E invece no,troppo comodo,troppo facile.
Eppoi la bellezza e ricchezza dell'animo umano sta`proprio nell'immensa vastita`dei suoi contenuti.
Una donna non mi deve solo aprire le gambe.Cosi`come da me nn deve pretendere solo il mio portafogli e un tetto per la prole.
Una donna mi deve far sentire parte di lei,conquistato.Cosi`come io devo provare a farle piacere tutto il mio meraviglioso mondo.Voglio condividere con lei anche le gioie piu`piccole.
e provare a sentire un contatto dell'anima intimo profondo.Perche`siamo esseri di pura luce rilegati in questi corpi.Destinati a un qualcosa di piu`grande che la semplice sopravvivenza su questa Terra.Uomini e donne sono stati concepiti per completarsi a vicenda,per assurdo.
Questi non sono sogni, fanno parte della natura umana. I rapporti tra i sessi si sono degradati a tal punto da non poter più pensare a relazioni a lungo termine.
Che le cose oggi stiano così siamo tutti d’accordo, ma che questo stato di cose sia l'inevitabile norma è un altro discorso.
Quello che non capisco e`perche`Dio li abbia resi cosi`volubili e suscettibili all'esperienza.
Inevitabilmente qualsiasi unione si perde,qualsiasi sentimento si affievolisce e quasi sparisce.Qualsiasi sforzo di un'incontro tra queste due meta`opposte del cielo e`solo una lotta contro il tempo,destinata miseramente a fallire..
È l’indottrinamento mediatico che li ha resi volubili, tramite l'oblio di modelli positivi e la sostituzione con altri irreali e dannosi. Che cos’altro fa la pubblicità, cos’altro fa il cinema, se non eccitare le possibilità immaginarie di soddisfazione dell’io in personalità immature? Quale istituzione o «agenzia educativa» di massa prepara alle responsabilità crescenti di madre e di moglie (e anche padre e marito)?
Quale agenzia – famiglia, scuola, politici, spettacolo – anche solo valorizza tali responsabilità, le fa stimare socialmente, ne dà l’esempio? Perché la responsabilità non è innata ma va appresa con l’insegnamento collettivo, i modelli sociali.
Genitori divorziati, coppie rimesse insieme, mamme che presentano ai figli «il mio nuovo amico», impartiscono il messaggio contrario: nessuna responsabilità, conta solo il perseguimento della propria individuale felicità, evitare ogni «frustrazione», sfuggire ogni «situazione stabile». Il diritto ad ogni capriccio di «potersi esprimere», manda questo messaggio: responsabilità, nessuna. Sforzo personale, non ne fate.Queste donne (ma molti uomini anche) sono un prodotto-standard delle illusioni della commedia rosa che – sui rapporti fra i sessi – impartiscono incessantemente l’industria dello spettacolo, il cinema e le telenovelas, la psicologia e la posta del cuore:
il sentimento anzitutto, innamorarsi del bel barbaro dall’aria malandrina, «sceglierlo» perché lei sì «ha carattere», anche lei ha «diritto a conseguire il suo sogno»... ma in realtà premuta (tale è il risultato della «libertà della donna» in questo campo) dalla paura di restar sola («Se questo mi lascia, non trovo più nessuno»); «libera» in teoria, ma imperiosamente incalzata alle spalle dall’orologio biologico – un’altra scoperta a cui nessuna agenzia educativa prepara la neo-selvaggia.
Questo tipo femminile è così «la normalità» statistica, così banale e comune, che aspettarne uno migliore, ormai rarissimo e forse inesistente, è apparentemente inutile.
Oltretutto il proporsi agli uomini essenzialmente come oggetti sessuali fissa le donne in un’infelicità di cui sono oscuramente coscienti: poiché non hanno null’altro — non hanno coltivato il fascino e il mistero, né la grazia o il pudore, spogliate di delicatezza e gentilezza, private o privatesi dell’aura numinosa della femminilità, mettono sul mercato «solo» quello. Il minimo comun denominatore: che è comune nel senso che gli oggetti di desiderio sessuale sono comuni a tutte le concorrenti, le mette in concorrenza senza speranza con le più giovani; ancor più grave, gli oggetti sessuali sono intercambiabili, mentre ciascuna di loro – soprattutto – vorrebbe essere «amata per me stessa, per quella che sono». Per la sua unica, insostituibile personalità.
Non sorprende che
la gran parte delle donne siano così, educate a nessuna docilità, chiuse a ogni miglioramento di sé, narcisistiche, superficiali, banali nei desideri e soffocanti nelle pretese, di nessuna profondità e nessuna comprensione per il prossimo. In una parola, personalità insopportabili, antipatiche e urtanti. Con le quali, dopo il sesso, non si ha voglia di stare un’ora, di prendere un the o di fare conversazione (conversare di che, poi?)