no Vnd il punto fondamentale è un altro.
Se le donne sono uguali agli uomini (stessi bisogni) non possono essere in grado di agire per "convenienza" in maniera diversa da quanto hanno fatto gli uomini. Se le donne, per convenienza, hanno nascosto e represso la propria sessualità significa che erano in grado di farlo, mentre gli uomini non sono in grado di nascondere e reprimere la propria sessualità nello stesso modo. O se lo fanno non ottengono gli stessi risultati.
Ne consegue che il grado di libidine è diverso.
Tu dici che Freud sostiene che la libido delle donne è più forte per vincere la paura del parto, ma in natura tra i mammiferi (visto che Freud sostiene che siamo animali) la libido di un maschio supera anche la paura della morte (mai assistito ai combattimenti tra maschi per avere il possesso della femmina? molte volte uno ci lascia anche la pelle)
Se, da un lato, è lecito affermare che alla maggioranza delle donne sia convenuto limitare la propria libido per ottenerne vantaggi economici e primari, non sarebbe altrettanto corretto affermare che ci siano sempre riuscite.
Come dicevamo, le puttane non sono mai mancate.
Nel caso degli uomini... mi viene in mente la figura del prete degli ultimi secoli.
Un soggetto che, tra le altre cose, limita la propria libido per farsi mantenere dalla collettività.
E, anche in questo caso, non è detto che i preti, come le donne, siano sempre riusciti ad essere coerenti o completamente consapevli delle loro scelte o che siano riusciti a nascondere le loro infrazioni.
La competizione esiste anche tra esseri umani. Anche il competere per una donna. E' vero.
Lo si nota soprattutto in soggetti poco acculturati.
La competizione infatti è sempre una scelta poco efficiente.
Gli uomini più evouti, se possono, la evitano.
Il che è una posizione quasi assoluta per quel che concerne il corteggiamento.
Con tutte le donne che ci sono, che senso ha lottare proprio per quella donna in particolare in una fase nella quale è ancora interscambiabile?