Autore Topic: Fabrizio Marchi : Il femminismo sbarca in Rwanda .  (Letto 759 volte)

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Offline Stendardo

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Fabrizio Marchi : Il femminismo sbarca in Rwanda .
« il: Aprile 11, 2014, 02:00:25 am »
Fonte : http://www.uominibeta.org/articoli/il-femminismo-sbarca-in-rwanda/

Il femminismo sbarca in Rwanda
di Fabrizio Marchi

   
“Dopo il genocidio – recita l’articolo – la partecipazione femminile alla vita politica e sociale è cresciuta in maniera esponenziale. E il Ruanda è diventato il primo paese al mondo in cui le donne hanno la maggioranza in parlamento”.

Si considera a priori come positivo il fatto che il Parlamento di un paese sia composto in maggioranza da donne o governato da donne.

Naturalmente ci sarebbe molto da dire anche perché non mi pare che in piena era femminista le donne che hanno governato negli ultimi venti/trent’anni in Europa e nel mondo, dalla Thatcher alla Merkel, dalla Rice alla Clinton, dalla Lagarde alla Timoshenko fino alla più modesta Fornero e via discorrendo, abbiano marcato chissà quale differenza (la chiamano “specificità di genere”…) dai loro colleghi di sesso maschile né tanto meno si siano contraddistinte per politiche economiche e sociali che abbiano trasformato significativamente lo stato delle cose se non in negativo.

La conservatrice Rice (e prima di lei la Thatcher..) e la “progressista e femminista” Clinton sono due guerrafondaie di stato che teorizzano la guerra imperialista e neocoloniale come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. La Timoshenko è una golpista finanziata dalla CIA che non si è fatta scrupolo di portare i neo nazisti ucraini al governo pur di conquistare il potere. La Lagarde e la Merkel si trovano in quella posizione perché incaricate di applicare le politiche economiche antisociali, impopolari e classiste dell’FMI, della BCE e dell’ UE. La Fornero…va bè…che ve lo dico a fare…

Ma la questione che volevo segnalare, nel caso specifico, è un’altra.

Il motivo per cui il Parlamento rwandese è composto per la maggior parte da donne è fondamentalmente dovuto ad una ragione di ordine demografico.  Infatti a restare vittime della guerra civile e del terribile genocidio che ha sconvolto il paese, sono stati prevalentemente gli uomini, di qualsiasi età.  E’ per questo che il Rwanda è oggi popolato per il 70% da donne.

Questo “particolare” viene ovviamente sottaciuto, sia perché il mantra ideologico politicamente corretto deve sostenere che sono sempre le donne le prime vittime di ogni guerra (anche quando e laddove è palesemente vero il contrario), sia perché si deve celebrare lo sbarco del femminismo, sia pur adattato e contestualizzato alla realtà del continente africano, addirittura nel Rwanda.

Nell’attesa che arrivi (speriamo proprio di no…) un nuovo Bokassa o un nuovo Amin, questa volta in gonnella, che smentiscano ciò che del resto hanno già smentito la Thatcher, la Rice e la Clinton ( e tante altre nella storia, da sempre), e cioè il luogo comune in base al quale la guerra (la violenza) è sempre, solo e soltanto maschile.
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius