Autore Topic: Donne intelligenti e Squote rosa  (Letto 839 volte)

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Donne intelligenti e Squote rosa
« il: Marzo 12, 2014, 06:59:45 am »
http://it.opinionspost.com/litalicum-e-lipocrisia-delluguaglianza-di-genere/

gennaio 24, 2014 | by Elisa Francese
L’Italicum e l’ipocrisia dell’Uguaglianza di Genere


Bella anche l'immagine scelta dall'articolista:


Rappresenta una gara a Tris...
Un confronto che non si può vincere.


Citazione
"A pena di inammissibilità nel complesso delle candidature circoscrizionali di ciascuna lista nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 50 per cento con arrotondamento all’unità inferiore, e nella successione interna delle liste nei collegi plurinominali non possono esservi più di due candidati consecutivi del medesimo genere”.

Detto in parole povere, in ogni lista dovrà esserci lo stesso numero di candidate donne, e di candidati uomini. E le donne non potranno essere tutte in fondo alla lista.

Questo dice l‘Italicum, la proposta di riforma elettorale lanciata dall’insolito duo Renzi/Berlusconi nei giorni scorsi, a proposito delle così dette “quote rosa” o, come viene definita nel testo di legge “uguaglianza di genere”.

E’ vero, bisogna ammetterlo: viviamo in una società “a misura d’uomo”. Fatta dagli uomini, pensata per gli uomini, in cui noi donne ci siamo affacciate a fatica negli ultimi decenni, conquistandoci il diritto di esserci, a pieno titolo.
Ma perché abbiamo qualcosa da dire, perché siamo in gamba, perché siamo capaci di fare il nostro lavoro.
Non perché un decreto legge obbliga gli uomini a metterci lì, definendoci, di fatto, in questo modo una “categoria” da proteggere e tutelare, un genere inferiore.

Non mi sono mai piaciute, le quote rosa. Ho sempre pensato fossero una concessione, una cosa fatta cadere dall’alto, un regalo elargito generosamente da chi detiene il potere, verso chi, da solo, non ce la farebbe mai.

L’eguaglianza di genere non si ottiene attraverso l’elemosina di una poltrona. L’eguaglianza di genere è un concetto astratto, che di per sé non vuol dire nulla. E finché noi donne ci batteremo, ostinate e cieche, per averla, continueremo ad autorelegarci in quel ruolo di bisognose ed inferiori che contemporaneamente combattiamo.

Ho sempre pensato che la caratteristica per ottenere un posto di lavoro, una candidatura politica, un riconoscimento personale, debba essere la capacità di farlo, quel lavoro, e magari avere un cervello pensante e più di due neuroni che vadano d’accordo tra di loro, indipendentemente dal genere cui si appartiene. Ma anche indipendentemente dall’età, o dal proprio orientamento religioso, o sessuale.

Ed è per questo che bisognerebbe combattere. Donne e uomini insieme. Perché noi donne, tocca ammetterlo, abbiamo sempre combattuto male, e per le cose sbagliate. Chiediamo la parità, in teoria, ma in pratica vogliamo favoritismi. Posti in paradiso acquisiti solo per il fatto di essere femmine. Ma se un nostro collega ottenesse una poltrona al nostro posto solo perché ha i capelli castani, urleremmo allo scandalo per secoli. Mentre il principio è lo stesso.

Ci sono donne geniali, intelligenti, creative. E ci sono donne completamente idiote. E così gli uomini. Ci sono giovani brillanti e promettenti, e giovani assolutamente cretini. E non tutti gli anziani sono saggi, ma nemmeno tutti rimbambiti dall’età.

Introdurre l’uguaglianza di genere ci porterà un giorno a dover avere in lista, o nei consigli di amministrazione, per forza almeno due donne, tre under 30, due omosessuali e un testimone di Geova?
Perché magari, in quell’azienda, o in quella circoscrizione, hanno solo una donna disposta ad iscriversi, o un Buddhista che lavori all’interno, e magari caso vuole, che siano pure due perfetti idioti. Li dovranno promuovere, o candidare per forza lo stesso?

Mi rendo conto che in un paese impregnato fino al midollo di nepotismo, raccomandazioni, spintarelle, bustarelle, ed ora anche di “politically correct”, sto per dire qualcosa di inaudito e rivoluzionario, ma io sono per la meritocrazia. Penso che debba fare strada chi è bravo, chi ha gli attributi, chi è capace. Più degli altri.

Anche se è un uomo, etero e cattolico.
Vnd [nick collettivo].