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Un libro che qui farebbero meglio a leggere, in molti:"Il Mestiere di vivere" -D

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Vicus:

--- Citazione da: TorsoloMarioVanni - Marzo 09, 2014, 18:57:56 pm ---L'arresto e la condanna per antifascismo
Cesare Pavese

Nel 1935 Pavese, intenzionato a proseguire nell'insegnamento, si dimise dall'incarico all'Einaudi e incominciò a prepararsi per affrontare il concorso di latino e greco ma, il 15 maggio, in seguito ad altri arresti di intellettuali aderenti a "Giustizia e Libertà", venne fatta una perquisizione nella casa di Pavese, sospettato di frequentare il gruppo di intellettuali a contatto con Ginzburg, e venne trovata, tra le sue carte, una lettera di Altiero Spinelli detenuto per motivi politici nel carcere romano. Accusato di antifascismo, Pavese venne arrestato e incarcerato dapprima alle Nuove di Torino, poi a Regina Coeli a Roma e, in seguito al processo, venne condannato a tre anni di confino a Brancaleone Calabro. Ma Pavese, in realtà, era innocente, poiché la lettera trovata era rivolta a Tina Pizzardo, la "donna dalla voce rauca" della quale era innamorato. Tina era però politicamente impegnata e iscritta al Partito comunista d'Italia clandestino e continuava ad avere contatti epistolari con il precedente fidanzato, appunto lo Spinelli, e le lettere pervenivano a casa di Pavese che, per accontentarla e senza valutare le conseguenze, le aveva permesso di utilizzare il suo indirizzo.

Il 4 agosto 1935 Pavese giunse quindi in Calabria, a Brancaleone, e qui scrisse ad Augusto Monti[9] "Qui i paesani mi hanno accolto umanamente, spiegandomi che, del resto, si tratta di una loro tradizione e che fanno così con tutti. Il giorno lo passo "dando volta", leggicchio, ristudio per la terza volta il greco, fumo la pipa, faccio venir notte; ogni volta indignandomi che, con tante invenzioni solenni, il genio italico non abbia ancora escogitato una droga che propini il letargo a volontà, nel mio caso per tre anni. Per tre anni! Studiare è una parola; non si può niente che valga in questa incertezza di vita, se non assaporare in tutte le sue qualità e quantità più luride la noia, il tedio, la seccaggine, la sgonfia, lo spleen e il mal di pancia. Esercito il più squallido dei passatempi. Acchiappo le mosche, traduco dal greco, mi astengo dal guardare il mare, giro i campi, fumo, tengo lo zibaldone, rileggo la corrispondenza dalla patria, serbo un'inutile castità.

Nell'ottobre di quell'anno aveva iniziato a tenere quello che nella lettera al Lajolo definisce lo "zibaldone", cioè un diario che diventerà in seguito Il mestiere di vivere e aveva fatto domanda di grazia, con la quale ottenne il condono di due anni.

Gli anni del dopoguerra (1945-1950)
L'iscrizione al Partito comunista e l'attività a "L'Unità"

Ritornato a Torino dopo la liberazione, venne subito a sapere che tanti amici erano morti: Giaime Pintor era stato dilaniato da una mina sul fronte dell'avanzata americana; Luigi Capriolo era stato impiccato a Torino dai fascisti e Gaspare Pajetta, un suo ex allievo di soli diciotto anni, era morto combattendo nella Val d'Ossola. Dapprima, colpito indubbiamente da un certo rimorso, che ben espresse in seguito nei versi del poemetto La terra e la morte e in tante pagine dei suoi romanzi, egli cercò di isolarsi dagli amici rimasti ma poco dopo decise di iscriversi al Partito comunista iniziando a collaborare al quotidiano l'Unità; ne darà notizia da Roma, dove era stato inviato alla fine di luglio per riorganizzare la filiale romana della Einaudi, il 10 novembre all'amico Massimo Mila: "Io ho finalmente regolato la mia posizione iscrivendomi al PCI".

Come scrive l'amico Lajolo[12], "La sua iscrizione al partito comunista oltre ad un fatto di coscienza corrispose certamente anche all'esigenza che sentiva di rendersi degno in quel modo dell'eroismo di Gaspare e degli altri suoi amici che erano caduti. Come un cercare di tacitare i rimorsi e soprattutto di impegnarsi almeno ora in un lavoro che ne riscattasse la precedente assenza e lo ponesse quotidianamente a contatto con la gente... Tentava con quel legame anche disciplinare, di rompere l'isolamento, di collegarsi, di camminare assieme agli altri. Era l'ultima risorsa alla quale si aggrappava per imparare il mestiere di vivere".

Nei mesi trascorsi presso la redazione de L'Unità conobbe Italo Calvino, che lo seguì alla Einaudi e ne divenne da quel momento uno dei più stimati collaboratori e Silvio Micheli che era giunto a Torino nel giugno del 1945 per parlare con Pavese della pubblicazione del proprio romanzo Pane duro.

--- Termina citazione ---
Mi riferisco ai temi fondamentali e allo stile delle sue opere, da cui sembra trasparire un'attenzione centrata su di sé e sul proprio percorso esistenziale piuttosto che sul mondo e gli altri, visti sempre in funzione della propria interiorità. Sembra che per lui la via sia una questione estetica più che etica.

--- Citazione ---027 - "Una donna che non sia una stupida, presto o tardi, incontra un rottame umano e si prova a salvarlo. Qualche volta ci riesce. Ma una donna che non sia una stupida, presto o tardi trova un uomo sano e lo riduce a rottame. Ci riesce sempre."
--- Termina citazione ---
Lo cambierei in:
Una donna che non sia una stupida, presto o tardi, incontra un rottame umano e si prova a salvarlo. Qualche volta ci riesce. Ma una donna stupida, presto o tardi trova un uomo sano e lo riduce a rottame. Ci riesce sempre. :lol:

controcorrente:

--- Citazione da: Vicus - Marzo 09, 2014, 22:28:22 pm ---Una donna che non sia una stupida, presto o tardi, incontra un rottame umano e si prova a salvarlo. Qualche volta ci riesce. Ma una donna stupida, presto o tardi trova un uomo sano e lo riduce a rottame. Ci riesce sempre. :lol:

--- Termina citazione ---

Secondo me invece, qualunque donna, stupida o intelligente, riduce qualsiasi uomo sano in un rottame.
E almeno io personalmente, non ho mai visto una donna salvare un uomo. Sano o rottame che sia.

Vicus:

--- Citazione da: controcorrente - Marzo 09, 2014, 22:42:15 pm ---Secondo me invece, qualunque donna, stupida o intelligente, riduce qualsiasi uomo sano in un rottame.
E almeno io personalmente, non ho mai visto una donna salvare un uomo. Sano o rottame che sia.

--- Termina citazione ---
Le donne che usano la loro intelligenza sono quasi un ricordo del passato.

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