Fonte :
http://it.avoiceformen.com/misandria/contraccezione-femminista-la-sterilizzazione-maschile/Contraccezione femminista: la sterilizzazione maschile.
April 10, 2014 By Giliu Tododina 0 Comments
vasectomia femminismo
Sul famoso blog femminista, dal profetico nome donne di fatto, è comparso ieri un articolo degno della peggior propaganda nazista. I deliri di coloro che popolano questi spazi web sono all’ordine del giorno, e lo sapevamo già da tempo. Non si può però non indignarsi di fronte al fatto che essi vengano finanziati anche dai contributi pubblici che i giornali nazionali (ai quali questi blog fanno capo) ricevono annualmente dal governo: soldi di tutta la collettività utilizzati per diffondere odio sessista e teorie anti-maschio.
L’autrice di questo post ha avuto la brillante idea di proporre come soluzione al problema della contraccezione, l’intervento di vasectomia. Per convincere i lettori della sua straordinaria intuizione, non solo descrive questa pratica come innocua, ma addirittura la considera un “favore” che i maschi dovrebbero fare alle loro compagne, dopo aver avuto dei figli, per evitare che queste ultime, nel caso in cui nella coppia non si voglia far uso del preservativo, siano costrette ad usare altri metodi contraccettivi come la spirale o la famosa pillola anticoncezionale.
Le straordinarie doti persuasive di questa femminista vanno anche oltre. Non solo ella snocciola una serie di statistiche che mostrano la scarsa attitudine degli uomini italiani (retrogradi e egoisti) a sottoporsi a questa pratica, ma rivela la decisione del suo compagno di scegliere, per “amore”, questo piacevole intervento che, in fin dei conti, ha come conseguenza solo quella di rendere l’uomo sterile.
Ora, tralasciando il dubbio che forse il compagno dell’autrice, visto il suo orientamento ideologico, viva e dorma in una cuccia fuori al balcone o, nella migliore delle ipotesi, in un sempreverde prato inglese, ci siano permesse piccole osservazioni.
1. La contraccezione, lungi dall’essere un onere femminile ,come si afferma nell’articolo, coinvolge ( ed è giusto che sia così) entrambi i membri della coppia, perché un rapporto sessuale non è frutto di una coercizione unilaterale, ma sempre di una scelta condivisa. Spetta quindi agli amanti decidere il metodo contraccettivo più idoneo alle loro esigenze, nel rispetto della dignità e della sessualità altrui. E se l’unione di un uomo e una donna ha come conseguenza probabile il concepimento di una nuova vita, né l’uno né l’altra ne hanno “colpa”, perché entrambi i sessi vivono una condizione di complementarietà, necessaria alla naturale funzione procreatrice.
Il concetto di “onere” quindi, utilizzato strumentalmente per sottolineare la perenne ossessione femminista della donna “vittima”, risulta intrinsecamente errato.
2. Se anche per qualsiasi ragione, esistesse davvero un onere che gravasse sulla donna, esso sarebbe comunque giustificato per un motivo molto semplice. La scelta di condurre la gravidanza o di interromperla, spetta solo ed esclusivamente a quest’ultima. Ciò significa che, a prescindere dalla volontà paterna, la donna può decidere di interrompere la gestazione in completa autonomia qualora ricorrano i presupposti di legge. Se quindi un uomo non ha diritto di scelta in un processo che lo vede comunque parte necessaria, perché senza il suo intervento non ci sarebbe fecondazione, l’onere contraccettivo femminile sarebbe un corollario del suo diritto assoluto di decisione.
3. La vasectomia, anche se viene descritta come innocua, è un vero e proprio intervento chirurgico che va a mutare l’anatomia sessuale maschile, rendendo sterile il soggetto che ad essa si sottopone. Ora, se nell’articolo l’autrice si mostra così sensibile alle problematiche femminili, al punto da considerare invasiva la tecnica contraccettiva della spirale o della pillola, come può permettersi di definire la vasectomia innocua o addirittura una cortesia alle donne?
Qui viene a galla in tutta la sua evidenza l’ideologia che muove l’autrice. La stessa che porta altre donne(?) ad afferma che “ l’unico uomo non pericoloso è un uomo morto”! Essa è un’ ideologia impregnata di femminismo radicale, che criminalizza la sessualità maschile, al punto da considerare un mutamento della sua anatomia sessuale come un atto di cortesia, anziché come una violazione del suo corpo. Perché invece la sagace autrice non consiglia alle donne di praticare l’interruzione delle tube di Falloppio? La tecnica esiste e da lo stesso risultato: la sterilità.
Il lettore capirà, quindi, di essere di fronte alla solita logica deduttiva femminista: ciò che per ogni donna è una violenza per un uomo non lo è. Tutt’al più può essere considerata come un favore che si fa a se stessi e alla propria compagna, liberandola dal fardello di dover preoccuparsi di una gravidanza indesiderata. Un po’ il medesimo concetto che giustificava le sterilizzazioni di Mengele nei Lager nazisti.
Vorremmo concludere l’articolo con un interrogativo. In un contesto sociale che vede crescere il numero delle separazioni, nelle cui more spesso i figli vengono sottratti ai padri per essere affidati in via esclusiva alle madri, per quale ragione un uomo, dopo i 35 anni come suggerisce l’articolo, dovrebbe privarsi della possibilità di vivere con un’altra persona la gioia di un nuovo figlio? Chi decide quando è troppo tardi per concepire?
L’interrogativo tuona ancora più forte se si considera che un uomo, in teoria, potrebbe concepire anche in età avanzata rispetto a una donna. Ma per le fanatiche del femminismo radicale, che si ispirano al modello sociale delle mantidi religiose, l’autodeterminazione maschile è un optional. Finito il suo compito, il maschio non potendo essere mangiato, va sterilizzato.
Ci dispiace ma noi non siamo d’accordo, e rispediamo a questa nuova generazione di femministe , con qualche piccola modifica, il motto che fu delle loro madri: “I testicoli sono i miei e li gestisco io”.