Cinema, uomini, solitudini, e rabbia:
"Mad Max - Interceptor"
Azione, drammatico, fantascienza, ozploitation, George Miller, 1979, [Usa]
Vivevo da bambino a Londra quando “Mad Max” uscì, secondo paese al mondo dopo l'Australia, nel novembre del 1979. “Mad Max” venne poi distribuito in quasi tutti i paesi del mondo nel corso del 1980, Italia compresa, dove uscì in quel gennaio. Intitolato “Interceptor” come scritto sulle mitiche auto della polizia stradale quale quella del protagonista Max Rockatansky/Mel Gibson, venne vietato praticamente ovunque con la motivazione che una scena in cui viene bruciato vivo un poliziotto, schiacciato dalla sua moto da parte di alcuni componenti di una banda di criminali era troppo vicina a un fatto vero che era accaduto nell'Isola Nord di Nuova Zelanda non molto prima che il film uscisse. Così, ad esempio il pubblico cinematografico della Nuova Zelanda incredibilmente non ebbe l'opportunità di vedere “Mad Max” alla sua iniziale uscita cinematografica. Poi, naturalmente, uscì “Mad Max 2/The Road Warrior” (1981), il quale fu ancora di più un grande successo in tutto il mondo, e quindi il anche il primo film venne distribuito in Nuova Zelanda senza problemi. Tardivamente nel 1983, “Mad Max” venne ripresentato alla schedatura della censura e accettato questa volta con un certificato R18 (Restricted, vietato ai minori di anni 18)- l'equivalente di un rating, una classificazione X come quella per i film porno o NC-17, vietato ai minori di anni 17 negli Stati Uniti, e quindi non in grado di essere visto da un pubblico di età inferiore ai 18 anni. (Il film è stato poi successivamente programmato dalla tv neozelandese uncut[!]). Avendolo dunque visto per la prima volta senza avere previamente visto il sequel “The Road Warrior”, non credetti che avrebbe potuto essere superato. Come spiego nella recensione del su menzionato, mi dovetti invece ricredere. Non avrei da spettatore infatti mai creduto che un sequel avrebbe potuto essere un film al livello se non superiore uguale di un capostipite come “Mad Max”, che divenne da subito uno dei miei film preferiti in assoluto, e non solo per il suo genere d'appartenenza.
Racconto questo perché spero possa mostrare la differenza essenziale tra “Mad Max” e i due film che seguirono. Mentre “Max Mad” si svolge più o meno nello stesso ambiente - bèh, sembra che ci sia stato un intero olocausto nucleare che ha abbia luogo tra “Mad Max” e “Mad Max 2”, “Mad Max” è invece situato in un posto nel quale c'è ancora una parvenza di ordine sociale, anche se in decomposizione e di frontiera- i toni di entrambi i film sono molto diversi “Mad Max 2” può essere goduto dallo stesso pubblico che era andato a vedere “Star Wars” per apprezzarne l'influenza da comic strip di buona annata, e per la pura e coinvolgente energia cinetica, d'altra parte, “Mad Max” non è un film progettato come lo sarebbe probabilmente stato oggi, per un pubblico per lo più di adolescenti, così come non lo sarebbe stato “Mad Max 2” - piuttosto il pubblico di questi film all'epoca fu quello che decretò il grande successo de “Il Giustiziere della notte” (Death Wish) (1974) di Michael Winner, di quasi tutti i capolavori di Sam Peckinpah e dei film di biker nei primi anni settanta. “Mad Max 2” è la luce stessa, in quanto dotato di un nerissimo umorismo, pur riuscendo a mantenere la violenza ben più grave di quella che poteva essere in molti film dell'epoca con Arnold Schwarzenegger; “Mad Max” è invece triste e del tutto privo di senso dell'umorismo, la violenza è meno comico-calibrata ed è ancora più selvaggia nei toni - le persone sono bruciate vive nei loro veicoli, ci sono attacchi a colpi d'ascia su auto in corsa - e il film supera in selvaggia determinazione e schiettezza il tema della vendetta di Max.
Inoltre, tra “Mad Max” e “Mad Max 2”, George Miller ha ancora migliorato il suo stile di regia. “Mad Max” è un bellissimo B-movie tirato a lucido; “Mad Max 2” è un film di ben maggiori dimensioni e compattezza. In “Mad Max” George Miller operò infatti con un budget di 400.000 dollari australiani. Facendo con essi sì miracoli, ma “Mad Max” è spesso anche grezzo, e a volte è proprio in ciò che risiede un'altra delle sue tante e affascinanti componenti. La colonna sonora della versione cinematografica è un po' povera (per il pubblico americano il film venne completamente ridoppiato in quanto gli accenti australiani non lo avrebbero di certo aiutato, e l'intera colonna sonora fu sostituita). La partitura musicale è infatti probabilmente l'unico elemento che non aiuti particolarmente il film, sembrando un misto di musica da western anni '50, documentari didattici, e colonne sonore da film di gangster. Tuttavia, “Mad Max” si svolge con una energia enorme la quale è propriamente la sua stessa essenza. Particolarmente entusiasmante è l'apertura con inseguimento ad alta velocità e l'auto che passa attraverso un caravan sventrandolo, poi abbattendosi su altri veicoli, alcune cabine telefoniche, e la lenta rivelazione di Max - p. p. dei suoi stivali, occhiali scuri, il mento riflesso nello specchietto, prima della rivelazione completa del suo volto - il primi piani che formano un solido muro implacabile contro la follia selvaggia del Nightrider in arrivo mentre si dirige verso Max in una folle gara. Tra l'azione e oltre la forza di queste potentissime sequenze però, il film rallenta nelle scene in cui George Miller tenta di delineare il personaggio di Max e il suo carattere, tramite il rapporto con la moglie in una parte del film che è notevolmente importante.
In Australia, il grandissimo successo del film è venuto anche per il suo avere lanciato in un vero e proprio culto una notevole autovettura che esiste radicata nella cultura motoristica aussie (australiana). “Mad Max” è quasi una escalation satirica di questa cultura dell'auto -. Nessuno nel film sembra guidare qualsiasi cosa a meno di 120 Km/h, o si ferma mai se non sollevando una grossa nuvola di polvere, fumo blu o ancora meglio, distruggendo totalmente il proprio veicolo.
http://3.bp.blogspot.com/-9oG6Zc8ipBU/UDC5xrVNStI/AAAAAAAADiE/IatbMEI7_yM/s1600/vlcsnap-2012-08-16-20h38m21s92-tile.jpg“Mad Max” è stato molto acclamato - venne inserito fin da subito nella lista dei “Cult Movies of Danny Peary” dallo stesso (1981), anche se si sospetta che il suo assurgere ad uno status di culto sia stato più a causa della popolarità travolgente e influente del sequel, e che “Mad Max” da solo e unico potrebbe non aver raggiunto la stessa statura. Certo, per la sua affermazione come un riferimento nella science-fiction cinematografica, “Mad Max” ha sorprendentemente poco in termini di elementi di fantascienza. Anche l'impostazione futuristica è quella che potrebbe essere solo presumibilmente - per chi non ha familiarità con l'Australia-e facilmente supporre che il film stesse avvenendo nella contemporaneità, forse solamente accentuata.
George Miller ha come ricordato diretto due sequel di “Interceptor/Mad Max”: "Interceptor -Il Guerriero della strada”(Mad Max 2/The Road Warrior) (1981) e “Mad Max -Oltre la Sfera del Tuono”(Mad Max Beyond Thunderdome)(1985). Nel decennio successivo, ci sono state voci insistenti di un quarto “Mad Max”, e ad un certo punto dibattuta anche l'idea di una serie tv tratta da “Mad Max”. Adesso, nell' anno 2014, George Miller è alle prese finalmente con lavorazione nel deserto della Namibia, del quarto capitolo intitolato per ora “Mad Max: Fury Road”, protagonista nell'iconico ruolo di Max Rockatansky, uno dei maggiori attori contemporanei, l'inglese Tom Hardy appena reduce dall'interpretazione del maggiore villain di “The Dark Knight Rises”, Bane.
La carriera registica di George Miller come detto avrebbe spiccato il volo dopo il successo internazionale di “Mad Max 2”. Ricorderò in occasione della recensione del secondo capitolo di quando fu invitato da Steven Spielberg per dirigere un episodio di “Ai Confini della Realtà -Il Film”(Twi