Fonte :
http://www.camera.it/leg17/995?sezione=documenti&tipoDoc=assemblea_allegato_odg&idlegislatura=17&anno=2014&mese=06&giorno=04&back_to=http://www.camera.it/leg17/187?slAnnoMese=201406-e-slGiorno=04-e-idSeduta=-e-idLegislatura=17 RAMPELLI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.— Per sapere – premesso che:
l'Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull'origine etnica (Unar), istituito con il decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 215, presso il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, ha emanato e diffuso nelle scuole di ogni ordine e grado tre opuscoli intitolati «Educare alla diversità a scuola», dal contenuto pressoché identico se si prescinde da alcune piccole varianti per «adattarli» ai diversi gradi di scuola;
i libretti sono stati emanati al fine di realizzare i «percorsi innovativi di formazione e aggiornamento per dirigenti, docenti e alunni sulle materie antidiscriminatorie, con particolare focus sul tema Lgbt e sui temi del bullismo omofobico e transfobico», nell'ambito della nuova «strategia nazionale» antiomofobia, affidata con un decreto del Governo a 29 associazioni del mondo lesbo, gay, bisessuale e transessuale e finanziata dai contribuenti con dieci milioni di euro;
attraverso gli opuscoli la teoria del gender sarà insegnata nelle scuole italiane sin dalla più tenera età, partendo dal fatto che l'identità sessuale sarebbe formata da quattro componenti: la prima sarebbe l'identità biologica che si riferisce al sesso, la seconda sarebbe l'identità di genere che dipende dalla percezione che si ha di sé, la terza sarebbe il ruolo di genere imposto dalla società, mentre la quarta sarebbe l'orientamento sessuale, quello da cui dipende l'attrazione verso altre persone;
in attuazione di quanto previsto dalle linee guida antiomofobia e di quanto illustrato negli opuscoli, nelle scuole di tutta Italia si stanno moltiplicando iniziative di educazione alla diversità sessuale che si sostanziano nella proiezione di film a tematiche omosessuali o su modelli familiari «alternativi», lezioni nelle classi da parte di persone omosessuali o transessuali ed altro, che stanno suscitando animate proteste da parte delle associazioni dei genitori, che, in particolare, criticano la giovane età di molti degli studenti coinvolti, nonché il fatto di non essere stati affatto coinvolti circa la decisione sull'opportunità o meno di dar luogo a tali iniziative;
gli opuscoli, peraltro, fanno esplicito riferimento alla necessità di «contribuire alla conoscenza delle nuove realtà familiari, superare il pregiudizio legato all'orientamento affettivo dei genitori», di fatto inficiando il fondamentale ruolo svolto proprio dai genitori nell'educazione e formazione di un individuo;
con il lancio della campagna anti omofobia e la pubblicazione degli opuscoli, l'Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull'origine etnica ha, ad avviso dell'interrogante, palesemente travalicato i propri compiti istituzionali, limitati alla discriminazione razziale, o etnica, e religiosa;
in seguito alle proteste dei genitori sembrerebbe per ora essere stata sospesa la diffusione degli opuscoli, ma non si fermano le iniziative nelle scuole –:
quali urgenti iniziative di competenza intenda assumere al fine, da un lato, di porre un freno alle manifestazioni realizzate dalle scuole in attuazione delle citate linee guida e dei precetti dei citati opuscoli e, dall'altro, per ricondurre nel proprio alveo istituzionale l'Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull'origine etnica.
(3-00861)
(3 giugno 2014)