Le donne non sono necessariamente portatrici di disvalori, ma questa � indubbiamente una societ� femminilizzata nel senso deteriore del termine.
Hai colto un punto fondamentale: le donne non sembrano in grado di promuovere socialmente valori universali/simbolici, che sono essenziali per una societ� coesa. Quando questi mancano, interessi particolari assurgono inevitabilmente al rango di assoluti creando caos sociale.
Appunto, non sono necessariamente portatrici di disvalore, ma fin quando non risultano abbondonate a se stesse ed in balia di se stesse.
Il loro valore ed i loro valori si realizzano nella società deputandosi alla loro azione di punto: la cura della famiglia dal suo interno.
Questo è l'unico modo in cui la donna promuove valori per la società . La sua è una azione di punto. Ma è quando questa azione di punto risulta persa, perchè non più primaria, che essa non è più soggetta alla regola dell'uomo (sia sociale che maritale) e non trova altro (probabilmente è giusto che sia così) che concentrarsi su se stessa.
Il valore dell'uomo si realizza in un ambito di carattere generale con la cura della famiglia dall'esterno, mantenedola direttamente e/o indirettamente attraverso il cercar di creare una società che abbia riferimenti solidi, certi, affidabili, condivisibili.
Non per nulla i due NON SONO AFFATTO INTERCAMBIABILI.
Nessun uomo eguaglierà mai una donna nella sua cura del "nido".
Nassuna donna eguaglierà mai un uomo nella protezione del "nido".
E un esempio lo abbiamo nella totale incapacità della donna di presentire il pericolo per la comunità come un uomo sa fare, nonostante
la donna generalmente possa godere di capacità intuitive maggiori.
Conclusione: se la donna porta disvalore ciò accade in quanto non più soggetta alla regola maschile, ma l'uomo allo stesso tempo
porta disvalore di incapacità e debolezza e ciò è dipendenza dell'assenza della donna che richiama l'uomo alla responsabilità .
Si potrebbe definire una situazione di stallo che si avvita, autoalimentandosi, su stessa.......ma non è così.
Comunque stiano le cose, qualunque siano le colpe o le cause è soltanto all'uomo che attiene l'azione, che con
qualsiasi mezzo deve ottenere il suo fine.
Perchè sua E' l'azione, in quanto uomo.
Perchè sua E' la colpa di aver lasciato la donna sottrarsi "alla regola" e smarrirsi e rivoltarsi con acrimonia.
Perchè sua E' la colpa di non averla protetta da se stessa.
Da dove la giriamo e rigiriamo è a noi che tocca "il compito", se non riusciremo non saremo più uomini......e le donne avranno avuto ragione.
OK, dando la colpa agli uomini mi attirerò tutti i "buuuuhhhhhh" del forum.
Però nessuno potrà dirmi di non aver precisato, come ho fatto nella mia presentazione, di venir qui in veste di difensore delle donne.