canto me stesso
Canto me stesso, e celebro me stesso,
E ciò che assumo voi dovete assumere
Perché ogni atomo che mi appartiene appartiene a voi.
Io ozio ed esorto la mia anima,
Mi chino e indugio ad osservare un filo d’erba estivo.
La mia lingua , ogni atomo di sangue, fatti da questo suolo da quest’aria,
Nato qui da genitori nati qui e così i loro padri e così i padri dei padri,
Io ora trentasettenne in perfetta salute, ora
incomincio,
E spero di non cessare che alla morte.
Credi e scuole in sospeso,
Un po’ discosto, sazio di ciò che sono, ma mai dimenticandoli,
Accolgo la natura nel bene e nel male, lascio che parli a caso,
Senza controllo, con l’energia originale.
Case e stanze sono piene di profumi, gli scaffali affollati di profumi,
Respiro la fragranza, la riconosco e mi piace,
Il distillato potrebbe ubriacare anche me, ma non lo permetto.
L’atmosfera non è un profumo, non ha il gusto del distillato, è inodore,
È fatta per la mia bocca, in eterno, ne sono innamorato,
Andrò sul pendio presso il bosco, sarò senza maschera e nudo,
Mi struggo dalla voglia di sentirne il contatto.
Il fumo del mio fiato,
Echi, gorgoglii, diffusi bisbigli, radice d’amore, filamento di seta, inforcatura e viticcio,
Il mio inspirare ed espirare, il pulsare del cuore, il transitare dell’aria e del sangue attraverso i polmoni,
Il sentore delle foglie verdi e delle foglie secche, della spiaggia e degli scogli neri, del fieno nel fienile,
Il suono delle parole eruttate della mia voce abbandonata ai vortici del vento,
Pochi rapidi baci, pochi abbracci, un tendere a cerchio di braccia,
Il gioco delle ombre e dei riflessi all’oscillare dei rami flessuosi,
Il godimento da soli o tra la folla nelle strade, o lungo i campi o sui fianchi d’una collina,
La sensazione di salute, il vibrare del pieno
mezzogiorno, il canto di me che mi alzo dal letto e vado incontro al sole.
Hai creduto che mille acri fossero molti? che tutta la terra fosse molto?
Ti sei esercitato così a lungo per imparare a leggere?
Tanto orgoglio hai sentito perché afferravi il senso dei poemi?
Férmati con me oggi e questa notte, e ti impadronirai dell’origine di tutti i poemi,
Ti impadronirai dei beni della terra e del sole (ci sono ancora milioni di soli),
Non prenderai più le cose di seconda o terza mano, ne guarderai con gli occhi dei morti, né ti nutrirai di fantasmi libreschi,
E neppure vedrai attraverso i miei occhi o prenderai le cose da me,
Ascolterai da ogni parte e le filtrerai da te stesso.
Walt Whitman, Canto di me stesso, Foglie d'erba