Cinema, solitudine, e sfruttamento:
"Il Viaggio in cielo di Mamma Kusters o Mamma Kunsters va in cielo"
[Mutter Küsters 'Fahrt zum Himmel aka Mother Küsters Goes to Heaven], Drammatico, 1975, Rainer Werner Fassbinder, [Germania Ovest]
Il mio soggetto è la sfruttabilità dei sentimenti, chiunque potrebbe essere quello sfruttato"-RW Fassbinder
Rainer Werner Fassbinder ha diretto 41 film ed era una figura importantissima nel cinema tedesco dalla fine degli anni sessanta fino alla sua morte per overdose all'età di 37 nel giugno 1982. Per uno studio serio del suo lavoro e delle sue notevoli contraddizioni, sono stati spesi fiumi d'inchiostro e decine, decine di libri, saggi, di ogni tipo e prospettiva. (Quasi) tutti i suoi film più significativi sono stati distribuiti anche negli Stati Uniti al cinema e poi in dvd, e questo dovrebbe testimoniare della sua importanza assolutamente peculiare. Che Fassbinder sia una sorta di "cane morto" nel cinema contemporaneo non è dovuto principalmente alle sue innegabili debolezze, ma ai suoi maggiori punti di forza: la sensibilità alla brutalità della vita quotidiana nella società capitalistica e l'ostilità a ogni forma di soggiacenza con essa.
"Mamma Kunsters va in cielo o Il Viaggio in cielo di Mamma Kusters" [Mather Küsters Goes to Heaven nel titolo anglofono per il mercato internazionale] [Mutter Küsters Fahrt zum Himmel nel titolo originale] (1975) è uno sguardo complesso sulle conseguenze sociali ed emotive di quanto descritto sopra, sia palesi che sotterranee, in una società basata sullo sfruttamento. E' anche il film in cui Fassbinder ha cui affrontato più direttamente la situazione politica tedesca contemporanea all'epoca in cui venne girato il film e ai problemi politici della classe operaia, con risultati irregolari ma suggestivi. E' forse l'ultimo lavoro della sua fase più importante e politicamente radicale nel cinema, quella del 1971-1975, durante la quale ha diretto (tra gli altri) "Attenzione alla puttana santa", Il Mercante delle Quattro Stagioni", "Le lacrime amare di Petra von Kant", "Ali : La paura mangia l'anima", "Effi Briest" e Fox ei suoi amici.
Come il titolo stesso fornisce "Mamma Künsters ..." sono numerose le referenze ad altre opere, più immediatamente (e ironicamente) di tutte a "Il Viaggio di mamma Krause verso la felicità" [Mutter Krausens Fahrt ins Glück], un film muto tedesco "proletario" del 1929, diretto da Jutzi Piel (che diresse una versione di "Berlin-Alexanderplatz") e basata sul racconto di Heinrich Zille, su una donna della classe operaia umiliata dalle circostanze. Il film termina con delle scene di dimostrazioni di lavoratori. Un altro possibile punto di riferimento è romanzo del 1906 di Maxim Gorky, "Madre", su una donna russa della classe operaia che sviluppa la coscienza politica e si unisce al movimento rivoluzionario. La storia è stata drammatizzata dal drammaturgo tedesco Bertolt Brecht nel 1930. E c'è, naturalmente, "in lontananza", per così dire, e propriamente di Brecht "Madre Coraggio e i suoi figli" (1941).
Per prima cosa vediamo le mani di Emma Küsters (Brigitte Mira) in primo piano, che lavora a casa un pezzo per pezzo. Essa sta assemblando componenti elettrici, ponendo dei pezzi rotondi in piccole scatole quadrate sul tavolo della sua cucina. E' disumanizzata del lavoro, oltre, è abusata da sua nuora incinta, Helene (Irm Hermann). Quest'ultima reagisce con disgusto quando Emma si apre una scatola di salsiccie per la cena del marito Hermann. Helene dice altezzosa: "Tutto è ormai sostanze chimiche ... La gente non sa piu' cosa sia bene per loro." Emma, cercando di placare la sua stizza, risponde, Helene continua a punire la madre con la sua "lungimiranza" la "carne di un uomo è veleno per un altro uomo"., mentre il marito anestetizzato Ernst (Armin Meier, compagno di Fassbinder e suicida) assiste ogni tanto sua madre lavorando un pezzo.
Emma sente di un omicidio orribile alla radio. Un operaio della fabbrica chimica ha ucciso un supervisore e poi se stesso. Quando il marito è in ritardo, comincia a preoccuparsi. Uno dei suoi compagni arriva alla porta. Dice ad Emma che "Hermann deve aver sentito qualcosa sui licenziamenti di massa e gli è saltata la testa." Suo marito, si scopre, essere lui "l'assassino della fabbrica."
Gentilmente ma passivamente, Emma si sente prima di tutto impotente di fronte all'omicidio / suicidio di Hermann. Il suo ancor più passivo figlio e la sua tesa, prepotente moglie, che aspirano soprattutto ad un'esistenza piccolo-borghese, si allontanano da lei, decisi a evitare il coinvolgimento nello "scandalo dell'omicidio della fabbrica." D'altra parte, la figlia Corinna (Ingrid Caven) , una cantante di uno squallido nightclub, ne utilizza la pubblicità, nel tentativo di favorire la sua carriera.
Dopo la tragedia, Mamma Küsters viene attorniata dai media alla maniera delle cavallette, in particolare dal reporter e fotografo di una rivista Niemeyer (Gottfried John), un ex-sinistrorso che finge simpatia per ottenere dettagli intimi su Hermann.
Quando Corinna la narcisistica arriva a casa, le tensioni familiari sono innalzate di una tacca. Lei e Helene non vanno d'accordo. In una scena straordinaria in un ristorante giapponese, il giornalista Niemeyer chiede a Corinna, che la immagina davanti a lui come un'artista seria, se la sua carriera di cantante sarà favorita o ostacolata dalla famosa azione di suo padre. Ha già iniziato a commercializzare se stessa in un locale come "La Figlia del assassino della Fabbrica." Quando Corinna e il giornalista corrotto finalmente vanno a vivere insieme.
Come i figli di Emma e la sua figliastra l'abbandonano, tutti gli dicono: "Non piangere, mamma." Ma lei è l'unica consenta alla tragedia di invaderla. Il resto della famiglia continua egoisticamente a guardare ai propri interessi.
Niemeyer, dopo aver ottenuto la fiducia di Emma, finisce per scrivere uno sporco pezzo completamente fori dalla realta' di abusi in famiglia, percosse alla moglie, ubriachezza di un "mostro assetato di sangue." Quando piu' tardi per quello che ha scritto verra' sfidato a riscrivere la verita', Niemeyer, il cui sporco mestiere è quello di "fare sensazione", afferma che stava solo facendo il suo lavoro. Questa giustificazione fa eco, ovviamente, con le scuse utilizzate adombrate dai tirapiedi nazisti. Inorridita per l'ingiustizia delle menzogne di Niemeyer, Emma inizia una crociata per rabilitare l'onore del nome del marito e quindi entra nell'orbita di varie forze di sinistra.
Vulnerabile e sola, Emma viene avvicinata dai Thälmanns(Karl-Heinz Bohm, recentemente scomparso, e Margit Carstensen, altra attrice feticcio fassbinderiana) (un riferimento all'epoca pre-Hitleriana, e al leader del Partito comunista tedesco Ernst Thalmann), ricchi membri del Partito comunista che le dicono di "volere trovare la vera causa" delle azioni del marito. Procedono così a indottrinarla: "In un certo senso, ciò che tuo marito ha fatto è rivoluzionario ... i problemi di tuo marito sono i problemi di tutti i lavoratori. Tuo marito ha cercato di risolvere i suoi problemi nel peggiore dei modi, attraverso l'azione individuale ... Solo una classe operaia forte e unita può raggiungere il socialismo. "Emma, scioccata dal fatto di essere ormai in sola compagnia dei comunisti, gente che suo marito appellava come facinorosi, risponde : "Hermann non mi ha mai detto che era oppresso."
I Thälmanns ammorbidiscono la loro posizione-«Ha ucciso un uomo per liberarne altri." Emma trova qualche conforto in queste parole, ricordando che Hermann aveva detto che era particolarmente preoccupato per la situazione dei lavoratori immigrati in fabbrica. Abbandonata dalla sua famiglia e tradita dai media, Emma gravita verso il partito comunista. Quando dice alla figlia Corinna che ha aderito al partito, sorpresa che la sua leadership non è "povera in canna", quest'ultima spiega cinicamente a sua madre: "Ci sono comunisti e comunisti ... E' lo stesso in Germania Est- i capi di partito hanno le loro ville. "
Più tardi, Emma afferma solennemente: "Tutti sono lì per qualcosa. Una volta che ti rendi conto di questo, tutto è molto più semplice. "
Quando Emma va alla fabbrica di Hermann in cerca di aiuto finanziario, un responsabile di gestione le dice che lei non riceverà una pensione a causa della rottura delle "relazioni industriali" prodotta dall' omicidio / suicidio dl marito. Questa decisione, si è informato, ha l'approvazione del sindacato.
La scena più commovente del film è l'incontro/congresso del Partito Comunista. Il contesto è significativo. In un'elegante sala tappezzata di ritratti dei Padri del Comunismo, Thalmann, oggi addobbato in una giacca di pelle "da lavoratore", introduce Emma ai membri del partito. Il suo discorso, però, tarpa ben presto tutto il suo atteggiarsi: "Penso che posso farvi capire il motivo per cui mi sono iscritta al Partito Comunista alla mia età ... C'è una ragione per tutte le cose terribili nel mondo ... [Sposata per 40 anni, ] Ho fatto quello che ci si aspettava da me. Hermann è andato al lavoro e alla guerra e ha fatto quello che ci si aspettava da lui. È davvero questa la vita? E' questo il modo in cui gli altri volevano che vivessimo? ... Ho pensato che lo conoscevo e che non c'era motivo di parlarne. Ma questo non era vero. Come mio marito deve aver sofferto a fare quello che ha fatto, e io non ne sapevo nulla. È questa la vita? Non abbiamo mai davvero imparato a vivere insieme ... Quanto disperato deve essere stato ... Mio marito non è era un omicida, nè un pazzo. E' un uomo che ha colpito una volta perché era stato picchiato per tutta la vita ... Picchiato da quell'1 per cento che possiede l'80 per cento della ricchezza ... Io, Emma Küsters, mi uniro' a voi nella vostra lotta per la giustizia. "Ci si sente come se Fassbinder stesse qui parlando con notevole passione.
Il regista una volta disse a un intervistatore che non stava criticando i Thälmanns per essere di sinistra e benestanti, ma per l'assenza di vergogna in loro. Anche se la ricchezza è un fattore di critica del film al Partito comunista, Fassbinder prende principalmente di mira il suo opportunismo e il suo carattere di establishmènt. Nonostante la mano veramente cordiale stesa dai leader del PC dopo la tragedia di Emma, ella è infine dimenticata a causa di una campagna elettorale e di "problemi più urgenti".
Un anarchico, Knab(Matthias Fuchs), è in attesa dietro le quinte, sapendo che gli stalinisti finiranno per lasciare Emma nei guai.
La recente uscita del dvd contiene i due diversi finali che Fassbinder giro' per il suo film. Nell'originale "Mamma Küsters", Knab e un gruppo di anarchici tentano di sequestrare la redazione della pubblicazione che ha calunniato il marito. Con grande sorpresa e tragicomico orrore di Emma, l'anarchico tira fuori una pistola e minaccia il direttore con la violenza se la storia calunniosa e le menzogne su Hermann Küsters non vengono smentite e poi ritirate. Questa versione del film termina con un fermo immagine. Un testo conclusivo spiega che le forze di sicurezza hanno sparato all'irruzione uccidendo anche Emma Küsters.
Nella seconda versione, Emma e due anarchici inscenano un sit-in presso gli uffici uffici della redazione del giornale. Quando il Direttore e il suo staff semplicemente li ignorano e li lasciano lì alla fine della giornata, la coppia di anarchici decide di fare un'altra azione di forza all'esterno, lasciando Mamma Küsters sola con i plichi e i volantini sul pavimento. Un guardiano notturno, un vedovo, la invita a casa sua per "cielo e terra", un pasto a base di mele e patate. Alla fine, ella è stata sì tradita da tutti, ma il suo umanesimo e gli istinti di classe hanno maturato un processo.
In un'intervista del 1977, Fassbinder ha parlato delle due versioni del film: "In realtà io preferisco il cosiddetto lieto fine [il secondo finale]. L'ho fatto perché molte persone mi hanno detto che il primo finale era troppo duro. Così ho provato un finale dolce che preferisco, perché in realtà è più duro di quello originale.Il primo finale, con il testo, è forse più intellettuale ma l'altro colpisce le persone più emotivamente. "
Egli ha suggerito che il seconda finale è in realta', infatti, più intransigente, "Quando la donna ha lottato per qualcosa così lungamente e anche ottenendo simpatia per cio'... ma deve rinunciare, perché nessuno la sosterra'."Un critico una volta ha definito il cinema di Fassbinder come "solidale con le vittime".
Un alto livello di serietà
"Mamma Kunsters va in cielo" spicca in molti modi ancora adesso a quasi quarant'anni di distanza, nel cinema europeo contemporaneo, "d'autore" o meno. In primo luogo, si tratta di un lavoro straordinario sotto ogni aspetto e in cui ogni dettaglio fisico grida di essere preso sul serio. La colorazione vivida degli oggetti e degli accenti di scena contrasta con una certa tristezza attaccata ai personaggi centrali. Costrittivo nei suoi rettangoli-porte, sale, e le voci a cottimo della tipica recitazione brechtiana dei protagonsiti di Fassbinder, sono in contrapposizione continua ad oggetti circolari, tra cui la pancia incinta di Helene. I personaggi si muovono in ambienti che rispecchiano visivamente stati fisici, emotivi e mentali. (Gli specchi sono spesso presenti nei film di Fassbinder. La loro presenza allude a un problema sociale e psicologico. Un personaggio come il cosciente della propria immagine Thälmann, che studia appunto frequentemente la propria immagine riflessa, come quando tiene i discorsi ad Emma, è ossessionato e si lascia dominare da ciò che gli altri pensano di lui.)
Fassbinder solleva più domande in questo film di quante potesse mai rispondervi. I datori di lavoro e i media, da un lato, il sindacato, il partito comunista e gli anarchici, dall'altro, tutti a opprimere o tradire Emma Küsters. Che cosa, allora, si dovrebbe fare? Che cosa la classe operaia nel suo insieme dovrebbe fare? Presumibilmente, Fassbinder ha voluto che questa domanda delle domande sorgesse nella mente dello spettatore. Alla quale non ha fornito alcuna risposta adeguata, e, di fatto, ritirandosene sempre più lontano da quando la sua carriera procedeva e distaccandosi da qualsiasi considerazione o interesse a fornire una risposta, cio' non togliendo la gravità oggettiva delle questioni sollevate in "Mamma Küsters". Domande che restano poste a ogni spettatore del film.
L'intuizione di Fassbinder per il dilettantismo, l'opportunismo e l'arroganza del piccolo borghese politicamente "stalinista" o di "ultra-sinistra"-è infallibile. Le scene nella casa di buon gusto dei Thälmanns », e di come i due membri del PC trattino con cautela, sinceramente ma anche con accondiscendenza Emma Küsters, sono indimenticabili. Avrebbero potuto farne un altro loro ornamento, per abbinare i mobili e gli oggetti eleganti e alla moda, artisticamente.
Il film rende anche chiaro che i Thälmanns, insieme con l'anarchico Knab, possono andare e venire. Sì, loro possono gettare la tragedia di Emma nel"dimenticatoio." Ma lei non può. E il suo impegno politico, quando è oramai arrivata a questo, è incondizionato e completo. Anche i figli di Emma, lottano per uno stile di vita socialmente accettabile (o, nel caso di Corinna, cercando di affermare se stessa opportunisticamente sfruttando qualche squallido mestatore come il giornalista/fotoreporter), ma fanno solo spiccare maggiormente il rilievo etico e morale del personaggio della madre.
"Madre Künsters" è senza dubbio il punto più alto degli sforzi di Fassbinder nel mettere in discussione e affrontare il problema della leadership della classe operaia, anche se probabilmente la questione non sarebbe considerata in quella luce. Oltre a ciò, e forse l'unica occasione in un'opera di Fassbinder, in cui il regista ritrae senza cinismo (anche se non senza ironia) la capacità di una persona oppressa, una donna operaia di mezza età, di raggiungere un notevole grado di illuminazione personale e politica . Tale possibilità, con tutte le sue implicazioni, solleva ancora una volta questioni a cui il regista non avrebbe mai adeguatamente o addirittura gravemente non risposto durante il resto della sua vita.
La critica del radicalismo piccolo-borghese, nella forma dell'anarchico Knab e dei suoi seguaci, è particolarmente degna di nota. Lo stesso Fassbinder era definito un anarchico nella "Germania in autunno"degli anni di piombo, anche se non della varietà terrorista. Uscito dagli ambienti radicali, contro-culturali della Germania Ovest alla fine degli anni sessanta, che avrebbero generato il movimento studentesco di protesta, così come il gruppo terroristico Baader-Meinhof e la RAF.
Nella prima versione di "Mamma Küsters", gli anarchici proponevano ad una ignara Emma un'azione inutile nella quale finivano per essere tutti uccisi. Nella seconda, gli anarchici si arrendono quando sorgono difficoltà. Gli sforzi politici altrettanto impotenti sono presentati come due facce della stessa medaglia.
I limiti del film sono molto reali. Mentre gli istinti del regista sul carattere dei politici borghesi sono corretti, non avanzano oltre un certo livello. L'esame della pellicola della leadership stalinista, per esempio, in gran parte si limita alla vanità esteriore di quest'ultima, all'auto-assorbimento e alla condiscendenza. L'elite del partito vive alla moda, tiene riunioni in luoghi costosi, rispetta la Costituzione e, nelle parole di Thalmann a Emma, "non può fare miracoli." Ovviamente, l'organizzazione ha riguardo dei costumi borghesi e delle norme. La parola o il concetto di "stalinismo" non fa mai la sua apparizione.
La simpatia per la vittima, senza che la fiducia per la vittima possa superare il suo vittimismo, è essa stessa il film e il suo piu' grande pregio. Fassbinder non ripete o enuncia troppo la sua convinzione, egli è gia' consapevole in tutto, e cioè che la classe di persone per le quali egli si sente in grande empatia potrebbero effettivamente effettuare una radicale trasformazione sociale. In realtà, egli è sempre stato pessimista su questa possibilità, e la fine della radicalizzazione a metà degli anni settanta si limita ad approfondire questo pessimismo. E' al di fuori del campo di applicazione di questo mio breve commento poter discutere il problema, ma chiaramente, il crescente cinismo di Fassbinder ha contribuito a indebolire la sua arte e lo ha inviato ad una tomba precoce.
Uno avrebbe forse bisogno di un punto più di vista piu' chiaro e di un buon istinto per affrontare i problemi sociali più complessi. Bisogna capire i problemi come fenomeni storici. Questo è stato più o meno un libro chiuso, da Fassbinder. Quando l'intervistatore Wilfred Wiegand ha commentato che i suoi film spesso esprimevano idee che erano "completamente identiche con le tendenze oggettive dello sviluppo storico", Fassbinder rispose: "In generale, la storia non mi interessa. Quello che mi interessa è quello che posso capire le mie possibilità e le relative impossibilità, le mie speranze e i sogni utopici, e come queste cose si riferiscono a ciò che mi circonda, che mi interessano. Mi interessa la solidarietà, e la possibilità che potrei avere di superare le cose che mi preoccupano, la paura e tutto ciò che la provoca e vi si annida, molto più che la teoria. "Questa prospettiva si è rivelata troppo stretta e inaffidabile come guida, in circostanze complesse ed esigenti.
Il destino ed eventuali mancanze personali di Fassbinder erano legati piu' a difficolta' di carattere generale che a tragedie. Nato solo poche settimane dopo il crollo del regime di Hitler, il regista era parte di quella generazione di giovani tedeschi, cresciuta all'ombra dai crimini nazisti, che provava orrore e vergogna per ciò che era accaduto. Tutto ciò che riguardava l'ufficialita' borghese in Germania li respingeva. Ironia della sorte, però, la stessa tragedia che aveva colpito la classe operaia tedesca, il tradimento storico dello stalinismo e della socialdemocrazia di fronte alle forze fasciste, ha continuato ad avere conseguenze.
La tendenza marxista rivoluzionaria, dopo aver subito enormi colpi per mano sia del fascismo che dello stalinismo, è rimasta isolata. Il regime di stato di polizia nella DDR (Germania Est) si presentava come "vero socialismo esistente.« In condizioni politiche estremamente confuse, molti membri della classe media della generazione di Fassbinder percepirono o ebbero scelto di percepire solo un anarchismo semi-bohemien come l'alternativa alla burocrazia. Quando questo umore si dissipo', alcuni hanno preso la via del carrierismo (portandoli in alcuni casi a ministeri); altri, in un modo o nell'altro, si sono distrutti.
La recente pubblicazione di questo film di Fassbinder nell'HD del Blu-ray è un evento ampiamente benvenuto. Essa dovrebbe contribuire a promuovere una discussione sul lavoro del regista in un momento in cui le problematiche che animavano i suoi migliori sforzi ancora una volta premono sulla sua grande caratura artistica, a trentadue anni dalla morte. "Mamma Künsters va in cielo", nonostante i suoi difetti, è una delle opere più politicamente coerenti dell'artista e sia esteticamente che intellettualmente un lavoro molto ricco. E' anche un ottimo punto di partenza per un esame della sua ricchissima carriera cinematografica e televisiva.
Suicide Is Painless
Chicago International Film Festival 1976
Nominato
al Golden Hugo Miglior Film
Rainer Werner Fassbinder
Da Wiki:
Manifesto di ambigua ferocia ideologica[senza fonte] fu presentato in prima assoluta il 7 luglio del 1975 al Festival del Cinema di Berlino, ma la proiezione fu sospesa per le dure proteste del pubblico.
Fu distribuito l'anno successivo, in una versione ridotta, per il mercato internazionale col titolo "Mother Kuster goes to Heaven"
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