Autore Topic: Bollettino di guerra, violenza maschile su donne e bambini  (Letto 2122 volte)

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Offline skorpion72

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Bollettino di guerra, violenza maschile su donne e bambini
« il: Aprile 30, 2010, 17:03:39 pm »
Riporto altri 2 articoli presi dal solito sito

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http://www.donnapratica.com/articoli/2010/04/09/bollettino-di-guerra-violenza-maschile-su-donne-e-bambini

Bollettino di guerra, violenza maschile su donne e bambini

di DP il Ven, 09/04/2010 - 11:56

Si consiglia di visitare e seguire il sito internet "Bollettino di guerra - violenza maschile su donne e bambini" che monitora le violenze maschili compiute su donne, bambine e bambini.
Il sito è in pratica una rassegna stampa di articoli che riguardano stupri, sessismo, pedofilia, razzismo, percosse, stalking, femminicidio. Una raccolta utile di informazioni che riguardano i casi noti di violenze che uomini compiono su donne e bambini.
Questo è il canale su facebook: Bollettino di guerra violenza su donne e bambini - facebook No violenza sulle donne. Contro l'istigazione allo stupro e al femminicidio

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http://www.donnapratica.com/articoli/2009/02/02/violenza-sulle-donne-statistiche

Violenza sulle donne, statistiche

di dp-m il Lun, 02/02/2009 - 22:11

Sembra proprio che la frequenza della violenza sulle donne, non solo non accenni a diminuire, ma la sensazione è che sia addirittura in aumento: oggi, sempre più di ieri, dobbiamo temere di uscire sole, di camminare per la strada, non solo la sera, ma anche di giorno, se la strada non è affollata. Paura.
I Tg ci raccontano dettagli e sviluppi di episodi di cronaca che distruggono la vita di donne e che vengono spesso strumentalizzati dalle parti politiche per attaccarsi a vicenda, a seconda di chi sta amministrando “quella” città, in quel preciso momento.

Ma c’è molto di più. Secondo quanto riportato da un’indagine Istat relativa all’anno 2006:

<< Le donne subiscono più forme di violenza. Un terzo delle vittime subisce atti di violenza sia fisica che sessuale. La maggioranza delle vittime ha subito più episodi di violenza. La violenza ripetuta avviene più frequentemente da parte del partner che dal non partner (67,1% contro 52,9%). Tra tutte le violenze fisiche rilevate, è più frequente l’essere spinta, strattonata, afferrata, l’avere avuto storto un braccio o i capelli tirati (56,7%), l’essere minacciata di essere colpita (52,0%), schiaffeggiata, presa a calci, pugni o morsi (36,1%). Segue l’uso o la minaccia di usare pistola o coltelli (8,1%) o il tentativo di strangolamento o soffocamento e ustione (5,3%). Tra tutte le forme di violenze sessuali, le più diffuse sono le molestie fisiche, ovvero l’essere stata toccata sessualmente contro la propria volontà (79,5%), l’aver avuto rapporti sessuali non desiderati vissuti come violenza (19,0%), il tentato stupro (14,0%), lo stupro (9,6%) e i rapporti sessuali degradanti ed umilianti (6,1%).
I partner responsabili della maggioranza degli stupri. Il 21% delle vittime ha subito la violenza sia in famiglia che fuori, il 22,6% solo dal partner, il 56,4% solo da altri uomini non partner. I partner sono responsabili della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica rilevate. I partner sono responsabili in misura maggiore anche di alcuni tipi di violenza sessuale come lo stupro nonché i rapporti sessuali non desiderati, ma subiti per paura delle conseguenze. Il 69,7% degli stupri, infatti, è opera di partner, il 17,4% di un conoscente. Solo il 6,2% è stato opera di estranei. Il rischio di subire uno stupro piuttosto che un tentativo di stupro è tanto più elevato quanto più è stretta la relazione tra autore e vittima. Gli sconosciuti commettono soprattutto molestie fisiche sessuali, seguiti da conoscenti, colleghi ed amici. Gli sconosciuti commettono stupri solo nello 0,9% dei casi e tentati stupri nel 3,6% contro, rispettivamente l’11,4% e il 9,1% dei partner.>> [Pdf indagine Istat 2006 - violenza sulle donne]

Quante volte abbiamo sentito dalla tv, o letto sui giornali, informazioni approfondite sulla violenza domestica, che, come rileva l’Istat, è di gran lunga superiore a quella che avviene per strada?

E’ come se la cultura dominante ci insegnasse che il reato più odioso è quello dove la donna viene violentata da chi non la “possiede” legalmente. Là dove la violenza accade per mano di un partner, pare sia tutta un’altra faccenda, non meritevole di spazi e allarme sociale.

E chi ci parla della violenza psicologica, dei comportamenti persecutori?


Sempre secondo fonte Istat:

<< 7 milioni 134 mila donne hanno subito o subiscono violenza psicologica: le forme più diffuse sono l’isolamento o il tentativo di isolamento (46,7%), il controllo (40,7%), la violenza economica (30,7%) e la svalorizzazione (23,8%), seguono le intimidazioni nel 7,8% dei casi.
2 milioni 77 mila donne hanno subito comportamenti persecutori (stalking), che le hanno particolarmente spaventate, dai partner al momento della separazione o dopo che si erano lasciate, il 18,8% del totale. Tra le donne che hanno subito stalking, in particolare il 68,5% dei partner ha cercato insistentemente di parlare con la donna contro la sua volontà, il 61,8% ha chiesto ripetutamente appuntamenti per incontrarla, il 57% l’ha aspettata fuori casa o a scuola o al lavoro, il 55,4% le ha inviato messaggi, telefonate, e-mail, lettere o regali indesiderati, il 40,8% l’ha seguita o spiata e l’11% ha adottato altre strategie. Quasi il 50% delle donne vittime di violenza fisica o sessuale da un partner precedente ha subito anche lo stalking, 937 mila donne. 1 milione 139 mila donne hanno subito, invece, solo lo stalking, ma non violenze fisiche o sessuali.>>

La nostra cultura dominante e l’informazione (anzi, la mancanza di informazione) fa in modo che solo il 18,2% delle donne che hanno subito violenza fisica o sessuale in famiglia considera la violenza subita un reato, e solo il 7,3% delle violenze in famiglia viene denunciato.

Perché i media ci bombardano con ogni dettaglio sui fatti di cronaca gravissimi di violenza sessuale, sulla ricerca e cattura dei colpevoli, sulla loro nazionalità, sulle reazioni della gente alla cattura, in caso di colpevoli non-italiani, ed è pressoché inesistente lo spazio riservato ad informare sulla violenza molto più diffusa che la donna subisce tra le mura domestiche?
Forse si presta meno a strumentalizzazioni, e si lascia passare il messaggio che quella violenza è “meno grave”, anzi, che nemmeno è reato se compiuto da qualcuno che già “ci possiede” per legge…
E soprattutto, perché non viene riservato altrettanto spazio per informare adeguadatamente e approfonditamente che ci sono strutture pronte ad ascoltare ed accogliere ogni donna che abbia subito qualunque forma di violenza?
Perché non viene riservato spazio dalle tv e dai tg per approfondire queste informazioni? magari in fasce orarie in cui una donna è a casa e si trova ad ascoltare, e si ferma e pensa che magari una speranza per uscire dal suo incubo c’è.
I centri antiviolenza esistono, ci lavorano operatori professionali, psicologi, medici, avvocati, volontari, ci sono persone pronte e preparate. Forniscono ascolto, sostegno, aiuto concreto, forniscono una via d'uscita. Perchè una via d'uscita c'è sempre.
I discorsi delle femministe fanno sempre molto "rumore"...il problema è che puzzano anche da morire

Offline icarus.10

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Re: Bollettino di guerra, violenza maschile su donne e bambini
« Risposta #1 il: Aprile 30, 2010, 17:12:05 pm »
La famigerata "violenza maschile" fa più vittime maschili che femminili. Perchè la maggior parte degli omicidi(o aggressioni) compiute da uomini, sono rivolti maggiormente verso altri uomini.

Gli infanticidi sono commessi a prevalenza da madri più che da padri.

Basta dare un'occhiata alle cifre e statistiche, e non alla boiate propagandate dai "centri antiviolenza"(finanziati con le nostre tasse).

Il resto sono solo ciarle, però dette bene.
"Sono contraria alla pena di morte e all'ergastolo, eccetto che per stupratori, pedofili, e per coloro che maltrattano cani, gatti e...criceti"

Offline icarus.10

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Re: Bollettino di guerra, violenza maschile su donne e bambini
« Risposta #2 il: Aprile 30, 2010, 17:33:13 pm »
Spesso i mass media "maschilisti" e "sessisti"(Rai, Medisaset, Repubblica, Corriere, ecc), parlando continuamente di violenza contro le donne, ci riportano dati e statistiche del calibro :

In Italia:

Una donna su tre viene stuprata

15 milioni di donne italiane subiscono violenza


Cazzo!!! Ma come lo fanno sapere???!!! Hanno per caso intervistato tutte le donne italiane(circa 30 milioni) e poi elaborato queste statistiche?

Da dove escono fuori ' sti dati??
Ma certo! escono fuori da indagini telefoniche fatte da "centri antiviolenza" commissionati dal Ministero delle Pari[sic] Opportunità(indagini molto obiettive e non di parte, quindi :P ) su un campione di qualche centinaio di donne contattate telefonicamente.

Ma a parte che dovrebbe essere un magistrato a stabilire se ci sono gli estremi di un reato o meno e/o se il reato è avvenuto o meno, da quando in qua, i sondaggi, telefonici o non, possono assumere una valenza scientifica e oggettiva?

Se è così, allora,  è meglio che non andiamo più a votare. A pochi giorni, prima delle "elezioni", il governo in carica commissioni un sondaggio telefonico su un campione di un migliaio di cittadini, e dai risultati, rimarrà in carica o meno.

Così, se non altro,si risparmiano i soldi per le elezioni e i seggi :P

« Ultima modifica: Aprile 30, 2010, 17:37:43 pm da icarus.10 »
"Sono contraria alla pena di morte e all'ergastolo, eccetto che per stupratori, pedofili, e per coloro che maltrattano cani, gatti e...criceti"

Offline Salar de Uyuni

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Re: Bollettino di guerra, violenza maschile su donne e bambini
« Risposta #3 il: Maggio 05, 2010, 12:35:50 pm »
Post che ho già inserito in trend precedenti in cui mostro chiaramente la natura menzognera di queste dichiarazioni.


''Ci sono tre modi dire il falso:il primo sono le bugie piccole,il secondo le bugie grosse,il terzo la statistica''.Benjiamin Disraeli.

Secondo le statistiche presentate dall'istat la stragrande maggioranza degli stupri  avverrebbe in ambito domestico ad opera di maschi italiani,i quali sarebbero degli stupratori incalliti.
E' la classica accusa,di sempre,''la famiglia uccide'',dicono le femministe,il mostro sta fra le mura di casa.


Vediamo come presenta lo studio istat repubblica:

''Una ricerca dell'Istat sfata molti luoghi comuni sui reati a sfondo sessuale
Secondo i dati resi noti dall'istituto solo il 10% delle violenze arriva da stranieri
Il 90% degli stupri commesso da italiani
Il rischio maggiore da familiari e conoscenti

 ROMA - Non sono immigrati ma italiani i responsabili della piaga della violenza sulle donne nel nostro Paese. Secondo le stime dell'Istat, non più del 10% degli stupri commessi in Italia è attribuibile a stranieri, contro un 69% di violenze domestiche commesso a opera di partner, mariti e fidanzati. Dati che fanno crollare d'un colpo il luogo comune che associa l'immigrazione a una diminuzione della sicurezza nelle città italiane.

Secondo l'Istat, che oggi ha aperto, nella sua sede centrale a Roma, il Global Forum sulle statistiche di genere, solo il 6% degli stupri in Italia è commesso da persone estranee alla vittima: "Se anche considerassimo che di questi autori estranei la metà sono immigrati - ha spiegato Linda Laura Sabbadini, direttore centrale dell'istituto di statistica - si arriverebbe al 3% degli stupri; se ci aggiungessimo il 50% dei conoscenti, al massimo si arriverebbe al 10% del totale degli stupri a opera di stranieri".

Le forze politiche di sinistra denunciano una realtà "oscurata e alterata" dai media e "strumentalizzata dai partiti di minoranza". "Una doccia fredda per il narcisismo nazionale": così il portavoce dell'Idv, Leoluca Orlando, commenta la ricerca. Paola Balducci, responsabile giustizia del Sole che ride, ricorda "l'ostruzionismo della destra che alla Camera ha ritardato l'approvazione del disegno di legge contro le discriminazioni sessuali e la violenza sulle donne" e evidenzia la necessità di "un salto di qualità nelle politiche culturali e informative". "I dati rafforzano le ragioni e lo spirito della manifestazione del 24 novembre" commenta la senatrice Prc Giovanna Capelli.

Il lavoro dell'Istat non si ferma qui. "Ora dovremo porre l'attenzione - osserva Luigi Biggeri, presidente dell'istituto - anche su altre tematiche come la discriminazione, terreno difficilissimo ma che ormai necessita di essere misurato in tutte le sue manifestazioni".
Ora dopo aver tuonato contro il maschio italiano,si arriva dove si vuole arrivare ovvero:''alle altre tematiche sulla discriminazione'',ovvero PRIMA SI SPARA L'ACCUSA,POI UN PO' DI PARI OPPORTUNITA'.
Immagino che a molti su questo forum fischieranno le orecchie,c'è qualcosa di noto in questo processo.

Ma ne parleremo dopo,ora torniamo alle violenze domestiche

''Stupri, ecco i dati diffusi dal Viminale
pubblicato: martedì 24 febbraio 2009   Il Viminale ha reso noti oggi i dati circa le violenze sulle donne. Gli autori degli stupri sono di nazionalità italiana nel 60,9 per cento casi. Il 7,8 per cento dei violentatori è invece rumeno, il 6,3 è marocchino. Il ministero dell’Interno ha precisato inoltre che le vittime sono, nella gran parte dei casi, di nazionalità italiana. I dati si riferiscono in generale all’intero territorio, ma ci sono cifre che riguardano nel dettaglio le singole zone: “Vicino Roma il dato cambia - ha spiegato il capo di gabinetto delle Pari opportunità, Simonetta Matone -. Rimane la prevalenza degli italiani, ma nei dintorni della Capitale la percentuale scende al 48%, mentre quella dei rumeni sale al 28″. Da segnalare poi un picco di aggressioni, sempre a Roma, registrate nell’ordine del 13,4%, con 339 casi nel 2007 e 317 nel 2008.''



Come conciliare,però, le ricerche istat con i recenti dati del ministero dell'interno,che dicono l'esatto opposto,qualcosa non quadra,nella grande bugia mediatica,bisogna che i vari uffici si mettano d'accordo fra di loro.

Vediamo invece i DATI (i dati,non le statistiche,del ministero dell'interno,i dati sono puri,le statistiche sono frutto della ricerca su un campione)


Qualcosa non quadra,vero?


Ecco spiegato il trucco,chi non capisce niente di statistica,non capirà che in verità entrambi gli studi dicono la verità. La statistica è una questione di campione scelto,e cambiando il campione,si cambiano i dati e li si giostrano come si vuole.Risultato 40% di stupri ad opera degli stranieri.
Allora come mai questa discrepanza,dal 10 al 40%?
Per il semplice motivo che la statistica è stata fatta come al solito alla maniera femminista.
In primis devono aver incluso come molestia sessuale,gli sguardi impertinenti,gli sfioramenti,i litigi e altri orrendi oltraggi della cui natura non è dato di conoscere.
Poi potrebbero avere ciccato il campione.
lA STATISTICA è INFERENZIALE ovvero dipende molto dall'accuratezza nello scegliere il campione,se si cicca il campione,si cicca appieno la statistica.
E' pieno di statistiche farlocche,basta guardare i miracolosi tassi di crescita dei farmaci anticaduta dei capelli,eppure i pelati son sempre pelati(salvo trapianti svizzeri e riporti chilometrici).
Perchè tutto questo?
Perchè bisogna andare a vedere le condizioni messe in superminuscolo dello studio,come lo si è condotto.
Benjamin Disraeli soleva dire,ci sono tre modi di dire bugie:dicendo bugie piccole,dicendo bugie grosse,oppure con la statistica.
Taroccare una statistica è facile...
basta vedere l'inflazione istat...
come scelgono il paniere?
Dunque appurato che cos'è la statistica e a che cosa serve(a dare dati rassicuranti alla popolazione...)ora noi in maniera diligente ci rivolgiamo AI DATI PURI,QUELLI NON INFERENZIALI,NON DEDOTTI DA UN CAMPIONE CHE PUO' ESSERE SCELTO A PIACIMENTO,MA INVECE PRESI NELLA LORO COMPLETEZZA.
IL 40% DEGLI STUPRI E' AD OPERADEGLI EXTRACOMUNITARI...
Perchè insistono ad incolpare il maschio italiano di essere l'unico mostro?
Perchè vogliono creare un clima di diffidenza nelle relazioni coniugali?
 Per altro poi mi chiedo quale sia la definizione di stupro,sarebbe interessante saperlo,così capiremmo meglio una statistica,che casualmente è fatta da una donna. L'istat non è nuovo a dichiarazioni terroristiche sullo stupro,è interessante sapere che per l'istat 1 donna su tre sono state sottoposte a violenza sessuale. Diamo un'occhiata a come vengono condotte questo genere di statistiche anti-maschio occidentale, dal rapporto gesef:

COMUNICATO STAMPA: Fermiamo la Violenza Femminista
Stop alla Propaganda Terroristica di Dati Falsi e Mistificati


    Con la presente intendiamo attuare un’informazione di contrasto alla propaganda mistificatoria  inerente la violenza sulle donne. Evidenziando falsità e manipolazione dei relativi dati statistici, diffusi in maniera sproporzionatamente ridicola - senza alcun riscontro - da parte di Ministri, esponenti parlamentari e sedicenti “esperte”, attraverso un martellamento mediatico senza precedenti
     Tale propaganda mira a radicare nell’immaginario collettivo l’idea di un ambiente domestico scenario di delitti e terribili violenze, dove vittima è sempre e solo la donna mentre il carnefice è esclusivamente di sesso maschile.
     Vengono svelate cifre  inquietanti quanto sospette: oltre sei milioni (qualcuno ha sparato 14 milioni) di donne hanno subito violenza da parte di un partner o altro familiare, di cui la metà stuprate. Sulla base di dati statistici pubblicati dall’Istat, dietro incarico della Ministra per le Pari Opportunità Barbara Pollastrini. La quale ha potuto disporre di un finanziamento doppio per il suo dicastero  rispetto a quanto previsto per il suo predecessore. Leggendo tali dati sul sito dell’Istituto si scopre che altro non sono che .proiezioni statistiche dei risultati scaturenti da un sondaggio telefonico effettuato  lo scorso anno su 25.000 abbonate (v. www.istat.it),
     La nota metodologica del sondaggio chiarisce che le domande poste alle intervistate evitano volutamente  riferimenti espliciti alla violenza fisica o sessuale, ma invitano le stesse a “descrivere concretamente atti e/o comportamenti in modo di rendere più facile alle donne aprirsi". Ciò per evitare una sottostima del fenomeno, "[...] sottostima che può essere determinata anche dal fatto che a volte le donne non riescono a riconoscersi come vittime e non hanno maturato una consapevolezza riguardo alle violenze subite". Non sono quindi le donne intervistate ad aver denunciato violenze subite, bensì le loro descrizioni sono poi state catalogate in varie fattispecie di “violenza.
Cosicché l’attenzione sessuale  diventa molestia, l’esercizio del dovere coniugale dal parte del partner  diventa stupro, un banale litigio diventa violenza fisica,  una critica al vestito o alla pettinatura é considerata violenza psicologica, un blando rifiuto diventa limitazione della libertà personale, la necessità di chiarire situazioni ambigue diventa violazione della privacy, la richiesta di una equa distribuzione delle risorse familiari diventa ricatto economico.
     I dati del sondaggio  assunti come scientifici – ripetiamo: 25.000 interviste telefoniche “guidate”– oltreché proiettarsi riversati statisticamente sull’intera popolazione femminile italiana di età 16-59 anni, sono costruiti  in funzione esclusiva di uno spettacolare allarmismo, e dunque sottratti al rigore della prova dei fatti. Tale metodologia è già stata adottata nel decennio scorso in altri Paesi Europei ed occidentali, e fortemente contestata da femministe storiche dotate di un certo spessore intellettuale (ad es. Francia: vedi  Elisabeth Badinter – Il percorso sbagliato).
     Consola il fatto che l'Assemblea ONU, pur avendo decretato il 25 novembre come giornata contro la violenza alle donne già dal 2001,  lo scorso anno ha "preso nota" ma di fatto rigettato l’ultimo rapporto sulle violenze domestiche contro le donne presentato dall'uscente Segretario, poiché quanto contenuto risultava outrageously inaccurate, contrived, manipulated and most distinctly dangerous, come riportato dalla stampa statunitense  
   La Ministra, ed altri esponenti del Governo e dell’Opposizione Parlamentare, oltre a propinarci dati mistificati, azzarda anche impressionanti confronti: la violenza domestica sarebbe la causa principale di decessi ed invalidità, prima del cancro e degli incidenti automobilistici.




 Auspichiamo che la ventilata riduzione del numero di ministri la coinvolga, stante la sua imperizia a documentarsi: i delitti familiari che registrano una donna come vittima ad opera di un familiare si contano annualmente in numero di  60 a fronte di oltre 10.400 decessi femminili  conseguenti malattie cancerogene (per un totale di oltre 18.000 considerate tutte le patologie – v. Istituto Superiore di Sanità) e 600 per incidenti stradali.
     Al tempo stesso si tace della violenza femminile e materna:  le cronache ci forniscono amari resoconti di  omicidio, uxoricidio ed infanticidio, oltreché della  partecipazione ad episodi di abuso sessuale che attestano il medesimo potenziale di brutalità.  Anche se allo stesso reato si conferisce raramente un carattere penale quando a commetterlo sono delle donne: ciò mette in pericolo l'immagine che hanno di se stesse, e  si tende a giustificarle –  talora a legittimarle - con argomenti che rasentano il grottesco.
     Le sottaciute inchieste europee informano che il 10% delle violenze domestiche sono rappresentate da mogli che picchiano i mariti. Al punto che  la Germania da qualche anno ha inaugurato due rifugi per uomini vittime di percosse, ed altrettanto stanno facendo  Spagna e Belgio.
In Italia l’unica indagine esistente è stata effettuata dalla scrivente GESEF su un campione di genitori che si sono rivolti alle sue strutture per aiuto e supporto . Attesta  che nell’ambito del conflitto separativo un marito su tre è fatto oggetto di denunce per abuso sessuale sui figli o sulla partner, finalizzate ad allontanarlo definitivamente dai figli. Denunce che risultano sistematicamente false, ma la cui prassi giudiziaria provoca conseguenze devastanti sia sul piano psicologico che economico degli accusati. Rileva altresì che oltre il 50% dei mariti ha subito violenze fisiche di varia natura ed entità.
      Analoga percentuale si rileva da imponenti studi effettuati negli USA ed altri Paesi anglosassoni: le violenze domestiche sono agite e subite in maniera paritaria tra uomini e donne, anche se queste ultime eccellono per  violenza psicologica e provocatoria.
In tutto il mondo infanticidio e  figlicidio restano primato assoluto delle donne.
      La Ministra Pollastrini, titolare di un dicastero definito appunto Pari Opportunità,  non si è però mai posta lo scrupolo di richiedere all’Istat analoga ricerca concernente l’eventuale violenza subita dagli uomini.
     La manifestazione organizzata nella vigilia della giornata preposta dall’ONU, alla luce di siffatte statistiche  induce  qualche dubbio, poi confermato dagli avvenimenti
     Infatti la frangia separatista del femminismo nostrano che ha organizzato l’evento, impossessandosi della tematica “violenza alle donne” l’ha trasformata in violenza maschile alle donne, tappezzando le strade di Roma con manifesti diffamatori contro gli uomini
    Gli slogans esibiti ed urlati durante il corteo sono stati una fiorescenza della colorata cialtroneria veterofemminista anni ’70, come qualcuno ha poi scritto. Cui si è aggiunta una vera e propria offensiva misandrica di regime per imporre l’idea che qualunque uomo che si muove tra le pareti domestiche è un potenziale assassino
Viene chiamata in causa non la violenza esercitata da singoli delinquenti, ma quella collettiva che pervaderebbe culturalmente l'intera popolazione maschile.
Una manifestazione, dunque, contro gli uomini e contro la famiglia. Scivolando infine nell’antipolitica, come insulti e aggressioni a giornalisti, deputate e ministre ci hanno mostrato, confermando il dispotismo delle femministe che manifestavano contro la violenza alle donne.
     La violenza più subdola  sta nella loro  campagna di discriminazione e criminalizzazione aprioristica. Mirata a far digerire normative e prassi giudiziarie limitanti la libertà individuale, che decretano il definitivo ritorno alla presunzione di colpevolezza ed al processo inquisitorio. Il cui scopo è quello di porre ciascun uomo - anche delle future generazioni - in una condizione di sudditanza psicologica, emotiva e morale di fronte al potere indiscutibile della percezioni femminile, in base alla quale viene definita la liceità o meno di qualunque comportamento maschile. Condizione che –stante l’assenza di contraddittorio e possibilità di difesa – induce alla disperazione i soggetti più deboli e ne  fomenta risposte incontrollate  e brutali.
     La recente approvazione di uno stanziamento di € 20.000.000 (soldi dei contribuenti perlopiù uomini) per contrastare la violenza sulle donne è parte integrante del progetto. Il fondo è destinato a finanziare  i gruppi femministi  (centri antiviolenza, comitati pari opportunità, ecc) da cui è partito il parossistico allarme sociale appositamente ingegnato e la conseguente manifestazione nazionale del 24 novembre scorso.
Ma suona come un oltraggio a fronte delle problematiche che le famiglie italiane – afflitte dal caro vita, dal caro mutui, dal precariato, dalla carenza di asili nido e dalla insicurezza urbana – si trovano ad affrontare.
     La violenza non ha sesso:  si combatte attraverso l’equilibrata e puntuale applicazione delle norme vigenti, interventi preventivi adeguati che riconoscano le problematiche di entrambe le parti in conflitto, dialogo e confronto culturale.
     L’arma della colpevolizzazione, umiliazione e vilipendio dell’intero genere maschile non vi pone alcun rimedio: è finalizzata invece ad alimentare l’odio sociale, la guerra tra i sessi, l’insicurezza delle donne da poter così convogliare sotto la “tutela” di avvocate e psicologhe dei centri antiviolenza, l’annichilimento degli uomini da “rieducare”, l’isolamento affettivo degli individui.


  

   Un’arma funzionale solo all’affermazione del potere politico-burocratico-istituzionale e l’ottenimento di maggiori finanziamenti pubblici da parte di una esigua ma influentissima schiera di militanti, spinte da  torpori di rivalsa distruttiva. Che sfruttano abilmente debolezze ed avidità delle donne – fregandosene altamente delle loro reali sofferenze - per dirigere la società verso il definitivo sfacelo delle relazioni uomo-donna, e di conseguenza della famiglia così come storicamente intesa.
     Ringraziamo i giornalisti, le deputate. le ministre - cui esprimiamo la nostra solidarietà - vittime della aggressione femminista, che inconsapevolmente con la loro presenza hanno sturato la rabbiosa esaltazione delle organizzatrici del corteo. In pochi secondi le immagini diffuse dai media hanno testimoniato agli italiane (donne e uomini) quanto noi conosciamo  per esperienza diretta e divulghiamo da tempo.
    Auspichiamo pertanto una nuova fase di impegno istituzionale - più sensbile e collaborativo verso tutte le espressioni dell’associazionismo - orientato a liberare la nostra società da questa cappa di odio sessista, per ricostruire la relazione uomo/donna all’insegna del reciproco rispetto e valorizzazione dei ruoli sociali e familiari,  nell’uguaglianza dei poteri e delle responsabilità.

Per restituire dignità ad entrambi i Generi, alla Famiglia ed ai nostri Figli.


Elvia Ficarra
Responsabile Osservatorio Famiglie Separate – Gesef                      Lunedì 26 novembre 2007.''



 Sarebbe poi ancora più interessante intervistare uomini e vedere quanti di loro hanno subito violenza ''psicologica'' dal loro partner. E anche sapere quanti uomini hanno subito ''violenza fisica'' dal loro partner,un dato che quando è stato raccolto in America ha suscitato molta sorpresa...perchè? Perchè i dati del femminismo sono palesemente taroccati. Che senso ha parlare di stupro da parte del coniuge in una civiltà che considera stupro ''l'essere rimasto per più di trenta secondi'' dentro la vagina in un rapporto consenziente dopo che lei aveva negato il consenso. Qui da noi un giovane è stato condannato perchè una signora su un treno(con dei complessi)si sentiva troppo guardata sebbene i testimoni non confermassero la tesi della signora.  Ripeto il 40% dei condannati per stupro nelle statistiche del ministero degli interni sono extracomunitari. Il fatto che il dato secondo l'istat(in questa ricerca,in altre è differente) sia del 3%(ridicolo) dipende dal fatto che il campione è stato scelto male o da non so che. Il problema di questa ricerca è appunto che prende un campione di donne. Ergo è un dato soggettivo. Se fossero state presi i dati OGGETTIVI DEL MINISTERO DEGLI INTERNI,ovvero i fascicoli giudiziari i dati direbbero ben altre cose:40%di extracomunitari a fronte del 5% di presenza sul territorio,significa che ANCHE SE LA MAGGIORANZA ASSOLUTA DEGLI STUPRATORI SONO ITALIANI,PER OGNI STUPRATORE ITALIANO CI SONO CIRCA 13 STUPRATORI EXTRACOMUNITARI.
Gli stranieri INFATTI sono il 5% della popolazione,ovvero se riconduciamo i 2 gruppi a parità numerica ovvero facciamo 40*20 il risultato viene 800 overo se gli extrcomunitari fossero stati lo stesso numero degli italiani (20 volte di più) avrebbero realizzato l'800% degli stupri(il numero degli stupri sarebbe ottuplicato),se paragoniamo 800 a 60 ovvero 800/60 otteniamo circa 13,ovvero gli extracomunitari stuprano 13 volte di più degli italiani,il 1300%in più.
« Ultima modifica: Maggio 05, 2010, 16:16:39 pm da Salar de Uyuni »
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Salar de Uyuni

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Re: Bollettino di guerra, violenza maschile su donne e bambini
« Risposta #4 il: Maggio 05, 2010, 12:39:29 pm »
Quel post mostrava anche in modo chiaro come vengono condotte le statistiche sulla violenza sulle donne riportando il bollettino gesef,un pò differente dal ''bollettino di guerra'',difatti l'unica guerra che sta venendo condotta oggi è la guerra contro il sesso maschile. http://www.gesef.org/sites/default/files/documenti/Stop_alla_Violenza_Femminista_24_nov_2007.doc
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

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Re: Bollettino di guerra, violenza maschile su donne e bambini
« Risposta #5 il: Maggio 05, 2010, 12:57:45 pm »
Oltretutto ci sono anche degli idioti che postano il dato in questi termini:''stupri,il 60% è commesso da italiani'',come a dire,vedi che il mostro è italiano,vedi che erano solo ''pregiudizi''?
Peccato che non tengano conto del fatto che gli stranieri sono il 5% della popolazione,ovvero se riconduciamo i 2 gruppi a parità numerica ovvero facciamo 40*20 il risultato viene 800 overo se gli extracomunitari fossero stati lo stesso numero degli italiani (20 volte di più) avrebbero realizzato un numero di stupri pari all'800%(ovvero gli stupri sarebbero ottuplicati),se paragoniamo 800 a 60 ovvero 800/60 otteniamo  13,33 ovvero gli extracomunitari stuprano 13 volte di più degli italiani,il 1300%in più.
« Ultima modifica: Maggio 05, 2010, 16:24:11 pm da Salar de Uyuni »
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Offline Salar de Uyuni

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Re: Bollettino di guerra, violenza maschile su donne e bambini
« Risposta #6 il: Maggio 05, 2010, 13:01:00 pm »
« Ultima modifica: Maggio 05, 2010, 13:04:50 pm da Salar de Uyuni »
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Offline Salar de Uyuni

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Re: Bollettino di guerra, violenza maschile su donne e bambini
« Risposta #7 il: Maggio 05, 2010, 13:03:29 pm »
Spesso queste cifre esagerate(1o milioni di donne stuprate) vengono fatte sostenendo che una discreta quota degli stupri non vengono denunciati.
Assumendo ciò per vero viene raramente affrontata la questione opposta,ovvero che una cospicua percentuale delle denunce di molestie è falsa ED E' STRUMENTALE ALL'ACQUISIZIONE DI VANTAGGI IN CORSO DI SEPARAZIONE.


Nel denunciare un generale aumento dei maltrattamenti in famiglia il Pubblico Ministero Carmen Pugliese squarcia il velo dell'ipocrisia da parte delle istituzioni riguardo alla diffusione delle accuse strumentali nelle separazioni. In un'intervista pubblicata su L'eco di Bergamo del 31 gennaio il PM Pugliese taglia corto e va diretta al punto:
”I maltrattamenti in famiglia stanno diventando un'arma di ritorsione per i contenziosi civili durante le separazioni” e ancora “ solo in due casi su 10 si tratta di maltrattamenti veri”. Il resto (l'80%. NdR) sono querele enfatizzate e usate come ricatto nei confronti dei mariti durante la separazione, come precisa il giornalista Stefano Serpellini nell'articolo.

Un'altra feroce critica viene mossa dal PM alle associazioni e centri protetti che operano a difesa delle donne: ”Non fanno l'operazione di filtro che dovrebbero fare: incitano le assistite a denunciare, ma poi si disinteressano del percorso giudiziario”.
Se è vero che una discreta parte delle denuncie si dimostra ancora purtroppo vera, è vero anche che un sistema che si lascia tenere in scacco da accuse "montate ad arte" e strumentali non può fare il bene dei nostri figli. Affrontare questa scomoda realtà deve essere una delle priorità del sistema giustizia e del nostro Parlamento.

Riportiamo il resto dell'articolo:


«I maltrattamenti in famiglia stanno diventando un'arma di ritorsione per i contenziosi civili durante le separazioni», avverte Carmen Pugliese, pm del pool della Procura specializzato in reati sessuali e familiari, scorrendo i dati che vedono questo tipo di violenza aumentare in maniera significativa. Nella Bergamasca si è passati dai 278 casi del 2006 ai 306 del 2007, fino ai 382 del 2008, in pratica più di una denuncia al giorno. E se è vero che si riscontra una sempre più diffusa propensione da parte di padri e mariti ad alzare le mani, è altrettanto appurato che molte volte le versioni fornite dalle presunte vittime (quasi sempre donne) sono gonfiate ad arte. «Solo in due casi su 10 si tratta di maltrattamenti veri - analizza il pm Pugliese -. Il resto sono querele enfatizzate e usate come ricatto nei confronti dei mariti durante la separazione. "Se non mi concedi tot benefici, io ti denuncio", è la minaccia che fanno alcune mogli. Tanto che, una volta ottenuto quello che volevano, tornano in Procura a chiedere di ritirare la denuncia. Non sanno che nel frattempo noi abbiamo speso tempo ed energie per indagare. L'impressione è che alcune mogli tendano a usare pm e polizia giudiziaria come strumento per perseguire i propri interessi economici in fase di separazione».
Poche, in percentuale, le inchieste che sfociano in condanna. «Molte volte - rivela il pm Pugliese - siamo noi stessi a chiedere l'archiviazione. In altri casi, invece, si arriva a un processo dove la presunta vittima ridimensiona il proprio racconto. È successo anche che qualche ex moglie sia finita indagata per calunnia».
Sono per lo più italiane (mogli di italiani e anche di stranieri) le presunte vittime che si rivolgono alla Procura. Più limitata, invece, la percentuale dei genitori (il più delle volte anziani) presi a botte dai figli. Anche papà e mamme tendono a minimizzare i fatti dopo la denuncia, ma in questo caso lo fanno per amore e non per denaro.
Carmen Pugliese una tiratina d'orecchi la riserva anche alle associazioni che operano a tutela delle donne: «Non fanno l'operazione di filtro che dovrebbero fare: incitano le assistite a denunciare, ma poi si disinteressano del percorso giudiziario, di verificare come finirà la vicenda. Mi sembra una difesa indiscriminata della tutela della donna che viene a denunciare i maltrattamenti, senza mettere in conto che questa donna potrebbe sempre cambiare versione».
Ovvio che molte volte le violenze si verificano davvero e in modo pesante: «Da noi arrivano donne col volto tumefatto e in alcuni casi contro i mariti emettiamo misure cautelari». Ma talvolta a patire le conseguenze di denunce enfatizzate sono uomini che cascano dalle nuvole. Come quel bergamasco denunciato dalla ex moglie dell'Est che s'era rifugiata in una comunità protetta. Lei lo aveva dipinto come una sorta di persecutore, lui si presentò in Procura a raccontare che il rapporto non era poi così compromesso: i due continuavano a vedersi ogni fine settimana e per provarlo l'ex marito esibì le ricevute del motel.
Soldi richiesti e rapporti coniugali deteriorati, soprattutto in tempi di recessione, sono l'impasto che spesso porta davanti a un giudice. Lo si può leggere nelle statistiche dei reati consumati nella Bergamasca nel 2008, alla voce del mancato versamento di alimenti fra coppie separate. Un numero passato dai 278 casi denunciati nel 2006 ai 292 del 2007 per giungere ai 315 dello scorso anno.
«E chiaro che separarsi comporta difficoltà economiche - osserva il procuratore Addano Galizzi -. Se poi in famiglia lavora solo il marito, versare gli alimenti alla moglie separata e ai figli diventa un problema quando scatta la cassa integrazione o addirittura il licenziamento, soprattutto in questi periodi di crisi economica diffusa».
A volte sono gli inquirenti stessi a mettersi la mano sul cuore: « Se - confessa il pm Pugliese - un ex marito per uno o due mesi non versa gli alimenti e mi documenta che ha perso l'impiego o parte significativa del reddito, io per la denuncia chiedo l'archiviazione».
Stefano Serpellini
L'Eco di Bergamo
« Ultima modifica: Maggio 05, 2010, 13:34:51 pm da Salar de Uyuni »
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Offline nonmorto

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Re: Bollettino di guerra, violenza maschile su donne e bambini
« Risposta #8 il: Maggio 05, 2010, 13:43:41 pm »
Ma quello che mi lascia basito è che la gente crede contemporaneamente al fatto che i tg riportino TUTTI gli stupri (e non solo una selezione di stupri su basi propagandistiche) e che 10 milioni di donne vengono stuprate in Italia.

Assumendo una vita media di 75 anni e che ogni donna venga stuprata solo una volta, in Italia ci dovrebbero essere:

10,000,000 / (75 * 365)  =~ 365 stupri al giorno, ma il tg ne riporta uno ogni tanto.

O i tg non li riportano proprio tutti o la statistica è un po' fuori misura, ma non si possono credere entrambe le cose contemporaneamente.

Spesso i tg stessi riportano queste statistiche e poi lo stupro del giorno, come se le due cose non fossero in contraddizione.

Offline fabriziopiludu

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Re:Bollettino di guerra, violenza maschile su donne e bambini
« Risposta #9 il: Maggio 27, 2014, 11:03:49 am »



 Eh! Violenza FEMMINILE su uomini e bambini!

  Non è NOtizia nuova, però la ricordiamno, per chi non dia IL GIUSTO peso alla cosa!