LA FINE DELLA GRAVIDANZAEntro una generazione sarà probabile l'uso di massa dell'utero artificiale per crescere i bambini.Jeremy Rifkin - Giovedì 17 gennaio 2002"L'utero è un luogo oscuro e pericoloso, un ambiente rischioso" scrisse anni fa Joseph Fletcher, professore di etica medica alla Scuola di Medicina - Università della Virginia.
Queste parole mi hanno turbato durante gli anni e mi sono tornate di nuovo in mente in queste recenti settimane con i discorsi sulla imminente prospettiva della clonazione di esseri umani e l'uso di cellule staminali embrionali per la creazione di precise parti di corpo per la cura delle malattie.
Con lo sviluppo scioccante di questi avvenimenti, c'è ancora un'altro evento biologico sconvolgente che è in attesa di esplodere - e questo, nel contesto è sufficiente a cambiare per sempre il nostro concetto di vita umana.
I ricercatori stanno lavorando alla creazione di un utero totalmente artificiale. Diverse settimane fa, una squadra di scienziati del Weill Medical College della Cornell University - annunciarono il successo nella creazione di un rivestimento uterino artificiale. L'equipe guidata dal Dr. Hung Chiung Liu del Centro di Medicina Riproduttiva e Infertilità, stimolò la crescita di cellule nel rivestimento interno dell'utero usando un cocktail di farmaci e ormoni. Lo scopo della ricerca è l'aiuto a coppie sterili attraverso la creazione di un utero interamente artificiale che potrebbe essere trapiantato nella donna.
Yosinory Kuwabara e i suoi colleghi, lavorando in una ricerca di laboratorio alla Junternoud University di Tokyo, stanno sviluppando il primo utero artificiale funzionante - un contenitore di plastica trasparente dalle dimensioni di un canestro di pane, riempito dal liquido amniotico stabilizzato alla temperatura corporea. Per diversi anni, Kuwabara e la sua equipe hanno tenuto in vita e cresciuto feti di capra per più di dieci giorni attraverso la connessione dei loro cordoni ombelicali a due macchine che facevano la funzione di placenta pompando nel sangue ossigeno e nutrienti ed eliminando i prodotti di rifiuto. Mentre l'utero di plastica è solo un prototipo, Kawabara predice che il pieno funzionamento dell'utero artificiale capace di sviluppare un feto umano può essere una realtà in meno di sei anni. Altri sono molto scettici, ma dicono che noi vedremo, dai tempi di oggi, in cui i bambini sono ancora una creazione dei genitori, un probabile uso di massa dell'utero artificiale.
L'utero artificiale sarà innanzitutto usato in unità di cura intensiva par il feto sia nel caso in cui la madre è malata è non può portare a lungo il bambino, sia quando il feto è malato e bisogna rimuoverlo dall'utero materno e curarlo dove può essere facilmente monitorato. Possiamo anche mettere feti vivi in incubatori durante gli ultimi tre mesi di gravidanza. I ricercatori di routine fertilizzano uova e mantengono l'embrione vivo in vitro per i primi tre o quattro giorni della loro esistenza prima di impiantarli nell'utero. Scienziati come Kawabara sono ansiosi di colmare il tempo tra l'inizio e la fine del processo di gestazione - il periodo critico nel quale il feto sviluppa la maggior parte degli organi.
Eventualmente, dicono molti scienziati che lavorano nel nuovo campo della biologia molecolare fetale, la possibilità di sviluppare un feto in un utero completamente artificiale ci metterebbe in grado di compiere modificazioni genetiche e correzioni creando i bambini progettati. L'utero artificiale può divenire il mezzo preferito per produrre un bambino. Le donne possono avere i loro ovuli rimossi e gli uomini lo sperma prelevato nei dieci anni in cui questi sono più vitali e congelati fino a quando non si sentono pronti per fare bambini. Le madri possono risparmiare se stesse dai problemi e dagli inconvenienti della gravidanza, mantenendo la silouette giovanile e portare il bambino a casa quando "pronto".
Lontana trovata? Centinaia di uteri di madri surrogate sono già stati usati per la gestazione di alcuni dei molti embrioni fertilizzati in vitro. L'utero artificiale appare il prossimo logico gradino in un processo che ha rapidamente spostato la riproduzione dalla maternità tradizionale a quella fatta in un processo di laboratorio.
Certamente molte donne, quando loro richiesto, dicono che preferiscono avere l'esperienza della gestazione e avere il bambino nel proprio utero. Ma questa loro aspettativa forte rappresenta la morente sensibilità di un vecchio ordine. In “ Brave a New World” di Haldous Huxley, la gente "normale" era geneticamente progettata, clonata e generata nell'utero artificiale - un processo di assemblaggio di pezzi biologici, ribollente del genotipo ideale. Solo i selvaggi vivevano in remote riserve crescevano ancora i bambini nei loro corpi e li allattavano dopo nati. Questa pratica veniva considerata disgustosa e talvolta solo gli animali la attuavano.
In “Brave New World”, l'attività sessuale erotica era incoraggiata e praticata liberamente ma completamente separata dal processo riproduttivo. Huxley scrisse questo racconto nel 1932, prima dell'arrivo della pillola contracettiva. Dal 1970 comunque sesso e riproduzione sono divisi in due separati regni, grazie, in larga parte, alla pillola. E' anche interessante notare che la pillola fa il suo debutto nello stesso momento in cui i ricercatori iniziano l'uso su larga scala della inseminazione artificiale. Mentre la pillola rivoluziona il sesso rimuovendo da questo il processo riproduttivo; l' inseminazione artificiale, e dopo la fertilizzazione in vitro, la donazione di ovuli, la madre surrogata, e presto, più in là, la clonazione, separano i componenti della riproduzione dall'atto biologico dell'accoppiamento. L'utero artificiale completa questo processo.
Certo, si sollevano di diverse questioni fastidiose. Sappiamo che il feto risponde al battito cardiaco della madre, così come alle sue emozioni, stati d'animo e movimenti; una sottile e sofisticata coreografia di legame esiste tra i due e gioca un ruolo critico nello sviluppo del feto. Che tipo di bambino produrremo dal medium liquido del sacco di plastica? Quanto sarà influenzata la gestazione di un bambino in una camera simulata circa le funzioni motorie, cognitive e di sviluppo? Noi sappiamo che i bambini deprivati del tocco umano e del contatto corporeo spesso sono incapaci di sviluppare un pieno ambito di relazioni umane e talvolta muoiono subito dopo la nascita o diventano violenti, sociopatici o sono gravemente introversi.
Quanto l'eliminazione della gravidanza influenzerà il concetto di responsabilità parentale? Saranno i genitori meno attaccati alla loro prole? Verrà scalzato il senso della continuità generazionale che è così essenziale per la riproduzione e il mantenimento della continuità storica e della vita civile?
Quanto la fine della gravidanza influenzerà il modo al quale pensiamo al genere e al ruolo delle donne? Alcune femministe arguiscono che ciò finalmente significherà liberazione. Anni fa la scrittrice femminista Shulamit Firestone scrisse entusiasta circa la prospettiva dell'utero artificiale: "La gravidanza è la deformazione temporanea di un corpo nell'interesse della specie. Inoltre il parto ti ferisce e non è bene per te. Al minimo, occorrerebbe lo sviluppo di una opzione possibile e di un onesto esame circa il vecchio valore della maternità"
Altre femministe vedono l'utero artificiale come l'emarginazione finale della donna espropriate dal loro ruolo primario come progenitrici della specie. L'utero artificiale, argomentano, deriva dalla quintessenza dell'espressione della dominazione maschile, una via per creare un sostituto meccanico dell'utero femminile. Armato dell'utero artificiale, dell'asessuata tecnologia della clonazione e delle cellule staminali per produrre ogni parte di corpo che desidera, l'uomo potrebbe liberare se stesso, una volta e per sempre dalla sua dipendenza dalla donna.
L'utero artificiale rappresenta il completamento di un lungo processo continuo che iniziò all'incirca 400 anni fa all'alba dell'età scientifica. Fu Francesco Bacone, il padre della scienza moderna che si riferì alla natura come a una "comune prostituta". Egli stimolò le future generazioni ad "addomesticare, comprimere, mettere in forma" e "modellare" la natura così come "l'uomo può divenire suo padrone e l'indiscusso sovrano del mondo fisico". Non ci sono dubbi se vedremo l'utero artificiale come il trionfo finale della scienza moderna. Oppure come l'ultima follia umana.
Molti verosimilmente diranno: perché preoccuparsi? Sicuramente l'utero artificiale è lontano, fuori dall'orizzonte. Cinque anni fa pensavamo la stessa cosa circa la clonazione umana e l'uso di cellule staminali per produrre parti di corpo.
Riportato e tradotto da "The Guardian" del 17 gennaio 2002 in:
http://www.ecologiasociale.org/pg/dum_procreatica_rifkin.html