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Storia di ordinaria simmetria

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Cassiodoro:
24/02/2010 - 22.46.44
Tribunale di Bologna. L´assegnazione della casa coniugale è un fatto irreversibile

Giuseppe si separa nel 2000, quando suo figlio ha circa 12 anni. Casa e bambino vengono affidati alla ex moglie, che lavora regolarmente ed ha anche altre proprietà immobiliari ricevute in eredità. In prossimità della maggiore età, il ragazzo sceglie di andare a vivere con il padre, che negli anni aveva messo sù casa (in affitto), e aveva corrisposto un assegno che, a quel momento, ammontava a circa 350 euro mensili. Si presume, pertanto, che la stessa somma non avrebbe subito diminuizioni, nel perdurare della convivenza del figlio con la madre.
Alla luce della nuova situazione, Giuseppe fa istanza per ottenere l´assegnazione della casa coniugale (in comproprietà con la ex moglie) e la corresponsione di un simmetrico assegno mensile, a carico della madre. A marzo del 2007 la giudice titolare della causa delibera di non assegnare la casa ad alcuno, tantomeno al figlio, motivando la decisione in questo modo:".....infatti il figlio Andrea decideva liberamente di trasferirsi con il padre, in altra abitazione del padre presa in locazione, così dimostrando di avere reciso il legame fatto di abitudini ed affetti che gli aveva sempre fatto preferire rimanere nella casa coniugale.Non ricorrono, quindi, i presupposti per assegnare il domicilio coniugale neppure al padre, non essendovi alcun interesse della prole da tutelare". Nessun interesse ! Come se il ragazzo avesse cancellato, con un colpo di spugna, l´affezione naturale per la casa in cui era cresciuto fino a qualche mese prima. Sarebbe bastato chiedergli se veramente le cose stavano così, ma il giudice non ne ha ravvisato l´utilità. Pertanto, via anche il figlio dalla casa (e se fosse stata una figlia ?.....). In ossequio alla più classica delle commedie, non poteva mancare la beffa: "....La signora sarà tenuta a corrispondere la somma di Euro 80 (!) mensili a far data dalla pubblicazione della presente sentenza........Dispone che il padre provveda all´intero esborso relativo alle spese straordinarie necessarie per il figliolo....". In pratica, il ragazzo "valeva" 350 euro quando conviveva con la mamma e, adesso che sta con il papà, "vale" soltanto 80 euro...La morale è chiara: a Bologna l´assegnazione della casa coniugale al genitore di sesso femminile è irreversibile, e la valenza economica dei compiti di cura viaggia su due binari diversi, a seconda del genere (maschio o femmina) a cui il genitore appartiene. Due realtà parallele, in pratica, che per definizione non si incontrano mai.

http://www.adiantum.it/new_version/vedi_news.asp?idcategoria=20&idnotizia=210&pagin=3&ordine=commenti-idCommento-desc

Tullio:
Questo non mi sorprende in quanto i figli nella nostra cultura giuridica sono il pretesto per far pagare agli uomini il prezzo della copula.

Il prezzo e' e deve sempre essere alto.

Infatti essa lascia il sospetto che l'uomo ne tragga piacere piu' del consentito, per via della penetrazione e delle varie posizioni, molto richieste, ma giudicate degradanti per la dignita' femminile, dopo.

Quindi deve pagare.

Questo serve per compensare quella ingiustizia strutturale con cui Dio ha concepito l'atto sessuale tra gli uomini e le donne. Si tratta di una compensazione con la giustizia umana agli errori del Padre Eterno.



ilmarmocchio:
Che schifo

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