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Con la scusa della parità dei sessi e dell’anti discriminazione si fa passare qualsiasi altro concetto tra cui il travestitismo e l’ideologia di genere..
Tutti a scuola con la gonna a Nantes contro la discriminazione
Maschi e femmine a scuola in gonna con lo slogan ”indossiamo la parità”. E’ l’iniziativa anti discriminazione di alcuni licei della regione di Nantes che hanno aderito, venerdì prossimo, alla giornata dedicata a ciò che ”la sottana solleva” (dal titolo di un saggio sui codici di genere della storica Christine Bard). Sollevando prima di tutto un’ondata di polemiche, inclusa una protesta organizzata per lo stesso giorno dai ”Cittadini di Nantes per la famiglia”.
L’iniziativa è partita dal basso, dall’esigenza degli studenti che ”hanno constatato discriminazioni quotidiane anche al liceo nei confronti delle ragazze e per questo hanno pensato di organizzare un’azione per favorire una presa di coscienza”, come si legge nel comunicato stampa dell’Accademia di Nantes, a cui fanno capo di 27 licei che hanno aderito alla giornata (sui 220 della regione) e che a sua volta dipende dal ministero dell’educazione e dell’istruzione superiore. ”E’ una iniziativa che nasce al cento per cento dai rappresentanti degli studenti”, si difende una dirigente dell’istituzione.
Ragazzi e adulti sono stati quindi invitati a indossare la gonna, o almeno un adesivo con la scritta ”io lotto contro il sessismo, e voi?” per fare riflettere e ”cambiare la rappresentazione” che ancora i ragazzi e gli adulti hanno dei ruoli di maschi e femmine nella società. In realtà, una prima edizione di questa manifestazione c’era già stata senza tanto clamore lo scorso anno, con l’adesione di venti licei della città.
”Nel 2013, non c’è stata alcuna conseguenza negativa, anzi. Ci sono state ricadute positive, anche se limitate, i ragazzi ci hanno riferito che anche alcuni insegnanti si erano prestati al gioco presentandosi in gonna”, è stata costretta a testimoniare Elisabeth Costagliola, responsabile della Federazione dei genitori degli alunni precisando tuttavia che non tutti i genitori dei ragazzi allora erano al corrente della manifestazione.
”L’iniziativa poteva anche essere divertente lo scorso anno, come caso isolato. Ora stiamo generalizzando, trasformandola in un gadget”, denuncia Olivier Vial, presidente dell’Uni, l’organizzazione universitaria di destra, sottolineando, in una intervista al quotidiano conservatore Le Figaro, che ”nel nome dell’uguaglianza si fa qualsiasi cosa”. Vial mette sullo stesso piano la riflessione sul genere al vincitore di eurovision Conchita, diventato l’hashtag dei suoi tweet sulla questione, cavalcando così l’ondata di malintesi amplificata sui social media per cui anti discriminazione equivale a promuovere il travestitismo, l’invito a indossare la gonna all’obbligo di vestirsi da donna e mettersi il rossetto. Il rettorato è stato costretto a precisare, oggi, che ”l’Accademia non chiede ai ragazzi di venire a scuola in gonna. Non si tratta di travestirsi né di una giornata di folklore. Non è la gonna lo scopo di questa giornata”.
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