Autore Topic: Aggressione alle Sentinelle in Piedi svela il vero volto dei gruppi Lgbt .  (Letto 1666 volte)

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Offline Stendardo

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Aggressione alle Sentinelle in Piedi svela il vero volto dei gruppi Lgbt
👤by Massimiliano Di Benedetto   0 Comments   🕔03.giu 2014

- di Vincenzo Luna -

Lecce, 31 maggio. Una serata insolitamente fresca per la stagione e per la latitudine, ogni tanto qualche goccia di pioggia; in uno spiazzo fra i più belli del centro storico, davanti al Palazzo dei Celestini, sede della Prefettura, e alla Basilica di S. Croce, Sentinelle in piedi chiama a raccolta per una veglia silenziosa, sulla scia di altre svolte in tante città italiane: l’obiettivo è richiamare l’attenzione sul carattere liberticida del “d.d.l. Scalfarotto”. Arrivano in tanti: nonostante la giornata pre-festiva, più di 150 persone, in larga parte giovani e famiglie; dopo una breve introduzione della portavoce, restano in piedi per un’ora a distanza di circa un metro l’una dall’altra intente a leggere un libro, fino alla conclusione, altrettanto breve, della portavoce. Da Claudia e Benedetta, le organizzatrici della veglia, la manifestazione è stata comunicata, come per legge, alla Questura il 23 aprile e il 6 maggio, mentre il 28 maggio esse hanno sollecitato attenzione, sempre alla Questura, impegno per garantirne lo svolgimento pacifico.

Pochi istanti dopo l’avvio da strade di accesso differenti spuntano oltre cinquanta attivisti di associazioni LGBT: una parte non ha accento locale, il che significa che sono intervenuti anche da fuori zona. Il boicottaggio è preordinato e coordinato, viene scatenata una gazzarra che dura per tutta a veglia: con urla e slogan ritmati i militanti arcobaleno impediscono che si ascoltino le comunicazioni all’inizio e alla fine; molestano i singoli “veglianti” mettendosi di volta in volta in 6-7 attorno a ciascuno di essi e dileggiandoli; espongono striscioni e palloncini, coprendo i “veglianti”; per prendere in giro, leggono ad alta voce alcuni dei titoli dei libri tenuti in mano; distribuiscono un lunghissimo volantino, che contiene le firme di decine di sigle, Associazione LeA, Arcigay Salento, Agedo Lecce, Rete antirazzista, Arci Lecce, Coordinamento Puglia Pride 2014, Unione degli studenti, e così via, con singolare mescolanza di reti LGBT e antagoniste. Alla fine della serata, gli stessi contestatori metteranno in rete le foto delle molestie, che sono quelle che pubblichiamo, insieme con un breve video.

È straordinario che, con tante persone di vario tipo accorse per la veglia, ciascuna abbia tanto senso di responsabilità, forza e pazienza, per non reagire: una reazione, non necessariamente violenta, è proprio l’obiettivo degli aggressori, per ergersi a vittime. Sentinelle in piedi mostrano un altro tratto; al punto che, in una nota diffusa poche ore dopo la veglia, ringraziano “gli attivisti LGBT per quanto hanno fatto (…) a Lecce: hanno confermato nel modo più evidente il loro tratto intollerante e intimidatorio, in linea col carattere liberticida del d.d.l. Scalfarotto. Quest’ultimo manderà in carcere chiunque sostiene che un bambino cresce meglio con un madre e una padre; i sostenitori del d.d.l. lo applicano prima che sia approvato, impedendo perfino una manifestazione silenziosa contro di esso.” E ringraziano pure la Questura di Lecce: “la mancata tutela del diritto di manifestare pacificamente, nonostante fossero state rispettate tutte le regole per esercitarlo, ha permesso agli attivisti LGBT di mostrarsi per quello che sono.”

Così concludono: “Quando in futuro a Lecce ci saranno manifestazioni LGBT, siamo certi che la Questura ne garantirà nel modo più adeguato lo svolgimento senza disturbi, come è giusto che sia. Nel confronto con quanto lasciato accadere ieri, sarà l’ennesima prova che la discriminazione c’è, ma in danno delle ragioni della famiglia.”

A queste pillole di saggezza, e sempre nella linea della discriminazione, c’è da aggiungere un interrogativo: e se fosse andata al contrario? Se cioè una manifestazione in piazza l’avessero indetta gli LGBT e fossero stati impediti a svolgerla da contestazioni di avversari? Il Presidente della Repubblica avrebbe scritto la seconda lettera in pochi giorni al sottosegretario Scalfarotto; la Presidente della Camera avrebbe convocato una seduta d’Aula ad hoc contro l’omofobia; il Presidente del Senato avrebbe tenuto una lezione aggiuntiva al corso di legalità; i molestatori starebbero ancora nelle celle di sicurezza in attesa di essere interrogati. Ci rendiamo conto che non è una battaglia confessionale, ma di civiltà e di libertà?

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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Offline Stendardo

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Re:Aggressione alle Sentinelle in Piedi svela il vero volto dei gruppi Lgbt .
« Risposta #1 il: Giugno 03, 2014, 23:59:20 pm »
Fonte : http://www.lanuovabq.it/it/articoli-ce-chi-ritiene-sia-giusto-aggredire-le-sentinelle-in-piedi-9369.htm

C'è chi ritiene sia giusto aggredire le Sentinelle in Piedi
di Alfredo Mantovano03-06-2014 AA+A++
Pressing su una Sentinella
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Gli Lgbt non le mandano a dire. Se hanno un pregio è di parlare chiaro. A poche ore dalla performance in quel di Lecce, su cui questa testata ha puntualmente informato ieri, giungono la rivendicazione e la giustificazione: “Partiamo dal presupposto che la nostra era una contromanifestazione, quindi viene naturale immaginare che non fosse autorizzata dalla Questura – altrimenti, che contromanifestazione sarebbe?” Così, d’esordio, l’associazione LeA-Liberamente e Apertamente, che preannuncia su Facebook un comunicato congiunto con le altre sigle di area. E poi: “Le organizzatrici della veglia leccese forse non sanno che le contestazioni alle sentinelle si sono svolte anche in altre città italiane, con diverse modalità, però tutto il caos mediatico che hanno generato qui da noi, diffondendo informazioni distorte, non era mai avvenuto prima di oggi.”

Ancora: “la nostra manifestazione aveva come scopo la corretta informazione sul ddl Scalfarotto. Abbiamo scelto la modalità dell'azione di disturbo per smuovere le menti e le coscienze innanzitutto dei partecipanti alla veglia, molti dei quali – soprattutto i più giovani – hanno rotto lo schema del silenzio e hanno cercato il confronto con noi perché non erano ben informati del significato della veglia.” Infine, dopo aver lamentato ingiurie ricevute su Facebook (che non si capisce che cosa c’entrino i partecipanti alla veglia leccese), la conclusione: “a queste provocazioni mediatiche, rispondiamo con un invito alle organizzatrici delle sentinelle ad un confronto faccia a faccia tra noi e loro”.

W la sincerità! Apprezzabile quanto quella dell’attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio Scalfarotto, quando nell’agosto 2013 non usò mezze parole per dire a L’Espresso che dopo il suo d.d.l. sarebbe stato il turno del matrimonio fra persone dello stesso sesso: come sta accadendo col testo sulle unioni civili, nella sostanza un paramatrimonio, in discussione al Senato nello stessa Commissione Giustizia in cui si tratta della legge sull’omofobia. Senza peli sulla lingua, gli Lgbt:

-rivendicano di poter svolgere senza preavviso “contromanifestazioni”, impedendo che altri, nella specie Sentinelle in piedi, che invece alla polizia hanno dato avvisi e concordato luoghi e orari, svolgano le loro, e in tal senso parlano di “azione di disturbo” necessaria. Questo vuol dire che, in ossequio al principio di eguaglianza, le regole valgono per gli altri: noi – cioè “loro” – facciamo quello che ci pare;
- si meravigliano di come chi ha organizzato la veglia a Lecce non gradisca la contestazione: ma come, c’è stata in tante altre città italiane, perché vi lamentate? Anzi, rispettate la prassi che si consolida di allestire manifestazioni e di vedersele disturbate dagli Lgbt!
- trovano singolare che il loro intervento abbia generato “caos mediatico”: caos in piazza sì, animato da loro, descrizione del caos sui media no. In coerenza con le “linee-guida” per i giornalisti varate dall’Unar nel dicembre 2013, nel punto in cui prescrivevano ai fotografi che vanno ai Gay pride di non riprendere persone “luccicanti e svestite”!
- teorizzano l’“azione di disturbo” “per smuovere le menti e le coscienze”, e in tal senso invitano le giovani organizzatrici della veglia leccese a un confronto “faccia a faccia”.

Si chiede dal suo blog Mario Adinolfi: “E se fossero state cinquanta Sentinelle ad andare a irridere una manifestazione Lgbt? Cosa avrebbero scritto quei quotidiani? Avrebbero parlato di "flashmob"? O avrebbero raccontato una "aggressione omofoba" alla manifestazione Lgbt?” Domande retoriche: chi solo tentasse – non per un’ora, come è accaduto a Lecce – di ostacolare una manifestazione Lgbt sarebbe bloccato e portato in questura. Se si giustificasse dicendo che altrove c’erano già stati disturbi e molestie, riceverebbe una contestazione di recidiva. Se protestasse contro la pubblicazione della sua foto sui media come “mostro della settimana”, sarebbe accusato di violazione della libertà di informazione. Se aggiungesse che il suo gesto era per smuovere menti e coscienze, gli verrebbero imputati i “motivi abietti e futili”.

Per concludere. Come si deve essere grati agli Lgbt della loro sincerità, così non si può lasciar cadere il loro invito a trattare temi delicatissimi attraverso il confronto. Chi difende le ragioni della famiglia e della libertà non chiede altro. Purché il confronto sia fondato non sulle urla, ma sull’esame delle norme esistenti e di quelle che si vorrebbero introdurre. Purché sia diretto a tutelare la dignità di ogni persona da qualsiasi discriminazione e a garantire la libertà di opinione e di educazione. Purché sia rispettoso: non c’è rispetto quando ci si vanta che per affermare le proprie tesi si impedisce una manifestazione, e che per contestare le tesi altrui si disturba chi, per il semplice fatto che è in silenzio e con un libro in mano, invita alla riflessione.
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Offline Red-

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Re:Aggressione alle Sentinelle in Piedi svela il vero volto dei gruppi Lgbt .
« Risposta #2 il: Giugno 04, 2014, 13:51:24 pm »
Interessante, grazie.
Il movimento "Sentinelle in piedi", per me rimane ancora un pò misterioso, (pur condividendo pressochè tutto quanto ho letto sinora). Sono schierati politicamente?
"La realtà risulta spesso più stupefacente della fantasia. A patto di volerla vedere."

Offline Vicus

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Re:Aggressione alle Sentinelle in Piedi svela il vero volto dei gruppi Lgbt .
« Risposta #3 il: Giugno 05, 2014, 01:02:45 am »
Il movimento non è schierato politicamente, almeno in via ufficiale. Ritengo che iniziative del genere, nella misura in cui non siano il pretesto per veicolare messaggi politici, vadano sostenute nell'interesse di tutti.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Stendardo

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Re:Aggressione alle Sentinelle in Piedi svela il vero volto dei gruppi Lgbt .
« Risposta #4 il: Giugno 07, 2014, 01:21:15 am »
Fonte : http://www.siallafamiglia.it/camera-interrogazione-sugli-attacchi-alle-sentinelle-in-piedi/

CAMERA: INTERROGAZIONE SUGLI ATTACCHI ALLE SENTINELLE IN PIEDI

by admin | giu 5, 2014 | azioni pubbliche, rassegna stampa |

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Alla Camera i deputati Pagano, Roccella, Sberna, Binetti, Calabrò, Gigli, Caruso, Nissola interrogano il Ministro dell’Interno sugli attacchi contro Sentinelle in piedi, chiedendo attenzione sulle imminenti “veglie”, a cominciare da quella di Perugia.

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE A RISPOSTA ORALE

PAGANO – AL MINISTRO DELL’INTERNO

 

 

Premesso che:

le aggressioni e gli atti d’intolleranza che le associazioni Glbt rivolgono contro chi manifesta pubblicamente, in modo assolutamente pacifico e senza offendere alcuno, il proprio dissenso dall’ideologia gender stanno crescendo in maniera esponenziale in tutto il Paese. Le violenze e le intimidazioni che vedono protagoniste varie sigle della vasta galassia Glbt sono innumerevoli e negli ultimi mesi si stanno concentrando in particolare contro le Sentinelle in Piedi, un’associazione di cittadini la cui attività di difesa e promozione della dignità della persona, della famiglia fondata sull’unione tra un uomo e una donna e della libertà di espressione si svolge con veglie silenziose nelle piazze, sempre nel pieno rispetto delle opinioni e delle idee altrui;

l’escalation di violenza contro le Sentinelle in Piedi è confermata da numerosi episodi dettagliatamente documentati da qualificate fonti di stampa. Il quotidiano telematico La Nuova Bussola Quotidiana e il quotidiano Avvenire del 2 giugno, così come i quotidiani Libero e La Stampa del 3 giugno, riportano infatti la notizia dell’ultimo episodio di intolleranza e censura subito dalle Sentinelle in Piedi lo scorso 31 maggio a Lecce. Gli attivisti della locale associazione, dopo aver effettuato i prescritti adempimenti nei confronti della Questura, si apprestavano infatti a dare vita ad una pacifica quanto pacata veglia di protesta contro la legge sull’omofobia – nota come ddl “Scalfarotto” – e le sue conseguenze liberticide – nel senso che viene eliminata ogni libertà d’opinione – quando sono stati letteralmente accerchiati e impediti dal proseguire la manifestazione con urla, cori e insulti ad opera di un folto gruppo di militanti di varie associazioni Glbt. Le modalità con cui è stata fermata la manifestazione delle Sentinelle, accuratamente descritte dai giornali e visibili nei video presenti sulla rete, dimostrano come si sia trattato di un raid pianificato con il preciso intento di reprimere e inibire ogni opinione o idea che contrasti con l’ideologia gender. Ad ulteriore conferma del carattere assolutamente pacifico della veglia delle Sentinelle in Piedi e della natura intimidatoria e intollerante della “contro-manifestazione” degli attivisti Glbt, nonché a conferma della pericolosità del d.d.l. sull’omofobia per l’esercizio della libertà di espressione, il citato articolo de La Nuova Bussola Quotidiana così riportava: le Sentinelle in Piedi «in una nota diffusa poche ore dopo la veglia, ringraziano “gli attivisti LGBT per quanto hanno fatto (…) a Lecce: hanno confermato nel modo più evidente il loro tratto intollerante e intimidatorio, in linea col carattere liberticida del d.d.l. Scalfarotto. Quest’ultimo manderà in carcere chiunque sostiene che un bambino cresce meglio con una madre e un padre; i sostenitori del d.d.l. lo applicano prima che sia approvato, impedendo perfino una manifestazione silenziosa contro di esso”. E ringraziano pure la Questura di Lecce: “la mancata tutela del diritto di manifestare pacificamente, nonostante fossero state rispettate tutte le regole per esercitarlo, ha permesso agli attivisti LGBT di mostrarsi per quello che sono”.»;

il grave episodio verificatosi a Lecce non è purtroppo un caso isolato. Le Sentinelle in Piedi sono state vittime, infatti, di una lunga serie di manifestazioni di intolleranza repressiva e violenta, tra le quali ricordiamo l’episodio accaduto a Trento lo scorso 11 aprile – richiamato sempre da La Stampa del 3 giugno – dove 200 contestatori aderenti ad associazioni Glbt e centri sociali si sono infilati tra le fila delle Sentinelle in Piedi provocandole, insultandole e minacciandole con cani di grossa taglia, episodio “emulato”, pur senza l’ausilio di cani di grossa taglia ma con lo stesso portato di violenza e intolleranza, qualche giorno più tardi a Verona e ripreso dal quotidiano L’Arena del 14 aprile;

identico “copione” quello ripetutosi a Siena il 20 maggio, e riportato dal quotidiano online Tempi.it, dove un gruppo di contestatori delle locali associazioni Glbt, oltre ad interrompere la veglia delle Sentinelle con il solito “repertorio” di provocazioni, insulti e intimidazioni, ha inscenato la propria protesta deliberatamente con baci saffici di fronte ai minorenni presenti;

insulti, grida minacciose, urla le “armi” con cui un altro gruppo di violenti contestatori appartenenti ad associazioni Glbt tenta di interrompere una veglia delle Sentinelle svoltasi a Perugia il 29 marzo, il tutto postato su Youtube in un video;

a tali episodi riguardanti nello specifico le Sentinelle in Piedi si aggiungono numerose altre contestazioni compiute dai gruppi Glbt  ai danni di singoli o altre associazioni con lo stesso modus operandi e la stessa finalità di inibire e al tempo stesso provocare una qualche reazione “scomposta” nei soggetti provocati, in modo da poter strumentalmente denunciare il compimento di un gesto “omofobo” da parte degli stessi. Questo è quanto verificatosi sia in occasione del convegno dal titolo “Gender, omofobia, transfobia. Verso l’abolizione dell’uomo?” svoltosi a Casale Monferrato il 22 settembre 2013 e violentemente interrotto da gruppi aderenti ai collettivi Glbt – il tutto documentato in un articolo e in un video pubblicato da Il Fatto Quotidiano dal giornalista Simone Badaucco -, sia all’istituto paritario Faà di Bruno di Torino dove le lobby gay, nel novembre 2013, hanno inscenato proteste e contestazioni per impedire che nella scuola venisse svolto un ciclo di seminari sulla “bellezza della famiglia tradizionale minacciata dall’ideologia gender”. Sia ancora con lo scrittore e giornalista Mario Adinolfi, ex parlamentare del Pd, che viene regolarmente aggredito verbalmente ogni qualvolta presenta il suo libro “Voglio la mamma” in pubbliche conferenze. L’ultimo episodio, di una lunga serie, è avvenuto durante il convegno tenuto all’università Roma Tre martedì 27 maggio u.s. Come ben descritto dal quotidiano Avvenire del 1° giugno 2014, a pag. 3 dell’inserto Romasette, “durante il convegno c’è stata l’incursione di studenti di altre facoltà” che hanno disturbato l’incontro e con provocazioni hanno cercato di impedire il dibattito;

si chiede di sapere:

in considerazione dell’entità e gravità della questione esposta, la cui soluzione è resa ancor più urgente dall’imminenza della prossima manifestazione delle Sentinelle in Piedi in programma a Perugia sabato 7 giugno e delle altre che sono state già programmate nelle prossime settimane;

tenuto conto della escalation d’intolleranza e violenza che questi episodi stanno avendo;

quali iniziative il Ministro interrogato ritiene opportuno adottare affinché manifestazioni quali quelle descritte possano svolgersi pacificamente.

PAGANO

ROCCELLA

CALABRO’

BINETTI

GIGLI

SBERNA

NISSOLI

CARUSO
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