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La scorsa settimana, dal 3 al 4 luglio, si è tenuta in Spagna una conferenza internazionale per analizzare, assieme a 150 delegati provenienti da 16 diversi Stati, un approccio globale nei confronti della lotta all’ aborto.
Nel caso specifico l’evento, organizzato dall’ “Azione Mondiale di Parlamentari e di Governo rappresentanti per la Vita e la Famiglia”, ha discusso prendendo le mosse dal testo della legge sulla tutela dei diritti del nascituro e dei diritti della mamma in stato di gravidanza emessa dal Governo nel dicembre 2013 in Spagna ma di prossima discussione in Parlamento.
L’attenzione di tutti si è focalizzata sul cosiddetto diritto all’ aborto, concetto che non esiste in nessuna convenzione internazione e che, quindi, non viene esplicitamente creato e garantito su questo piano.
Del resto, fanno notare molti relatori, già parlare di aborto come diritto sarebbe improprio ed ideologico in quanto si baserebbe sulla negazione di una parte della realtà -il bambino- su cui vige in modo assoluto la volontà di una parsona terza -la madre-.
Allo stato attuale, in molti ordinamenti giuridici, l’aborto viene strutturato come diritto unilaterale, positivo -interso da “positum”, dato inconfutabile perchè espresso nel dettato della legge- e soggettivo.
Da questa rappresentazione si deve prendere le distanze per riportare il dramma dell’ aborto nella giusta dimensione di relazione con il mondo esterno.
Da diritto individuale e soggettivo, si deve passare in prima battuta al rapporto bilaterale con la madre, modulando i reciproci interessi in un bilanciamento giuridico dei diritti; poi l’ aborto deve esser inserito ed affrontato in una prospettiva multilaterale, facendo sì che la relazione madre-bambino viva in una rete con la società ed i vari attori che la animano (famiglia, pubbliche amministrazioni…), addivenendo così alla constatazione che è precipuo dovere dello Stato tutelare il diritto alla vita del nascituro.
Si vorrebbe muovere in questa direzione anche la nuova legge spagnola in materia, prevedendo l’ aborto come misura emergenziale in pochi casi circostanziati tra cui lo stupro -denunciato- entro le prime 14 settimane, la minaccia di vita per la donna ed il bambino entro le 22 settimane e fino alla fine della gravidanza se vi dovesse essere una totale incompatibilità con la vita non diagnosticata entro il termine delle 22 settimane.
Azioni collaterali sono il divieto di qualsiasi forma di pubblicità per l’ aborto, la tutela dell’obiezione di coscienza, il diritto dei genitori di esser a conoscenza se la figlia minorenne è in stato interessante e l’obbligo di prendere una periodo di riflessione prima di procedere con l’ aborto.
Il testo così costituito andrà in discussione nei prossimi mesi e dovrebbe esser adottato a dicembre nel 2014.
Redazione