Autore Topic: "Infinite Jest"(Prima Ed. 1996) di David Foster Wallace, Einaudi Stile Libero  (Letto 4991 volte)

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« Dio potrebbe inserire la questione se crediate nell'esistenza di un dio o meno piuttosto in basso nella lista delle cose sul vostro conto che a lui/lei/esso interessano »
(D. F. Wallace, Infinite Jest (1996; tr. it. 2006, p. 245)

"Infinite Jest"(Prima Ed. 1996) di David Foster Wallace, Einaudi Stile Libero 2006, prima ed. ita. Fandango libri 2002

"C’è una cosa che gli Aa sembrano omettere di menzionare quando sei nuovo e completamente fuori di testa dalla disperazione e pronto a eliminare per sempre la tua mappa e ti tocca sentirti dire che le cose andranno sempre meglio se continuerai ad astenerti e darai tempo al tuo corpo di riprendersi: omettono di dirti che il modo per migliorare e stare meglio passa attraverso il dolore. Non intorno al dolore o nonostante il dolore.
Questa parte la lasciano fuori, e parlano invece di Gratitudine e di Liberazione dalla Compulsione. Invece si sente molto dolore a stare sobri, e di questo ti accorgi dopo, con il tempo. Poi, quando sei pulito e non desideri le Sostanze più di tanto e hai voglia sia di piangere sia di ridurre in poltiglia qualcuno, gli Aa di Boston iniziano a dirti che sei sulla strada giusta e faresti bene a ricordarti la sofferenza senza scopo di quando eri assuefatto, perché almeno questa sofferenza sobria adesso ha uno scopo. Ti dicono che per lo meno questa sofferenza significa che stai andando da qualche parte, invece di girare all’infinito nella ruota del topolino come quando eri assuefatto. Tralasciano di dirti che dopo la magica sparizione del bisogno di farsi e sei o otto mesi di fila senza Sostanze, comincerai a «Entrare in Contatto» con il perché avevi cominciato a fare uso delle Sostanze. Quando arrivi a questo punto, comincerai a capire come mai eri diventato dipendente da quello che, in fondo, non era che un anestetico. Viene fuori che «Entrare in Contatto con i Tuoi Sentimenti» è un’altra frase fatta che finisce per mascherare qualcosa di orribilmente profondo e reale. Si scopre che tanto più è insipida la frase fatta degli Aa, tanto più affilati sono i canini della verità vera che nasconde:"

Attorno a questo nucleo centrale, Wallace ha costruito un mondo distopico (anche se, per certi aspetti, mica tanto) in cui gli USA hanno ampliato i loro confini, a nord verso il Canada e a sud verso il Messico dando vita all’Interdipendenza, ovvero alla Organization of North American Nations (O.N.A.N.). Inoltre, quelli che una volta erano gli Stati Uniti del nord est sono diventati un’enorme e insalubre discarica annessa al Quebec conosciuta come La Grande Concavità. Di converso, il Canada tende a non voler riconoscere il territorio come proprio (per ovvi motivi): si tratta, insomma, di una terra di nessuno.
Un modo dove i valori hanno perso significato e gli uomini e le donne dell’era dell’Interdipendenza sono suscettibili a qualsiasi forma di dipendenza, in cui anche l’intrattenimento diventa uno strumento per lenire i dolori di un’esistenza ormai svuotata da qualsiasi senso.
Gli americani vengono descritti come bambini capricciosi che, per dirla con il buon vecchio Freud, non hanno mai imparato a sublimare il principio del piacere e a trovare la loro soddisfazione secondo le vie indicate dal principio di realtà. Non sanno assumersi le loro responsabilità, ma le scaricano sulle spalle degli altri (a livello politico sui Canadesi, a livello personale assumono le Sostanze che leniscono il dolore e narcotizzano la coscienza.)

D. F. Wallace ha uno stile straordinario: Il suo stile si adatta al personaggio riuscendo a far provare le emozioni di cui scrive. È riuscito a trasmettermi l’angoscia e il dolore di una crisi di astinenza da stupefacenti o alcool (nonostante l’unica vera crisi di astinenza che io abbia mai provato, è quella dai BJ che ella mi faceva due tre volte al giorno); mi ha fatto appassionare alle vicende del Quebec post-interdipendenza, mi ha fatto diventare un’esperto di stupefacenti e narcotici, mi ha fatto venire voglia di entrare in un gruppo degli AA (alcolisti anonimi) di Boston (perché sono i più fighi di tutti, perché ci sono i coccodrilli), mi ha fatto guardare con altri occhi il mondo del tennis e dell’agonismo.

"Siate uno Studioso del Gioco. È una cosa profonda, come la maggior parte dei cliché sportivi. Potete piegarvi o spezzarvi. In mezzo non c’è granché. Provate a imparare. Siate allenabili. Provate a imparare da chiunque, specialmente da quelli che falliscono. Questa parte è difficile. Compagni che fanno fiasco o scoppiano o crollano, scappano, scompaiono dalle graduatorie mensili, escono dal circuito. Compagni dell’Eta in attesa che deLint bussi piano alla loro porta e chieda di fare quattro chiacchiere. Avversari. Tutto può essere educativo. Il tuo essere un promettente Studioso del Gioco sarà una funzione di ciò a cui riuscirai a prestare attenzione senza scappare. Reti e recinzioni possono essere specchi. E fra le reti e le recinzioni anche gli avversari diventano specchi. Ecco perché la cosa mette paura. Ecco perché tutti gli avversari sono terrorizzanti e gli avversari più deboli lo sono in modo particolare.
Cercate di vedere voi stessi nei vostri avversari. Vi porteranno a capire il Gioco. Ad accettare il fatto che il Gioco riguarda la gestione della paura. Che il suo scopo è allontanare da voi ciò che sperate non tornerà."

David Foster Wallace – "Infinite Jest" (prima e seconda visione) – Einaudi Stile Libero

Premessa:

Il bellissimo saggio "Proust e il Calamaro di Maryanne Wolf" (Vita e Pensiero 2009),  è  un viaggio appassionato e scientifico attraverso la storia della Lettura. È un libro  che mostra come il modo di funzionare del cervello sia cambiato nei secoli dovendo adattarsi ai vari tipi di scrittura [caratteri cuneiformi (Sumeri) geroglifici (Egizi) e l’alfabeto (Greci e Fenici)]. Di come la capacità cognitiva muti nel corso degli anni, così una persona che legge un classico a diciassette anni ne ricaverà impressioni diverse rispetto a chi lo leggerà a quaranta o sessant’anni, perché la lettura sarà accompagnata dal diverso bagaglio di vita e da lettore accumulato. Così come il lettore che leggerà un libro due volte, a distanza di dieci o vent’anni, per gli stessi motivi, riceverà sensazioni sia emotive che di pura comprensione, completamente diverse. A distanza di tempo potremmo saperne di più sull’autore, letti molti più libri suoi o di altri, eccetera. Questo saggio mi è tornato in mente quando ho cominciato a rileggere "Infinite Jest" di David Foster Wallace (l’occasione è arrivata grazie alla scelta di Einaudi di pubblicarne l’e-book), rispetto alla lettura che feci  nel 2002 (il  libro era edito allora da Fandango) ne ho ricavato impressioni completamente diverse, perché diverso è stato il mio approccio, diverso è il mio modo di leggere e, soprattutto, è la conoscenza che ho adesso dell’intera opera e della biografia di Foster Wallace. Soltanto su una cosa resto della stessa opinione del 2002: "Infinite Jest" è un capolavoro assoluto.

Prima visione (estate 2002)

Decidere di leggere "Infinite Jest" di David Foster Wallace è una scelta. L’autore viene considerato da gran parte della critica americana uno tra gli scrittori più interessanti della sua generazione, la curiosità è tanta. Il romanzo è di circa 1400 pagine, decidere di comprarlo e portarselo dietro (in estate) in metropolitana, richiede determinazione. Il primo capitolo è straordinario, scrittura brillante, geniale, ironica e drammatica nello stesso tempo. L’incipit mette ansia e fa ridere, viene voglia di andare avanti. Quello che viene dopo l’incipit è già un’altra storia, è già completamente diverso. Anche la scrittura cambia di capitolo in capitolo. Lunghi e indimenticabili periodi si alterneranno allo slang dei tossici, a discorsi allucinanti e allucinati, a lungimiranti riflessioni, digressioni, metafisica, futuro, presente, assuefazione, depressione. <<La persona che ha una così detta “depressione psicotica” e cerca di uccidersi non lo fa aperte le virgolette “per sfiducia” o per qualche altra convinzione astratta che il dare e avere nella vita non sono in pari. E sicuramente non lo fa perché improvvisamente la morte comincia a sembrarle attraente. La persona in cui l’invisibile agonia della Cosa raggiunge un livello insopportabile si ucciderà proprio come una persona intrappolata si butterà da un palazzo in fiamme. Non vi sbagliate sulle persone che si buttano dalle finestre in fiamme. Il loro terrore di cadere da una grande altezza è lo stesso che proveremmo voi o io se ci trovassimo davanti alla finestra per dare un’occhiata al paesaggio; cioè la paura di cadere rimane una costante. Qui la variabile è l’altro terrore, le fiamme del fuoco: quando le fiamme sono vicine, morire per una caduta diventa il meno terribile dei due terrori. Non è il desiderio di buttarsi; è il terrore delle fiamme. Eppure nessuno di quelli in strada che guardano in su e urlano “No!” e “Aspetta!” riesce a capire il salto. Dovresti essere stato intrappolato anche tu e aver sentito le fiamme per capire davvero un terrore molto peggiore di quello della caduta.>>. David Foster Wallace scrive in questa maniera, per il lettore è difficile stargli dietro. Mentre si legge bisogna provare ad aprire la mente, provare a contenere la quantità impressionante d’informazioni, nozioni, personaggi, intrecci che lo scrittore americano riesce a creare. Tra le pagine memorabili ci sono quelle  che si svolgono negli spogliatoi dell’Accademia di tennis: dialoghi stupefacenti. Lo spogliatoio è il luogo dello spaccio di droga, del conforto, dello sfottò ed è il luogo dove i ragionamenti raffinati, illuminanti e colti di Hal Incandenza si realizzano. "Infinite Jest" è un libro sull’intrattenimento e sulla dipendenza, sul tennis e l’agonismo, sulla competitività. I lettori che entreranno nel mood di Foster Wallace è probabile che se ne  innamorino e che gridino al genio ovunque si trovino. Come si potrebbe fare diversamente parlando dello scrittore che si è inventato un calendario dove gli anni prendono il nome dagli sponsor?

Seconda visione (primavera 2013)

La prima differenza è il peso. Rileggere "Infinite Jest" in formato elettronico, tenere tutte quelle frasi nel palmo di una mano, tutte quelle note, i personaggi. Ruotare l’E-reader come un giocoliere, avvertire durante la lettura la leggerezza tattile e metaforica di un capolavoro. Chi ha letto l’opera completa di Foster Wallace e la biografia "Ogni storia d’amore è una storia di fantasmi" di D.T.Max (da poco uscita per Einaudi), si accorgerà durante la lettura di quanto questo romanzo sia la somma di tutti i tipi di scrittura utilizzati dallo scrittore morto suicida qualche anno fa. Questo romanzo è in realtà composto da tre romanzi e tre tipi di scrittura: Il romanzo che si svolge nell’Accademia del Tennis degli Incandenza, il romanzo che racconta le vicende di Don Gately e della casa di recupero per tossicodipendenti, il romanzo (quasi) di spionaggio che narra le vicende dei separatisti del Quebec (nel futuro in cui si svolge il racconto il Nord America è un’unica nazione formata dagli Stati Uniti. Il Messico e il Canada, denominato O.N.A.N). Le strutture di sfiorano, si inseguono e per forza di cose si intrecciano. "Infinite Jest" è e resta un romanzo sulla dipendenza e sull’intrattenimento. Su come il secondo dei due aspetti porti, inesorabilmente al primo. È un libro molto divertente, ma come desiderava Foster Wallace, “non troppo divertente”. A distanza di molti anni dalla prima lettura colpisce ancora la miriade di personaggi sulla scena, nessuno improvvisato, nessuno tratteggiato superficialmente. La quantità di battute e citazioni da conservare è impressionante. Ci sono pagine di struggente bellezza e verità, commoventi al punto di star male. “La verità ti renderà libero. Ma solo quando avrà finito con te”. "Infinite Jest" è il nome della Cartuccia di intrattenimento creata da James Incandenza, chiunque si siederà a guardarla sarà completamente in balìa delle immagini, fino a diventare catatonico e a non riprendersi più. La biografia di Foster Wallace è presente in maniera prepotente in questo libro. La dipendenza (Alcol e antidepressivi) è l’aspetto fondamentale della vita dello scrittore americano, presente purtroppo fino alla fine, così come i centri di recupero, gli alcolisti anonimi, le ore passate in gioventù davanti al televisore (quando non riusciva a scrivere  e per riuscire a scrivere). La gestione problematica degli affetti (Avril Incandenza ricorda per certi aspetti la madre di David). La passione per il tennis e per lo studio. Il suo essere NERD. I suoi problemi a relazionarsi. Le sue ansie. Tutto questo è presente nel romanzo. Ma "Infinite Jest" non è un romanzo autobiografico, è un romanzo sui mali dell’America, su quello che il mondo sarebbe potuto diventare negli anni duemila. Un romanzo la cui trama è importante ma non è l’unico aspetto che conti. La scrittura di David Foster Wallace è talmente ricca, stimolante, fuorviante, che si è portati a pensare che qualunque argomento avesse trattato l’avrebbe reso interessante (ne "Il Re pallido" – uscito postumo – avrebbe reso interessante pure la noia). Lui stesso una volta disse che faceva fatica a concepire i periodi brevi, la sintesi, in quanto nella mente umana passavano – più o meno -  ottanta pensieri al minuto. In realtà era la sua mente che viaggiava a una velocità superiore alla media, era la sua curiosità a spingerlo a piegare ogni dettaglio fino allo stremo. La sua voglia di capire era infinita come la sua ansia, ed era così bravo che la sua scrittura riusciva a star dietro alla propria testa. "Infinite Jest" è un libro di cui la letteratura contemporanea non può fare a meno. David Foster Wallace è lo scrittore che si vorrebbe ancora in vita. Tra appunti su notes, fogli sparsi, pagine battute a macchina, prime stesure, seconde stesure, tagli fatti e non fatti, il romanzo è stato scritto nell’arco di sei, sette, anni e a distanza di molti anni ancora resta meraviglioso. “Aspettate che accada. E mentre giocate comincerete a pensare in modo del tutto diverso. È come se ce l’aveste dentro, il campo da tennis. La palla smette di essere una palla. La palla comincia a essere una cosa che voi sapete dove dovrebbe essere in aria, a ruotare.”

Cenni sull’autore: Wallace nasce a Ithaca, New York, il 21 febbraio 1962 da Donald Wallace e Sally Foster. Fino alla quarta elementare, Wallace ha vissuto a Champaign, Illinois, per poi trasferirsi a Urbana, dove ha frequentato la Yankee Ridge School. Iscritto all’Amherst College, la stessa università del padre, si è laureato nel 1985 in letteratura inglese e in filosofia, con una specializzazione in logica modale e matematica, per poi frequentare il primo semestre del corso di filosofia presso l’università di Harvard, che abbandonò alla fine del 1989 dopo il ricovero alla clinica psichiatrica McLean’s.

A metà della sua brillante carriera universitaria, il giovane David Foster Wallace, un perfetto nerd appassionato di filosofia, matematica e logica, ha quella che lui stesso definisce “una crisi di mezz’età a vent’anni”: in preda a un improvviso calo di motivazione lascia gli studi per un semestre e se ne torna a casa; gli capita in mano The Balloon, un racconto di Donald Barthelme, uno dei maestri della narrativa postmoderna; ne rimane folgorato, comincia a scrivere.La sua prima opera pubblicata è The Broom of the System (La scopa del sistema), nelle parole dell’autore “il romanzo di formazione di un giovane wasp ossessionato da Wittgenstein e Derrida”, che riceve dalla critica un’accoglienza entusiastica.

Il mondo della critica letteraria nota subito il talento di Wallace che, a soli venticinque anni, si distingue per il suo stile ironico, complesso e acuto. Nel 1989 esce negli Stati Uniti “La ragazza con i capelli strani”, una raccolta di racconti che tocca temi tipici di Wallace e viene considerata un suo manifesto poetico e stilistico.

Il successo è immediato e i paragoni illustri (benché spesso non incontrino il favore di Wallace) abbondano: i nomi di De Lillo, Pynchon, Barth e di tutti i grandi padri della narrativa postmoderna e sperimentale vengono citati per elogiare uno stile che mescola intellettualismo e comicità, surrealtà e iperrealismo, ironia e reale commozione.

Il secondo romanzo, “Infinite Jest”, esce nel 1996 e Wallace diviene in poco tempo un autore di culto internazionale. Il romanzo, considerato il capolavoro dello scrittore americano, descrive la complessità della società contemporanea: le difficoltà nei rapporti interpersonali, l’uso delle droghe, il ruolo sempre più importante del mondo dello spettacolo, dei media e dell’intrattenimento, l’esasperata competizione sociale, raccontata attraverso il tennis, sport praticato a livelli agonistici dallo stesso Wallace.

Nel frattempo, dopo aver pubblicato nel 1999 un secondo libro di racconti, Brief Interviews with Hideous Men (Brevi interviste con uomini schifosi), che raccoglie pezzi inediti e già apparsi su rivista nel corso di diversi anni, Wallace è tornato a due dei suoi grandi amori di gioventù, la matematica e la filosofia, nel suo volume più recente, Everything and More, uscito nell’autunno 2003 negli Stati Uniti: un saggio sulla storia del concetto di infinito nella matematica che lo consacra ancora una volta come artista geniale capace di scrivere di tutto con immancabile acutezza di visione e perizia stilistica.

Wallace è stato trovato dalla moglie, Karen Green, impiccato nel patio di casa sua a Claremont, in California, la sera del 12 settembre 2008.

Un sentito grazie a @Gianni Montieri

Da Wikiquote:

Incipit

Siedo in un ufficio, circondato da teste e corpi. La mia postura segue consciamente la forma della sedia. Sono in una stanza fredda nel reparto Amministrazione dell'Università, dei Remington sono appesi alle pareti rivestite di legno, i doppi vetri ci proteggono dal caldo novembrino e ci isolano dai rumori Amministrativi che vengono dall'area reception, dove poco fa siamo stati accolti io, lo zio Charles e il Sig. deLint.

Citazioni

    "Può darsi che vi giunga nuova, ma nella vita c'è di più che starsene seduti a stabilire contatti." (p. 20)

    "Io sono decisamente antimorte. Dio sembra essere sotto ogni profilo promorte. Non vedo come potremmo andare d'accordo sulla questione, lui e io." (p. 51)

    "Definirsi in opposizione a qualcosa significa essere ancora analitico nei confronti di quella cosa, giusto? [...] E gli uomini che pensano di odiare ciò di cui in realtà hanno paura di avere bisogno non sono molto interessanti, credo io."

    "Sono così bella che sono deforme."

    "Il completo insieme delle sue relazioni interpersonali consisteva di persone a cui non importava niente di lui e di persone che volevano il suo male." (p. 403)

    "La verità ti renderà libero. Ma solo quando avrà finito con te." (p. 527)

    "L'esperienza americana sembra suggerire che, a vari livelli, il bisogno della gente di dedicarsi anima e corpo a qualcosa è praticamente illimitato. Solo che qualcuno preferisce farlo in segreto."

    "Marathe era pronto a morire di morte violenta in qualsiasi momento, il che lo rendeva libero di scegliere tra le emozioni."

    "Stavo riflettendo su quella specie di filantropo che sembra repellente sul piano umano non malgrado la sua carità, ma per via di essa: a un certo livello si capisce che lui vede coloro che ricevono la sua carità non come persone, ma piuttosto come strumenti attraverso i quali può sviluppare la sua virtù."

    "La persona che ha una così detta "depressione psicotica" e cerca di uccidersi non lo fa aperte le virgolette "per sfiducia" o per qualche altra convinzione astratta che il dare e avere nella vita non sono in pari. E sicuramente non lo fa perché improvvisamente la morte comincia a sembrarle attraente. La persona in cui l'invisibile agonia della Cosa raggiunge un livello insopportabile si ucciderà proprio come una persona intrappolata si butterà da un palazzo in fiamme. Non vi sbagliate sulle persone che si buttano dalle finestre in fiamme. Il loro terrore di cadere da una grande altezza è lo stesso che proveremmo voi o io se ci trovassimo davanti alla finestra per dare un'occhiata al paesaggio; cioè la paura di cadere rimane una costante. Qui la variabile è l'altro terrore, le fiamme del fuoco: quando le fiamme sono vicine, morire per una caduta diventa il meno terribile dei due terrori. Non è il desiderio di buttarsi; è il terrore delle fiamme. Eppure nessuno di quelli in strada che guardano in su e urlano "No!" e "Aspetta!" riesce a capire il salto. Dovresti essere stato intrappolato anche tu e aver sentito le fiamme per capire davvero un terrore molto peggiore di quello della caduta."

    "La vostra preoccupazione per ciò che gli altri pensano di voi scompare una volta che capite quanto di rado pensano a voi."

    "È possibile che gli angeli non esistano, però ci sono persone che potrebbero essere angeli."

    "Dio, – a meno che non siate Charlton Heston, o fuori di testa, o entrambe le cose – parla e agisce interamente tramite degli esseri umani, ammesso che poi ci sia un Dio."


    "Se in virtù di carità o disperazione doveste mai trovarvi a passare del tempo in una struttura statale di recupero da Sostanze come la EH, verrete a sapere molte cose nuove e curiose. Scoprirete che [...]. O, per esempio, che le persone dipendenti da una Sostanza che smettono all'improvviso di assumere quella Sostanza soffrono spesso di una forma perversa di acne papulosa che può durare mesi in attesa che gli accumuli di Sostanza abbandonino lentamente il corpo. Lo Staff vi farà sapere che questo accade perché la pelle è effettivamente il più grosso organo escretivo del corpo. [...] Che (un sollievo ma allo stesso tempo una delusione) i peni dei neri tendono ad aver misure nel complesso uguali a quelle dei peni bianchi.[...] Che si riesce ad avvertire una specie di microsballo anfetaminico se si consumano in rapida successione tre Millennial Fizzy e una confezione di biscotti Oreo a stomaco vuoto. [...]Che riguardo alle funzioni sessuali ed escretive le persone di sesso femminile sanno essere volgari quanto quelle di sesso maschile.[...] Che un paradosso poco menzionato della dipendenza da una Sostanza è il seguente: una volta che siete così schiavi di una Sostanza da doverla abbandonare per salvarvi la vita, la Sostanza schiavizzante è diventata per voi così profondamente importante che uscirete di senno quando ve la porteranno via. Oppure che a volte, dopo che la vostra Sostanza vi è stata portata via per salvarvi la vita, mentre siete inginocchiati per le preghiere obbligatorie della mattina o della sera, vi troverete a pregare perché vi sia consentito di perdere letteralmente il senno, di avvolgere la vostra mente i un vecchio giornale e lasciarla in un vicolo a cavarsela senza di voi. [...] Che oltre il cinquanta per cento delle persone con una dipendenza da Sostanza è contemporaneamente affetto da qualche altra forma di disturbo psichiatrico. [...] Che la validità logica di un argomento non ne garantisce la verità. [..] Che statisticamente è più facile liberarsi da una dipendenza per le persone con un basso QI che per quelle con un QI più alto. [...] Che è possibile abusare fino all'assuefazione di antinfluenzali e antistaminici da banco. Che le attività noiose diventano perversamente molto meno noiose se ci si concentra molto su di esse. [...] Che esiste una cosa come la cruda, incontaminata, immotivata gentilezza. Che è possibile addormentarsi di botto durante un attacco d'ansia. [...] Che la maggioranza delle persone con una dipendenza da Sostanza è anche dipendente dal pensare, nel senso che ha un rapporto compulsivo e insano con il proprio pensiero. [...]Che ci vuole un grande coraggio per dimostrarsi deboli. Che nessun singolo momento individuale è in sé insopportabile. [...]Che è possibile fumare così tante sigarette da farsi delle piccole ulcerazioni bianche sulla lingua. Che il cliché "Non so chi sono" sfortunatamente si rivela più di un cliché. Che provare a ballare da sobri è tutto un altro paio di maniche. Che per qualche perversa ragione, è spesso più divertente desiderare qualcosa che averlo. Che è consentito VOLERE. Che tutti sono identici nella segreta tacita convinzione di essere, in fondo, diversi dagli altri. Che questo non è necessariamente perverso." (pp. 239-245)

    "Gli era già successo di perdere la testa per qualcuna, ma mai di sentirsi decapitato. [...] Gli ci vollero tre feste solo per capire che il suo nome non era Joel."(p. 347)

    "Dov'è allora la loro linea retta più breve, si? Dov'è la linea efficientemente e rapidamente retta di Euclide allora, si? E quanti due punti esistono senza che ci sia qualcosa in mezzo?" (p. 96)

    " Sono tremendamente spiacente di importunarla. Posso ripassare. Mi stavo solo chiedendo se in un Programma speciale ci fosse una preghiera per quando ci si vuole impiccare". (p. 212)

    Solo agli Aa (Alcolisti anonimi) di Boston si può sentire la storia di un immigrante di cinquant'anni che racconta in maniera lirica la sua prima defecazione solida da adulto. (p. 421)

    "Non chiedere PERCHÈ / se non vuoi MORIRE / fai quello che ti viene DETTO / Se non vuoi MORIRE." (p. 450)

    [...] ma invece Lenz sulla via del ritorno si ritrova in preda a un'enorme compulsione idrolitica ad avere Green al suo fianco – o qualsiasi altra persona che non possa o non voglia andare via – vicino a sé, e a confidare a Green o a qualsiasi altro orecchio compiacente ogni esperienza e pensiero abbia mai provato. [...] Lenz racconta a Green di quanto spettacolarmente obesa era sua madre, e usa le braccia per illustrare drammaticamente le dimensioni di cui sta parlando. Respira ogni terzo o quarto fatto, ergo circa una volta ogni isolato. Lenz racconta a Green le trame di molti libri che ha letto, ricamandoci sopra. [...] Lenz racconta con euforia a Green che una volta gli successe di tranciarsi di netto la punta di un dito con la catena di un motorino e dopo pochi giorni di intensa concentrazione il dito gli era ricresciuto rigenerandosi come le code delle lucertole e disorientando le autorità mediche. [...] Lenz spiega a Green che è una leggenda che il coccodrillo del Nilo sia il coccodrillo più temuto perché il coccodrillo dell'Estuario che può vivere anche in acque salate è un miliardo di volte più temuto da chi conosce queste cose. [...] Segue un'analisi del termine disfunzione e la sua importanza nelle differenze tra, diciamo, la psicologia e la religione naturale. [...] Lenz racconta il suo sogno ricorrente nel quale si trova seduto sotto uno di quei ventilatori tropicali da soffitto su una sedia di bambù e indossa un cappello da safari di L.L. Bean e ha una valigetta di vimini sulle ginocchia, e questo è tutto, questo è il suo sogno ricorrente. [...] Lenz dice di ricordarsi alcuni fatti che sostiene gli siano capitati in vitro. (pp. 667-670)

    Se una donna appena attraente fa tanto di sorridere a Don Gately quando gli passa accanto in una strada affollata, Don Gately, come quasi tutti i tossicodipendenti eterosessuali, nello spazio di un paio di isolati le ha già confessato eterno amore nella sua mente, l'ha scopata, si è sposato e ha avuto figli da quella donna, tutto nel futuro, tutto nella sua testa, e sta coccolando un piccolo Gately sulle ginocchia mentre questa Sig.ra G. mentale spolvera in giro con un grembiule addosso che certe notti indossa senza niente sotto. Quando arriva dove doveva andare, il tossicodipendente ha già divorziato dalla donna e si sta battendo come un leone per la custodia dei figlio oppure è ancora mentalmente felice insieme a lei negli anni del tramonto, seduti insieme in mezzo ai nipotini con le teste grosse sotto il portico su un dondolo speciale modificato per sostenere la mole di Gately, lei con le calze elastiche e le scarpe ortopediche, ancora maledettamente bellissima, e non hanno bisogno di parlare per capirsi, e si chiamano 'Mamma' e 'Papà', sapendo che tireranno il calzino a poche settimane l'uno dall'altra perché nessuno dei due può assolutamente vivere senza l'altro, e questo è il legame che li unisce dopo tutti questi anni. (p. 1037)

    È difficile notare quello che vedi tutti i giorni. (p. 1146)

    Ogni palla che atterra nella vostra parte di campo ma non siete sicuri se è dentro o fuori: datela buona. Ecco come rendervi invulnerabili da chi usa mezzucci. Come non perdere mai la concentrazione. Ecco come ripetersi, quando l'avversario ruba punti, che una volta corre il cane e una volta la lepre. Che la punizione di un gioco poco sportivo è sempre autoinflitta. Provate a imparare dalle ingiustizie. (p. 207)

    L'ingiustizia è una maestra rigida ma impareggiabile.

    Cercate di vedere voi stessi nei vostri avversari. Vi porteranno a capire il Gioco. Ad accettare il fatto che il Gioco riguarda la gestione della paura.

Da Wiki:

"Infinite Jest" (1996) è un romanzo di David Foster Wallace. L'opera, che si compone di oltre mille pagine, è principalmente ambientata a Boston (Massachusetts, USA), e prende luogo in un futuro imprecisato ma non troppo lontano dal periodo in cui essa fu pubblicata. Il romanzo tocca argomenti diversi, quali il tennis, come metafora dell'agonismo nella società americana e delle "infinite soluzioni in uno spazio finito"; la dipendenza dalle sostanze stupefacenti e i programmi di recupero, vero fulcro su cui ruota la maggior parte delle vicende del libro; gli abusi sui minori; la pubblicità e l'intrattenimento popolare, nelle loro forme parossistiche e alienanti; le teorie cinematografiche e il separatismo quebechiano.

Trama

La trama del libro s'incentra sulla cartuccia smarrita di un film, a cui spesso nel libro si fa riferimento denominandola "l'Intrattenimento", ma intitolata "Infinite Jest" dal suo autore, James Incandenza. La visione del film produce un vero e proprio piacere fisico talmente intenso che i suoi ignari spettatori dopo pochi istanti diventano catatonici e perdono qualsiasi interesse per tutto ciò che non sia l'infinita visione del film. La cartuccia rappresenta l'incarnazione estrema della dipendenza, uno dei temi centrali del romanzo, che si svolge in gran parte nell'accademia di tennis fondata da Incandenza (l'ETA) situata nei sobborghi di Boston, e nell'attigua casa di recupero e reinserimento per tossicodipendenti (l'Ennet House) in cui presta servizio Don Gately, un ex ladro d'appartamenti e tossicodipendente in via di reinserimento. Nel mondo futuristico del romanzo, il Nord America è uno stato unico composto dagli Stati Uniti, dal Canada e dal Messico, denominato Organization of North American Nations (O.N.A.N., un acronimo che richiama con chiarezza la pratica della masturbazione o onanismo). Le grandi imprese acquistano il diritto di dare il nome a ciascun anno del calendario e da ciò, ad esempio: "Anno del Pannolone per Adulti Depend". Inoltre, quelli che una volta erano gli Stati Uniti del nord est sono diventati un'enorme e insalubre discarica annessa al Quebec, in cui confluiscono le scorie del processo di anulazione, conosciuta come "La Grande Concavità". Di converso, il Canada tende a non voler riconoscere il territorio come proprio (per ovvii motivi): si tratta, insomma, di una terra di nessuno.

Titolo

Il romanzo prende il nome, almeno in parte, da un verso dell'Amleto, in cui il principe danese fa riferimento a Yorick, il buffone di corte: "Ahimè, povero Yorick! L'ho conosciuto, Orazio: un compagno di scherzi infiniti (infinite jest, in lingua originale)". A tale citazione si fa allusione molte volte, dato che la compagnia cinematografica di James Incandenza si chiama "Poor Yorick Productions".

Personaggi

La Famiglia Incandenza

    Avril Incandenza, nata Mondragon, è la madre dominante dei figli di Incandenza e moglie di James. Splendida quebechiana, diviene una figura di maggior importanza all'Enfield Tennis Academy (ETA) in seguito alla morte del marito, dopo la quale inizia (o forse prosegue) una relazione con Charles Tavis, il nuovo preside dell'accademia nonché suo fratellastro. Nel libro le sue diverse relazioni sessuali sono materia di varie discussioni, mentre è vagamente tracciata, ma di sicuro certa, la sua liaison con un allievo dell'ETA, John Wayne, e forse anche con suo figlio Orin. Il suo soprannome in famiglia è La Mami. Il comportamento della Mami è caratterizzato, tra le altre cose, dalla paura per le porte e le luci sul soffitto e da una sindrome ossessivo-compulsiva che si manifesta nel controllo totale dell'ETA e dei suoi due figli che vivono ancora nell'accademia (Hal e Mario). Bisogna anche menzionare che Avril e Orin non sono più in contatto, benché lei gli scriva quotidianamente.

    Hal Incandenza è il più giovane della famiglia Incadenza ed è indiscutibilmente il protagonista del romanzo, in quanto gran parte degli eventi sono incentrati durante il suo ultimo anno all'ETA. Nonostante abbia una intelligenza prodigiosa e sia pieno di talento come altri membri della famiglia, Hal è insicuro riguardo alle sue capacità (e in seguito anche del suo stato mentale) ed ha una relazione difficile con entrambi i genitori. Legge e impara a memoria l'Oxford English Dictonary (OED) e spesso, come sua madre, corregge la grammatica dei suoi amici e familiari (in particolar modo quella di Orin). Nelle pagine che narrano gli ultimi eventi in senso cronologico del romanzo, lo stato mentale di Hal regredisce ad una completa alienazione dalle persone e dalle cose che lo circondano, culminando nell'Anno di Glad in un totale collasso mentale e nell'incapacità di esprimersi se non tramite gesti e gorgoglii inumani. A questo riguardo, forti parallelismi possono essere tracciati tra Hal e il personaggio di Amleto. Le cause della condizione di Hal non sono chiare: una spiegazione possibile è il lento effetto di un fungo allucinogeno chiamato DMZ, che Hal ha accidentalmente ingerito da bambino sotto forma di muffa. Altre cause dello squilibrio potrebbero essere il suo spazzolino da denti dopato da Pemulius con la stessa droga, oppure sostanze finalizzate a stimolare la memoria sciolte nella sua colazione dalla Mami (cfr. pag. 46 nell'edizione Fandango).

    Dott. James Orin Incandenza è il fondatore dell'Enfield Tennis Academy, è un esperto di fisica ottica e un autore cinematografico. È inoltre il creatore dell'Intrattenimento (alias Infinite Jest o il samizdat). Ha avuto in passato un forte attaccamento a Joelle Van Dyne, facendola recitare in molti suoi film, tra cui lo stesso samizdat; la natura precisa della relazione non è definita nel romanzo (in particolare se sia stata platonica o meno). Viene fatto intendere che James sia stato in grado di creare e vedere l'Intrattenimento senza esserne ipnotizzato perché al tempo in cui lo produsse era già dipsomaniaco. Appare nel libro principalmente tramite flashback o sotto forma di fantasma, essendosi suicidato infilando la testa in un forno a microonde. Il suo soprannome in famiglia è Lui in Persona.

    Mario Incandenza è il figlio intermedio degli Incadenza, benché viene insinuato nel romanzo che suo padre potrebbe essere Charles Tavis anziché James. Gravemente deforme dalla nascita, è ciononostante sempre di buon umore. È anche un auteur in erba essendo stato impiegato da Lui in Persona come cameraman e aiuto regista, e in seguito ereditando la prodigiosa attrezzatura da studio e il laboratorio cinematografico costruiti dal Dott. Incadenza nel sottosuolo della Enfield Tennis Academy. Il tipico rapporto tra fratelli fra lui e Hal è invertito, laddove Hal (il più piccolo dei due) fa la parte del fratello maggiore che sostiene l'altro. Il soprannome di Mario datogli da Hal e Orin è Booboo.

    Orin Incandenza è il più grande dei figli di Incandenza. È uno sciupafemmine che gioca da professionista al football per gli Arizona Cardinals nel ruolo di punter e non ha più rapporti con gli altri membri della famiglia eccetto Hal. Conosce e si innamora di Joelle Van Dyne ed è proprio lui a presentarla a suo padre James, ma in seguito l'attrazione nei suoi confronti svanisce, forse anche a causa dell'ossessione di Lui in Persona nei riguardi della ragazza. Dopo Joelle comunque, tutte le conquiste di Orin sono donne che hanno avuto figli e ciò può essere ricollegato al rapporto di odio/amore instaurato con sua madre. Le ultime scene che lo ritraggono all'interno del romanzo ricordano molto da vicino il finale di 1984 di George Orwell.

La Enfield Tennis Academy

    Michael Pemulis (alias Peemster, Penis-less) - Pemulis, un ragazzo della classe operaia proveniente dal sud, è il miglior amico di Hal. Pemulis è il classico burlone ed è colui che procura le droghe ai residenti dell'accademia; è anche un genio della matematica. Ciò, combinato al suo lob limitato ma precisissimo, lo ha reso il primo Maestro di Eschaton. (Eschaton è un gioco di ruolo ambientato in una verosimile guerra nucleare ricostruita su una mappa che ricopre quattro campi da tennis attigui, e richiede un computer per i calcoli e che i partecipanti siano esperti sia nella teoria dei giochi che nel colpire degli obiettivi fisici con le palle da tennis). Pemulis è perciò l'archetipo del giocatore di Eschaton e benché il romanzo inizi dopo il periodo in cui egli prendeva parte a tale gioco (i partecipanti vanno dai dodici ai quattordici anni), Pemulis è ancora considerato il più grande giocatore di tutti i tempi, rappresentando la corte di appello definitiva per tutte le questioni inerenti al gioco. Vale la pena menzionare che Pemulis è un vero esperto nell'arte della vendetta: nessuno si permette più di soprannominarlo Penis-less (senza pene). Ha anche un fratello che faceva parte delle drag queen di Boston (tra le quali c'erano anche Povero Tony e Randy Lenz), vittima durante l'infanzia di violenze carnali ad opera di suo padre, quando viveva assieme a Michael ad Allston.

    Ortho "Il Tenebra" Stice - Un altro personaggio vicino ad Hal. Il Tenebra si lascia sponsorizzare soltanto da marchi che producono abbigliamento sportivo in nero, e da ciò deriva il suo soprannome. Ottiene una sconfitta di misura da Hal nella parte finale del libro, e diviene un personaggio di maggior spessore nel romanzo a mano a mano che il suo spirito di abnegazione cresce.

    John Wayne - Wayne occupa il primo posto nella classifica dei giocatori della scuola, e fu scoperto da James Incadenza durante le riprese di uno dei suoi pretenziosi ed eccentrici film che era basato su delle interviste a diversi uomini che si chiamavano John Wayne, provenienti da ogni angolo degli Stati Uniti. Spaventosamente efficiente, controllato, sul campo non dissimile da una macchina, Wayne occupa un ruolo considerevole nel romanzo, epperò il lettore ne ascolta la voce direttamente solo una volta.

La Ennet House e le Case di Recupero dalle Tossicodipendenze

    Don Gately era un ladro che abusava di Demerol ed è attualmente un consigliere della Ennet House in cui ancora risiede. È uno dei personaggi centrali del libro, secondo solo ad Hal; Gately è anche il ladro d'appartamenti che, introdottosi nella casa dell'Assistente Procuratore Distrettuale, non vi ruba nulla, ma invia all'assistente stesso un mese dopo il tentato furto una foto che lo ritrae insieme al suo complice con gli spazzolini da denti del procuratore e della sua compagna infilati nel sedere. Gately è l'assassino, per cause del tutto accidentali, di M. DuPlessis, uno dei cervelli dietro i quebechiani dell'F.L.Q (Fronte de Libération de la Quebec) e uno dei ricercatori del samizdat.
    Joelle Van Dyne, alias Madame Psychosis alla radio (il nome che utilizza quando va in onda, un gioco di parole, visto che in inglese suona quasi come la parola metempsychosis); è anche conosciuta come la Più Bella Ragazza Di Tutti i Tempi, nome affibbiatole da Orin. Indossa sempre un velo, à la Elephant Man, per nascondere il viso: che lo faccia in quanto Deforme Repellentemente e Improbabilmente, o bella da togliere il respiro, o ancora che sia stata tremendamente bella in passato ed ora deforme, è lasciato all'interpretazione del lettore. Il velo, comunque, è il segno distintivo dei membri dell'U.D.R.I. (Unione Deformità Repellenti e Improbabili) di cui Joelle fa parte. La Più Bella Ragazza Di Tutti i Tempi è la protagonista di "Infinite Jest" (filmato attraverso delle lenti oscillanti che simulano la visione neo natale), che si abbassa verso la telecamera come se si sporgesse su una culla e si scusa a profusione, senza indossare il velo: e ciò si presume dia il via ad una specie di complesso piacere che porta a letale assuefazione lo spettatore che assiste anche a pochi fotogrammi del samizdat. Tenta di togliersi la vita nel bagno di Molly Notkins attraverso una massiccia ingestione di coca freebase, ma senza successo, e dopo il ricovero viene trasferita alla Ennet House, dove conosce Gately, con il quale condivide una profonda amicizia e forse qualcosa di più.

    Kate Gompert soffre di una profonda depressione unipolare. È una dipendente dalla cannabis. Il personaggio prende il nome da qualcuno che Wallace realmente conosceva; l'eponimo ha citato in giudizio David Foster Wallace e il suo editore.

    Pat Montesian - Manager della Ennet House, è una ex tossicodipendente e moglie di Mars Montesian, un miliardario di Boston. Viene vagamente lasciato supporre che Mars detenga l'unica forma non letale di Intrattenimento, e che sua figlia ne sia disperatamente dipendente. Pat nutre particolare tenerezza verso Don Gately.

    Ken Erdedy - Un tossico da marijuana che compare sin dai primi capitoli del libro. Di estrazione borghese, Ken si sente spesso fuori luogo agli incontri dei NA (Narcotisti Anonimi) e in un episodio in particolare si rifiuta di partecipare al rito collettivo dell'abbraccio, innescando le ire di Roy Tony, fratello di Povero Tony Krause (il personaggio di Roy Tony e la sua relazione con P.T. si evince a pag. 55 del romanzo).

    Bruce Green - Marito di Mildred Bonk Green, un tempo viveva con lei e Tommy Doocey, pusher dal labbro leporino di Erdedy (ed altri) nella roulotte di lui; reticente e affettuosamente considerato come stoico da Gately, Green accompagna Lenz nella passeggiata di ritorno da un incontro degli Alcolisti Anonimi e in tal modo impedisce inconsapevolmente a Lenz di uccidere gli animali domestici che si aggirano nei dintorni.

    Randy Lenz - Uno spregevole residente della Ennet, che probabilmente accetta suo malgrado di iniziare un programma di recupero in quanto braccato dalla polizia e da un gruppo di pusher che aveva tentato di raggirare. Viene allontanato dalla casa in quanto aveva preso l'abitudine di intrappolare animali randagi in sacchetti di plastica e dargli fuoco, abitudine che si trasforma nel vizio di tagliare la gola ai cani del vicinato, e da ciò ne nasce una rissa con alcuni canadesi in cui Gately viene ferito. Prima di questo evento era tra l'altro già ricaduto nell'abuso di sostanze.

    Tiny Ewell - Un avvocato affetto da nanismo, finito alla Ennet dopo essersi schiantato con la sua Saab nella vetrina di un negozio mentre guidava in stato d'ebbrezza; è ossessionato dai tatuaggi altrui (provvedendo addirittura a classificarli) come pure per gli angoli dei letti di ospedale rifatti.

    Doony Glynn - Un riparatore di tetti di Boston residente della Ennet e affetto da una grave forma di diverticolite. È anche vittima di alcuni paradossali incidenti sul lavoro (cfr. pagg. 188 e 189).

    Geoffrey Day - Indecentemente verboso, Day è un residente che prima del ricovero svolgeva varie attività nel mondo della cultura, ed è anche l'autore di un articolo sull'A.F.R. e il loro "Jeu du Prochain Train” che Struck plagia rovinosamente per il corso "Quebechiano" della Pontricourt (una pro-rettrice dell'ETA). Vedi nota 304 per maggiori chiarimenti.

    Calvin Thrust - Attuale residente della Ennet, è un ex porno-attore comparso in numerosi film di James Incadenza.

    Emil Minty - Un personaggio che forse prende il nome dall'attore che presta il volto al bambino selvaggio nel film Interceptor - Il guerriero della strada.

Les Assassins en Fauteuils Roulants

Les Assassins en Fauteuils Roulants (AFR) ovvero, in italiano, gli Assassini sulle Sedie a Rotelle, è un gruppo separatista quebechiano. Moltissimi gruppi come questi esistono al tempo del libro, quando gli Stati Uniti hanno costretto il Canada e il Messico ad unirsi nell'Organization of North American Nations (ONAN), ma l'AFR è tra questi il più sanguinario ed estremo. Mentre gli altri separatisti si accontenterebbero che il Québec fosse una Nazione autonoma, l'AFR vuole che il Canada abbandoni l'ONAN e restituisca all'america l'inquinatissima Grande Concavità. È questo uno dei motivi per cui i fratelli Antitoi vanno incontro ad un destino così funesto: fanno parte del gruppo separatista dell'FLQ, i cui fini e metodi vengono considerati dall'AFR inaccettabilmente moderati. L'AFR va alla ricerca della copia master di "Infinite Jest" (l'unica riproducibile, a differenza delle altre), da utilizzare come arma terroristica per raggiungere le sue finalità anti-experialiste. (Per Experialismo, una voce nuova creata dall'autore, si intende il contrario dell'Imperialismo: invece di annettere territori per aumentare il loro dominio, gli USA cedono le aree più problematiche dal punto di vista ambientale ad altri stati, lasciandone ad essi la gestione). Il rito d'ingresso nell'AFR è un 'gioco d'infanzia' in cui figli di minatori si schierano sul bordo dei binari di una ferrovia e si sfidano a saltare per ultimi al sopraggiungere di un treno; molti sono i ragazzi che in questo modo muoiono o perdono le gambe. Ma pur sedendo su sedie a rotelle, i membri dell'A.F.R. sono brutali e senza pietà (v. ancora la nota 304 per conoscere nel dettaglio le motivazioni, i fini e i metodi di questo gruppo). Solo il figlio di un minatore non è riuscito a saltare, e potrebbe essere il padre di John Wayne, dal momento che entrambi hanno lo stesso cognome. La liaison di Avril con John e l'attaché medico mezzo canadese che Gately uccide accidentalmente, suggerisce la sussistenza di legami della donna con l'AFR e gli altri gruppi separatisti, così come viene lasciato supporre che la pro-rettrice dell'ETA Poutrincourt sia una infiltrata del gruppo all'interno dell'accademia.

I fratelli Lucien e Bertraund Antitoi sono proprietari del negozio di specchi, oggetti scherzosi, cartoline ecc. chiamato Antitoi Entertainment e che usano come copertura, situato all'imbocco di Prospect street vicino a Inman square nel degradato quartiere portoghese/brasiliano di Cambridge. (Pg 257 ediz Einaudi stile libero). Da loro Pemulis ha acquistato 650 mg di DMZ. In una scena nella quale Don G. esce dalla Ennet dove svolge tra gli altri compiti quello di chef mediocre, (propone una routine fissa di schifezze e il giorno degli spaghetti, che fa cuocere per più di un'ora, i due residenti Doony Glynn e Geoffrey Day, stando attenti che Gately sia ancora in cucina, propongono la scenetta comica in cui uno di loro fa la voce di uno sceriffo del Kentucky e l'altro la parte di un ragazzino ritardato e dicono: Allora anche stasera sarà tutto bello morbido? Puoi lasciare i denti a casa, ragazzo!). Con la macchina di Pat M. vanno a comprare qualcosa al Bread and Circus per preparare una omelette a due nuove residenti particolarmente esigenti. La focalizzazione viene seccamente spostata al punto del tragitto in auto in cui Don G. passa davanti al negozio dei fratelli Antitoi e lo spostamento d'aria solleva un bicchiere schiacciato mandandolo a sbattere contro la porta del negozio. I due avevano ottenuto le pasticche di DMZ tramite un baratto con un signore anziano dai capelli lunghi che aveva fatto un gesto, mettendo le dita a forma di V, interpretato in modo diverso dai fratelli (più ingenuamente da Bertraund). L'uomo aveva assicurato che al confronto con quella droga nociva qualsiasi esperienza psichedelica appariva come una giornata sul lettino dei massaggi delle terme di Basilea (pg 578).Gli sfortunati Antitoi vengono barbaramente uccisi da due membri degli Afr, uno con un chiodo da rotaia in un occhio e l'altro con la propria scopa dall'estremità del manico acuminata la quale gli viene infilata in bocca fino a fargliela uscire dall'estremità opposta del tronco.

Povero Tony Krause (P.T. Krause)

Povero Tony è una drag queen in passato associata al fratello maggiore di Michael Pemulis (Matty Pemulis) e Randy Lenz in un gruppo che metteva a segno varie azioni per conto di M. DuPlessis. Nel corso del romanzo P.T. è risucchiato in una spirale fatta di droghe e carcere, fino a morire per mano degli AFR. Povero Tony è tra l'altro un ponte che collega vari personaggi all'Intrattenimento, tra cui Don Gately, e ci sono alcune supposizioni sul fatto che potrebbe essere stato sottoposto alla visione del samizdat in una forma non letale ma che portava comunque all'assuefazione. Anche Don Gately ha avuto probabilmente un'esperienza simile con l'Intrattenimento, ma ne ha perduto memoria.

Tempo Sponsorizzato

Nel futuro rappresentato nel romanzo, la spietata ricerca di nuovi mercati ha creato un mondo in cui, per decreto dell'ONAN, gli anni prendono il nome unicamente dal loro sponsor aziendale.

    Anno del Whopper
    Anno dei Cerotti Medicati Tucks
    Anno della Saponetta Dove in Formato Prova
    Anno del Pollo Perdue Wonderchicken
    Anno della Lavastoviglie Silenziosa Maytag
    Anno dell'Upgrade per Motherboard-Per-Cartuccia-Visore-A-Risoluzione-Mimetica-Facile-Da-Installare Per Sistemi TP Infernatron/InterLace Per Casa, Ufficio, O Mobile Yushityu 2007 (sic)
    Anno dei Prodotti Caseari dal Cuore dell'America
    Anno del Pannolone per Adulti Depend
    Anno di Glad

Gran parte della storia di Infinite Jest ha luogo nell'Anno del Pannolone per Adulti Depend, o A.P.A.D., che è probabilmente l'anno gregoriano 2009, essendo l'Anno dell'Upgrade per Motherboard il 2007. Il critico Stephen Burn, nel suo libro su Infinite Jest, argomenta in modo convincente che l'A.P.A.D. corrisponde al 2009: la Rivolta Linguistica del MIT (fomentata dai Grammatici Militanti del Massachusetts, di cui fa parte anche Avril) si verifica nel 1997 (vedi nota 24 e in particolare pag. 1314) dodici anni prima dell'A.P.A.D. (cfr. nota 60). A sostegno dell'ipotesi che l'A.P.A.D. sia il 2009 è anche il fatto che nel testo è esplicitato il giorno della settimana in cui cade l'11 novembre A.P.A.D., ossia il mercoledì (cfr. pag. 749); l'11 novembre cade di mercoledì proprio nel 2009.

È però anche possibile che l'A.P.A.D. sia l'anno gregoriano 2008, siccome Matty Pemulis compie 23 anni proprio nell'A.P.A.D. (pag. 908). Il padre di Matty e Michael "era arrivato a Lenster [...] nel 1989. Matty a quel tempo aveva tre o quattro anni" (pag. 909). Se Matty aveva compiuto quattro anni nel 1989, ciò significa che è nato nel 1985, ovverosia compie 23 anni nel 2008. Ma è anche possibile che Wallace abbia deliberatamente mantenuto la corrispondenza del tempo sponsorizzato al calendario gregoriano volutamente fluida e vaga nelle oltre 1400 pagine del libro.

Ambientazione

I lettori che hanno familiarità con Brighton, Massachusetts, riconosceranno la sua particolare rassomiglianza con la collina di Enfield citata più volte nel romanzo e sede della Enfield Tennis Academy (ETA). Lo scenario della collina di Enfield, in cui gli studenti della ETA trascorrono una vita isolata e tutto sommato idilliaca, rappresenta un punto di contrasto rispetto alla vicina Allston, che nel romanzo è una pericolosa sede di smercio della droga. Il nome Enfield è stato forse tratto dalla vera Enfield, una città non più esistente, un tempo collocata nel cuore del Massachusetts, ed ora in gran parte sommersa dal bacino artificiale Quabbin Reservoir.

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Neil McCauley/Robert DE Niro [ultime parole]:- "Visto che non ci torno in prigione?"
Vincent Hanna/Al Pacino :-"Già."
Noodles:"I vincenti si riconoscono alla partenza. Riconosci i vincenti e i brocchi.Chi avrebbe puntato su di me?"
Fat Moe:"Io avrei puntato tutto su di te."
Noodles:E avresti perso.