Io vi propongo un ulteriore punto di riflessione legato strettamente al femminismo e al bambinismo.
La Svezia è stato il primo paese d'europa a legiferare a favore di una tutela pressochè totale della donna e del bambino. Per questo, nel 1979, i movimenti liberali e di sinistra hanno ottenuto che il governo promulgasse una legge che riguardo all'educazione dei bambini si incentra sulla nonviolenza: i genitori che osano intervenire fisicamente sulla correzione dei figli, anche in modo leggerissimo, commettono reato e sono passibili di denuncia da qualsiasi testimone e anche dal bambino stesso che si può avvalere del supporto di un altro adulto per la denuncia verso i genitori. Da quell'anno fino ad oggi la violenza minorile è sempre e costantemente cresciuta. Per verificare quanto sto dicendo, basta una ricerca con google digitando "Jason Fuller" e analizzare ad esempio i volumi 42, 243, del 2009 dell'Akron Law Review. In altre parole il problema della violenza nasce anche dalla nonviolenza educativa imposta dallo stato per motivi che, a guardar bene, sono riconducibili pur sempre al femminismo.
Senza contare che la svezia e anche il paese più femminista del mondo.