In rilievo > Osservatorio sulla Misandria e sul Male-bashing
Lilli Gruber OSTENTA la propria MISANDRIA
controcorrente:
Ve lo dico io: siccome son passati secoli, questa manco se lo ricorda il mestruo :lol:
maschio:
HO SEMPRE REPUTATO LA GRUBER UN ODIOSA ARROGANTE CHE SI CREDE GIOVANE E STRAFIGA AL SERVIZIO DEI PIU' BIECHI POTERI FORTI . AGGIUNGO CHE VORREI VEDERE QUANTO QUESTE GRANDI FEMMINISTE RAGGIUNTO IL POTERE SIANO POI COSI' SOLIDALI CON LE ALTRE DONNE.
https://www.iodonna.it/personaggi/star-italiane/2019/10/26/lilli-gruber-le-donne-corrono-con-dei-pesi-alle-caviglie/
Lilli Gruber: «Donne, prendetevi il potere prima che sia troppo tardi»
Presto in libreria con un nuovo libro, la giornalista si scopre femminista e lancia un invito all'azione: «Il momento di cambiare è ora. Le tre “v” maschili, volgarità, violenza, visibilità, risultato di una virilità impotente e aggressiva, devono essere sostituite da empatia, diplomazia, pazienza».
di DANDA SANTINI
Dimenticate per un momento la Lilli Gruber di Otto e mezzo, la giornalista più rispettata (e temuta) d’Italia, sempre equilibrata, indifferente ai potenti di turno, polso fermo quando serve, conduttrice sicura che conosce bene la responsabilità di entrare nelle case di più di due milioni di italiani tutte le sere. Il suo stile giornalistico ha fatto scuola: giacca ben tagliata, posa di tre quarti e i fatti prima di tutto. Oggi, jeans e scarpe basse, c’è lo stesso rigore e la stessa serietà di vent’anni di servizio pubblico in Rai, ma in più c’è la veemenza di Lilli che va alla guerra. Perché il suo ultimo libro, Basta! Il potere delle donne contro la politica del testosterone (Solferino) è un pamphlet ricco di fatti, numeri, nomi, scritto per scuotere l’opinione pubblica.
Lilli Gruber
Lilli Gruber fotografata da Maki Galimberti per iO Donna. Indossa una giacca Giorgio Armani e orecchini Vhernier. Assistente Claudia Rolando. Trucco Alessia Signoriello. Capelli Roberto D’Antonio e Massimo Silvestri. Produzione Standard People.
Da dove nasce questa vena femminista?
Da tempo covavo l’idea di scrivere qualcosa a tema donne, anche se non mi sarei mai definita “femminista”, anzi sono stata molto critica nei confronti delle quote rosa. Se sei più brava, sceglieranno te, pensavo. Mi ha ispirata Salvini: basta con tutto questo testosterone, mi sono detta. Ho capito che era il momento giusto per scrivere. Non è più tollerabile che così tanti Paesi importanti nel mondo, dagli Usa al Brasile, siano in mano a un’internazionale di bifolchi misogini che fanno danni non solo alle donne, ma a tutti. Per me era anche urgente che le donne capissero che dobbiamo svegliarci, perché sia sul fronte degli equilibri di genere che ambientale, mancano cinque minuti a mezzanotte, come dicono i tedeschi. I maschi al potere stanno lasciando un mondo a pezzi: debito pubblico, tasse, disoccupazione, fuga dei talenti, mancanza di servizi, disuguaglianze, scuole e ponti che crollano, il territorio che si disgrega. La battaglia per il potere alle donne va di pari passo con la battaglia per la sopravvivenza del pianeta.
Lilli Gruber fotografata da Maki Galimberti per iO Donna
Lilli Gruber fotografata per iO Donna da Maki Galimberti. La signora Gruber indossa una giacca Giorgio Armani e orecchini Vhernier. Assistente Claudia Rolando. Trucco Alessia Signoriello. Capelli Roberto D’Antonio e Massimo Silvestri. Poltrona Fritz Hansen www.fritzhansen.com. Produzione Standard People.
“Se non ora, quando”, come il nome del movimento femminista del 2011?
Sì, il momento di cambiare è ora, il pianeta ci interpella, anche se molte donne danno per scontati i diritti acquisiti, che invece non sono mai acquisiti per sempre. Il World Economic Forum spiega che ci vorranno 106 anni per ottenere la parità di genere in qualche Paese del mondo. Serve un altro passo. Le tre “v” maschili, volgarità, violenza, visibilità, risultato di una virilità impotente e aggressiva, devono essere sostituite da empatia, diplomazia, pazienza. Gli uomini devono essere rieducati. Abbiamo letto tanti libri sulle donne che amano troppo o lavorano troppo. Ecco, è ora che anche gli uomini, che amano troppo poco o lavorano troppo poco, riprendano a studiare. Che imparino a essere più femminili.
Lilli Gruber, vita e carriera della signora dell’informazione
SFOGLIA LA GALLERY
Qualcosa sta cambiando nelle nuove generazioni?
Sì, lo vedo anche nella mia redazione, dove è normale che un giovane padre si occupi dei figli quando la mamma lavora. Noi sessantenni siamo più arrabbiate, perché dopo tante chiacchiere vogliamo i fatti, rispetto alle ventenni che hanno un atteggiamento più “friendly”, più diplomatico nei confronti dei loro coetanei. Ma devono aprire gli occhi: se lui è il tuo superiore, e ha più potere di te, non deve permettersi di fare nessuna stupida osservazione. La tolleranza deve essere zero. E le ragazze devono sapere che la vita professionale non è un gioco di seduzione. Mi vestirei sexy se avessi un capo donna?
Ha subito episodi sgradevoli nella sua carriera?
Sì, da giovane, e passavo per acida o aggressiva, mentre se fossi stata un maschio avrebbero detto determinata. L’alto manager di una multinazionale che quando entro per un’intervista mi chiede “Signora o signorina?” e io gli rispondo “E lei, signore o signorino?”. L’incontro con il direttore Rai che esordisce con “Complimenti per l’ottimo profumo”. E io ribatto: “Grazie, e lei che profumo usa?”. Niente di grave, ma se sei un uomo di potere, e io ancora una giovane precaria, la prima cosa che mi chiedi è il mio profumo? C’è qualcosa che non va. I complimenti si fanno alla moglie o alla fidanzata. È come se Christine Lagarde o Ursula von der Leyen davanti a un collega giovane e caruccio facessero complimenti alla sua prestanza. Non lo farebbero mai perché rispettano i ruoli, le responsabilità e lo stile. La forma è sempre anche sostanza. Per questo mi impressionano i politici maleducati e sessisti che come Salvini fanno campagna elettorale in mutande o come Trump dicono cose come “le donne le prendi per la f…”. Come si può pensare di affidare il Paese a un uomo che ha detto una cosa simile? Come minimo, maltratterà le donne e i cittadini. L’incontinenza in generale, verbale o sessuale, non può non portare a mala gestione del potere e di tutto il resto.
Lilli Gruber fotografata da Maki Galimberti per iO Donna
Lilli Gruber fotografata per iO Donna da Maki Galimberti. La signora Gruber indossa una giacca Giorgio Armani e orecchini Vhernier. Assistente Claudia Rolando. Trucco Alessia Signoriello. Capelli Roberto D’Antonio e Massimo Silvestri. Produzione Standard People.
Usa un’espressione colorita per definire questa incontinenza.
Il copyright è di mio marito Jacques, femminista convinto, che a proposito degli eccessi sessuali del potente di turno ha commentato: «Dovrebbero imparare a tenere il muscolo centrale nei pantaloni».
Si definisce solidale con le donne in ansia quando devono avanzare le loro richieste. In che senso?
Anch’io ho passato una vita in preda a quell’insicurezza insopportabile che ci infliggiamo noi donne: interrompo? intervengo? faccio questa domanda o è una sciocchezza? Ricordo ancora una conferenza stampa ad Amman con re Hussein durante la prima guerra del Golfo. Volevo chiedere al re perché si fosse fatto crescere la barba, ma avevo paura che fosse una richiesta stupida e non ho alzato la mano. Quella domanda l’ha fatta poco dopo un collega e il re sorridendo ha risposto che era per mascherare un’irritazione dovuta allo stress della guerra. Mi sono vergognata del mio autosabotaggio.
C‘è speranza nell’Europa delle donne?
Sono stata europarlamentare per quattro anni e mezzo e, se non avessimo avuto l’Europa, chissà dove saremmo finiti. Noi donne dobbiamo volere bene all’Europa perché è il primo e per ora l’unico esempio riuscito di pacifica convivenza di nazioni per costruire un progetto di benessere e difesa di valori fondamentali come i diritti sociali e delle donne. Quando Ursula von der Leyen, bella e forte, professionale, sette figli, pluriministro in Germania, oggi prima presidente della commissione europea, ha detto «Voglio che la metà della mia Commissione sia composta da donne», è stato un segnale fortissimo. Il Parlamento europeo vede per la prima volta le donne al 40,4 per cento dei seggi.
Anche in televisione stanno crescendo le opinioniste.
Per noi a Otto e mezzo è un obiettivo quotidiano: non voglio mai essere sola con tre uomini, e siamo tutti convinti che non è una semplice questione ideologica o televisiva per aumentare l’ascolto (io sono sempre incuriosita quando parla una donna). Fa bene a tutti vedere che ci sono donne in ruoli di potere e responsabilità e con capacità di decidere. Vogliamo il potere proprio per questo: poter decidere, far rispettare i diritti e cambiare le cose.
Per ora in Italia solo Renzi con Italia Viva ha proposto il modello 50:50. Che ne pensa?
Do atto che è stato un politico contemporaneo. Penso sia un buon inizio e una mossa necessaria, anche se gli ho fatto notare che il 50:50 va rispettato nella sostanza: sia quando stili le liste sia quando dai gli incarichi ministeriali o di partito. Poi sta alle donne votare le donne.
Esiste una leadership al femminile?
Sì, non perché siamo sante o ci immoliamo, ma perché le donne sono abituate a condurre una vita con responsabilità multiple. Io non ho figli, ma chi li ha lavora, gestisce casa, genitori anziani e bambini piccoli con una organizzazione del tempo incredibile. Da loro dobbiamo imparare, cambiando gli orari della giornata lavorativa. La vita migliora per tutti se si adottano modalità femminili nella gestione del tempo e del potere. Non credo nelle teorie della differenza, ma nell’abitudine concreta alla organizzazione e gestione sì. Se poi si pensa alle guerre, le donne sono le prime vittime ma anche le prime a trovare soluzioni per gestire le conseguenze dei conflitti, la mancanza di cibo, acqua, elettricità e le prime a ricostruire e rimettere insieme i cocci. In fondo anche Nancy Pelosi ha aspettato fino all’ultimo prima di lanciare il suo attacco a Trump, che invece ogni giorno apre un fronte personale.
Perché nel nostro Paese, da Boldrini a Greta, l’attacco alle donne crea così tanto consenso?
La democratica Alexandria Ocasio-Cortez, americana, dice: «La forza con cui ci combattono indica le dimensioni del potere che stiamo scardinando». In Italia, in più, c’è un senso di impunità: se sei uomo e per di più di potere, sei intoccabile. Le donne non hanno il coraggio di denunciare, o spesso sono più severe con le altre donne, e gli uomini sono perlopiù complici. Abbiamo sperperato decenni in inutili dibattiti, come quello sulle quote. Devi partire dai fatti e dai numeri: laddove le donne sono state inserite, c’è stato un riequilibrio e le aziende sono migliorate. Spesso poi entra in gioco l’autolesionismo di chi non vuole essere giudicata come categoria panda. Ma che tu voglia o no, siamo giudicate e trattate diversamente dai maschi. Ancora una volta, parlano i dati: quelli della violenza sulle donne, sull’accesso al potere o sulla disparità di stipendi. Eppure sono sicura che ancora molti e molte pensano sia meglio, in un momento di disoccupazione, tutelare l’occupazione del maschio che mantiene la famiglia. È difficile rompere le consuetudini di una cultura plurisecolare.
I social non stanno aiutando: su questo lei ha una proposta.
Io sono attaccata ogni giorno sui social con un sessismo e una volgarità intollerabili. Anche perché il degrado del linguaggio diventa abbrutimento fisico e violenza reale. È grave che non ci sia una sanzione: la violenza verbale – anche quella anonima, ancora più vile – deve essere sanzionata subito, e abbiamo tutti gli strumenti per farlo.
Nel libro usa un termine nuovo: glass cliff. Che cosa significa?
Precipizio di vetro: quando la situazione è disperata, si chiama al comando una donna. C’è un’altissima probabilità di fallire e vieni subito giudicata e condannata, ma se ce la fai parte il coro: ah be’, non era così difficile allora. È successo alla Lagarde, donna tostissima e affascinante, quando è stata chiamata al Fondo Monetario Internazionale nel 2011, nel momento più cupo della crisi. Anche per Ursula von der Leyen oggi non è facile. Durante le audizioni al Parlamento europeo i candidati vengono messi sul grill, giudicati su fatti, numeri, sottoposti a mille domande. Ursula non era partita bene quando era stata designata, poi ha studiato i dossier dove temeva di essere più debole, si è presentata, ha fatto l’esame ed è passata.
Infatti il suo invito è semplice: fatevi avanti!
Le donne devono avere più coraggio e assumersi qualche rischio: non puoi stare seduta ad aspettare che qualcuno ti regali il potere. Il mondo là fuori è competitivo, niente è gratis. Non è da tutti essere in prima linea, ma chi ha la forza, l’ambizione, la voglia, deve lanciarsi. E a chi ancora domanda «Una donna può fare il Presidente?», io dico ribaltando la questione: «Una donna può fare altrettanti danni?».
L’incompetenza degli uomini di potere sta facendo troppi sfaceli, non dobbiamo più senza chiedere scusa perché esistiamo, siamo più brave e più competenti e chiediamo il potere. La parola fa paura, ma il potere in sé non è una cosa sporca, non è buono né cattivo: dipende da come lo usi. Avere potere significa avere potere di decidere e quindi di poter cambiare. Ci assumiamo già tante responsabilità, perché dovremmo avere paura di prenderci il potere? E una volta che ce lo siamo preso, sia chiaro, vogliamo anche le rose!
maschio:
LA SUA INTOLLERANZA MENTALE LA SI RISCONTRA ANCHE NEL SUO PROGRAMMA OTTO E MEZZO DOVE SI SBRANA COME NESSUNO E NEI MODI PIU' ARROGANTI E BASSI CON LA COMPLICITA' DEL GIORNALISTA ALLEATO DI TURNO OGNI OSPITE NON ALLINEATO COL SUO PENSIERO (PRESO IN PRESTITO DAL GRUPPO BILDELBERG)
Warlordmaniac:
--- Citazione da: maschio - Aprile 19, 2020, 21:39:47 pm ---
Dimenticate per un momento la Lilli Gruber di Otto e mezzo, la giornalista più rispettata (e temuta) d’Italia, sempre equilibrata, indifferente ai potenti di turno
--- Termina citazione ---
Così equilibrata che è stata europarlamentare dal 2004 al 2008 nel gruppo politico che oggi si chiama Socialisti&Democratici, quello del PD per intenderci.
Senza dimenticare che faceva le serate mondane con Maria Elena Boschi, che addirittura una volta, per mezzo stampa, si autoinvitò a Ottoemezzo per difendersi da delle accuse su una questione di conflitto di interesse sulle banche.
maschio:
persone squallide.
Navigazione
[0] Indice dei post
Vai alla versione completa