Fonte :
http://it.avoiceformen.com/falseaccuse/leggi-femministe-e-false-accuse-di-stupro-un-crimine-contro-gli-uomini-innocent/Leggi femministe e false accuse di stupro: un crimine contro uomini innocenti
May 6, 2014 By Silvio Altarelli 0 Comments
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Dennis Maher
Sulla base della sola falsa testimonianza di due donne, Dennis Maher nel 1983 venne condannato all’ergastolo per due stupri. Dopo 19 anni di carcere la sua innocenza è stata riconosciuta: grazie all’invenzione del test del DNA lui ed altri 280 uomini falsamente condannati per stupro negli USA oggi sono liberi.
Una legge femminista garantisce l’anonimato alle accusatrici.
Sulla base della sola testimonianza calunniosa di Shannon Taylor, Warren Blackwell venne condannato per stupro, incarcerato, allontanato da sua moglie e dai suoi figli. Dopo 3 anni di carcere un poliziotto si decise ad indagare scoprendo che la donna si era procurata da sola le ferite, ed aveva già falsamente accusato di stupro 7 uomini, fra cui suo padre, il primo marito, il secondo marito, e addirittura un minorenne. Approfittando dell’immunità parlamentare, Campbell-Savours ha violato la legge femminista facendo il nome della calunniatrice per evitare che potesse fare del male ad altre persone.
23 centri femministi hanno fatto pressioni sul procuratore Mike Carr perché non persegua una calunniatrice.
Sarah-Jane Hilliard ha adescato un ragazzo in un bagno di una stazione per accusarlo di uno falso strupro pretendendo un risarcimento di 7500 sterline. Il ragazzo è uscito di galera non appena la polizia ha visionato le telecamere della stazione, che hanno smascherato la donna. Le femministe sono indignate perchè i giornali hanno pubblicato il nome della calunniatrice, a cui è stato scritto
“PUTTANA” sull’auto.
Emma Blunden era sotto processo per una falsa accusa di stupro, mentre ha falsamente accusato altri tre uomini facendoli arrestare. È stata condannata a soli 2 anni.
Leyla Ibrahim si è vendicata di un amico non le aveva pagato il taxi simulando uno stupro: 4 innocenti in galera. Fino a quando la scientifica analizza le fibre sulle forbici in casa sua e scopre che si era tagliata da sola.
Rosie Waggett non aveva voglia di camminare un miglio a piedi ma non ha i soldi per il taxi. Un amico le chiede “come farai a pagarlo?” e lei risponde “dirò che ha tentato di stuprarmi”. Detto, fatto: il tassista, padre di tre figli, finisce in galera. Solo la testimonianza dell’amico della donna lo salverà.
Una anonima calunniatrice inglese ha accusato il magistrato Anthony Hunt, per una violenza sessuale che sarebbe avvenuta sette anni prima. Nel 2003 l’uomo viene condannato sulla base della sola parola della donna. La sua innocenza viene riconosciuta solo quando ha oramai quasi finito di scontare la pena, e la sua carriera di magistrato è rovinata.
Questi crimini contro uomini innocenti accadono perché leggi femministe sullo stupro hanno cancellato la presunzione di innocenza.
Una femminista ha aperto gli occhi dopo che suo figlio è stato falsamente accusato di stupro:
«Se pensate che le donne non mentono contro gli uomini, quanto stupidi siete? Oggi viviamo nella cultura del “le donne non mentono”, una cultura imposta dalle femministe negli anni 70, che io ho contribuito a creare. Ci credevo. [...] Non abbiamo voluto capire che le donne a volte mentono. Il sistema aiuta le donne, anche quelle che mentono. Rende facile mentire. Se è provata la sua calunnia, la donna non viene processata, al più mandata in cura. E proclamarsi “vittima” è inebriante per alcune.
Chi proteggerà i nostri figli? [...] Mi vergogno di essere stata una femminista che pensava che le donne non mentono. Ero sessista. Ho fatto ricerche: ci sono ricerche che sin dagli anni 80 hanno studiato la percentuale di false accuse; alcuni trovano che il 60% degli stupri sono falsi.”
Come molti uomini indottrinati dal femminismo, il figlio della femminista dice: “Riconosco i privilegi che ho come uomo, e che la violenza di genere è un problema serio”.
La realtà è che non esiste nessuna violenza di genere, e che la nostra società considera gli uomini come sacrificabili. Così come il 93% dei morti sul lavoro sono uomini, così come gli uomini possono essere mandati a morire in guerra, la “giustizia” condanna senza prove uomini a decenni di galera solo perché una donna dice di voler essere protetta.
È un retaggio culturale di lontane epoche con problemi di sotto-popolazione, in cui una società per sopravvivere aveva bisogno di proteggere le donne in quanto madri.
Quando la verginità era un valore, lo stupro era un crimine grave, che poteva portare ad un figlio indesiderato, a subire lo stigma sociale che magari impediva di costruirsi una famiglia.
Oggi uno stupro non è niente in confronto ai decenni di galera subiti da uomini innocenti. Molti di questi innocenti vengono per davvero stuprati in carcere: negli USA metà delle violenze sessuali hanno come vittime uomini ed avvengono nelle carceri.
Oggi gli uomini che accettano di farsi considerare sacrificabili da leggi femministe sono utili idioti. Si sacrificano non per salvare povere donne, ma per far arricchire spietate avvocate femministe che istruiscono donne separate ad acccusare falsamente di stupro gli ex mariti per potersi impadronire dei figli. Lungi dal sacrificarsi per una causa nobile, questi cavalieri medievali vengono usati da chi usa le false accuse per fare del male ai bambini.