Autore Topic: Le donne sono il "vero" sesso forte?  (Letto 7310 volte)

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Offline Salar de Uyuni

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Re:Le donne sono il "vero" sesso forte?
« Risposta #15 il: Maggio 28, 2014, 18:48:12 pm »
Quest'articolo è o non è la pietra tombale a tutte le discussioni di questo genere?
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

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Re:Le donne sono il "vero" sesso forte?
« Risposta #16 il: Maggio 28, 2014, 18:53:48 pm »
C'era uno studio in cui si analizzava demograficamente l'età di morte di maschi e femmine nei conventi e ne veniva fuori che morivano alla stessa età:
ovvero parificando le condizioni in cui uomini e donne vivono,la forbice di 6 anni a favore del sesso debole-forte va a zero.
Domanda inquietante: a che cosa attribuire dunque la forbice.
Inquietante perchè sappiamo la risposta,inquietante perchè nessuno se lo chiede.

''DONNE LONGEVE: IL MERITO NON È DEI GENI   
da La Stampa, 15/2/2006 (abstract)

La risposta inconfutabile alla domanda: perché gli uomini vivono meno a lungo delle donne?
Marc Luy, un sociologo dell'Univesità di Rostock che si autodefinisce «ricercatore della mortalità», l'ha trovata nei conventi, l'unico luogo al mondo dove le condizioni di vita di uomini e donne sono identiche. E identica è pure - questa sì una sorpresa - la durata della vita.
Dunque, se gli uomini vivono in media 6-8 anni meno delle coetanee, non è per i loro geni né per i loro ormoni, ma per lo stress, la cattiva nutrizione, l'abuso di fumo e di alcol, gli strapazzi. Nessuno aveva mai pensato di risolvere il problema della longevità con la statistica, andando nei cimiteri e negli archivi dei conventi.Luy non ha solo avuto l'intuizione giusta, ma è riuscito a entrare in 12 monasteri - benedettini, francescani e domenicane -, installarsi nelle loro biblioteche per risalire indietro nei secoli e annotare su un quaderno l'età e la causa della morte di 11.500 persone. Risultato: una vita di preghiera e lavoro, frugale e sempre identica a se stessa, con persone del proprio sesso e nessun contatto con il mondo esterno, è più lunga della media. Almeno per i monaci, che vivono cinque anni più dei loro coetanei, raggiungendo grossomodo l'aspettativa di vita delle donne.
 
...la longevità è legata allo stile di vita: rituali severi, rinuncia agli eccessi, preghiera e lavoro fino a tarda età tengono in buona salute. Le monache, invece, muoiono mediamente alla stessa età delle coetanee fuori dal convento. E il cancro le colpisce nella stessa percentuale, anche se in organi diversi. Il più diffuso è quello al seno, ulteriore prova che l'allattamento è protettivo.
Quasi sconosciuto è il cancro al collo dell'utero: la castità elimina quei virus oggi considerati la sua causa principale. Monaci e monache condividono poi una sorta di immunità contro le tipiche malattie da invecchiamento. Tra di loro la demenza senile è rara.
 
...la lezione è chiara: volete vivere a lungo e sani? Entrate in convento. Ovviamente da giovani. ''
Ottimo ritrovamento Salar.
Ci sono sempre GLI UOMINI quando c'è da scavare a fondo senza superficialità, fino a raggiungere la VERITA'.
Chissà perchè  :hmm:

Online Frank

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Re:Le donne sono il "vero" sesso forte?
« Risposta #17 il: Maggio 28, 2014, 18:56:28 pm »
Questo è un post che ho trovato sul vecchio forum di U3000, scritto da un utente che usava il nick Ventiluglio, e che a mio parere è molto interessante.

@@

Citazione
Lelen:
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Vorrebbe dire che già la selezione naturale prevede una maggior resistenza delle donne a infezioni etc. Diciamo unmaarcia in più per una questione di sopravvivenza della specie, visto che le donne partoriscono e allevano la prole.

Non mi sembra del tutto scorretto come ragionamento. Ma c'è di più.

Questo argomento della differente Aspettativa di Vita (AV per brevità) tra uomini e donne, l'avevo un po' approfondito, con alcune letture a tema, diverso tempo fa.

Contrariamente alle tue supposizioni risulterebbe che allo "stato naturale" le donne avrebbero una AV circa uguale o addirittura inferiore (in media) a quella degli uomini. Perché una percentuale notevolissima di donne (come d'altra parte accadeva ancora pochi secoli fa, anche in Occidente) morirebbe di parto.
Il nostro caratteristico sviluppo del cranio rende infatti, come è noto, il parto umano particolarmente delicato, doloroso e pericoloso per la sopravvivenza della gestante.

Sembra tuttavia che le donne, se si escludesse appunto la - per natura altissima - mortalità per parto, avrebbero una AV "biologica" leggermente superiore agli uomini (anche senza considerare i diversi rischi, i lavori logoranti, le guerre, lo stress, il fumo, l'alcol, la naturale propensione maschile a prendersi meno cura di se stessi, ecc.), con una maggiore resistenza femminile alle infezioni, ad esempio, e con una specie di rallentato logoramento al tempo dell'organismo.
In altre parole le donne sarebbero effettivamente "programmate" geneticamente per vivere un po' più a lungo, sempre beninteso che sopravvivano al parto.

Onde evitare poi che una gravidanza in età "avanzata" esponga nuovamente delle donne (spesso già precedentemente "madri", ovvero con prole) al rischio di morte per parto, la Natura farebbe sì che la femmina umana vada relativamente presto in menopausa (fenomeno naturale, anch'esso quasi esclusivamente umano) proprio per impedire che i figli avuti precedentemente rischino di rimanere orfani e quindi con scarsissime possibilità di sopravvivenza.
La donna che abbia superato indenne la prova terribile del parto sarebbe così adatta a sopravvivere il più a lungo possibile, permettendo una cura ed uno svezzamento della prole prolungata (altra caratteristica peculiare umana).

Sembra poi che esista una stretta correlazione tra l'AV "biologica" di un organismo vivente ed il rischio di "morte accidentale" a cui esso statisticamente è soggetto:
Tutti gli animali con alto rischio di "morte accidentale" (predazione, o altro) subirebbero infatti una specie di accelerazione delle funzioni vitali che porterebbe il loro organismo a logorarsi e comunque morire naturalmente prima.
Maggiore rischio di "morte accidentale", minore AV "biologica".
Questo fenomeno, ad una cruda e spietata lettura "evoluzionistica" della faccenda, non deve meravigliare.
Perché facendo un paragone "meccanico" sarebbe come se un progettista evitasse accuratamente lo spreco di progettare un motore automobilistico adatto a funzionare per milioni di chilometri, sapendo che quell'automobile statisticamente entro i primi 200.000 km si distruggerà in un incidente, o subirà un'usura delle altri parti meccaniche che la renderebbe comunque inutilizzabile.
Com'è noto il motore di una formula uno è progettato per funzionare per un numero di chilometri infinitamente inferiore a quello previsto per un trattore o un'utilitaria.
La formula uno è progettata per vincere le corse, non per durare nel tempo.
E gli organismi viventi sono "fatti" per perpetuare la vita (tramandandola alle genenerazioni successive) al minor costo e nel modo più efficiente possibile, non per perpetuare se stessi all'infinito.

In questo senso la relativamente minore AV maschile all'interno della sua stessa specie homo si spiegherebbe forse con la maggiore possibilità per il maschio di andare incontro a morte violenta (guerre, lotte per il diritto a riprodursi, ecc.) rispetto alla femmina.
O meglio ancora, al contrario, è proprio la minore AV maschile (esclusa la mortalità per parto femminile) a indurci a ritenere che, allo "stato naturale", il maschio umano statisticamente affronterebbe una vita più "pericolosa" di quella della femmina.

E' però grazie ai ritrovati della scienza occidentale (quasi esclusivamente "maschile") che la "mortalità femminile per parto è stata, con l'Era Moderna, praticamente azzerata.
Alterando così in modo drastico il dato naturale.

...a voi le conclusioni.


Lorenzo

Modificato da ventiluglio - 30/12/2005, 00:36

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Re:Le donne sono il "vero" sesso forte?
« Risposta #18 il: Maggio 28, 2014, 18:57:07 pm »
Alphonse Karr sosteneva che "la donna per l'uomo è uno scopo, l'uomo per la donna è un mezzo".
Non credo sbagliasse di molto... anzi.
Sono d'accordo.

Offline Rita

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Re:Le donne sono il "vero" sesso forte?
« Risposta #19 il: Maggio 28, 2014, 23:25:38 pm »
Questo è un post che ho trovato sul vecchio forum di U3000, scritto da un utente che usava il nick Ventiluglio, e che a mio parere è molto interessante.

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Non mi sembra del tutto scorretto come ragionamento. Ma c'è di più.

Questo argomento della differente Aspettativa di Vita (AV per brevità) tra uomini e donne, l'avevo un po' approfondito, con alcune letture a tema, diverso tempo fa.

Contrariamente alle tue supposizioni risulterebbe che allo "stato naturale" le donne avrebbero una AV circa uguale o addirittura inferiore (in media) a quella degli uomini. Perché una percentuale notevolissima di donne (come d'altra parte accadeva ancora pochi secoli fa, anche in Occidente) morirebbe di parto.
Il nostro caratteristico sviluppo del cranio rende infatti, come è noto, il parto umano particolarmente delicato, doloroso e pericoloso per la sopravvivenza della gestante.

Sembra tuttavia che le donne, se si escludesse appunto la - per natura altissima - mortalità per parto, avrebbero una AV "biologica" leggermente superiore agli uomini (anche senza considerare i diversi rischi, i lavori logoranti, le guerre, lo stress, il fumo, l'alcol, la naturale propensione maschile a prendersi meno cura di se stessi, ecc.), con una maggiore resistenza femminile alle infezioni, ad esempio, e con una specie di rallentato logoramento al tempo dell'organismo.
In altre parole le donne sarebbero effettivamente "programmate" geneticamente per vivere un po' più a lungo, sempre beninteso che sopravvivano al parto.

Onde evitare poi che una gravidanza in età "avanzata" esponga nuovamente delle donne (spesso già precedentemente "madri", ovvero con prole) al rischio di morte per parto, la Natura farebbe sì che la femmina umana vada relativamente presto in menopausa (fenomeno naturale, anch'esso quasi esclusivamente umano) proprio per impedire che i figli avuti precedentemente rischino di rimanere orfani e quindi con scarsissime possibilità di sopravvivenza.
La donna che abbia superato indenne la prova terribile del parto sarebbe così adatta a sopravvivere il più a lungo possibile, permettendo una cura ed uno svezzamento della prole prolungata (altra caratteristica peculiare umana).

Sembra poi che esista una stretta correlazione tra l'AV "biologica" di un organismo vivente ed il rischio di "morte accidentale" a cui esso statisticamente è soggetto:
Tutti gli animali con alto rischio di "morte accidentale" (predazione, o altro) subirebbero infatti una specie di accelerazione delle funzioni vitali che porterebbe il loro organismo a logorarsi e comunque morire naturalmente prima.
Maggiore rischio di "morte accidentale", minore AV "biologica".
Questo fenomeno, ad una cruda e spietata lettura "evoluzionistica" della faccenda, non deve meravigliare.
Perché facendo un paragone "meccanico" sarebbe come se un progettista evitasse accuratamente lo spreco di progettare un motore automobilistico adatto a funzionare per milioni di chilometri, sapendo che quell'automobile statisticamente entro i primi 200.000 km si distruggerà in un incidente, o subirà un'usura delle altri parti meccaniche che la renderebbe comunque inutilizzabile.
Com'è noto il motore di una formula uno è progettato per funzionare per un numero di chilometri infinitamente inferiore a quello previsto per un trattore o un'utilitaria.
La formula uno è progettata per vincere le corse, non per durare nel tempo.
E gli organismi viventi sono "fatti" per perpetuare la vita (tramandandola alle genenerazioni successive) al minor costo e nel modo più efficiente possibile, non per perpetuare se stessi all'infinito.

In questo senso la relativamente minore AV maschile all'interno della sua stessa specie homo si spiegherebbe forse con la maggiore possibilità per il maschio di andare incontro a morte violenta (guerre, lotte per il diritto a riprodursi, ecc.) rispetto alla femmina.
O meglio ancora, al contrario, è proprio la minore AV maschile (esclusa la mortalità per parto femminile) a indurci a ritenere che, allo "stato naturale", il maschio umano statisticamente affronterebbe una vita più "pericolosa" di quella della femmina.

E' però grazie ai ritrovati della scienza occidentale (quasi esclusivamente "maschile") che la "mortalità femminile per parto è stata, con l'Era Moderna, praticamente azzerata.
Alterando così in modo drastico il dato naturale.

...a voi le conclusioni.


Lorenzo

Modificato da ventiluglio - 30/12/2005, 00:36


sì è molto interessante. Aggiungerei che qualche anno fa, mi sembra  in una trasmissione del tipo SuperQuark, venne mostrata una tabella con le correlazioni di aspettative di vita per genere per classe di età. Ebbene l'aspettativa di vita delle donne era inversamente proporzionale all'età (tanto più erano giovani tanto più avevano un'aspettativa di vita più lunga rispetto agli uomini). Questo divario si riduceva nelle classi di età più avanzate fino ad invertire la tendenza nelle classi d'età altissime (ultranovantenni). Questa correlazione prova inequivocabilmente che quando non ci sono fattori di rischio esterni (lavoro, incidenti, comportamenti a rischio etc.) l'uomo è più longevo della donna. In altre parole, gli uomini che riescono ad arrivare a 90 anni hanno più probabilità di una donna che arriva alla stessa età di diventare ultracentenari  ;). Il punto è che vengono decimati prima di arrivarci
L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

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Re:Le donne sono il "vero" sesso forte?
« Risposta #20 il: Maggio 29, 2014, 00:09:31 am »
sì è molto interessante. Aggiungerei che qualche anno fa, mi sembra  in una trasmissione del tipo SuperQuark, venne mostrata una tabella con le correlazioni di aspettative di vita per genere per classe di età. Ebbene l'aspettativa di vita delle donne era inversamente proporzionale all'età (tanto più erano giovani tanto più avevano un'aspettativa di vita più lunga rispetto agli uomini). Questo divario si riduceva nelle classi di età più avanzate fino ad invertire la tendenza nelle classi d'età altissime (ultranovantenni). Questa correlazione prova inequivocabilmente che quando non ci sono fattori di rischio esterni (lavoro, incidenti, comportamenti a rischio etc.) l'uomo è più longevo della donna. In altre parole, gli uomini che riescono ad arrivare a 90 anni hanno più probabilità di una donna che arriva alla stessa età di diventare ultracentenari  ;). Il punto è che vengono decimati prima di arrivarci
Davvero?
Io la televisione la guarda davvero poco, Superqaurk è una trasmissione che avrò visto 3-4 volte, non di più.
Molto strano che in Rai ammettano queste cose, imbevuti di propaganda femminista come sono.

Offline kautostar

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Re:Le donne sono il "vero" sesso forte?
« Risposta #21 il: Maggio 29, 2014, 01:47:07 am »
Ma è ovvio che la longevità non dipende dalla genetica(se non forse in minima parte), ma soprattutto dall'ambiente sociale. Ci sono molte ricerche che hanno provato che i poveri( specialmente in quei paesi in cui c'è un forte gap sociale tra ricchi e poveri, tipo gli USA) vivono meno e si ammalano più dei ricchi!
Infatti io parlavo di fattori socio- emotivi, del fatto che gli uomini(la maggior parte degli uomini)hanno il "tallone d'Achille" della dipendenza dal sesso e del bisogno di avere l'amore e l'affetto di una donna. Bisogni ed esigenze che nella nostra società sono sempre più difficili da realizzare, e sempre più precari, e verso i quali non esistono forme di tutela per gli uomini(le leggi nel divorzio tutelano solo le donne e i bambini)

Offline vnd

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Re:Le donne sono il "vero" sesso forte?
« Risposta #22 il: Maggio 29, 2014, 06:29:50 am »
L'aspettativa di vita femminile si accorcerà. Ovvio che le generazioni femminili recenti, avendo goduto dell'esonero dallo svolgimento di un lavoro retribuito ed essendo, in ogni caso destinate a lavori leggeri, potevano sperare di vivere più a lungo.
Aggiungiamoci il numero limitato di figli, rispetto alle donne del passato, oltre al fatto che le donne sono state per secoli deresponsabilizzate e che la società (ancora oggi) non pretende da loro le stesse cose che pretende dagli uomini.
Le donne poi sono ancora esonerate dalla partecipazione attiva e coatta nei conflitti.

Ora... per motu proprio, le donne, senza rendersene conto, stanno lentamente perdendo questi loro privilegi.

prima o poi le aspettative di vita si eguaglieranno.

Resta il fatto che negli ultimi anni, le donne hanno goduto di un aspettativa di vita maggiore, mediamente di 5 anni.
Paradossalmente, le abbiamo fatte andare in pensione cinque anni prima.
Quindi, hanno lavorato meno, pagato meno contributi,  e cuccato più soldi. Alla faccia di quegli idioti che dicono che le donne sarebbero pagate meno degli uomini e propangandano il mito della disparità stipendiale.
Pertanto una lavoratrice è costata e ancora costa alla collettività ben 10 anni di pensione in più rispetto ad un coetaneo maschio:
13 x 10 x 1000 = 130.000 Euro in più. Con un ipotesi di una pensione di 1000 euro al mese.

A questa possiamo aggiungere la pensione di reversibilità. mediamente le donne si piazzano con un uomo più vecchio e vi sopravvivono per (facciamo cifra tonda) dieci anni:
13 x 10 x 500 = 65.000 Con un ipotesi di 500 euro di reversibilità.


Sono quasi 200.000 Euro in più.
Un piccolo alloggio.
Pagato con i contributi dei lavoratori maschi.

Perché io dovrei sopportare questa ingiustizia?
Vnd [nick collettivo].

Offline Cassiodoro

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Re:Le donne sono il "vero" sesso forte?
« Risposta #23 il: Maggio 29, 2014, 12:27:48 pm »
....Perché io dovrei sopportare questa ingiustizia?
Perchè, per le (moltissime) donne, è moooooooooooolto difficile, se non impossibile, passare dalla tutela del patriarcato alla parità dei diritti (e doveri).
E' molto facile lamentarsi delle presunte restrizioni imposte dal patriarcato che rinunciare ai privilegi loro concessi dal demonio che (non) vogliono combattere.
"Sì, sull’orlo del baratro ha capito la cosa più importante" - "Ah sì? E cosa ha capito?" - "Che vola solo chi osa farlo"

Offline Duca

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Re:Le donne sono il "vero" sesso forte?
« Risposta #24 il: Maggio 30, 2014, 02:08:59 am »
Alphonse Karr sosteneva che "la donna per l'uomo è uno scopo, l'uomo per la donna è un mezzo".
Non credo sbagliasse di molto... anzi.
Perfetta sintesi. :clap: