questa è l'osservazione giusta? Allora ok.. diventiamo tutti femministi. Questo è l'assunto femminista principale. Il teorema su cui si è poggiato praticamente tutto il femminismo Chiudete il forum e diventate tutti femministi
1. Conclusione frettolosa.
2. Prima di tutto va detto che in funzione di scale di priorità che tanto piacerebbero a Maslow, dal punto di vista di un QMmista, prima c'è il recupero delle libertà fondamentali, poi, ma molto poi... c'è il tentativo di comprensione die comportamenti femminili.
3. Freud quando parla di libido femminile afferma che essa è molto forte, tanto da vincere la paura per il dolore del parto.
Poi, parla di condizionamenti.
Freud infastidisce perché è politicamente scorretto e non fa che ricordare con cadenza regolare che l'uomo, maschio e femmina, è un animale come gli altri.
E quindi è ampiamente criticato da gente che non meriterebbe di chinarsi a legargli le scarpe.
Però Freud è logico e per potergli dare torto bisognerebbe mettere sul tavolo argomenti di adeguato spessore.
Insomma... dar torto a Freud è pressoché impossibile.
4. Perché allora le donne hanno paura della loro libido e tentano di controllarla?
4.1. Prima di rispondere vorrei accennare ad un buffo comportamento che riscontro in mia moglie ma che ritengo comune a tutto il genere umano.
Se sul tavolo c'è la mela, lei vuole la pera e viceversa.
4.2. Nella storia, collettivamente, questo si traduce nel conflitto generazionale. Ove le generazioni sono ossessivamente portate al conflitto e a lottare alternativamente perché sul tavolo ci sia, ora la pera, ora la mela.
Troppa libertà, porta al disordine, si cerca l'ordine.
L'ordine uccide la libertà, la generazione successiva lotterà per il recupero della libertà.
4.3. altra premessa essenziale è che noi, uomini e donne, continuiamo ad offendere la dignità delle donne perché continuiamo a ritenerle eternamente vittime delle scelte altrui. Sia a livello individuale che collettivo.
In realtà, questo è un errore.
Perchè potrebbe essere benissimo che le donne, per secoli, si sono comportate in un certo modo, perchè a loro conveniva comportarsi a quel modo.
5. Il matrimonio è stato per anni, e in parte lo è ancora, il mezzo di affermazione sociale della donna. Un mezzo per garantirsi sopravvivenza e benessere.
Dobbiamo per forza considerarla un'imposizione maschile?
E' chiaro che se una vuol farsi sposare, l'ultima cosa che le conviene sembrare è una zoccola, instabile e incostante, che rischia di far mantenere figli non suoi al futuro marito.
5.1. Ma questa non è un'imposizione.
Potrebbe benissimo essere un mezzo per imboscarsi e poter vivere senza lavorare.
6. Il femminismo, con la sua campagna martellante, ci ha insegnato a ragionare secondo uno chema che vuole la donna completamente deresponsabilizzata.
Se le scelte della donna sono vantaggiose, il *merito* è suo. Se non lo sono la colpa è sicuramente dell'uomo.
E quindi ci si inventa un maschilismo che, nei fatti, non è mai esistito.
7. Concludendo, la risposta alla tua provocazione è che se le donne hanno sempre tentato di soffocare la loro libido è perchè, nel passato, come oggi, erano delle grandi paracule.
Al pari di noi uomini...
Nel passato, controllavano la loro libido perché volevano farsi sposare e farsi mantenere da qualcuno.
Chiamale sceme...
7.1. Ne consegue che le generazioni femminili di oggi, femministe, pensano di lottare contro gli uomini per via di una misandria indotta che è soprattutto figlia della paura degli uomini, della difficoltà delle donne a rapportarsi correttamente con loro e all'impossibilità di poterli comprendere appieno; in realtà lottano controle scelte delle donne che le hanno precedute.
7.2. Le generazioni femminili future pretenderanno il ritorno all'esonero femminile dall'onere del lavoro retribioto.
Sicuramente, se la prenderanno con gli uomini.
7.3. A noi in fondo starebbe bene, sia l'una che l'altra... Quello che crea malessere è il tenere in piede in due scarpe, ossia recriminare ora una condizione, ora l'altra a seconda della convenienza, unitamente alla rottura di cazzo si sentirsi accusare d'essere responsabili della condizione femminile quando questa è soprattutto una loro scelta.