Autore Topic: La storia di Pezzullo e il Quirinale.Paola Tomarelli:Gent.le prof.ssa Zincone...  (Letto 1101 volte)

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Offline Stendardo

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La note della prof.ssa Zincone per conto del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica è consultabile nel link di cui in allegato .

Fonte : http://www.adiantum.it/public/3535-la-storia-di-william-pezzullo-e-il-quirinale.-paola-tomarelli--gentile-prof.ssa-zincone,-riscontro-sua-nota.....asp

05/04/2014 - 11.13

Gentile Prof.ssa Zincone, riscontro la Sua pregiatissima, e la ringrazio di aver dedicato la sua squisita attenzione all'esame della vicenda del signor William Pezzullo, nonchè di aver trovato il tempo di rispondere chiarendo la posizione del Quirinale su una storia che, purtroppo, mette a nudo alcuni aspetti inquietanti del nostro sistema giudiziario e istituzionale.

A beneficio di chi leggerà questa mia, riporto integralmente la sua pregevole nota:

(la nota della prof.ssa Zincone è consultabile al link di cui sopra)

Mi preme cogliere alcuni aspetti. In primis mi corre l’obbligo di sottolineare di non avere alcun contatto con la persona che leggo in indirizzo, ne’ sono a conoscenza di quanto da questi inviato al Presidente. Trovo pertanto singolare che la Sua risposta sia cumulativa, rendendo reciprocamente noti recapiti e generalità di due cittadini tra loro sconosciuti.

Il secondo aspetto riguarda la motivazione dell’onorificenza, che vorrebbe simbolicamente gratificare un comportamento più che una singola persona.

Principio condivisibile, ma è lecito chiedersi quali criteri connotino come “meno coraggioso” e/o “meno civile” il comportamento tenuto da altre cittadine ed altri cittadini in situazioni analoghe, facendo riferimento in particolare al comportamento di William Pezzullo, la persona segnalata nella mia dello scorso dicembre (NDR: vedi allegato a margine dell'articolo).

Anzi, a differenza della Signora insignita del cavalierato, il Sig. Pezzullo è comparso raramente - una sola volta, su una TV nazionale - sulle emittenti pubbliche e private, non ha rilasciato interviste alla stampa locale e nazionale, non ha distribuito foto.

Pur essendo stato anch’egli vittima di una aggressione pianificata ed eseguita dalla sua ex, ha vissuto e continua a vivere con discrezione il proprio dramma, ha sopportato e continua a sopportare con estrema dignità le conseguenze del gesto criminale che - tra l’altro - ha causato una condizione psicofisica di gran lunga più grave di quella, pur gravissima, sofferta dalla Sig.ra Annibali.

Pertanto la disparità di considerazione da parte del Presidente rimane invariata.

Il terzo aspetto riguarda la targa conferita il 25 novembre u.s. ai testimonial della campagna NoiNo.org., che dimostrerebbe l’equilibrio del Presidente ed l’attenzione simmetrica nei confronti dei generi. Una chiave di lettura quantomeno bizzarra, mi perdoni la franchezza; temo che la realtà sia  diametralmente opposta.

Nel caso di specie il soggetto femminile ha ricevuto l’onorificenza con lo status di vittima, mentre i soggetti maschili hanno ricevuto una targa non in quanto vittime ma come non aggressori, in sostanza per aver preso le distanze dalla violenza agita contro le donne.

Continua a radicarsi la percezione distorta che lo status di vittima possa essere associato esclusivamente ad un soggetto femminile, un uomo non può essere riconosciuto vittima di una donna e l’intero genere maschile viene diviso fra chi trova “normale” aggredire le donne e chi invece si schiera contro.

Doverosamente contro, aggiungerei.

Tuttavia la campagna di cui sopra non contempla alcuna pietas per le vittime maschili di violenza; le vittime maschili, pertanto, non esistono ne’ nei temi della campagna NoiNo.org., ne’ nella considerazione del Presidente.

Da ultimo, mi vedo costretta a notare l’incongruenza della Sua chiosa.

Sostenendo che le vittime maschili sarebbero numericamente inferiori alle vittime femminili, afferma un principio difficilmente conciliabile con l’attenzione che il Presidente usualmente dedica alle minoranze.

    Non serve riconoscere le violenze subite dagli omosessuali, perché gli etero vittime di violenza sono di più?
    Non serve riconoscere le violenze subite dai disabili, perché i normodotati vittime di violenza sono di più?
    Non serve riconoscere le violenze subite dagli immigrati, perché gli italiani vittime di violenza sono di più?

Allo stesso modo, non servirebbe riconoscere le vittime maschili per il solo fatto che le vittime femminili sarebbero di più?

Suvvia Professoressa Zincone, La prego di non offendere la Sua e la mia intelligenza. Se fosse valido il teorema della rilevanza numerica, sa spiegare per quale motivo non è mai stato conferito il cavalierato ad un operaio sopravvissuto alla frana o alla caduta dall’impalcatura, visto che ogni anno le vittime di incidenti sul lavoro sono infinitamente superiori ai c.d. femminicidi?

Non è che per caso l’attenzione al caso Annibali nasca non da una esigenza reale e concreta, ma da un condizionamento ideologico che sconfina nel pregiudizio?

Preferisco prendere le distanze da qualsiasi rivendicazione sessista e posizione contro ogni tipo di violenza, a prescindere dal genere di autori e vittime. Mi piacerebbe riscontrare la stessa imparzialità anche nelle figure del Presidente della Repubblica e della Consulente per i Problemi della Coesione Sociale.

 

AVV. PAOLA TOMARELLI

Presidente della Onlus "Dalla Parte di Giasone" (Roma)

Fonte: Redazione
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Offline Cato

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La Zincone è una femminista.