Per quanto concerne il discorso del titolo di studio ed in particolar modo della laurea mi sembra che non si possa prescindere da alcune considerazioni di fondo .
Siccome il cervello delle donne , a differenza di quello degli uomini , appare strutturato in modo tale che esse non riescono a tradurre all’atto pratico il mero nozionismo teorico , accade che esse imparano enormi quantità di nozioni a memoria a breve termine che le porta inevitabilmente , a lungo termine , a non avere più nulla in testa .
Così succede che il 99% delle lauree più difficili ovvero quelle che necessitano maggiormente di capacità deduttive , di raziocinio , di ingegno , di essere tradotte professionalmente all’atto pratico e quelle più utili per la società e non contraddistinte da sterile nozionismo fine a se stesso , sono appannaggio per il 99% degli uomini .
E ciò spiega di converso anche il perché ancora oggi le donne , da sole , non sarebbero in grado di erigere non dico una cattedrale ma nemmeno una palafitta .
Dunque , una laurea in ingegneria meccanica , ad esempio , necessita di capacità intellettive diciamo “diverse” da una laurea in filosofia delle unghie rotte o quel che l’è , anche se sulla carta ambedue risultano essere legalmente equipollenti .
Il risultato di tutta questa situazione perniciosa consiste nel fatto oggi si trovano a circolare una grande quantità di donne laureate che rappresentano più un pericolo che una ricchezza per la società in quanto la stragrande maggioranza delle donne impara nelle università una enorme mole di nozioni rispetto alle quali esse non mostrano di possedere una reale padronanza col rischio che nel momento di tradurre tale nozionismo all’atto pratico e professionale esse dimenticano non il superfluo ma l’essenziale con possibili ripercussioni sociali drammatiche e talvolta perfino fatali perché un conto è dimenticarsi questo “essenziale” nel corso di una lezione di italiano a scuola , un altro conto è dimenticarselo nel corso di un’operazione chirurgica in sala operatoria o mentre si sta costruendo un palazzo o un ponte antisismico .
Stridente , dunque , appare il contrasto tra l’attuale mediocre panorama universitario ed il fine ultimo del sapere accademico che , come la storia dimostra , consiste in quella capacità maschile di donare il proprio patrimonio cognitivo ai posteri sottoforma di opere architettoniche ed artistiche , di scoperte mediche e scientifiche etc. in modo tale da trarne profitto tutta la comunità costituita sia da uomini che da donne .