L'8 marzo "secondo" Wanda Marra, da Il Fatto Quotidiano, 9/3/2014 domenica
"Il piacere e la libertà di restare se stesse senza la corsa al "chi ce l'ha più lungo"
"Il colpo d'occhio giallo delle mimose, il sapore del mare e l'odore della primavera: l'8 marzo per me. Convegni, celebrazioni, manifestazioni sulla donna e per la donna mi hanno sempre fatto venire l'allergia. Non mi piacciono le quote rosa, le battaglie di genere, le rivendicazioni dell'identità femminile. Non credo che le donne siano migliori, o diverse, solo perchè donne. Però, credo nell'identità personale e nelle differenze tra esseri umani. E viviamo in un mondo in cui l'omologazione è legge: le legge della competizione, della violenza, della carriera a tutti i costi, della scorrettezza come regola, della razionalità fredda. Dove alla base dei rapporti umani c'è la logica del potere, più che quella degli affetti. Con una continua battaglia "a chi ce l'ha più lungo". Ecco, dicendola volgarmente, ne esce fuori la radice maschile. Mi piacerebbe un mondo dove si può vivere, amare, lavorare, impegnarsi, desiderare, restando se stessi. Dove la diversità e magari persino le debolezze fossero davvero una ricchezza. Questo, forse, fa parte dell'identità femminile."
Per la chiusa non sono d'accordo, per molto altro, sì.