiativamente come adesso, mutuato dal gusto "videoclipparo" di Mtv- trovano tutto "lento", è quello che mi son sentito dire, a recentissimo esempio, da molti, nemmeno solo ventenni ma evidentemente educati a questo gusto visivo e "narrativo" deteriore se "dittatore", a riguardo dello strepitoso chrime-thriller movie australiano "Animal Kingdom"di David Michòd, a detta di praticamente tutti uno dei migliori film della stagione 2010/'11, ma appunto "lento", perchè descrittivo degli stati d'animo dei personaggi e degli ambienti nonchè degli importantissimi paesaggi urbanoi o naturali, non solo delle azioni e sempre ininterrottamente, della loro culminazione per accumularsi di spettacolarizzazioni e abbellimenti effettisticamente saturanti, com'è nell'80% del cinema contemporaneo-che ce ne sono poche, e quasi sempre risolte magistralmente in forma minimalista e fuori campo ma altamente emozionale e "ambientalmente" sensoriale, com'è nei cromosomi stilistici ed espressivi del miglior cinema australiano. Però appunto, essendo un film descrittivo, esistenziale e prima di tutto molto introspettivo, oggi dai "ggiòvani" è trovato un film irrimediabilmente "lento" e con questa parola, che ormai stanno definitivamente svuotando di senso nella sua madornale, sbagliatissima, applicabilità si pretende di dire qualcosa di negativo e spregiativo...
Come troverebbero i ventenni svaporati di oggi un capolavoro come "Senso" di Visconti, o i capolavori western appunto, di Leone, tutti architteturalmente di narrazione descrittiva fino al limite di non ritorno della tenibilità della scena stessa (punto di contatto inscindibile tra l'altissimo cinema di Visconti e quello altrettanto elevato di Leone, che lo prese a "modello" stilistico e di contenuto da raggiungere, alla pianificazione realizzativa di "C'era una volta il West"('68))e sequenze lentissime, anche quando le scene sono d'azione....?
"La giovinezza non è mai stata così sprecata come adesso, nei giovani"....E' una battuta folgorante di Noah Baumbach, regista e interprete assieme a Ben Stiller, nel film "Greenberg"(2010) di tardiva uscita cinematografica italiana nel tardo 2011, come "Lo Stravagante mondo di Greenberg". E' una battuta che oramai ho fatta perciò mia.
E a differenza dei giovani "d'una volta" per tornare in temi congeniali anche fuori da questa "sotto-sezione", non scopano neppure più, ne parlano soltanto

"La giovinezza non è mai stata così sprecata come adesso, nei giovani"

E comunque proprio per fare un'altra citazione giustamente pure in "tema", ricordo quello che dice in una memorabile battuta Giuliano Gemma/Capt.Montgomery Brown"Ringo" nel bellissimo "Il Ritorno di Ringo"(Itali'65) di Duccio Tessari, quando tornato dalla Guerra di Secessione ma creduto da tutti morto, novello Ulisse nel West, nella sua città adesso anch'essa morta e territorio sconvolto a ferro e fuoco e dei Proci del West in loro balìa, dopo essersi disvelato a tutti e averne ammazzati da solo un mucchio nel saloon, barbuto e irriconoscibile peone quale s'era camuffato, a chi gli chiede come avesse fatto...-"Sapete com'è, non è difficile, basta un pò di buona volontà"...

Sapete, in definitiva quel che accomuna -quasi- tutti i ragazzi di oggi è che sono tutti insensibili,tutti interessati e sicuri di loro stessi da far schifo ma anche tutti affetti da deficit dell'attenzione e dalla sindrome del tunnel carpale,non saprebbero cosè l'agorafobia nemmeno se gli mordesse il c[ul]o, ed è questo che li rende meschini, sono capaci di dire certe cose a me come a voi che avrete sicuramente in maggior parte più o meno la mia età,e siamo più vecchi di loro e sicuramente più intelligenti, di dire certe cose ripeto,con aria menefreghista ("op.cit."); perciò da par mio, in conclusione sono ben contento di essere cresciuto ai miei tempi, che sono stati appunto, anche i tempi di "Keoma".
Neil McCauley/Robert DE Niro [ultime parole]:- "Visto che non ci torno in prigione?"
Vincent Hanna/Al Pacino :-"Già."
Noodles:"I vincenti si riconoscono alla partenza. Riconosci i vincenti e i brocchi.Chi avrebbe puntato su di me?"
Fat Moe:"Io avrei puntato tutto su di te."
Noodles:E avresti perso.