E se per una volta pensassimo alla Dignità dell'Uomo (Maschio)?Esercizio per il weekend: provate a individuare - per strada, al parco, allo stadio - un capannello di uomini dall'aria mediamente civile e navigata e cercate di orecchiarne la conversazione. Di questi tempi si somigliano tutte. Uno racconta che è appena tornato dalla Germania e il tassista dell'aeroporto ha sogghignato quando ha scoperto che il suo cliente era italiano. Un altro è stato in Marocco e anche lì il cameriere ha ammiccato fastidiosamente quando ha scoperto che il suo cliente era italiano. E così via. Anche loro provano a riderci un po' sopra, ma sono facce tirate. Perché il discorso pubblico li sta stranamente dribblando.
Dopo mesi di caos politico-mediatico-giudiziario - infermiere travestite da consiglieri regionali, consiglieri regionali travestiti da infermiere, tuffi in massa nella Jacuzzi in tenuta da poliziotte - quegli uomini si sentono un po' giù di corda. In Italia il discorso pubblico e le manifestazioni si sono concentrate (giustamente) sulla dignità della donna. Ma della dignità dell'uomo, l'uomo maschio, cosa dire? Se c'è una figura che esce a pezzi da intercettazioni, testimonianze, interviste e sogghigni dei tassisti esteri, è decisamente la sua.
Va bene: niente false pretese di nobiltà.
Noi maschi italiani siamo per definizione meno maturi, meno consapevoli, responsabili e solidi delle nostre controparti femminili. Il gallismo resta un glorioso tic nazionale, per quanto un po' usurato dalle nuove tecnologie, dai siti di incontri ai social network, e dall'età media dei praticanti. Ma davvero a noi uomini non dà fastidio essere identificati (all'estero, al bar) con l'immagine del maschio italico come emerge da mesi di polemiche? Da queste parrebbe quasi che instaurare una conversazione con una donna per volta, una coetanea poi!, sia decisamente out. O forse invece la prossima manifestazione andrebbe fatta per la dignità dell'uomo (maschio): se non in piazza, almeno al ristorante, in palestra, al supermarket. E perché no, qualche volta anche a casa. Altrimenti finisce che anche la nostalgia del buon vecchio gallismo non sarà più quella di un tempo.
Federico Fubini
19 febbraio 2011http://www.corriere.it/editoriali/11_febbraio_19/fubini-e-se-una-volta-penassimo_5071f10e-3bfd-11e0-b39a-01c3e2bb173c.shtml