Autore Topic: Mauro Recher : Nel cognome del padre .  (Letto 697 volte)

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Offline Stendardo

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Mauro Recher : Nel cognome del padre .
« il: Marzo 20, 2014, 21:04:10 pm »
Fonte : http://femdominismo.wordpress.com/2014/01/12/nel-cognome-del-padre/

Nel cognome del padre
12 GENNAIO 2014
Argomento che ,nei 43 anni di vita ,di tanto in tanto viene in auge, come se il cognome del padre fosse l’ultima porta del patriarcato da abbattere..il patriarcato è come il nemico delle esercitazioni di guerra  ( da guardare “L’ allegro squadrone”) che è furbo ,cosi furbo che non si vede mai …

Prendo spunto da un commento del buon Fabrizio Marchi che , quando non parla di Lazio (beh ,nessuno è perfetto) scrive delle cose davvero condivisibili

In linea teorica non avrei nulla in contrario a che un figlio prendesse sia il cognome paterno che quello materno. Non però in virtù di una decisione dei genitori (né tanto meno in caso di indecisione fra i due assegnargli quello materno…) bensì per legge.
Essendo un fautore del principio di eguaglianza (ho detto eguaglianza e non di omogeneizzazione o indifferenziazione) fra i sessi non avrei nessuna difficoltà se per legge si stabilisse che un figlio debba portare entrambi i cognomi. Dal momento che un figlio lo si fa in due (sottoscrivo intanto quanto già detto da Fabrizio Napoleoni) e soprattutto, per lo meno in linea teorica, lo si dovrebbe educare, mantenere e crescere in due, non vedo per quale ragione non dovrebbe portare entrambi i cognomi. Ripeto, per legge, non per decisione dei genitori di attribuirgli quello paterno o materno né tanto meno, ripeto ancora, di attribuirgli quello materno in caso di indecisione fra i due. Quest’ultima proposta mi sembra peraltro l’aspetto più grave di quel disegno di legge, un vero e proprio sputo in faccia agli uomini che di fatto sancisce la supremazia femminile e materna sul maschile e il paterno e che dimostra ancora una volta (qualora ce ne fosse bisogno) il vero volto del femminismo. Della serie:”Facciamo finta di discuterne e di prendere una decisione in comune tanto poi alla fine sono io (madre) che decido”. In questo modo il maschile e il paterno vengono ridotti a un ruolo puramente consultivo …
Un presa per in fondelli. Ormai questa gente non si preoccupa neanche più di camuffare le loro reali intenzioni…
E’ ovvio che si tratta di uno dei tanti tasselli del processo di marginalizzazione del maschile e del paterno spacciato (in questo caso anche assai debolmente…) come un passo verso l’eguaglianza fra i sessi.
E’ ovvio che questa proposta di legge va respinta. Però, anche da un punto di vista tattico, non mi arroccherei sulla difesa ad oltranza del cognome paterno che sarebbe ovviamente letta come un rigurgito neoconservatore e patriarcale ma, come dicevo, sarei piuttosto orientato al doppio cognome, accompagnando però questo ad una battaglia, anche legislativa, relativamente alla paternità e ai diritti e ai doveri che questa comporta. Un punto deve essere fondamentale: se le donne in ultima analisi devono avere pieno diritto a decidere della maternità, gli uomini devono avere lo stesso simmetrico diritto a decidere sulla paternità, cosa che oggi NON è.
Questo per me è un punto fondamentale. Oggi, se mi consentite una battuta (fino a un certo punto..), un uomo che eiacula in presenza o in prossimità di una donna, lo fa a suo rischio e pericolo. Da quel momento in poi potrebbe non essere più padrone, in un senso o nell’altro, della propria vita, né tanto meno sulla vita del possibile nascituro.
Il che è semplicemente assurdo sotto ogni punto di vista, in primis quello del diritto.

Anch’io come Fabrizio non ho nessun timore a dare tutti e due i cognomi al bambino/a,  i bambini si fanno in due ed è giusto che porti il cognome di entrambi …

C’è chi fa notare che potremo avere una sfilza di cognomi che non finisce più …se usassimo la logica della scacchiera http://ulisse.sissa.it/chiediAUlisse/domanda/2003/Ucau030221d001/ ,tra qualche generazione il buon nascituro avrà una sfilza di cognomi che , per firmare un documento ,  ci sarà uno spreco di carta e tempo , ovvio che li deve prevalere il buon senso , un cognome che ricordi il ceppo del padre e uno che ricordi quello della madre …

Però Fabrizio ha anche ragione quando si vuole prevalere dando quello materno, allora usciamo dal contesto di equità, ma si dimostra ancora una volta  che, alle donne , in caso di maternità hanno una grossa voce in capitolo , in sostanza giocano a fare Dio, possono averlo o non averlo ,possono mandarlo in adozione,  tutte cose che l’uomo non può fare… perchè ,se le donne non sono pronte per la maternità, anche gli uomini non possono essere pronti per la paternità …

Il discorso invece è semplice, hai scopato, ti sei divertito e adesso paghi le conseguenze (come finisce il pensiero di Fabrizio dal resto)

Inutile e dannoso poi, fare battaglie perchè il cognome del padre resti l’unico ,si passa per maschilisti incalliti e non serve a nulla…

In definitiva, la parità ,lequità è fatta di diritti e doveri e devono essere uguali per tutti, perchè , per le donne, sopratutto in caso di maternità, ci sono molti più diritti degli uomini e confermare il cognome materno va in quella direzione , il padre conta cosi poco per la società odierna?

Però quando c’è da tirare fuori i soldi, allora anche il papà ha la sua valenza … gira e rigira è sempre una questione di denaro …
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius