Autore Topic: Francia . Lettera aperta della Manif Pour Tous a Hollande .  (Letto 838 volte)

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Offline Stendardo

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Francia . Lettera aperta della Manif Pour Tous a Hollande .
« il: Aprile 02, 2014, 14:44:54 pm »
Fonte : http://www.tempi.it/francia-lettera-aperta-della-manif-pour-tous-a-hollande-basta-progetti-sociali-aberranti-lasci-in-pace-le-famiglie#.UzwFnKK5HLY


Francia, lettera aperta della Manif pour tous a Hollande: «Basta progetti sociali aberranti, lasci in pace le famiglie»
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aprile 2, 2014 Redazione

All’indomani della disfatta elettorale di Hollande, Ludovine de la Rochère, presidente della Manif pour tous, ha pubblicato una lettera aperta indirizzata al presidente

manif-parigiAll’indomani della disfatta elettorale di Francois Hollande e della nomina di Manuel Valls a nuovo primo ministro, Ludovine de la Rochère, presidente della Manif pour tous (qui la sua intervista a Tempi), ha pubblicato su atlantico.fr una lettera aperta indirizzata al presidente della Repubblica per chiedergli di riflettere sulla lezione che i cittadini gli hanno impartito alle elezioni e di «lasciare in pace le famiglie».

«PAESE IN CRISI». «Signor presidente della Repubblica – comincia la lettera – il nostro paese attraversa una crisi profonda, una crisi economica con una disoccupazione record e una crisi politica, con una grande disaffezione dei nostri concittadini», come «l’astensione di massa degli elettori» alle municipali ha dimostrato.
Anche «la società» è in crisi e «per dare a Cesare quel che è di Cesare», la Manif ricorda a Hollande che «per la prima volta dalla fondazione della Repubblica nel 1792, un tema che riguarda la società ha dato motivo più volte a un milione di francesi di scendere in strada» a protestare.

Francia, in corso le elezioni municipaliMATRIMONIO GAY E GENDER. Il riferimento non è solo all’approvazione del presunto «matrimonio per tutti», che «priva deliberatamente un bambino di un padre o una madre», ma anche alla valorizzazione «delle rivendicazioni della lobby Lgbt, che è ultraminoritaria e non rappresenta l’insieme delle persone omosessuali in Francia».
La Manif critica i «progetti sociali» di Hollande, «elaborati da apprendisti stregoni, che creano divisioni artificiali tra “etero” e “omo”, sconnessi dalla realtà». La lettera aperta si oppone anche alla riduzione «degli assegni familiari», «che terrorizza le famiglie», all’introduzione del programma «ABCD dell’uguaglianza», che vuole «far entrare nella testa ai bambini l’identità di genere».

«LASCI IN PACE LE FAMIGLIE». Per questo de la Rochèere chiede a Hollande di «rinunciare alle riforme sociali che, come attestano i risultati delle elezioni municipali, hanno l’avallo solo di una piccola minoranza di francesi»: «Signor presidente, noi restiamo vigili davanti alle imminenti nomine [del nuovo governo], in particolare quelle che riguardano la famiglia e l’educazione. Ogni nomina di un partigiano della liberalizzazione della fecondazione assistita e dell’utero in affitto, sarà visto dalle famiglie come una provocazione. Se le famiglie non verranno ascoltate (…), allora scenderemo di nuovo in piazza per fermare questi progetti sociali aberranti».
Questo «non è un ultimatum, ma un appello fatto con il cuore. Lasci in pace le famiglie. Ci lasci in pace».

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Offline Stendardo

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Elezioni Francia, Hollande ha perso per i disastri in economia, ma non sottovalutate «l’effetto Manif pour tous»
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aprile 1, 2014 Redazione

Se il centrodestra ha registrato un ottimo risultato generale, ha perduto a Parigi e Strasburgo, dove i candidati neogollisti hanno preso una posizione favorevole o neutrale sulle nozze gay

manif-pour-tous09Dopo la batosta alle amministrative, Francois Hollande è stato costretto a cambiare. Lo tsunami elettorale che ha colpito i socialisti non poteva avere altro esito. I socialisti hanno perso ben 155 comuni, il partito di centrodestra, Ump, ne ha conquistati 151 e 15 sono andati al Front National di Marine Le Pen. Il cambiamento più importante da parte di Hollande è stata la sostituzione del primo ministro: dimissionato Jean-Marc Ayrault, è stato nominato Manuel Valls, che finora era stato ministro degli Interni.
Come tempi.it vi ha più volte spiegato, il malcontento dei francesi nei confronti dell’esecutivo è motivato, nella sostanza, da ragioni economiche. Troppe le promesse disattese e troppe tasse, tanto che lo stesso Hollande, che ieri è apparso in tv per dire di avere «ascoltato il messaggio» elettorale, ha promesso di «ridare forza all’economia» per riconsegnare ai connazionali «potere d’acquisto» e «sgravi fiscali» per le famiglie.

EFFETTO MANIF. C’è, però, un fattore che non va dimenticato. Queste elezioni, infatti, sono state le prime di ordine generale dopo le manifestazioni di piazza contro le nozze omosessuali. Come ha inciso, se ha inciso, la Manif pour tous? Certo, essa non ha carattere politico, e non ha dato indicazioni di voto, ma non è così peregrino – visto la sua grande capacità di mobilitazione – chiedersi se, in qualche modo, essa abbia influito sull’esito delle elezioni. Ne è convinto, ad esempio Roland Hureaux, nel comitato editoriale di celebri riviste cattoliche come Communio e Commentaire, che ha inviato a non sottovalutare il fattore Manif: «È sfuggito a molti – ha detto Hureaux – ma occorre sottolineare un punto. Se il centrodestra ha registrato un ottimo risultato generale, ha perduto proprio nelle due capitali, Parigi e Strasburgo, quest’ultima in chiave europea, dove i candidati neogollisti hanno preso una posizione inusuale sulle nozze gay rispetto alla linea del partito: a favore, nel caso di Strasburgo, o neutra, nel caso di Parigi».
Proprio nella capitale, ha prevalso infatti Anne Hidalgo col 54,5 dei consensi e grazie all’appoggio, strappato all’ultimo, dei verdi. Secondo Hureaux, proprio la neutralità proclamata dalla sua sfidante Nathalie Kosciusko-Morizet, ha consentito a Hidalgo di prevalere: «Lo mostra pure un fatto: i quattro sindaci neogollisti di settore che hanno firmato il protocollo della Manif sono tutti stati eletti al primo turno. In diversi quartieri, c’è stata delusione fra i cattolici per la scelta della Kosciusko-Morizet».

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