no siamo tutti sotto i quarant'anni non ci sono eccezioni
domandone!
Io invece ho un'altra sensazione. Che questa convinzione di avere una sessualità repressa e mai liberata unita all'astio verso i presunti colpevoli della repressione abbia creato una sorta di rabbia per questa mancata emersione. Ora, se a me e ad Artemisia frega un cappero dei multiorgasmi e non proviamo invidia verso le donne dai multiorgasmi ma dagli affetti labili può pure darsi che questo gran parlare dei punti G, dei multiorgasmi, delle sfaccettature nascoste nelle pieghe della libido pronta ad esplodere abbia davvero creato la convinzione che tutte le altre la provino (e trovino uomini capaci di fargliela provare, perché alla fine l'assunto è sempre l'irresponsabilità femminile) tranne noi. Funziona un po' come diceva Vero Mummio in un vecchissimo topic dei giovani ragazzi. Alla fine tutti si raccontano di avere avventure a non finire e tu ti convinci di essere l'unico a non averle per cui racconti anche tu partecipando al perverso meccanismo della percezione delle cose. Quindi forse non è che si è abbassata la libido femminile, è che non ci si accontenta più in un certo senso e quindi ci si sente frustrate e si contribuisce ad innescare il circolo della frustrazione.
In un vecchio libro degli anni cinquanta edito dalle Paoline dal titolo "Consigli per le giovani spose" si ricordava alle giovani ragazze con tono discreto e sommesso che "te lo devo dire giovane amica? se tu non senti lo stesso desiderio che ha lui, sii comunque responsabile anche della sua anima affinché non cada nel peccato e concediti". Che se vogliamo è pure eccitante. Sembra di essere Giovanna d'Arco al salvataggio di anime, alè. Oggi si fa un gran parlare di questi miti di Atlantide con tanto di mappature dei punti G e ampi consigli su come avere multiorgasmi, poi i risultati non si vedono e si è in uno stato di perenne delusione.
ammesso che l'esistenza avesse un senso.......
quale sarebe la 'filiera' della vita umana?
nascere, riprodursi, morire, questi dovrebbero essere i grandi capitoli o tomi della vita.
compito della cultura (ovvero nella sua eccezione più semplce: una serie di esperienze stratificate) è dare dei significati a questi capitoli all'uomo che ha naturalmente paura dell'ignoto.
ma come quantizza una società questa stratificazione di esperienze chiamata cultura?
con uno strumento molto semplice, l'istituzione dei 'valori sociali'
ma che cos'è allora un valore sociale?
con una metafora è un cartello di bivio stradale, in cui vi sono due indicazioni: a) la risposta maturata dalle esperienze delle passate generazioni; b) l'ignoto.
quindi seguire un valore sociale è allinearsi alle risposte date dalle generazioni passate di fronte allo stesso problema della vita.
per contro essere 'ribelle' significa rinunciare alla bussola fornita della cultura per affrontare l'ignoto.
qundi torniamo al nostro discorso .
le nostre società per motivi da indagare, da esplorare et. etc. ha scelto quale esperienza valida di reprimere la sessuaità dei ruoli sociali occupati dalle donne. ma una cosa è un ruolo sociale ed un'altra cosa è la fisicità.quindi le donne si sono adattate secodo l'ambiente.
ma oggi che i tabù sessuali per la maggior parte sono stati abbattuti. come vive questa libertà sessuale nei ruoli sociali occupati dalle donne?
e questo bisogna chiederlo a loro, e alle stratificazioni di esperienze culturali che stanno producendo
p.s. chiedo viena, ho dovuto riassumere nelle poche parole di un post quello che letto in anni di studi, e sarà sempre una coperta corta, perchè poi ci stanno i ma, i se, lei dee concorenti, le ombre etc. etc.chiedo di nuovo viene e chiedete se qulce passo vi è oscuro