Autore Topic: Francia:"Giornata di ritiro dalla scuola" contro l'ideologia gender. Successo.  (Letto 840 volte)

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Offline Stendardo

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Fonte : http://www.tempi.it/francia-successo-per-la-giornata-di-ritiro-dalla-scuola-contro-ideologia-gender-31-mila-bambini-non-vanno-in-classe#.U03EvaK5HLY


Francia, “Giornata di ritiro dalla scuola” contro l’ideologia gender: 31 mila bambini non vanno in classe
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aprile 15, 2014 Leone Grotti

La seconda giornata si è tenuta lo scorso 31 marzo. Durante la prima 17.924 bambini erano stati lasciati a casa dalle famiglie preoccupate: i numeri sono raddoppiati

francia-jre-genderSi è rivelata un successo in Francia la seconda “Giornata di ritiro dalla scuola” (Jre), l’iniziativa organizzata da Farida Belghoul per protestare contro l’imposizione dell’ideologia di genere nelle scuole francesi. Lo scorso 31 marzo 31.548 studenti in tutto il paese sono stati lasciati a casa dalle loro famiglie. Alla prima Giornata in febbraio gli alunni lasciati a casa erano stati 17.924: i numeri quindi sono quasi raddoppiati.

«PARTECIPAZIONE AUMENTA». «La partecipazione aumenta – commenta Belghoul – le rappresaglie hanno sempre meno impatto sulle famiglie. Più il tempo passa e più i genitori disprezzano le pressioni illegali e inutili dell’educazione nazionale. Più i genitori hanno un’identità forte, più sono attaccati elle loro tradizioni e più danno prova d’eroismo partecipando alla Jre».
Il 44,70% dei bambini lasciati a casa frequenta la scuola materna, il 40,19% le elementari, a conferma che le famiglie temono soprattutto l’indottrinamento dei più piccoli.

francia-papà-porta-la-gonna-matrimonio-gay-genereABCD DELL’UGUAGLIANZA. Il movimento messo in piedi da Belghoul è nato per protestare contro il programma ABCD dell’uguaglianza voluta dal governo Hollande, che per «eliminare pregiudizi e stereotipi che possono essere alla base di discriminazioni» arriva a incitare i bambini fin dall’età di sei anni «a scegliere l’orientamento sessuale» proponendo libretti educativi come “Papà porta la gonna“, “Signora Zazie (ha il pistolino?) e “La nuova gonna di Bill”.

«PAURA IRRAZIONALE». Per il governo l’impatto della Jre «è marginale» e la paura alimentata dal movimento «irrazionale». Ma sempre più famiglie dimostrano di non apprezzare il tentativo del governo di «cambiare le mentalità degli studenti», come dichiarato programmaticamente dall’ex ministro dell’Educazione nazionale Vincent Peillon in una lettera inviata a tutti i rettori scolastici.

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Offline Stendardo

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Francia,gli insegnanti si mobilitano per "salvare la scuola" dal gender .
« Risposta #1 il: Aprile 16, 2014, 12:39:00 pm »
Fonte : http://www.tempi.it/francia-gli-insegnanti-si-mobilitano-per-salvare-la-scuola-da-hollande-e-dal-gender-noi-non-facciamo-propaganda#.U05dWqK5HLa

Francia, gli insegnanti si mobilitano per «salvare la scuola» da Hollande e dal gender: «Noi non facciamo propaganda»
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marzo 10, 2014 Leone Grotti

Parla Olivier Gosset, presidente degli “Enseignants pour l’enfance”: «È una battaglia teorica, antropologica e giuridica. Dobbiamo informare i genitori perché proteggano i loro figli»

Le-Gender-a-l-ecole-une-victoire-en-trompe-l-aeil_largeInsegnanti, genitori, cittadini comuni uniti con l’obiettivo di «salvare la scuola». Sono gli “Insegnanti per i bambini”, organizzazione nata l’anno scorso in Francia dopo che «il 4 gennaio 2013 il ministro dell’Educazione Vincent Peillon ha inviato una lettera a tutti i presidi, che cominciava così: “Il governo si è impegnato a lavorare sui giovani per cambiare la loro mentalità”. Più avanti si parlava di “identità di genere“. È allora che abbiamo capito che dovevamo avvertire i genitori e vigilare sugli alunni, perché stavamo per diventare strumenti di propaganda». A raccontare a tempi.it la battaglia dei francesi contro «l’introduzione subdola» a scuola dell’ideologia di genere è Olivier Gosset, presidente dell’associazione.

Quanti insegnanti compongono la vostra associazione?
La nostra associazione comprende 250 membri: una sessantina di iscritti, più di 150 aderenti non iscritti e una trentina di simpatizzanti, genitori di alunni o amici che ci sostengono. Il nostro obiettivo è che l’ideologia di genere scompaia dalla scuola.

Che cosa fate per raggiungere questo obiettivo?
Noi informiamo prima di tutto gli aderenti a questo progetto sul contenuto di questa ideologia, così che ognuno possa constatare e comprendere l’incompatibilità di questa dottrina con le prerogative della scuola. Noi facciamo anche incontri a Lione e in tutta la Francia.

hollande-scuola-classeSolo questo?
No, ci facciamo anche sentire manifestando: è tempo di far vedere ai nostri politici che una parte degli insegnanti non è d’accordo e si rifiuta di diventare uno strumento di una causa particolare. Anche per questo lavoriamo con dei giuristi. Bisogna mettere la scuola davanti alle sue responsabilità: il genere viene infatti inserito a scuola in modo illegale.

Quando è nata l’associazione?
È nata dopo che il 4 gennaio 2013 il ministro dell’Educazione Vincent Peillon ha inviato una lettera a tutti i presidi, che cominciava così: «Il governo si è impegnato a lavorare sui giovani per cambiare la loro mentalità». Più avanti si parlava dell’identità di genere. Allora abbiamo capito che dovevamo cominciare a vigilare sui nostri alunni e avvertire i genitori della strumentalizzazione che stava per essere introdotta. In più, abbiamo capito che il ministero voleva farci diventare strumenti di propaganda. Abbiamo deciso di proteggere il nostro mestiere e la nostra vocazione.

Che cosa pensate del programma ABCD dell’uguaglianza?
Questo programma è la prima fessura dalla quale si cerca di introdurre l’ideologia di genere nella scuola: con la scusa di promuovere l’uguaglianza dei sessi, si cerca di negarli. Gli esercizi che questo programma propone incitano i bambini a sperimentare il cambio di sesso. L’esercizio “Danser le Petit Chaperon rouge” propone ai piccoli di mimare il celebre conte di Perrault e chiede ai bambini di fare le bambine e alle bambine di fare il personaggio del lupo. Come si vede, è la nozione di arbitrarietà dei generi che viene utilizzata per lottare contro le disuguaglianze. Questa variazione dell’identità e i presunti benefici che dovrebbe portare sono il cuore della dottrina di genere.

scuola-decreto-scuola-genderCome si difendono i genitori francesi?
Credo che la prima cosa sia conoscere l’avversario contro cui ci si batte. Il genere è una pseudo-teoria artificiale e complessa che può essere imposta solo con la menzogna e quindi bisogna conoscerla per capire i sotterfugi con cui la si vuole far passare. Bisogna poi essere convinti dei fondamentali: l’alterità sessuale è una realtà ontologica che fa parte del nostro essere umani. Non c’è bisogno di essere cristiani per affermarlo. Lo stesso Marx scriveva: «Il rapporto tra uomo e donna è il più naturale tra esseri umani». Il genere impone dunque una nuova soggettività che vuole fabbricare un’umanità a sua immagine e somiglianza. Bisogna perciò riscoprire che cosa fa di noi uomini e donne per ostacolare l’utopia della indifferenziazione. Infine, questa ideologia che entra a scuola in modo subdolo viola i diritti fondamentali iscritti al cuore delle repubbliche moderne: inviolabilità della coscienza, neutralità dello Stato, libertà educativa lasciata ai genitori. Queste cose dobbiamo conoscerle. La lotta contro il gender è quindi teorica, antropologica e giuridica e ci chiede di diventare più consapevole, più informati e più attivi. Questo compito può sembrare faticoso ma ne va dell’avvenire della nostra società.

I genitori hanno il diritto di decidere l’educazione che la scuola dà ai loro figli?
Sì, questo è un diritto garantito dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo che all’articolo 26 stipula: «I genitori hanno il diritto…». In Francia il codice civile afferma che «lo Stato garantisce il rispetto della personalità del bambino e dell’azione educativa delle famiglie». Il gender, che vuole far credere che la differenziazione dei sessi sia un costrutto sociale, fa entrare a scuola un’opinione che viola il principio di neutralità dello Stato. Il nostro governo, del resto, ne è del tutto cosciente e per questo si impegna a negare l’esistenza di questa dottrina nelle misure educative che propone. Questo è quasi comico perché i documenti ufficiali non smettono, da due mesi, di essere riscritti: cancellano da tutti sistematicamente il termine “genere”. Questo mi ricorda il celebre romanzo 1984. E per tornare seri, noi sappiamo da Annah Arendt che il tentativo di falsificare il passato è proprio il processo che distingue un regime totalitario. È chiaro quindi che non siamo più in una situazione normale, dove le cose possono essere esposte, dibattute e decise in modo oggettivo. L’utopia del gender non può affermarsi che attraverso la dissimulazione, la menzogna e la violenza legislativa.

gender-scuola-tempi-copertinaE ora che il governo sta sperimentando l’ABCD dell’uguaglianza?
È per questo che stiamo combattendo: perché una volta che questo programma pilota sarà approvato dal ministro, noi saremmo costretti a insegnarlo. È per questo che mettiamo in guardia l’opinione pubblica, i giornalisti e i politici su quello che sta succedendo. La nostra prima missione, in questo senso, è rendere testimonianza alla verità.

Anche in Italia questa ideologia comincia a imporsi. Che consiglio dà ai nostri insegnanti e genitori?
Sono contento di questa domanda perché si può resistere solamente se stiamo uniti. Lo Stato, nel suo tentativo egemonico, cerca di separare gli uni dagli altri: ai genitori nasconde questo obiettivo, agli insegnanti lo impone. Essere uniti vuol dire che gli insegnanti devono informare i genitori, che devono proteggere i loro figli. Solo così potremo salvare la scuola. Da noi poi è stata organizzata da una donna, Farida Belghoul, una protesta particolare: la “Giornata di ritiro dalla scuola”: 18 mila bambini non vanno in classe un giorno al mese. Questa iniziativa radicale ha smosso le acque e ha costretto il governo a tornare indietro sull’introduzione del gender nelle scuole, cercando di minimizzare la cosa. Ma questo gesto ha fatto capire che sono i genitori i primi responsabili dell’educazione dei loro figli. È venuto il momento di rivendicare l’autorità dei genitori sui figli, che viene prima dello Stato. Questa dignità ci fa grandi. Dante, il vostro grande poeta, scriveva: «Lo maggior don che Dio per sua larghezza/ fesse creando, e a la sua bontate/ più conformato, e quel ch’e’ più apprezza,/ fu de la volontà la libertate;/ di che le creature intelligenti,/ e tutte e sole, fuoro e son dotate».

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