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qui sulla prostituzione c'è senz'altro più che su UB
Silverback ottobre 2002 (o giù di lì.. l'ho copiato dal vecchio forum di Kataweb), è vero la discussione si avvita su se stessa, perché il punto fondamentale di molti forumisti pare essere lo sfogo. Così si può leggere che se qualcuno dice che fra voglia di far l'amore (l'iniziativa) e capacità di raggiungere l'orgasmo (la conclusione) c'è un abisso e non bisognerebbe confondere i termini gli si risponde che il 75% delle donne non raggiunge l'orgasmo, salvo poi leggere che solo 1 su 1000000 avrebbe problemi di frigidità. Insomma tutto e il contrario di tutto, perché il punto centrale parrebbe riconoscere questo famoso "interesse" delle donne (il complotto di cui parla Dark o Giustizialista? mo' non ricordo più...) che tanto assomiglia al complotto maschile per opprimere le donne di cui parla il femminismo. Eppure non dovrebbe essere difficile distinguere i casi singoli dalle leggi generali.
Sostanzialmente una donna che afferma questo è "interessata" a difendere la libido femminile (che non saprei bene cosa vuol dire.. ma a me puzza tanto dello speculare femminista sugli uomini che sono interessati a difendere il loro potere)
Silverback:
Ho qualcosa da aggiungere riguardo alla questione degli uomini che frequentano le prostitute. I motivi per cui tantissimi uomini si rivolgono alle signore e signorine a pagamento non hanno niente a che vedere con il desiderio di dominio sulla femmina (stando a certe stronzate mediatiche) e a mio parere sono estremamente semplici. C’è chi le frequenta perché quella è per tanti ragazzi e uomini timidi l’unica maniera per avere rapporti sessuali con una donna (personalmente ne ho conosciuti diversi).
Altri ci vanno perché in “quel periodo sfortunato della vita” non trovano uno straccio di donna che gliela dia e poiché gli ormoni danno "alla testa” sono costretti a pagare. Ce ne sono parecchi che vi si rivolgono perché la moglie ha deciso di non dargliela più, oppure perché la consorte è un vero e proprio pezzo di legno, afflitta da 1000 problemi, 1000 paranoie, 1000 inibizioni! Ci sono uomini che pagano le puttane d’alto bordo - che non sono schiave di nessuno; scelgono di farlo, anche se “ufficialmente” non è vero...- per poter praticare certi “giochetti estremi”, che se solo osassero proporli alla propria fidanzata, convivente o moglie, verrebbero immediatamente bollati come maniaci sessuali e in qualche caso denunciati. Molti uomini vanno con le peripatetiche perché quello è l’unico modo possibile - per tanti “comuni mortali - di scopare una strafica, magari russa o lituana, alta 1,85 e in possesso di...“3 metri” di cosce.
Tanti altri uomini le frequentano per il puro e semplice piacere di “scaricare le palle” e di non avere rotture di palle. Personalmente, nonostante il diffusissimo disprezzo sociale verso chi le frequenta, non ci trovo nulla di scandaloso e di anormale.
Eventualmente, cosa bisognerebbe dire di quelle (poche) femmine che pagano i gigolò?
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Sidereus:
Penso che ******* (Silverback) abbia centrato un punto importante. Non c’è un motivo soltanto che spinge qualcuno a rivolgersi a una prostituta.
In molti casi ci troviamo di fronte a persone che cercano di colmare un pauroso vuoto affettivo. Ho letto interviste a prostitute che raccontavano di uomini che chiedevano di essere baciati, abbracciati e accarezzati.
Sono uomini che hanno rinunciato a chiedere alle loro compagne quello che esse non possono o non vogliono dargli. Oppure sono uomini per cui l’universo femminile è talmente sconosciuto da non sapere nemmeno da dove si comincia prima di arrivare allo scambio amoroso con una donna. Il bisogno di sentire il calore umano femminile è prepotentemente presente in ogni uomo, difficilmente si riesce a farne a meno, e purtroppo ci sono uomini ai quali le vicende della vita hanno impedito di trovare la compagna giusta o la capacità di comunicare con una donna con lo sguardo, con le mani, con i baci e le carezze, senza parlare.
Ma questo non basta a spiegare la vastità del fenomeno prostituzione. Penso che esista anche una componente di fondo legata all’incapacità di comprendere la sessualità maschile da parte di tantissime donne (e viceversa, naturalmente). Molte donne, forse inconsapevolmente, disprezzano la sessualità maschile, tanto che alcune dichiarano apertamente la loro ripugnanza verso la “fellatio” e altre pratiche fallocentriche.
La sessualità di un uomo si concentra sul fallo; le altre aree del corpo maschile sono poco rilevanti come centri trasmissivi delle sensazioni di piacere sessuale. Questa è la differenza sostanziale tra noi e l’altra metà del cielo. Nella mia (per la verità modesta) esperienza di amante ho notato più volte, e non finisco mai di stupirmene, la straordinaria capacità del corpo femminile di rispondere a qualsiasi tipo di sollecitazione. Una donna può apprezzare molto una carezza inaspettata sui fianchi, un bacio sul collo, una parola, un particolare profumo, e convogliare tutti questi messaggi con naturalezza verso le zone erogene primarie, perfino in un orgasmo. Ho quasi l’impressione che ogni area del corpo femminile e ognuno dei cinque sensi sia in grado di trasmettere piacere. In un uomo la sessualità è tutta un’altra storia. Baci, carezze, parole.... funzionano, ma solo sull’uccello. Credo che la popolarità della “fellatio” tra i maschi dipenda da questa precisa! localizzazione sul proprio corpo della sorgente del piacere sessuale, dal desiderio di essere “baciati” proprio là, che molte donne trovano difficile da capire.
Penso anche che esista una diversità intrinseca connessa all’essere un maschio o una femmina di Homo Sapiens Sapiens, che rende improponibili certi paragoni con la scusa di realizzare un’uguaglianza che in natura non esiste. Se parliamo di uguaglianza di diritti civili, allora siamo d’accordo che non debbano esistere discriminazioni sessuali, di razza, o di qualsiasi altro genere. Ma i comportamenti dettati dall’istinto non si possono parallelizzare. I gigolò non sono la controparte maschile delle prostitute.
Ai gigolò non viene richiesto il “cunnilingus” nella stessa misura in cui alle prostitute viene richiesta la “fellatio”. Le donne non sono interessate alle pratiche sessuali in sé, ma all’uomo con cui vorrebbero praticarle. Per essere schietti e diretti, a una donna potrebbe fare schifo fare un pompino a Tizio, mentre la stessa cosa fatta a Caio le darebbe una sensazione di primitivo e selvaggio erotismo. Perché Caio sì e Tizio no? Insondabilità dell’animo femminile!
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Giuseppe:
Esatto Armando, anche una donna può essere giudicata come amante solo da un uomo. Ciò che osservi indica che abbiamo più rispetto e tolleranza verso di loro di quanta ne abbiano loro verso di noi. Come dice Kammer nel suo libro, abbiamo ascoltato pazientemente le loro lamentele perché siamo il “fair sex”.
È un vero peccato che queste caratteristiche siano oggi considerate segni di debolezza, e invece il *disprezzo dell’altro* sia considerato un segno di forza e valore. Ho il sospetto che il massiccio ricorso alla prostituzione, che viene citato come un fatto acquisito, sia il sintomo della silenziosa insoddisfazione degli uomini. Insoddisfazione verso le loro mogli, che potranno anche essere brave mogli e brave madri, magari neanche quello, ma che probabilmente sono un totale disastro in quanto amanti.
Vespa ha fatto un’ennesima trasmissione sull’argomento, qualche giorno fa. Come al solito, il numero di donne invitate era di gran lunga superiore al numero di uomini, come se loro avessero più competenza di noi sull’argomento (quindi, una prima cosa da fare, è sfatare il mito secondo cui sesso, sentimenti e relazioni sono un argomento da donne, perché così ci tappiamo la bocca da soli). Inoltre, tipicamente si invitano uomini (Sgarbi, Tinto Brass) che non rappresentano l’italiano medio.
È chiaro che in queste “condizioni ambientali” passano per buone le teorie proposte da Pasini & C., e accettate con entusiasmo dalle donne, secondo cui gli uomini andrebbero a puttane per desiderio di potere. Ma come si fa a dire che ha potere uno che paga per fare del sesso!? Nell’ultima trasmissione di Vespa, appunto, c’è voluta una donna, Alessia Merz, per proporre una spiegazione alternativa: le donne italiane sono represse, si vergognano di un sacco di cose, anche nell’intimità con il loro legittimo fidanzato/marito. Il quale si annoia, è insoddisfatto, e di conseguenza si rivolge alle prostitute. È molto probabile che gli infami giudizi che si rovesciano sui clienti delle prostitute abbiano la funzione di criminalizzarli, intimorirli e quindi di impedirgli di raccontare questa plausibile verità.
Riguardo alle due possibilità, a) e b) prospettate da Armando è certamente assurdo ritenere che il modo giusto sia quello femminile. Una coppia è composta di due elementi, non ci sono ragioni logiche per cui uno debba avere più “autorità di giudizio” dell’altro. Qui, secondo me, l’asimmetria si crea nel momento in cui si crede che alla donna basti un bel corpo per essere una brava amante. Il che non è affatto vero, perché può essere vanitosa, egocentrica e, a letto, un pezzo di legno.
Sull’uomo invece sono posti un’infinità di vincoli comportamentali affinché sia soddisfacente. Io non credo che alla donna basti “essere” e l’uomo debba “fare”. Intendiamoci: è sicuramente vero che le donne sono più selettive di noi. Ma se un uomo si volta per guardare una donna, non è affatto vero che l’ha eletta amante perfetta. Ha solo manifestato un inizio di interesse. Ora, se la donna approfitta di questa prima parziale vittoria, vittoria del primo round, per ritenersi superiore e da lì denigrare e irridere l’uomo, bisogna dire chiaro e tondo che è la donna a manifestare una *mentalità distruttiva*.
Sarebbe ora che qualcuno, idealmente uno psico-esperto, ricominciasse a riconoscere il *comportamento distruttivo* nelle donne e, vivaddio, a condannarlo come si faceva fino a non molti decenni fa. È anche vero che, al momento, non vedo nessuno che possa avere il coraggio di farlo. Dunque, delle due vie d’uscita prospettate da Armando, l’opzione 1 è forse utopistica ma è quella che vale la pena tentare. L’opzione 2 non è un’opzione, nel senso che rappresenta ciò che già succede. Da quando il successo seduttivo è diventato un criterio per giudicare il valore di uomini e donne, e ordinarli *secondo una gerarchia*, i rapporti uomo-donna sono diventati terreno di scontro, di rapina e di disprezzo reciproco, anche se le donne sono state di gran lunga più abili di noi a muoversi in questa direzione. Se accettiamo questo fatto come acquisito, allora ok, facciamo ciò che ci consiglia ****** e comportiamoci COME LORO (già questo dovrebbe dire che razza di vittoria otterremmo). Andiamo in palestra, mettiamoci il gel nei capelli, accumuliamo denaro e potere per avere lo status seduttivo sufficiente a trattarle a calci nel culo. A che pro allora iniziare un movimento maschile?
Oppure, potremmo ricominciare a ricordarci che oltre agli “archetipi” esiste anche una *legge morale*, che se non sbaglio viene trasmessa dal padre, e che questa *legge morale* non dice che bisogna scopare dopo il matrimonio, né dice che due donne non possono andare a letto assieme. Dice semplicemente di “non fare il Male”. Visto che di male le donne ne hanno fatto un po’, qualcuno potrebbe cominciare a farlo notare. Fa ridere esortare a non fare il Male? Ma forse è proprio questa la radice del problema.