La legge francese sulla parità tra i sessi
di Giulia Siviero
http://www.ilpost.it/2014/02/03/legge-parita-francia/Decostruiamo l'articolo di quest'altra invasata misandrica.
Il 28 gennaio l’Assemblea Nazionale francese ha approvato – con 359 voti a favore, 24 contrari e 174 astenuti – un progetto di legge sulla parità di genere proposto dal ministro per i Diritti delle donne Najat Vallaud-Belkacem e già approvato dal Senato il settembre scorso: prima dell’entrata in vigore dovrà essere riesaminato in seconda lettura dal Senato, entro la prossima primavera. Si tratta di un progetto di cui si stanno occupando anche i giornali internazionali perché rappresenta un modello generale che potrebbe essere replicato anche in altri paesi.
Quindi, ragazzi, il problema è serio...
Per esempio, il New York Times in un editoriale del 25 gennaio ha scritto:
«Si tratta della normativa più completa sui diritti delle donne nell’intera storia della Francia. Il progetto di legge ha lo scopo di dare parità di trattamento alle donne per migliorare i salari, rafforzare le leggi contro la violenza domestica e garantire pari rappresentanza nella vita politica. [...] Questo disegno di legge pone la Francia in prima linea negli sforzi per combattere la continua discriminazione nei confronti delle donne. Considerate le minacce ai diritti delle donne in altri paesi d’Europa e nel mondo, compreso l’accesso legale all’aborto, l’impegno del legislatore a legiferare in modo rigoroso è un buon esempio di quello che i governi possono fare per sostenere la parità dei diritti e le pari opportunità per le donne».
Ecco... io, non avendo le mestruazioni ed essendo libero di ragionare senza essere soggetto ad oscillazioni ormonali, trovo che non abbia senso fare una legge in Francia perché in spagna le donne non possono ammazzarsi da sole a furia di aborti...
Come sapete trovo anche sbagliato considerare l'aborto un problema esclusivamente femminile.
Perché, proprio a proposito dell'aborto, ma non solo, la discrininazione del padre è pur sempre una discriminazione.
E le discriminazione, se parliamo di parità, o le combattiamo tuttte o ci limitiamo a crearne di nuove, studiate a tavolino.
Cose che di solito vengono male.
Soprattutto se a decidere che siano eque e giuste è gente soggetta a oscillazioni ormonali.
«Dopo i diritti civili riconosciuti dalla Liberazione, dopo i diritti economici e sociali degli anni Settanta e Ottanta, è arrivato il tempo di definire le condizioni di una reale e sostanziale parità. Questa terza generazione di diritti delle donne si basa da un lato su uno sforzo senza precedenti per garantire l’effettività dei diritti acquisiti, dall’altra anche su un lavoro di educazione e di cambiamento nei comportamenti per agire alla radice della disuguaglianza. Questo lavoro, che inizia a scuola, deve essere ugualmente fatto nelle istituzioni, nelle amministrazioni, nelle imprese, nei media e nelle associazioni. Poiché le disuguaglianze sono presenti ovunque, dobbiamo agire ovunque».
Sembrano frasi buttete a vanvera ma... non pensiate che le donne francesi siano migliori delle nostre, nonostante si possa ipotizzare una identità nazionale più matura.
Notate i termini in grassetto?
EDUCAZIONECominciamo da "educazione" o "ri-educazione" se vogliamo usare la teminologia senonoraquandista, terragnana o zanardiana.
Io quando sento questi termini, penso subito all'organizzazione del consenso fascista, a Goebbels, e all'ingegnaria del consenso.
Penso alla Gioventù Hitleriana e tremo.
mentre tremo... perché ste cose fan paura, essendo uomo, sento anche un brivido che corre giù, giù, per il braccio fino a causarmi un irresistibile prurito all'indice...
Il dito che serve a premere i grilletti.
Perché... ragazzi... paura o no, i fascisti li abbiamo già fatti fuori una volta.... Rosa o nero che sia, chi opera contro la libertà degli altri, è sempre da combattere.
E... io sono convinto, che tra una ventina d'anni... noi, o gente come noi, quel grilletto sarà costretto a titillarlo...
SCUOLABeh... questa è facile.
I valori occidentali tendono ad associare il valore di un uomo alla sua capacità di produrre.
In Piemonte, fino a non troppia anni fa, il peggior insulto che si poteva lanciare ad un ragazzo, per rovinarlo definitivamente era: "Chel lì a l'ha ne voja ad travajè" ("Quello lì non ha voglia di lavorare").
Questo comportava il fatto che si veniva evitati come la peste dai ragazzi che, invece, avevano mostrato di avere voglia di lavorare ma, soprattutto, dalle ragazze.
Le donne hanno i loro ormoni, che le fanno sragionare per quasi tutta la vita, e noi i nostri.
Noi a vent'anni abbiamo bisogno di chiavare.
Ci sono ingiustizie che non potremmo mai sconfiggere e, ci piaccia o no, le donne hanno dentro l'animo della parassita... Per fare innamorare una ragazza, non puoi pretendere di farti offrire la pizza, devi far leva sul suo istinto da cavernicola, e fargli capire che saprai badare a lei offrendogli il pasto.
Perché, pur con tutte le troiate femministe che si sarà bevuta, nel suo codice è scritto che lei dovrà badare ai figli mentre tu andrai a caccia.
E più prede porterai e più lei e i figlia avranno possibilità di sopravvivere.
Poche migliaia di anni di cultura non possono aver vinto su milioni di anni di selezione naturale, figurarsi quale può essere stata l'influenza delle balle femministe inventate a tavolino.
Ne deriva che il ventenne ha più bisogno della ventenne di disporre di liquidità.
Mettici anche una scuola eccessivamente femminilizzata e inadeguata all'apprendimento maschile, ecco spiegato il maggior abbandono scolastico maschile.
Un'altra cosa da dire è che la favola dello studia le materie per le quali ti senti portato, non vale per i maschi.
Il ragazzo deve studiare qualcosa che serve a trovare un posto di lavoro. Non può rischiare di non trovarlo.
Verrebbe messo al bando.
Questo, se da un lato comporta maggiori difficoltà, tuttavia facilmente superabili, per i maschi, fa si che siamo pieni di biologhe, laureate in lettere ed altre facoltà inutili...
A queste non viene in mente che, al pari dei maschi, avrebbero dovuto studiare qualcosa di utile, invece che interessante, e pretendono che il lavoro glielo trovi lo Stato.
Edf ecco spiegato, senza misteri, perché, improvvisamente, siamo passati dalla singola maestra alle tre maestre. Ed ecco perchè la scuola è tutta in mano alle donne. Ecco perché l'esigenza di inventarsi materie nuove, inutili se non proprio dannose come l'educazione all'affettività.
Ed ecco perché la necessità di "rieducare".
Il bisogno di inventare un emergenza e di ri-educare.
La cosa peggiore è che in questo modo si alimenta la nefasta spirale che femminilizza sempre più la scuola rendendola sempre più inadeguata.
Non sarebbe più semplice ed onesto dire alle ragazze: "fate come i maschi. Studiate qualcosa che vi servirà a trovare lavoro e a non diventare delle inutili parassite come le vostre madri"?
FORZATURE LEGISLATIVE nelle istituzioni, nelle amministrazioni, nelle imprese, nei media e nelle associazioniPer ciò che concerne le istituzioni e l'inquinamento femminile l'Italia è un paese avanti.
I posti statali sono occupati in maggioranza da donne e le strutture statali, non dovendo portare utili, possono permettersi il lusso di avere persino i vertici con poltrone al 50% scaldate da inutili culi sfatti femminili.
Perché in Italia, quello statale, è per mentalità, il lavoro inutile per eccellenza.
A torto. Ma è così.
Il problema nasce nel privato.
le aziende private, soprattutto quelle piccole, attuano da sempre un regime meritocratico.
Il "padrone" sta bene attento premiare la gente che merita. Premiare gente che non merita avrebbe per lui effetti devastanti.
La meritocrazia, tende a premiare gli uomini.
Straordinari, abilità, coraggio, forza... Spesso sono cose che fanno la differenza e, tranne poche eccezioni, sono prerogative maschili.
Forzature che obbligassero i datori di lavoro a premiare le donne (invece che basarsi sualla meritocrazia) inficieranno il rendimento delle aziende e aumenteranno il costo del lavoro.
Ne consegue che i centri di produzione continueranno a spostarsi in quei paesi nei quali i lavoratori non hanno diritti.
In Francia l’80 per cento dei lavori domestici continua a essere svolto dalle donne; un divario retributivo medio del 27 per cento a parità di lavoro svolto separa colleghi e colleghe (che rappresentano l’80 per cento dei salariati a tempo parziale); ci sono solo otto donne a capo di università; l’Assemblea nazionale ha solo il 26 per cento di donne – nonostante la legge 493 del 6 giugno 2000 per promuovere la parità di accesso – e solo il 14 per cento dei sindaci sono donne. Il progetto di legge si sviluppa in base a grandi aree tematiche (politica, famiglia, lavoro, violenza, autodeterminazione) e ha come obiettivo dichiarato il raggiungimento di una parità di fatto tra i sessi.
LAVORI DOMESTICILe donne pensano cha a casa gli unici lavorio sono i loro.
Pensano, evidentemente, che le automobili si cambino l'olio da sole. L'olio, i gommini dei tergicristalli, l'acqua.... Ci sono donne che non sanno cambiare le batterie del telecomando.
Poi, però, rompono i coglioni per farsi aiutare a passare l'aspirapolvere.
Io, per evitare problemi ho comprato uno di quei robot rotondi che... non pulirà benissimo ma....
Quello che mi domando, però è: ma
se io faccio sia il mio che il tuo, tu, che ci stai a fare?In Argentina, la cosa esiste già da anni.
Sapete no? il problema più grave dell'Argentina era proprio quello dei lavoro domestici....
Lo stato ficca il naso nelle scelte delle coppie.
E' una limitazione delle libertà individuali.
Come si eserciterà questo abuso femminista?
E' semplice. Il "rifiuto" dell'uomo a fare i lavoro da donna (oltre ad i suoi) costituirà elemento per l'addebito nelle separazioni.
Ma... come si può fare per le coppie non sposate come la mia?
Soluzione:
Basta non sposarsi.
Lavoro
Finora in Francia, come in Italia, solo le società quotate in Borsa e le imprese pubbliche erano obbligate ad avere entro il 2017 il 40 per cento di donne nei loro Consigli di Amministrazione (in Italia è il 30 per cento). Il nuovo progetto di legge vuole imporre tale obiettivo anche a tutte le aziende con più di 250 dipendenti e che hanno un volume d’affari superiore ai 50 milioni di euro. Le aziende che non rispetteranno la parità tra uomo e donna, pagando per esempio di più gli uomini a parità di lavoro svolto, non potranno partecipare alle gare per gli appalti pubblici.
Visto che schifo?
Vogliamo il privato inefficiente come il pubblico?
Le quote rosa ai vertici delle amministrazioni.
Proprio mentre il 98% delle morti bianche e degli infortuni è maschile?
Posso solo rispondere con le parole di Jimmy:
Jimmy - 7 marzo 2014
Perchè fermarsi “solo” alle liste elettorali? Perchè sono diventate le liste dei “nominati” e non più le liste tra cui scegliere i nostri rappresentanti.. “occasione ricca… mi ci faccio ficcare a forza”… nenche le donne votavano lecandiatate donne in passato… la Nilde Iotti è stata presidente della Camera per 13 anni senza aver mai nominato le “Quote Rose”… Irene Pivetti poteva battere il record essendo stata la più giovane Presidente della Camera, ma ha preferito fare un’altra carriera
50/50 nel corpo insegnante, a tutti i livelli, compresi gli asili nido
50/50 tra i morti sul lavoro
50/50 in fonderia
50/50 in miniera
50/50 tra i dipendenti statali
50/50 tra gli “operatori ecologici” una volta chiamati spazzini
50/50 affido dei figli e della casa famigliare
Gli uomini devono andare in pensione prima delle donne in quanto vivono, in media, sette anni di meno
No alla leva o alla chiamata obbligatoria al servizio militare per i soli maschi
No alla imposizione della paternità non desiserata
Si al riconoscimento dei diritti della paternità pari a quelli della maternità mdificando l’articolo 31 della Costituzione.
Se è “giusto” che ciò che è bene o male per le donne lo decidano le donne, è altrettanto “giusto” che ciò che è bene o male per gli uomini lo decidano gli uomini.
Famiglia
Per superare la tradizionale suddivisione dei ruoli – le donne stanno a casa, gli uomini lavorano – e aumentare il livello di occupazione femminile, il disegno di legge prevede una riforma del congedo parentale. Finora la madre o il padre avevano diritto a sei mesi di congedo alla nascita del primo figlio; da ora sarà possibile prolungare il congedo di altri sei mesi, a condizione che a beneficiarne sia l’altro genitore. Attualmente il 96 per cento dei congedi parentali vengono sfruttati da donne e ogni anno solo 18 mila padri su 540 mila ne beneficiano. L’obiettivo della normativa è arrivare a 100 mila congedi l’anno entro il 2017. Il congedo di tre anni concesso a chi ha due o più figli verrà ridotto ad un massimo di due anni e mezzo se l’altro genitore non deciderà di prendere i suoi sei mesi. Una novità – che però sarà sperimentata per un tempo limitato, 18 mesi, e solo in 14 dipartimenti – è una garanzia pubblica sugli alimenti che spettano al genitore separato: se chi deve pagare non lo fa, sarà lo Stato a farlo rivalendosi in un secondo tempo.
Che schifo!
Invece che invitare la troia a trovarsi un lavoro, come sarebbe corretto, la dovrà mantenere la collettività.
Pur riservandosi di rivalersi sul povero pollo spiumato.
INSEGNATE AI GIOVANI A NON SPOSARSI
E' UN VOSTRO DOVERE MORALE.
Di affido congiunto e di alimenti pagati soltanto per il figlio da parte del genitore con il quale il figlio passa più tempo, non se ne parla.
Ecco la parità, come la vedono le donne.
Solo per i cazzi propri.
Violenza e autodeterminazione
L’Assemblea ha approvato un emendamento sull’interruzione volontaria di gravidanza che elimina la nozione di détresse, una parola che indica disagio, sofferenza, depressione, disperazione, indigenza: la legge Veil del 1975 prevedeva l’accertamento di questa condizione come elemento centrale per legittimare il ricorso all’aborto entro le 12 settimane in mancanza di un presunto pericolo psicologico o fisico per la donna. Con la sua cancellazione, l’interruzione volontaria di gravidanza diventerebbe un diritto e non una concessione vincolata a determinate condizioni. Sul fronte delle violenze coniugali, il giudice potrà decidere di espellere il coniuge violento dal domicilio comune con un provvedimento d’urgenza immediato, senza dunque attendere la condanna penale (uno dei motivi principali per cui le violenze domestiche non vengono denunciate è la durata dei processi e dei provvedimenti).
Il diritto di ammazzare i figli.
E l'inversione dell'onere della prova.
Le false accuse impunite...
Del resto... La Francia, no?
Christine Lagarde insegna...
Politica
Il testo prevede una serie di norme per rendere effettiva la parità di genere nelle istituzioni, rendendo più severe le sanzioni finanziarie per i partiti che non si presenteranno con liste paritarie alle elezioni o che avranno uno scarto maggiore del 2 per cento tra il numero dei candidati di ciascun sesso. Le sanzioni consisteranno nel taglio di una parte dei contributi pubblici.
Noi sti contributi li vogliamo eliminare in ogni caso.
Avanti....
Ovvio che in Francia vi sia dissenso, soprattutto da parte dei simpaticissimi MANIF POUR TOUS.
Che la giornalista, ovviamente femminista, definisce, dispregiativamente, integralisti cristiani.
(Sic.)
Chi è favorevole e chi no
In Francia la discussione sul progetto di legge si è concentrata soprattutto su due emendamenti: quello relativo al congedo di paternità e quello sull’abolizione della condizione di détresse. I deputati dell’UMP (l’Union pour un mouvement populaire, partito di centrodestra all’opposizione) hanno sostenuto che la riforma dei congedi parentali sarebbe un’intrusione inaccettabile dello Stato nella libertà della coppia. Alcuni parlamentari dell’UMP hanno inoltre presentato un emendamento (non condiviso dalla maggioranza del loro partito) in cui a fronte della cancellazione del concetto di détresse proponevano venisse soppresso il rimborso dell’IVG da parte del servizio sanitario pubblico: l’emendamento è stato bocciato.
La legge sulla parità tra i sessi, i congedi di paternità, la modifica della legge sull’aborto, ma anche altre proposte del governo Hollande – come quella di una riforma della famiglia che permetta alle donne sole e alle coppie lesbiche di accedere alla fecondazione assistita o di ricorrere alla “gestazione per altri” o, ancora, il programma già avviato in 600 scuole francesi in via sperimentale per insegnare nelle scuole la “teoria di genere” cioè, semplificando, di tutto ciò che del maschile e del femminile è stato costruito storicamente, culturalmente e socialmente – sono diventate l’occasione di nuove proteste in diverse città della Francia organizzate da quei movimenti che già qualche tempo fa si sono opposti alla legalizzazione del matrimonio omosessuale: su tutti, quello di Manif Pour Tous, il gruppo integralista cattolico che domenica 2 febbraio a Parigi ha organizzato una manifestazione a cui hanno partecipato circa 100 mila persone secondo la polizia (500 mila secondo i promotori).
La portavoce di Manif Pour Tous ha detto che in Francia è in atto «una moltiplicazione degli attacchi contro la famiglia» e che questo metterebbe in crisi «il futuro della società». Manif Pour Tous ha avviato una campagna per far saltare un giorno di lezione al mese agli studenti iscritti nelle scuole in cui viene insegnata la “teoria di genere”. Inoltre, a seguito delle proteste di domenica, il governo francese ha deciso di rimandare - e non prima del 2015 – la presentazione del progetto di legge sulla famiglia, inizialmente prevista per aprile. Il governo ha anche sollecitato sul testo il parere del Comitato etico nazionale, che arriverà solo dopo le elezioni europee: Manif Puour Tous ha parlato di una «vittoria» per il movimento, mentre il ministro Najat Belkacem-Vallaud, ha giustificato questo passo indietro spiegando che «il governo, dandosi più tempo per elaborare il disegno di legge, vuole anche creare le necessarie condizioni di serenità per la discussione».