Cinema, uomini, solitudini, e rabbia:
"Keoma", Western, Enzo G. Castellari, 1976, [Italia]
La Morte/Gabriella Giacobbe "Non ce la puoi fare da solo, Keoma!"
Keoma/Franco Nero" :- "Dovrò riuscirci da solo! Perchè sono, solo!Lo sono sempre stato!"
Keoma :- "Pà. Ciò è poi diventato tutto per me."
William Shannon/William Berger :- "Cosa?"
Keoma :- "La guerra. Non l'ho mai potuta capire."
William Shannon :- "La guerra. Io non ne sono sicuro ma credo di capirti. Immagino sia dopo che abbiamo ottenuto attraverso il massacro di tutti quegli indiani, abbiamo pensato che dovevamo fare qualcosa... di generoso. Così abbiamo dato la libertà all'uomo nero. Ora ci sentiamo bene, possiamo tornare a ... finire gli indiani."
[ultime battute]
Keoma :- "Egli non può morire. E sai perché? Perché sarà un uomo libero. E l'uomo che è nato libero non morirà mai."
La strega/La Morte/Gabriella Giacobbe :- "Perché sei tornato?"
Keoma :- "Il mondo continua a girare e a riportarti indietro. Così si finisce sempre nello stesso posto."
[Requisendo le medicine per i cittadini]
Soldato confederato/Wolfango Soldati :- "Questa terra appartiene al signor Caldwell, insieme a tutto ciò che è su di essa. Ora, si doveva pagare per l'acqua ... e ora dovete pagare per le medicine."
[Ride]
Keoma :- "Ehi! Pagherò io questa volta."
Soldato confederato :- "Quanto saresti disposto a pagare?"
Keoma :- "Quattro cent"
Soldato confederato :- "Quattro cent? Quattro cent, è davvero enormemente poco."
Keoma :- "E' il prezzo di quattro pallottole."
[Keoma conta i membri della banda di Caldwell sulle dita, quando ne abbassa uno, compare l'uomo, celebre inquadratura, fino all'ultimo]
Keoma :- "Uno, due, tre e quattro."
[Keoma spara agli altri tre membri della banda, poi si avvicina al soldato confederato e gli porge un proiettile]
Keoma :- "Prendilo. Ha il tuo nome scritto sopra."
La Morte:- "Keoma! Perché sei tornato? Perché sei tornato? Perché sei tornato?"
Keoma:- "Perché al mondo contano solo poche cose: la propria terra e la gente che ami."
La Morte:- "Allora ascoltami: questa non è mai stata la tua gente, non ti ha mai amato, anche se tu, Keoma, hai combattuto per loro e hai vinto per loro. Non andare!"
Keoma:- "Tu che arrivi sempre quando finisce la vita, perché sei venuta da me?"
La Morte:- "Non aver paura. Non per fermarti."
[Flashback su un massacro ad un accampamento indiano, con la voce di un bambino che grida ripetutamente «mamma!»]
La Morte:- "Avrei già potuto farlo una volta – eri bambino. E invece sei sopravvissuto a un inutile massacro, perché l'ho voluto io, ti ho salvato da me stessa, mi sono allontanata da te – l'hai dimenticato. Allora hai proprio deciso?"
Keoma:- "Anche gli affetti e i ricordi sembrano debiti da pagare, quando sei stato via tanto tempo."
La Morte:- "Non sei stanco di uccidere?"
Keoma:- "Il mondo è marcio!"
La Morte:- "Keoma! Keoma! Keoma!"
George/Woody Strode :- "Una volta avevo qualcosa in cui sperare: la mia libertà."
Keoma:- "Ma la guerra è finita: ora ce l'hai, la tua libertà."
George:- "È una libertà che non serve. Per questo bevo."
Keoma:- "Pa', perché abbiamo combattuto?"
William Shannon :- "Cosa?"
Keoma:- "La guerra... a che serve la guerra?"
William Shannon :- "A che serve? Non lo so neanch'io. Io penso che dopo aver massacrato gli indiani dovevamo dimostrare di essere generosi. E abbiamo dato ai negri la libertà. Ora che ci sentiamo giusti possiamo ricominciare a uccidere. [Sospiro] Sei mai stato innamorato?"
Keoma:- "Non come te."
William Shannon :- "Tua madre... è da quando non c'è più che sto cercando qualcosa... E tu che stai cercando, ragazzo mio?"
Keoma:- "Me stesso, credo. Voglio capire chi sono, dare un significato a tutto quello che faccio. Se vivo ci sarà pure una ragione, ma... ho paura che non mi basterà più, quando la scoprirò. E intanto me ne vado in giro a cercare, e anche quando la terra dorme io continuo a chiedermi perché vivo."
William Shannon :- "È successo anche a me quando tua madre fu uccisa, e quando sei andato via. Io vorrei fare qualcosa, Keoma, ma... è strano, per tutta la vita ho sfidato la morte, mi stava davanti e non avevo paura. Ora sono vecchio, sono quasi alla fine, ho voglia di vivere e ho paura."
George/Woody Strode :- "Non ce la farai da solo!"
Keoma: -"Devo farcela, da solo. Perché sono solo."
Dottore/Leonardo Scavino:- "E io che faccio, combatto da solo? E poi c'è mia moglie, devo pensare a lei, è l'unica cosa che mi è rimasta. No, no, mi dispiace, non voglio proprio saperne!"
Keoma:- "Rinunciare è come morire, anche se lentamente. Ma se la pensi davvero così, è meglio che muori subito!"
La Morte [tenendo in braccio il bambino appena nato] :- "Non lasciarlo, Keoma! Non lasciarlo! Morirà! Ha bisogno di te!"
Keoma [andando via a cavallo]:-" Ti sbagli, non ha bisogno di me! È un uomo libero, e chi è libero non ha bisogno di niente!"
"Keoma" e' uno dei più grandi e superiori western italiani mai realizzati, grintoso, triste e violento, è oltretutto caricato in ogni immagine di temi esistenziali. Keoma è un pistolero indiano mezzosangue che si veste come un hippy anni '60 di Ashbury Park, incarnazione stessa in uno dei ruoli più rappresentativi ed iconici per un'intera carriera, di Franco "Django" Nero (appena prima del già qui recensito "Autostop rosso sangue" di Pasquale FEsta Campanile). La semplice storia del film è raccontata in flashback, con uno stile di montaggio astratto e bellissimo, ellittico nella stessa sequenza tra i piani dell'infanzia e quelli del presente; le scene d'azione sono un vero e proprio balletto al rallentatore in cui ogni carneficina e sparatoria è coreografata da Castellari al massimo della sua maestria proveniente direttamente da una tecnica padroneggiata sopraffinamente e che ne faceva a tutti gli effetti una sorta di Peckinpah italiano, ("Keoma" è stato difatti anche uno dei film preferiti di John Woo ...), in più facendo disporre dal film anche di un elemento soprannaturale, nel personaggio di una vecchia strega che è destinata a impersonificare la morte. In realtà ci sarebbe sempre moltissimo da scrivere, e tantissimo e' stato ovviamente già scritto, su "Keoma", anche soltanto per l'analisi delle sue allegorie e i rimandi alle tragedie classiche come a quelle scespiriane, la sua ormai quasi mitica gestazione e lavorazione, la creazione della scenaggiatura con il contributo determinante di John Loffredo/Gianluigi Loffredo, uno dei figli di Shannon/William Berger nel film,oltre a dovere quasi obbligatoriamente spendersi per rendere il giusto rilievo all'enorme colonna sonora composta da Guido e Maurizio De Angelis, e le contenute canzoni-ballate in puro stile Bob Dylan/Joan Baez, e il Leonard Cohen del modello di riferimento "I Comapri"(McCabe and Miss's Miller)(1971) di Robert Altman.
Keoma è come detto un meticcio orfano, che venne adottato da Shannon (William Berger) -in una delle migliori interpretazioni della sua lunghissima carriera nel western in particolare ma anche in tutto il cinema italiano di genere-, un benevolo pistolero e ranchero che ha allevato il ragazzo come uno dei suoi figli. Durante la crescita, i tre figli biologici di Shannon, dissoluti, bulli e tormentati, pieni di gelosia e senso d'inferiorità verso il buono e moralmente dritto Keoma, (che difatti Shannon vede e apprezza ormai come il suo unico vero figlio), non faranno altro che commettere cattiverie e prepotenze contro il ragazzo indiano. L'unico vero amico di Keoma era George (Woody Strode, come sempre eccezionale, un nero braccio destro di Shannon al ranch). Quando Keoma raggiunse la maggiore età, non poteva che andarsene per "trovare se stesso", finendo per servire nell'esercito dell'Unione durante la Guerra Civile, e vincendo alcune medaglie per atti di eroismo. I figli di Shannon sono invece rimasti in città, crescendo fino a diventare inevitabilmente dei malvagi, delinquenti incalliti.
Ora, qualche tempo dopo la guerra, Keoma torna al suo polveroso luogo di provenienza, la città natale spazzata adesso dal vento della desolazione e della sopraffazione. ("Keoma" è un film scenograficamente dominato dalla polvere quale a simboleggiare il tempo trascorso,similermente all'impostazione corbucciana del "Django" originario, di una città abbandonata di pistoleri in mezzo a un mare di fango.) Le cose sono andate decisamente peggiorando in sua assenza. Shannon è stato pensionato dai figli degeneri, e adesso vive in isolamento nel ranch. I suoi tre figli hanno legato il loro destino con quello del "Signor Caldwell"(Donald O'Brien,che gli siano lievi i passi nei Campi Elisi, sfortunatissimo in vita tanto da morire paralizzato e praticamente clochard) capo spietato di un piccolo esercito di predoni ex-confederati che ha preso il controllo della città e lo esegue con il potere del pugno di ferro. (Un altro elemento grafico condiviso con "Django"). Molti degli abitanti sono stati colpiti dalla peste, ma Caldwell non permette a nessuno di uscire e ottenere i farmaci necessari. Intanto George, il mentore e insegnante del tiro con l'arco nella fanciullezza di Keoma è diventato l'ubriaco della città, un capro espiatorio per il divertimento dei sicari razzisti di Caldwell. Keoma incorre immediatamente nella loro ira quando libera dalle loro grinfie una donna incinta (la divina Olga Karlatos), erroneamente creduta come infettata dalla peste, e che doveva essere messa in quarantena con le altre persone malate in un vecchio pozzo di una cava mineraria fuori dal centro abitato. Con aria di sfida Keoma prende posizione in città, affrontando non soltanto e con le sue uniche forze la banda di Caldwell, ma pure i tre rinnegati fratelli suoi alleati. Incoraggiato dal coraggio stoico di Keoma, George getta la bottiglia e prende il suo fidato arco per stare di nuovo con lui al suo fianco. Anche Shannon allaccia di nuovo le cinghie alle fondine delle sue pistole un'ultima volta, per aiutare l'amato figlio adottivo con conseguenze per egli fatali. (Ogni volta che compare la donna strega qualcosa di spiacevole è di solito in vista.) Molto caos e violenza e un numero molto alto di "Body count" ne consegue. Tutto questo diretto con quello stile epico e malinconico efficacissimo nei suoi affondi emotivi e spettacolari, che vedeva in Castellari uno dei più dotati registi italiani del western come degli altri filoni da lui affrontati nel cinema popolare italiano dagli anni sessanta fino agli ottanta ("1990: I Guerrieri del Bronx" [1982]). Le scene d'azione sono particolarmente eccellenti come ovviamente quasi sempre per Castellari, ma qui in particolare egli si supera ampiamente. Suona grande, eh? Bèh, è perchè davvero lo è.
E poi c'è il "Theme or Ballad of Keoma" cantato da Sibyl Mostert assieme allo stesso Guido De Angelis, che è assolutamente splendido. Ora, di solito uno degli aspetti più interessanti di un western nostrano è da sempre stato appunto la colonna sonora. E quella di "Keoma" non fa eccezione pur nella sua unicità, con questa ballata triste che in vari arrangiamenti sottolinea i momenti più struggenti del film. Nel commento audio del disco Castellari dichiara che voleva essa come parte integrante della pellicola, come per "Knockin' at Heavens's Door" di Bob Dylan in "Pat Garrett e Billy the Kid" di Sam Peckinpah. Più volte viene infatti eseguita integralmente ... ad accompagnare intere lunghe sequenze montate e svoltesi in simbiosi con la musica. A partire dai titoli di testa, la voce alla Joan Baez di Sibyl Mostert, e poi una voce maschile alla Leonard Cohen ma più folkie, ci trascina dunque nella "Ballad of Keoma".
Il video del disco Keoma sembra un po 'sbiadito e sembra un po' scuro in punti, ma è generalmente buona. La traccia audio Dolby Mono è utile. (Alcuni debole rumore di fondo è stata rilevata nelle scene più tranquille, però.) Le schermate dei menu animati sono belle, dato uno schema di colori color seppia degno di una tale occidentale polvere incrostata. Purtroppo un frammento di quella canzone godawful gioca sul menu principale ... Arggh!
Bonus caratteristiche: Il trailer teatrale è incluso, insieme a un colloquio di 10 minuti, girato di recente, con la stella Franco Nero. Come racconta alcuni aneddoti interessanti sul film è ovvio Nero ha davvero grande affetto per essa e il regista Castellari. (Nero sembra ancora grande, a proposito, lui potrebbe giocare un eroe d'azione oggi.) Caratteristica migliore del disco è il commento audio con Castellari e americano studioso Euro-occidentale Waylon Wahl. Poco lusinghe è necessario per Castellari a tenere indietro su numerosi aspetti della produzione del film.
Una quantità sorprendente di quello che poi è effettivamente diventato "Keoma" risulta essere stata improvvisata giorno per giorno, e tanto ne è stato scritto in proposito, con Nero e gli altri membri del cast che scrivevano le proprie scene e i dialoghi. Molto orgoglioso del film, Castellari per lunghi anni si mostrava candido circa l'influenza sui vari film e registi americani i quali avevano e mostravano il sul medesimo approccio. Conoscendo Castellari egli mi ha sempre detto che comunque, se avesse potuto vedendolo con gli occhi di oggi avrebbe completamente ri-montato il film tagliando un pò proprio delle bellissime lunghe parti musicate e senza dialoghi, ma so che fa parte probabilmente del suo atteggiamento comunque disincantato e un pò "seduto".
Scorpio
(Da Wiki:)
Regia
Il regista ha dichiarato in una intervista:
« Il soggetto è di Luigi Montefiori, un'intuizione geniale, un'idea straordinaria nella quale mi sono immerso e ne sono stato coinvolto alla prima lettura, ma la realizzazione del film è stata un'altra grande avventura piena di imprevisti, difficoltà, problematiche che ho risolto, con la collaborazione del produttore Manolo Bolognini e quella di Franco. Abbiamo lottato contro tutto ma siamo riusciti a portare a termine l'opera. Posso solo dire che "Keoma" rappresenta il mio "io", la mia personalità come autore, il mio modo di girare, di montare, di sonorizzare e di musicare! Ho realizzato questo film riconoscendomici in tutto! »
(Enzo G. Castellari)
Critica
Considerato dal regista come il proprio miglior film, è forse l'ultimo grande western all'italiana e rappresenta comunque il compendio e il canto del cigno del genere. Il crepuscolo del western trova esplicita allusione nella stessa vicenda del protagonista, nel suo essere "un giustiziere non richiesto, un messia (e in quanto tale crocefisso nel finale)." . Appaiono evidenti, nell'esibizione della violenza, ma anche nel montaggio serrato, le influenze di Peckinpah.
Pur ripercorrendo tutte le convenzioni del genere, il regista le filtra attraverso una visione originale. Nella descrizione di una società malata, "marcia" ("Questo mondo è marcio" afferma il protagonista) si può scorgere l'influenza delle sue precedenti esperienze alla regia di polizieschi. Singolari appaiono anche alcune scelte narrative, quali la personificazione, in una vecchia, della figura della morte, con la quale il protagonista si trova ripetutamente a colloquiare e la partecipazione fisica di Keoma ad eventi della propria gioventù, evocati nella memoria.
Colonna sonora
Nel film il brano "Keoma", composto da Guido e Maurizio De Angelis su testo di Susan Duncan-Smith e Cesare De Natale, è interpretato dalla cantante Sybil Mostert insieme allo stesso Guido De Angelis.
Collegamenti ad altri film
La locandina di "Keoma" – proprio come quella di "C'era una volta il West"– mostra due uomini che, feriti, stanno cadendo in ginocchio tra la polvere del deserto.
Nel film "Le Lacrime di Kali- Tears of Kali"un personaggio si chiama Keoma, e quando entrano nella sua stanza si vede un poster del film.
Le versioni video inglesi tagliano 4 secondi di una caduta di cavallo a causa della politica del BBFC, concernente il trattamento degli animali. Le versioni video correnti sono classificate come vietate ai minori di anni 12, ma quando il film venne distribuito la prima volta fu valutato addirittura con una X (pari a un V.M. 18) e non tagliato.
La trama del film è stata in gran parte improvvisata allo stesso tempo delle riprese, mentre il film veniva fatto. La prima versione della sceneggiatura era stata scritta dal nostro Luigi Montefiori/George Eastman che doveva anche interpretare uno dei figli di Shannon, ma poi troppo altro rispetto a Nero, fu sostituito da Orso Maria Guerrini, ma a Castellari la storia non convinceva fino in fondo. A causa di problemi con il programma, assieme riscrivevano lo script per il giorno successivo ogni sera dopo le riprese del giorno stesso.
Castellari ha sempre dichiarato che di tutti i film che ha diretto, "Keoma" è il suo preferito.
I capelli lunghi di Nero erano in realtà una parrucca.
La parola / il nome Keoma significa libertà.
William Berger era rispettivamente di 13, 15, 18 e 25 anni più vecchio rispetto agli attori che interpretavano i suoi figli.
Il film è stato omaggiato alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia del 2007, all'interno della retrospettiva sugli spaghetti-western.
https://lh3.googleusercontent.com/-axQEuQxdqMM/T_C5ehJYHtI/AAAAAAAAAAA/wSFk5QsWUBA/s1600/vlcsnap-2011-03-02-00h00m36s224.jpgLa donna, sempre presente e sempre presagio.
https://lh6.googleusercontent.com/-mFt5AsLvVWI/T_C5ej7Yg_I/AAAAAAAAAAA/4pLi575dgjM/s1600/vlcsnap-2011-03-02-00h17m19s11.jpgWoody Strode interpreta George, uno dei pochi amici di Keoma. Attore "di sostanza", grande presenza fisica. Apparso anche in stracult personali quali "Vigilante" e "La mala ordina"
https://lh4.googleusercontent.com/-ra8ZKKieZzY/T_C5et8FYZI/AAAAAAAAAAA/pvF2qo7Nyzs/s1600/vlcsnap-2011-03-02-00h30m43s120.jpgQua c'è un piano sequenza con la camera che ruota e zooma intorno ai 2, sempre ai lati estremi dell'inquadratura: prendere lezione ed imparare!
https://lh3.googleusercontent.com/-4gU7jBkAk38/T_C5ehoyxzI/AAAAAAAAAAA/av_nMpcDHyw/s1600/vlcsnap-2011-03-02-00h43m52s75.jpgI paesaggi, molti, sono straordinari!
https://lh6.googleusercontent.com/-rOd19Byij6c/T_C5esScJwI/AAAAAAAAAAA/yHfkPHBwgfw/s1600/vlcsnap-2011-03-03-23h50m02s133.jpgQuella vecchina, la in fondo...
https://lh4.googleusercontent.com/-hzjTiYL3MW0/T_C5euzJBtI/AAAAAAAAAAA/mFVlt1c-3wE/s1600/vlcsnap-2011-03-04-00h00m53s244.jpgQuesta corsa di Franco Nero fa il paio, pari pari, con la famosa scena dell'inseguimento in "Il cittadino si ribella". "Cercavo sempre in ogni film di riprenderlo frontalmente mentre corre, perchè Franco sa correre maledettamente bene davanti alla macchina da presa"
Enzo G. Castellari
https://lh4.googleusercontent.com/-xpik7SiW17o/T_C5eonA0kI/AAAAAAAAAAA/xqdDgXdYC0E/s1600/vlcsnap-2011-03-04-00h16m43s18.jpgQua non posso dire molto, solo che poteva essere una delle immagini da mettere in locandina, estremamente rappresentativa, lo si comprende alla fine del film. Olga Karlatos, ovviamente splendida, ha lavorato molto nel Cinema italiano, come ad esempio celebremente con Fulci in "Zombie 2".
Non ci si può esimere per l'intera o.s.t. almeno dalla splendida "Ballad of Keoma" che come è detto si sente spesso come un filo conduttore lungo tutto il film.